Torno ora dal Circolo Arci Bellezza, una delle tappe del Festival 5 Giornate di musica contemporanea, un ambito che frequentavo parecchio in passato. Senza le indicazioni di Stefano Giannotti, uno degli artisti in cartellone, non mi sarei forse reso conto di un evento che invece è giunto addirittura alla sua sesta edizione e mi pare davvero degno di encomio in una Milano che non offre molto spazio a certe occasioni di ascolto e riflessione. Stefano è arrivato a Radiopassioni perché lo avevo indirettamente citato. Cosa che non mi sorprende perché come Alessandro Bosetti, anche Stefano Giannotti lavora molto per la radio. Ovviamente lontano dalla terra dove fioriscono i limoni. Lo troverete piuttosto su stazioni come Deutschlandradio, Westdeutscher Rundfunk o come l'olandese Radio 6 che a Stefano ha appena dedicato un ampio ritratto.
Qui a Milano sono stati presentati due suoi lavori, "Una serata in famiglia", per clarinetto solo, ispirato, ha spiegato il compositore, chitarrista e regista, a quelle tranquille sere trascorse davanti a uno degli inevitabili polizieschi della televisione. L'interprete, Geatano Nenna, mi è parso molto efficace nel suo immedesimarsi in un brano molto ironico, che impone all'esecutore diversi e non banali inserti recitati.
Mi ha emozionato molto, invece, la successiva proiezione del suo Walbrzych Notebook, con quei vecchi polacchi che bevono vodka, aranciata, schnapp, herbata, avevo vicino mio padre, che forse non avrebbe condiviso l'incipit e la chiusa nichilista e anti-religiosa di Mieczyslaw.
Il film alterna le scene invernali, con quel bianco e grigio e annerito dal coke, lungo i binari dei treni locali, e l'estate dall'erba lussureggiante, nei prati, su quelle vecchie tombe cattoliche. Soprattutto le canzoni popolari, una colonna sonora incredibilmente radicata nelle generazioni passate. Stefano mi ha spiegato il perché di una location così peculiare (Walbrzych, pronunciato "vaubdjich", è una città mineraria ai confini con la cechia). E' saltato fuori che la moglie è polacca e nel documentario vengono ripresi anche i parenti. Con Stefano siamo rimasti d'accordo per una intervista più ampia da fare, prossimamenti, su questi schermi.
Koniec.
Qui a Milano sono stati presentati due suoi lavori, "Una serata in famiglia", per clarinetto solo, ispirato, ha spiegato il compositore, chitarrista e regista, a quelle tranquille sere trascorse davanti a uno degli inevitabili polizieschi della televisione. L'interprete, Geatano Nenna, mi è parso molto efficace nel suo immedesimarsi in un brano molto ironico, che impone all'esecutore diversi e non banali inserti recitati.
Mi ha emozionato molto, invece, la successiva proiezione del suo Walbrzych Notebook, con quei vecchi polacchi che bevono vodka, aranciata, schnapp, herbata, avevo vicino mio padre, che forse non avrebbe condiviso l'incipit e la chiusa nichilista e anti-religiosa di Mieczyslaw.
Il film alterna le scene invernali, con quel bianco e grigio e annerito dal coke, lungo i binari dei treni locali, e l'estate dall'erba lussureggiante, nei prati, su quelle vecchie tombe cattoliche. Soprattutto le canzoni popolari, una colonna sonora incredibilmente radicata nelle generazioni passate. Stefano mi ha spiegato il perché di una location così peculiare (Walbrzych, pronunciato "vaubdjich", è una città mineraria ai confini con la cechia). E' saltato fuori che la moglie è polacca e nel documentario vengono ripresi anche i parenti. Con Stefano siamo rimasti d'accordo per una intervista più ampia da fare, prossimamenti, su questi schermi.
Koniec.
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