Ho appena ricevuto una gentile telefonata da Massimo Caracciolo, di Rete Otto, che ha voluto darmi le sue prime impressioni sui test già effettuati dalla sua emittente sulla frequenza di 103,4 MHz. Intanto la prima cosa da dire è che contrariamente a quelle che erano le prime interpretazioni della catena di immissione della codifica digitale, il segnale delle sottoportanti - rivela Caracciolo - sta passando tranquillamente attraverso la rete dei ripetitori provinciali dell'emittente. E questo significa che il segnale FMeXtra "entra" anche su altre frequenze a parte i 103,4. La cosa avviene anche nel caso di un piccolo ripetitore in Valganna che riceve il multiplex stereo, lo demodula e lo rimodula, salvaguardando la componente FMeXtra.
Secondo Caracciolo il sistema funziona molto bene, in termini vuoi di protezione "interna" (cioè di scarsa interferenza tra componenti spettrali analogiche e digitali) vuoi di interferenza sui canali adiacenti. In pratica questo significa che ascoltando Otto FM con una radio normale non si sente rumore digitale e che anche chi sta ascoltando una frequenza vicina non riceve significativi disturbi. Vicevera, il segnale può essere compromesso se vicino alla frequenza FMeXtra c'è una interferenza molto intensa. In quel caso, precisa Caracciolo, è molto facile che il segnale digitale venga sganciato. Lo staff tecnico della radio deve ancora condurre ulteriori prove di copertura, determinando con più precisione sotto quali livelli di intensità di campo i ricevitori FMeXtra non riescono più a seguire il flusso digitale. «Ma questo,» sottolinea giustamente Caracciolo, «è un fattore legato più alla qualità dei ricevitori utilizzati che alla validità del sistema, che mi sembra molto valido e robusto.»
Un'altra osservazione riguarda l'impiego di tecnologie di ottimizzazione e preenfasi della bassa frequenza in studio. L'uso di questi apparati può determinare in fase di codifica FMeXtra spurie e curve meno ripide nella cosiddetta "campana" dell'occupazione spettrale. Caracciolo sostiene che probabilmente anche i costruttori di questi apparati dovranno adeguarsi in qualche modo alla presenza dell'encoder e ottimizzare i loro algoritmi e componenti di enhancemet. Paradossalmente la cosa può avere una ricaduta positiva, perché potrebbe portare al ritorno a un audio più naturale e gradevole e soprattutto a un impiego più virtuoso delle risorse di spettro e potenza trasmissiva da parte delle emittenti.
Ho avuto una conversazione lunga e ricca di spunti che è impossibile riportare qui. Il tecnico di Rete Otto si dice convinto che questo sistema funziona e che prenderà piede, probabilmente anche presso i grandi network, potenzialmente molto interessati alla possibilità di diffondere contenuti aggiuntivi senza impegnare nuove risorse di frequenza e con un investimento minimo in tecnologie. FMeXtra, ipotizza, Caracciolo, potrebbe servire tranquillamente per veicolare contenuti specifici verso clienti diretti, per esempio un centro commerciale che volesse diffondere musica senza pubblicità, potrebbe ricevere questo stream direttamente attraverso lo spettro FM, senza satelliti o costosi ponti radio. «Secondo meFMeXtra decollerà rapidamente e segnerà la fine del DAB,» ritiene Caracciolo.
Giudizi positivi anche per i ricevitori attualmente disponibili, anche se probabilmente c'è ancora molta strada da fare in termini di qualità circuitale e design esterno. Con Caracciolo abbiamo discusso anche di possibili strategie di marketing. Rete Otto non esclude la possibilità di stringere accordi con i grandi rivenditori di elettronica di consumo per coinvolgerli nella creazione di brand awareness per FMeXtra. I partner potrebbero investire parte delle risorse pubblicitarie nell'acquisto dei ricevitori da proporre ai loro clienti, mentre Rete Otto potrebbe occupare i propri spazi per spiegare agli ascoltatori i vantaggi della tecnologia e invitarli a recarsi presso i punti vendita per provarla. I rivenditori recupererebbero con le vendite la loro spesa e la stazione otterrebbe in cambio una maggiore visibilità del nuovo sistema.
Appena possibile proverò a organizzare una trasferta a Varese per delle prove sul campo, approfittando della gentile disponibilità di questa emittente-pioniere. Rete Otto fu tra le prime emittenti ad andare sul satellite molti anni fa e oggi è la prima a sperimentare una tecnologia-outsider di cui hanno parlato in pochissimi (ricordatevi di Radiopassioni) ma che rischia di trasformarsi in una tendenza inarrestabile.
Secondo Caracciolo il sistema funziona molto bene, in termini vuoi di protezione "interna" (cioè di scarsa interferenza tra componenti spettrali analogiche e digitali) vuoi di interferenza sui canali adiacenti. In pratica questo significa che ascoltando Otto FM con una radio normale non si sente rumore digitale e che anche chi sta ascoltando una frequenza vicina non riceve significativi disturbi. Vicevera, il segnale può essere compromesso se vicino alla frequenza FMeXtra c'è una interferenza molto intensa. In quel caso, precisa Caracciolo, è molto facile che il segnale digitale venga sganciato. Lo staff tecnico della radio deve ancora condurre ulteriori prove di copertura, determinando con più precisione sotto quali livelli di intensità di campo i ricevitori FMeXtra non riescono più a seguire il flusso digitale. «Ma questo,» sottolinea giustamente Caracciolo, «è un fattore legato più alla qualità dei ricevitori utilizzati che alla validità del sistema, che mi sembra molto valido e robusto.»
Un'altra osservazione riguarda l'impiego di tecnologie di ottimizzazione e preenfasi della bassa frequenza in studio. L'uso di questi apparati può determinare in fase di codifica FMeXtra spurie e curve meno ripide nella cosiddetta "campana" dell'occupazione spettrale. Caracciolo sostiene che probabilmente anche i costruttori di questi apparati dovranno adeguarsi in qualche modo alla presenza dell'encoder e ottimizzare i loro algoritmi e componenti di enhancemet. Paradossalmente la cosa può avere una ricaduta positiva, perché potrebbe portare al ritorno a un audio più naturale e gradevole e soprattutto a un impiego più virtuoso delle risorse di spettro e potenza trasmissiva da parte delle emittenti.
Ho avuto una conversazione lunga e ricca di spunti che è impossibile riportare qui. Il tecnico di Rete Otto si dice convinto che questo sistema funziona e che prenderà piede, probabilmente anche presso i grandi network, potenzialmente molto interessati alla possibilità di diffondere contenuti aggiuntivi senza impegnare nuove risorse di frequenza e con un investimento minimo in tecnologie. FMeXtra, ipotizza, Caracciolo, potrebbe servire tranquillamente per veicolare contenuti specifici verso clienti diretti, per esempio un centro commerciale che volesse diffondere musica senza pubblicità, potrebbe ricevere questo stream direttamente attraverso lo spettro FM, senza satelliti o costosi ponti radio. «Secondo meFMeXtra decollerà rapidamente e segnerà la fine del DAB,» ritiene Caracciolo.
Giudizi positivi anche per i ricevitori attualmente disponibili, anche se probabilmente c'è ancora molta strada da fare in termini di qualità circuitale e design esterno. Con Caracciolo abbiamo discusso anche di possibili strategie di marketing. Rete Otto non esclude la possibilità di stringere accordi con i grandi rivenditori di elettronica di consumo per coinvolgerli nella creazione di brand awareness per FMeXtra. I partner potrebbero investire parte delle risorse pubblicitarie nell'acquisto dei ricevitori da proporre ai loro clienti, mentre Rete Otto potrebbe occupare i propri spazi per spiegare agli ascoltatori i vantaggi della tecnologia e invitarli a recarsi presso i punti vendita per provarla. I rivenditori recupererebbero con le vendite la loro spesa e la stazione otterrebbe in cambio una maggiore visibilità del nuovo sistema.
Appena possibile proverò a organizzare una trasferta a Varese per delle prove sul campo, approfittando della gentile disponibilità di questa emittente-pioniere. Rete Otto fu tra le prime emittenti ad andare sul satellite molti anni fa e oggi è la prima a sperimentare una tecnologia-outsider di cui hanno parlato in pochissimi (ricordatevi di Radiopassioni) ma che rischia di trasformarsi in una tendenza inarrestabile.
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