Di questi tempi non capita spesso di poter registrare l'attivazione di una nuova stazione e la riattivazione di una vecchia frequenza locale. Soprattutto in Africa. In queste settimane è successo con la Repubblica Centrafricana e la Nigeria. Nel primo caso si tratta di una nuova stazione, la prima di proprietà privata nel paese, realizzata da una associazione religiosa umanitaria Integrated Community Development International (ICDI) nei pressi di Bangui, località Boali. La stazione opera su 6030 kHz e l'impianto è stato commissionato a JCJB Global, come spiega l'articolo qui in basso, citato di Mike Terry del British DX Club:
Broadcasting breakthrough in Central African Republic
http://www.inspiremagazine.org.uk/news.aspx?action=view&id=990
Six years of planning and praying culminated on Thursday, March 1, as Integrated Community Development International (ICDI) in Boali, Central African Republic, officially began broadcasting the gospel via shortwave with help from HCJB Global.
This is the country's first privately owned shortwave station, making Christian broadcasts available to most of the country's 3.5 million people.__"Our partner, Jim Hocking, and the staff of ICDI have prayed and worked to see this vision of nationwide Christian radio," said Curt Bender, manager of radio planting and development at the HCJB Global Technology Center in Elkhart USA. He led a team that installed the equipment. Bender shared, "This is a country that has been devastated by war and HIV/AIDS. The folks at ICDI plan to use the radio broadcasts to help disseminate community health information and to spread the gospel. The needs are immense, but this station is a significant step in helping a people who need so much." The station, broadcasting at 6030 kHz, airs eight hours daily with programming in French and three African languages, Sango, Aka and Fulfuldé. "This low-power shortwave radio station will enable the staff at ICDI to deliver community health information and the gospel daily to remote villages inaccessible by vehicle," Bender added.
Anderson said response to the new broadcasts was almost immediate. "Within hours of going on the air the station received cell phone calls from 10 towns across the country even though no formal announcement had been made. Reports came from as far away as 300 miles! We thank God for the privilege of having a part in starting this ministry." A week earlier, the mayor of Boali spoke during a "commissioning ceremony" to thank all the people who helped make the station a reality. "Her comments were aired to the nation over the radio during an initial one-hour test broadcast," Bender said. The TB1000 shortwave transmitter, while portable and compact like a FM transmitter, "can send the signal much farther than FM transmitters." The antenna, designed at the technology center by Hastings and Maller, covers an area almost the size of a football field when fully assembled. The team also set up two satellite dishes for access to the Internet. This allows ICDI and other mission organizations in the country to have "reliable e-mail and internet access," Bender explained. ICDI has been involved in various community health projects across Central African Republic such as well-drilling to provide drinking water in remote villages, orphan care and micro-enterprise development. "The radio station is as an effective way to disseminate community health information and spread the gospel," Hocking explained. "Poor roads make traveling to many villages difficult or dangerous. For these reasons, radio has become the logical tool to reach the inaccessible people of the country."
L'altra stazione, la nigeriana FCRN Kaduna, ha riacceso la frequenza di 6090 kHz, segnalata intorno alle 20.30 in Italia (le trasmissioni chiudono alle 23.00). Molte regionali nigeriane operavano anni fa sui 49 metri e si potevano ascoltare tranquillamente, con una radio selettiva ma purtroppo al momento nessuna di loro sembra essere attiva a parte la rediviva Kaduna. Quanto al Centrafrica, la frequenza non è facile e non si sa molto della potenza, ma si può sempre provare. Le notizie dall'Africa fanno il paio con quella del Pacifico del Sud, con un'altra stazione missionaria attivata sull'isola di Pohnpei (4755 kHz segnalati in Giappone). Che dire, che almeno i missionari scelgono la radio per diffondere il verbo. E lo fanno con cognizione di causa perché hanno capito perfettamente che in molte situazioni le onde corte (vecchie, bistrattate, snobbate dai ricchi e forse sul punto di essere stravolte da una lobby di venditori di impianti, ansiosi di "riparare" una tecnologia che, grazie, funziona benissimo) sono the logical tool to reach the inaccessible people. Che poi i governi di quelle travagliate nazioni non dispongano di mezzi finanziari adeguati a seguire certi esempi, o che i pochi mezzi finiscano nei rivoletti e torrenti della corruzione, è un fatto che mette tristezza.
La radio, oltre a essere bella, può essere pazzescamente utile, ma sembrano averlo capito solo le organizzazioni religiose (ben vengano se riescono a fare una buona informazione in posti come il Centrafrica, dove l'AIDS è diffuso come da noi lo è la noia di vivere). In occidente stiamo provando in tutti i modi a ucciderla con programmi inascoltabili e tecnologie (digitali, perché tutto dev'essere digitale) che nessuno vorrebbe comperare. Oppure vaneggiamo progetti troppo costosi per essere davvero praticabili. Pensate al caso di Worldspace, nata per diffondere la radio satellitare in Africa. Bellissima idea, ma un satellite costa da solo quanto u network di decine di stazioni in onde corte e i ricevitori (digitali) costano comunque quanto un bel due o tre anni di stipendi centrafricani e consumano un sacco di corrente. Mille radioline cinesi a onde corte farebbero felici una quantità di villaggi africani, per alimentarle basterebbe la manovella, o un piccolo pannello solare. Sicuro, non saranno "CD quality". Ma se nasci con l'AIDS nel sangue in Centrafrica e per caso ti capita di sopravvivere ai primi sei mesi di "vita", alle prime due o tre guerre tribali, a una dieta da tre ciotole di riso a settimana e alle zanzare, forse la qualità digitale non sarebbe una grossa priorità.
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