Di nuovo una telefonata di Massimo Caracciolo, il tecnico dei test FMeXtra per Rete Otto. Secondo il mio interlocutore il management della stazione, controllata da Evoluzione FM, avrebbe deciso di adottare in forma definitiva la tecnologia digitale, estendendola anche alle frequenze di Chic FM. Caracciolo aggiunge che l'emittente intende promuovere la vendita di ricevitori FMeXtra con opportuni accordi commerciali e con iniziative che potrebbero comportare, per esempio, la trasmissione di programmi non interrotti dalla pubblicità (un costo che la stazione si accollerebbe per invogliare gli ascoltatori a investire in una radio digitale). «Siamo orgogliosi di aver esplorato una opportunità come questa, Rete Otto era anche stata la prima radio italiana via satellite,» sottolinea Caracciolo. Il quale dice di essere convinto del forte impatto che questa tecnologia in band avrà nel panorama delle stazioni locali e regionali in Italia, malgrado le prime perplessità (anche normative) relative all'occupazione dello spettro e alle interferenze verso le stazioni adiacenti, discusse in questi giorni su Radiopassioni e Newsline.
Secondo Caracciole le prove dimostrano che le interferenze sono minime e che riguardano piuttosto l'impatto delle frequenze vicine sulla componente digitale di FMeXtra, che non può più essere "agganciata" e decodificata. Insomma, un problema più per chi riceve Rete Otto che non le stazioni vicine. Ma in uno spettro affollato come il nostro non è facile prevedere l'impatto di una tecnologia come questa se i livelli di adozione saranno davvero massicci. Non voglio neanche pensare ai possibili effetti sull'ascolto di stazioni FM lontane, reso già piuttosto complicato dalla mancanza di spazi liberi in cui dare la caccia ai deboli segnali della propagazione tropo e alle oscillanti aperture in E sporadico.
Ipotizzando però che l'effetto grancassa funzioni e che altre emittenti finsicano per seguire l'esempio di Rete Otto, c'è da chiedersi come gli ascoltatori reagiranno alla nuova offerta. E qui l'unica lezione da seguire viene dagli Stati Uniti con HD Radio. A giudicare da quello che dicono i DXer americani - per la verità gli unici a conoscere davvero l'argomento - e i pochi articoli di giornale che essi riportano, il digitale IBOC made by Ibiquity (i nemici ovviamente la chiamano Iniquity) è una tecnologia clandestina. Il consorzio HD Radio punta a una vendita di un milione di apparecchi riceventi entro il 2007, ma la cifra, obiettivamente, è inverosimile. Su 4-5mila stazioni AM meno del 5% avrebbe adottato il sistema e su una cifra almeno doppia di stazioni FM l'adozione non sarebbe molto diversa. Il Washington Times riporta una stima che parla di 1.200 stazioni attive su 15.000. Dal punto di vista della promozione, nessuno per il momento sembra davvero interessato a spargere il verbo della radio digitale. Le stazioni stesse fanno solo qualche annuncio. C'è anche il dubbio che l'industria radiofonica USA non abbia proprio capito quali siano i vantaggi della radio digitale. Pensare di far leva solo sulla qualità del segnale è assurdo. La maggior parte degli ascoltatori è perfettamente contenta con l'FM e se non la riceve bene cambia stazione (dubito fortemente che in questo senso il bacino di ascolto di IBOC sia significativamente più esteso di quello analogico). L'unica cosa che potrebbe attirare il pubblico verso la nuova modalità è una programmazione diversa: leggetevi a questo proposito le slide della presentazione di Albino Pedroia ieri al convegno Radio senza antenna. Non si esce da questa equazione: la radio digitale deve far leva su cose nuove, altrimenti l'unica speranza è una legge che imponga lo spegnimento dell'analogico (ma agli attuali prezzi dei ricevitori digitali la cosa non è ammissibile). Il problema è che le voci che giungono dagli Stati Uniti non sembrano dare per il momento troppa credibilità al modello del multicasting. I contenuti alternativi trasmessi negli stream o nelle sottoportanti digitali interessano poco e non è detto che una buona campagna pubblicitaria basti a smuovere la curiosità di ascoltatori, soprattutto giovani, abituati ai livelli di scelta e personalizzazione della musica MP3. Le radio americane, già tematiche, hanno creato uno stile di ascolto già molto diversificato: ha davvero senso moltiplicare per due o addirittura per tre un'offerta così ricca?
In Italia le condizioni al contorno cambiano parecchio perchè abbiamo il problema opposto: tutte le stazioni sono praticamente uguali e la corsa alla networkizzazione delle stazioni locali non fa che peggiorare il quadro. Mettere nelle mani delle emittenti più piccole uno strumento in grado forse di dare spazio a nuovi contenuti, tematici o a carattere locale, potrebbe rivelarsi un'arma vincente. Peccato che FMeXtra, per quanto meno esigente di HD Radio in fatto di banda, è pur sempre un sistema delicato e fragile. Specie in uno spettro assolutamente fuori controllo come il nostro, è facile questa volta prevedere le possibili reazioni delle radio più potenti (o con più frequenze a disposizione).
Come ulteriore spunto di riflessione ecco il parere di David Deans dal suo blog Digital Lifescapes e un recente articolo del Washington Times sulla "invisibilità" di HD Radio.
Secondo Caracciole le prove dimostrano che le interferenze sono minime e che riguardano piuttosto l'impatto delle frequenze vicine sulla componente digitale di FMeXtra, che non può più essere "agganciata" e decodificata. Insomma, un problema più per chi riceve Rete Otto che non le stazioni vicine. Ma in uno spettro affollato come il nostro non è facile prevedere l'impatto di una tecnologia come questa se i livelli di adozione saranno davvero massicci. Non voglio neanche pensare ai possibili effetti sull'ascolto di stazioni FM lontane, reso già piuttosto complicato dalla mancanza di spazi liberi in cui dare la caccia ai deboli segnali della propagazione tropo e alle oscillanti aperture in E sporadico.
Ipotizzando però che l'effetto grancassa funzioni e che altre emittenti finsicano per seguire l'esempio di Rete Otto, c'è da chiedersi come gli ascoltatori reagiranno alla nuova offerta. E qui l'unica lezione da seguire viene dagli Stati Uniti con HD Radio. A giudicare da quello che dicono i DXer americani - per la verità gli unici a conoscere davvero l'argomento - e i pochi articoli di giornale che essi riportano, il digitale IBOC made by Ibiquity (i nemici ovviamente la chiamano Iniquity) è una tecnologia clandestina. Il consorzio HD Radio punta a una vendita di un milione di apparecchi riceventi entro il 2007, ma la cifra, obiettivamente, è inverosimile. Su 4-5mila stazioni AM meno del 5% avrebbe adottato il sistema e su una cifra almeno doppia di stazioni FM l'adozione non sarebbe molto diversa. Il Washington Times riporta una stima che parla di 1.200 stazioni attive su 15.000. Dal punto di vista della promozione, nessuno per il momento sembra davvero interessato a spargere il verbo della radio digitale. Le stazioni stesse fanno solo qualche annuncio. C'è anche il dubbio che l'industria radiofonica USA non abbia proprio capito quali siano i vantaggi della radio digitale. Pensare di far leva solo sulla qualità del segnale è assurdo. La maggior parte degli ascoltatori è perfettamente contenta con l'FM e se non la riceve bene cambia stazione (dubito fortemente che in questo senso il bacino di ascolto di IBOC sia significativamente più esteso di quello analogico). L'unica cosa che potrebbe attirare il pubblico verso la nuova modalità è una programmazione diversa: leggetevi a questo proposito le slide della presentazione di Albino Pedroia ieri al convegno Radio senza antenna. Non si esce da questa equazione: la radio digitale deve far leva su cose nuove, altrimenti l'unica speranza è una legge che imponga lo spegnimento dell'analogico (ma agli attuali prezzi dei ricevitori digitali la cosa non è ammissibile). Il problema è che le voci che giungono dagli Stati Uniti non sembrano dare per il momento troppa credibilità al modello del multicasting. I contenuti alternativi trasmessi negli stream o nelle sottoportanti digitali interessano poco e non è detto che una buona campagna pubblicitaria basti a smuovere la curiosità di ascoltatori, soprattutto giovani, abituati ai livelli di scelta e personalizzazione della musica MP3. Le radio americane, già tematiche, hanno creato uno stile di ascolto già molto diversificato: ha davvero senso moltiplicare per due o addirittura per tre un'offerta così ricca?
In Italia le condizioni al contorno cambiano parecchio perchè abbiamo il problema opposto: tutte le stazioni sono praticamente uguali e la corsa alla networkizzazione delle stazioni locali non fa che peggiorare il quadro. Mettere nelle mani delle emittenti più piccole uno strumento in grado forse di dare spazio a nuovi contenuti, tematici o a carattere locale, potrebbe rivelarsi un'arma vincente. Peccato che FMeXtra, per quanto meno esigente di HD Radio in fatto di banda, è pur sempre un sistema delicato e fragile. Specie in uno spettro assolutamente fuori controllo come il nostro, è facile questa volta prevedere le possibili reazioni delle radio più potenti (o con più frequenze a disposizione).
Come ulteriore spunto di riflessione ecco il parere di David Deans dal suo blog Digital Lifescapes e un recente articolo del Washington Times sulla "invisibilità" di HD Radio.
HD Radio Can't Solve Broadcaster Problems
http://dhdeans.blogspot.com/2007/03/hd-radio-cant-solve-broadcaster.html
Wal-Mart Stores recently announced that it will sell receivers that support HD Radio programming. HD radio is a technology that delivers digital audio quality, advanced data services, and more content choices to terrestrial radio listeners.
The car radio receiver will be JVC-branded and will be priced at $190, according to In-Stat. HD Radio programming is free once the consumer has purchased the receiver, which can be an attractive selling point to the price-sensitive Wal-Mart consumer.
The giant retailer's support of HD Radio is an important step in the radio industry's conversion to digital. More and more consumers are ignoring terrestrial analog radio in favor of digital satellite radio and portable MP3 players. However, the number of HD Radio receivers sold to date has been very low.
Consequently, broadcasters are hoping that HD Radio will revitalize terrestrial radio listenership. Wal-Mart's agreement to free up shelf space for HD Radio receivers will allow HD Radio supporters to expand the technology's reach and to further drive consumer awareness.
Another key driver behind the promotion of HD Radio is the HD Digital Radio Alliance. Major media companies, including Clear Channel and Infinity Broadcasting, formed this alliance in 2006 with the intent to accelerate consumer awareness and HD Radio technology adoption.
The group is allotting $250 million in 2007 in support of HD Radio, a portion of which will fund a series of 15 and 30-second radio spots advertising Wal-Mart's roll-out of HD Radio receivers in 2,000 of its 3,500 stores.
Regardless, I believe that the problems that broadcasters face with terrestrial radio can't be solved with HD Radio technology alone -- because the core challenges are related to poor content programing and excessive commercial advertising. Public radio is the sector's primary bright spot. That said, I question if there are enough public stations in most markets to justify the investment in a HD Radio receiver.
In-Stat's latest primary research on the Digital Radio market suggests that there has been a notable increase in U.S. consumer awareness of HD Radio in the past 12 months. However, actual ownership of receivers that support HD Radio programming amounted to less than 1 percent of respondents in their survey. Meaning, improved awareness has had little impact on consistently low interest.
In contrast, 20 percent of respondents own a receiver that supports satellite radio. So, despite the Alliance's $250 million campaign, and Wal-Mart's announcement to sell HD Radio receivers, In-Stat expects satellite radio receiver shipments to out-pace HD Radio receiver shipments over the next five years.
HD Radio going unheard
By Kara Rowland
March 21, 2007
http://www.washingtontimes.com/business/20070320-092805-8203r.htm
There are 30 HD Radio channels in the Washington area, but it's not clear if D.C. radio listeners know they exist. In fact, according to at least one local station's technology director, many listeners don't even know what HD Radio is. "Not enough people have heard the good word" when it comes to the growing digital service, said Richard Cassidy, director of information technology and new media at public radio outlet WAMU-FM (88.5). In a nutshell: A station broadcasting in HD sends out a digital signal (along with its traditional AM/FM analog signal), which is then decoded by an HD Radio receiver. It enables broadcasters to offer multiple channels using the same amount of radio spectrum by compressing the signals digitally and improves sound quality because HD receivers can filter out typical distortions that occur when the signal encounters a tall building or a large hill.
The service is free. Listeners don't pay a subscription, but they must buy a special HD Radio receiver to hear HD channels. Receivers vary in cost from $190 at Wal-Mart to $1,500 from a high-end retailer. In the D.C. area, 20 over-the-air stations have HD channels, according to HD Radio Alliance, a group of major broadcasters and independent station owners. Usually, the first channel is a digital version of the traditional analog signal, while a second or third channel features a new offering or genre. WAMU is currently the only local station with three HD channels. "We wanted to better serve our audience and one channel wasn't enough," Mr. Cassidy explained. "We took a look at some of the formats we felt were under-served in the market."
The American University station started broadcasting a digital version of its analog signal a couple of years ago. Last fall, it rolled out its second and third HD channels: a D.C. broadcast of Towson University's Adult Album Alternative station, WTMD-FM; and an all-bluegrass channel. For those still mourning the passing of oldies in the D.C. area former oldies station WBIG-FM (100.3) flipped to classic rock nearly one year ago there's a 50s and 60s hits HD channel. There's a channel devoted to ballads and love songs and, according to the HD Radio Alliance, channels devoted to female talk and unsigned bands are in the works. But there's still the challenge of getting the word out about HD, Mr. Cassidy said. Although WAMU runs consistent on-air reminders about its HD channels, he estimates its HD listeners to be somewhere "in the hundreds."
"So we're just hoping through good programming and getting the word out, people may be tempted to give it a try," he said, citing as a significant step the recent decision by BMW to be the first automaker to offer factory-installed HD Radio as an option throughout its entire product line.
Nationwide figures on HD Radio listeners are hard to come by because there is no subscription and radio ratings firm Arbitron does not yet measure HD listening. However, an HD Radio Alliance spokesman said the group expects to sell more than 1 million receivers this year. As of last month, 1,204 out of about 15,000 AM and FM stations were broadcasting in HD, covering 176 markets, according to the Alliance. When it comes to the inevitable comparison of HD Radio with satellite services, longtime radio engineer Mr. Cassidy said the sound quality depends on how many channels are squeezed into the same band of spectrum.
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