31 agosto 2010

A Belfast la radio digitale fa finalmente i conti

La quarta Conferenza EBU sulla Radio Digitale, in programma a Belfast a fine ottobre, sembra finalmente puntare su un solido pragmatismo. Sarei rimasto stupito del contrario, vuoi perché dietro alla gestione dell'agenda e degli speaker c'è una persona valida come Mike Mullane, vuoi perché sarebbe stato impossibile pensare che la quarta edizione di un evento su una tecnologia che fatica tremendamente a decollare, si potesse aprire all'insegna della retorica trionfalistica.
Il fatto è che ad aver deluso veramente non è tanto la "radio digitale" in sé, ma la radio digitale che richiede forti trasformazioni, investimenti infrastrutturali e lo sviluppo di un mercato dei terminali capace di stare al passo dei grandi numeri tipici del consumo di massa. Due cose, queste ultime che o si sono molto assottigliate (la capacità di investire), o non si sono mai concretizzate.
Le poche righe del testo di presentazione sul sito ufficiale della conferenza sono illuminanti. L'evoluzione tecnologica ha ormai raggiunto un asintoto, tra modulazioni e codec audio semmai la scelta è fin troppo diversificata. L'incontro di Belfast sarà dunque (finalmente) focalizzato sulla praticità economica della radio digitale, sui suoi vantaggi in termini effettivi e sulle sue concrete possibilità di sviluppo. Piuttosto che intestardirsi su questo o quell'altro sistema o modulazione, gli speaker metteranno in risalto la questione della radio ibrida, della commistione tra modelli broadcast (convenzionali o numerici) e broadband. Saranno presenti molti dei nomi che quasi quotidianamente ritrovate qui su Radiopassioni, incluso il "futurologo della radio" James Cridland, che ovviamente parlerà di RadioDns e delle possibilità di legare i contenuti radiofonici, anche analogici, ai contenuti e alle informazioni di Internet. Non mancheranno i rappresentanti dell'eterna mancata promessa di Digital Radio Mondiale, di cui francamente non capisco perché si debba parlare ancora (soprattutto dopo il bruciante flop commerciale di Uniwave). Sarà ospite della conferenza anche Francesco De Domenico, presidente dell'italiana Associazione per la radiofonia digitale. Appuntamento dal 28 al 29 ottobre. La conferenza avrà tuttavia un prologo il 27, sempre a Belfast, per la General Assembly del WorldDMB Forum, l'associazione che promuove l'adozione della radio digitale su base DAB/Eureka 147. Ulteriori dettagli e informazioni sul mercato DAB si trovano sul numero di settembre della Eureka! Newsletter.

Digital Radio, Analogue Business Model?

The EBU's fourth annual Digital Radio Conference aims to set the agenda for the future of radio. Where previous editions have focused on the relative merits of the different digital radio platforms and their roll-out across Europe, DRC10 will focus on radio's position within a pluralistic distribution model.
That the discussion of digital radio's future has, to date, been weighted towards different platforms is understandable given the uneven pace of Eureka 147 (DAB/DAB+/DMB) adoption and the rapid deployment of internet to European homes.
Indeed, technical development has now reached something of a plateau. This is reflected in the establishment of a European Digital Radio Forum earlier this year which seeks to harmonise the delivery of digital radio (including internet radio) in Europe.
The Forum hopes to build on the success of a 2008 initiative by WorldDMB and the EBU on a set of three receiver profiles that facilitate a variety of platforms in one device and are designed to provide economies of scale for manufacturers. The debate has moved forward from which platform might 'win' to how best to chart a digital future for radio on multiple platforms.
From a technical point of view, this leads to the idea, currently also under consideration within TV, of a hybrid broadband/broadcast (HBB) standard. A good example is the RadioDNS project, which hopes to enable the convergence of radio broadcasting and IP-delivered services.
But this is a limited perspective which, European experience shows, can have the effect of creating technical imperatives, rather than business cases, for development.
A more fundamental question then is 'what is the case for digital radio?'. This is about business and social arguments for and against the development of digital radio in all its forms.
It involves the economics of radio revenues and costs, the social value, the mix of public and commercial broadcasters, as well as the quality and variety of the offering.
This is the theme that the conference will address: a practical assessment of the conditions for a successful and profitable digital future for radio.

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