Discutevo questa mattina con C., redattore aggiunto di RP nell'ufficio di corrispondenza di Aosta dietro il paravento di un incarico di addetto stampa per la pubblica amministrazione locale (a differenza dei grandi quotidiani, che questi uffici li falcidiano senza pietà, io posso permettermi di allargare il mio desk quanto mi garba, e con le penne migliori), a proposito delle notizie che arrivano dalla Spagna, dove il servizio di Socorro Marittimo, ossia tutte le comunicazioni radio tra stazioni costiere e navi civili, è passato di mano lo scorso anno. Le notizie sono state diffuse da UDXF, gruppo Internet specializzato nel monitoraggio delle trasmissioni civili e militari sulle onde corte e non solo. Il primo agosto del 2008, il gruppo di telecomunicazioni Abertis si è infatti aggiudicato l'asta per l'erogazione dei servizi di radiocomunicazione marittima finora assicurati da Telefonica, l'operatore ex monopolista, per una durata di quattro anni prorogabili per altri quattro. Valore della commessa: 42,5 milioni di euro, 11 milioni meno di quelli offerti dal precedente gestore. Tra i fornitori per gli apparati GMDSS - acronimo corrispondente al Global Maritime Distress System . sistema ampiamente automatizzato, c'è la società austriaca Frequentis (vi sareste immaginati una nazione senza un centimetro di coste non fluviali, così all'avanguardia nell'elettronica per radiocomunicazioni marittime? Eppure...).
In ottemperanza al nuovo contratto, le stazioni costiere che operavano in MF e VHF sotto il controllo di Telefonica, hanno spento a metà marzo e Abertis/Retevision è subentrata questa settimana. Non mancano le polemiche tra gli utenti del mare, perché - come rivela Antón Luaces negli articoli riportati dal sito della Confraría de Pescadores de Cedeira, e nel commento sul quotidiano La Opinion Coruña - le stazioni MF di Telefonica, che ascoltavamo anche qui con grande divertimento (in Galizia esistevano, ricorda Luaces, quelle di Coruña e Finsterra), vale a dire 33 stazioni in VHF e 15 in MF più il centro di Radio Madrid, che controllava le antenne trasmissive di Pozuelo del Rey, verranno tutte sostituite da sei centri Abertis a Bilbao, A Coruña, Tenerife, Las Palmas, Málaga e Valencia, oltre a un centro in onde corte per una maggiore copertura (le MF coprono fino a 35 miglia). La chiusura delle vecchie costiere è iniziata il 15 marzo ma non tutti i nuovi centri risultano operativi a oggi, periodo di entrata in vigore del famoso accordo. I pescatori e gli altri naviganti temono di subire un serio disservizio e si chiedono che cosa Abertis offrirà veramente, sul piano dei servizi di trasmissione di bollettini meteo e avvisi, o di collegamenti radiotelefonici in voce e dati tra navi in navigazione e terra (i satelliti non sono un'opzione economica per tutti e la telefonia cellulare funziona per i mosconi e gli yacht in rada in Costa Smeralda, non nelle acque internazionali dei pescatori in Atlantico).
Le stazioni chiuse sono rimaste in solo ascolto fino a oggi, 26 maggio. E ora che succede? Sul sito MadridRadio (presumibilmente non ufficiale) si trovano diverse notizie storiche sui trent'anni di operatività delle stazioni costiere gestite da Telefonica, ma non ci sono dettagli sulle nuove frequenze e sui servizi erogati, mentre il sito di Abertis è alquanto laconico al proposito (Telefonica almeno pubblicava una simpatica guida in PDF, che avevo segnalato anche qui). Sul sito della Marina mercantile ci sono ancora i dettagli relativi alla gestione Telefonica. Insomma, non si capisce più niente e c'è solo da augurarsi che chi naviga per davvero sia stato informato meglio. Ma perché è successo tutto questo? Perché nella gara per l'aggiudicamento del contratto Abertis, controllato dall'impresa di costruzioni ACS e dalla banca La Caixa, che ha rilevato la rete di Retevision (in pratica una ex RaiWay spagnola), ha consentito alle casse pubbliche di realizzare il formidabile risparmio di 11 milioni.
In ottemperanza al nuovo contratto, le stazioni costiere che operavano in MF e VHF sotto il controllo di Telefonica, hanno spento a metà marzo e Abertis/Retevision è subentrata questa settimana. Non mancano le polemiche tra gli utenti del mare, perché - come rivela Antón Luaces negli articoli riportati dal sito della Confraría de Pescadores de Cedeira, e nel commento sul quotidiano La Opinion Coruña - le stazioni MF di Telefonica, che ascoltavamo anche qui con grande divertimento (in Galizia esistevano, ricorda Luaces, quelle di Coruña e Finsterra), vale a dire 33 stazioni in VHF e 15 in MF più il centro di Radio Madrid, che controllava le antenne trasmissive di Pozuelo del Rey, verranno tutte sostituite da sei centri Abertis a Bilbao, A Coruña, Tenerife, Las Palmas, Málaga e Valencia, oltre a un centro in onde corte per una maggiore copertura (le MF coprono fino a 35 miglia). La chiusura delle vecchie costiere è iniziata il 15 marzo ma non tutti i nuovi centri risultano operativi a oggi, periodo di entrata in vigore del famoso accordo. I pescatori e gli altri naviganti temono di subire un serio disservizio e si chiedono che cosa Abertis offrirà veramente, sul piano dei servizi di trasmissione di bollettini meteo e avvisi, o di collegamenti radiotelefonici in voce e dati tra navi in navigazione e terra (i satelliti non sono un'opzione economica per tutti e la telefonia cellulare funziona per i mosconi e gli yacht in rada in Costa Smeralda, non nelle acque internazionali dei pescatori in Atlantico).
Le stazioni chiuse sono rimaste in solo ascolto fino a oggi, 26 maggio. E ora che succede? Sul sito MadridRadio (presumibilmente non ufficiale) si trovano diverse notizie storiche sui trent'anni di operatività delle stazioni costiere gestite da Telefonica, ma non ci sono dettagli sulle nuove frequenze e sui servizi erogati, mentre il sito di Abertis è alquanto laconico al proposito (Telefonica almeno pubblicava una simpatica guida in PDF, che avevo segnalato anche qui). Sul sito della Marina mercantile ci sono ancora i dettagli relativi alla gestione Telefonica. Insomma, non si capisce più niente e c'è solo da augurarsi che chi naviga per davvero sia stato informato meglio. Ma perché è successo tutto questo? Perché nella gara per l'aggiudicamento del contratto Abertis, controllato dall'impresa di costruzioni ACS e dalla banca La Caixa, che ha rilevato la rete di Retevision (in pratica una ex RaiWay spagnola), ha consentito alle casse pubbliche di realizzare il formidabile risparmio di 11 milioni.
Evaluación de riesgos
ANTÓN LUACES A la vista de la que se viene encima, uno se pregunta hasta qué punto el director general de la Marina Mercante, Felipe Martínez, ha evaluado el riesgo al que se va a ver sometido el mundo de las radiocomunicaciones marítimas cuando, a partir de abril, Abertis-Telecom (Retevisión) se haga cargo del servicio de socorro que, desde el ya lejano año 1971, vienen prestando las estaciones costeras de Telefónica. Sólo desde la existencia de unos intereses superiores -que a uno se le escapan- puede entenderse que Marina Mercante haga el Tancredo ante la embestida que va a suponer un cambio que, en primer lugar, significa la pérdida de la correspondencia pública (el 16 de marzo Telefónica abandona este servicio importante para los profesionales de la mar y Abertis-Telecom no se hace cargo del mismo), seguida de la Red Mercurio (a través de la cual se facilita información para servicios indispensables, entre estos los de Salvamento Marítimo), el Navtex y hasta, presumiblemente, el Sistema de Identificación Automática de buques (AIS). Además, Abertis prescinde de 6 de los 61 oficiales radio que conforman la actual plantilla de Preservi (servicio creado por Telefónica en el seno del Servicio Radiomarítimo) porque, al parecer, "no encajan con el estilo de trabajo de Abertis". Otro paso más de Abertis: recurre a la contratación externa (15 personas) y pone el ojo en los capitanes y pilotos de la Marina Mercante, dos de los cuales ya tienen destino: Valencia y Bilbao. Son éstos oficiales de puente femeninos que, al decir de los que actualmente desempeñan la función radio en las comunicaciones, no tienen experiencia en estas, como tampoco la tienen otros titulados por la Escuela de Cádiz que, asimismo, disponen ya de un precontrato. Pero, además, los radios de las costeras de Telefónica, de ser contratados por Abertis deberán superar un periodo de prueba que, en el peor de los casos, puede servir a la compañía para ponerlos en la calle sin ningún tipo de compensación económica al cabo de tres meses. Oficialmente, se les contratará a unos en calidad de fijos (los más antiguos) y, a otros, (los más recientes) por obra y servicio. Abertis no especifica el número.
Las estaciones costeras (en Galicia existen las de A Coruña-Fisterra, A Guarda, Vigo y Ortegal en VHF, y Coruña Radio y Fisterra Radio en AM) se irán cerrando paulatinamente y serán sustituidas por centros de Abertis en Bilbao, A Coruña, Tenerife, Las Palmas, Málaga y Valencia, con 12 personas en cada centro. Las previsiones apuntan a que los centros de Bilbao y A Coruña (este situado en un antiguo almacén de Retevisión, en A Grela) comenzarán a emitir el 30 de marzo con personal de Preservi. El día 23 de febrero, Abertis abre sus emisiones (sólo recepción) en prueba en el centro de Valencia, con 7 trabajadores que han realizado ya un curso de tres días para saber "cómo tratar a los clientes", es decir, a gente de mar que sabe perfectamente qué servicio se les presta.
Si Marina Mercante quiere corregir esta situación -cosa que dudo- tiene en su mano el poder hacerlo: una cláusula del pliego de concurso estipula que, antes del 26 de abril, el adjudicatario (Abertis) debe tener en funcionamiento pleno el sistema de radiocomunicación marítima, con su canal de socorro al 100%. De no ser así, la Dirección General de la Marina Mercante puede rescatar el servicio. Hasta entonces, el operativo actual de Telefónica se mantiene en paralelo con el de Abertis. Si no funciona éste, a ver cómo Marina Mercante "tapa" un problema que conoce suficientemente bien y que no beneficia, en absoluto, a la gente de mar, que retrocede 15 años en la prestación de este servicio indispensable. Porque Marina Mercante sabía que no resultaría fácil, ni mucho menos, montar en seis meses un servicio radiomarítimo partiendo de cero. La sociedad Isdefe que asesoró a la mesa de contratación y, al parecer, asesora actualmente a Abertis tendría que aclarar, junto con Marina Mercante y su jefe de área de Radiocomunicaciones, qué ventajas ofreció Abertis sobre una red ya instalada, en funcionamiento desde 1971, y que invirtió más de 100 millones de euros en actualizar sistemas (10 millones en instalar el GMDSS que ya no le servirá para nada).
Realmente no se evaluaron los riesgos. Salvo que existan beneficios ¿para la mar y su gente? que uno desconoce. El tiempo lo va a decir.***
Abertis-Telecom, corrige
En defensa de su puesto de trabajo y, posiblemente, consciente de la importancia que el mismo tiene -al menos para él- el director de Marketing de Abertis-Telecom en una carta al director de LA OPINIÓN manifestaba su disconformidad con cuanto se había publicado en este diario, en relación con su empresa, (nunca contra sus empleados), y la adjudicación del contrato que vincula por cuatro años a Abertis-Telecom (Retevisión) con el socorro marítimo, entre otros servicios que vienen prestando las todavía estaciones costeras de Telefónica
ANTÓN LUACES
El contrato significa para Retevisión la percepción de 42,5 millones de euros, 11 millones de euros menos que lo ofertado por Telefónica para renovar la concesión que mantenía desde 1971.
Telefónica, por cierto, ha realizado importantes inversiones en la digitalización de los sistemas de comunicación hoy en día exigidos por la tecnología de los propios buques.
Como es conocido, a partir del 27 de abril próximo, la seguridad de la vida humana en la mar estará, en buena medida, en manos de los técnicos -55 de ellos, al parecer, de los que actualmente prestan servicio en las costeras a través de la empresa Preservi- que, se supone, habrá contratado ya la concesionaria. El contrato adjudicado a Abertis-Telecom (Retevisión) obliga a esta a hacerse cargo de los servicios de comunicación radiomarítima -para lo cual ya realizan pruebas que, según fuentes consultadas, han significado serios problemas por invasión con interferencias y bloqueos de los canales de socorro- en VHF, AM y Onda Corta, con sus correspondientes servicios Navtex, red mercurio, correspondencia comercial, etc.
Nadie duda de la capacidad tecnológica de Abertis-Telecom, pero sí de la experiencia de la compañía en el campo al que ahora accede por una diferencia de 26 puntos sobre la oferta de Telefónica, abierta, al igual que la de Abertis-Telecom, en presencia de la sociedad calificadora Isdefe que, en contra de lo que expone en su carta el director de Marketing de Retevisión, sí asesoró y continuará asesorando a la nueva concesionaria. Los criterios objetivos de adjudicación han generado muchas dudas entre los profesionales del sector, que temen que se esté a punto de "tirar por la borda el trabajo de casi 40 años".
Actualmente existen 33 estaciones costeras de cobertura VHF, 15 en MF y, en Madrid, un centro de comunicación, Diana Radio, de vital importancia para las radiocomunicaciones de los barcos españoles que operan en aguas lejanas, muchos de ellos pesqueros.
En el Congreso de los Diputados están registradas varias iniciativas en las que se pregunta al Gobierno si garantiza este servicio en unas condiciones óptimas cuando se produzca el cambio de operador, si la nueva concesionaria posee experiencia en el campo de las comunicaciones marítimas, si los oficiales radioelectrónicos van a ser suplantados por titulados náuticos con el certificado de operador del sistema mundial de socorro, o si el Ministerio de Fomento puede encomendar la operación de las estaciones costeras a empresas que carecen de la necesaria solvencia patrimonial.
Son iniciativas firmadas por diputados de distintas formaciones políticas, que pretendían evitar una hecatombe en un sector que, con la propia Telefónica, ha vivido ya suficientes sobresaltos en los últimos años y de los que, en cualquier caso, tiene constancia fehaciente el actual Director General de la Marina Mercante.
La crítica -de eso se trata- del director de Marketing de Retevisión no es sino el conocido "disparar al mensajero". Sólo la puesta en marcha del servicio -que uno, particularmente, desea se lleve a cabo felizmente por el bien de la gente de mar- podrá indicar hasta qué punto la concesión y la responsabilidad de Marina Mercante se han conjuntado debidamente para dar cobertura a quien la necesita en la mar y no a quien juega y vela por sus intereses personales y/o profesionales.
3 commenti:
Vale la pena ricordare che in italia e' successa la stessa cosa.. quando "Telecom italia" ha preso in gestione la rete delle stazioni dal ministero delle comunicazioni:
hanno chiuso tutti i centri radio sparsi per il territorio e li hanno accorpati a roma e a palermo. Il risultato e' che
tu chiami genova ICB e ti rispondono in romano (da Roma)
chiami napoli e ti rispondono da palermo.
In Italia se non sbaglio gli impianti sono stati remotizzati, ma esistono ancora alcune costiere MF. In Spagna la questione sembra riguardare la continuità di un servizio, sulla cui effettiva necessità è doveroso cominciare a porsi qualche domanda. Le navi di una certa stazza possono dotarsi di sistemi alternativi alle HF/MF e forse le imbarcazioni più piccole, da diporto, non pensano più nemmeno alle alternative. Mi chiedo se davvero i nostri yachtman della domenica e i velisti si sintonizzano sugli avvisi ai naviganti e sui bollettini meteo. Oltretutto è così difficile orientarsi tra questi servizi, le informazioni diffuse via Internet sono, a proposito di stazioni costiere, abbastanza scarne.
La notte del 31 dicembre del 1992 ero di servizio.Regola non scritta voleva che gli ultimi arrivati dovessero sobbarcarsi i turni più scomodi.A mezzanotte un ticchettio metallico mi allertava dell'arrivo di un telex.Strappai la zona e lessi incredulo il messaggio .Il servizio radio mobile marittimo veniva esternalizzato dal Ministero delle Poste e Telecomunicazioni all'IRITEL nuova società concessionaria.Iniziava cosi un lungo periodo di confusione incertezze e smarrimento.Cercammo di mantenere invariata la qualità del servizio , senza far trasparire la preoccupazione per tale periodo di transizione.Come uno scenario che si ripete ,le grandi compagnie di navigazione reclamavano con il Ministero per i progetti di razionalizzazione che si andavano deliniando.La gente di mare percepiva che probabilmente avrebbe avuto le stesse possibilità tecnologiche per comunicare ,ma senza più l'ausilio di un operatore in grado di gestire ogni collegamento come unico microcosmo di passione ed emotività.La notte del 31 dicembre 1993 fu l'ultima guardia che effettuai sulla 2182,la stazione costiera fu "remotizzata" su altro sito e la trasmittente demolita.Da li a poco sarebbero scomparsi anche i marconisti di bordo , lasciando al GDMSS la gestione automatica delle emergenze in mare.Oggi le imbarcazioni da diporto o le barche da pesca non ascoltano in MF la voce digitale che legge gli avurnav.Perchè hanno la consapevolezza che in caso di bisogno non c'è più un operatore che si ferma per ripetere un avviso perso nel QRM o per raccogliere una diversa richiesta di aiuto.Molti dei trasmettitori in VHF ed MF rimangono cosi spenti facendo venire meno il principio che la ricezione di un messaggio di soccorso aumenta proporzionalmente al numero delle stazioni in ascolto pronte a riceverlo.
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