28 marzo 2007

Radio senza antenna, convegno senza coda

Alla fine è stato un convegno a un po' a metà. Il coordinatore di Radio senza antenna, Tiziano Bonini - autore di un magnifico saggio, "La radio nella rete - Storia, estetica, usi sociali" per Costa & Nolan - ha cercato di guidare i relatori del convegno organizzato oggi al Museo della Scienza di Milano nel quadro della mostra 30 Anni di libertà di antenna lungo il binario della convergenza tra radio via etere e radio via Internet e sulle implicazioni per l'una e per l'altra. C'erano tutte le premesse per una discussione estremamente interessante e devo ammettere che i primi interventi sono stati tutti molto stimolanti. Poi questa discussione si è incartata su due interventi fuori contesto, uno dei quali, da un oscuro rappresentante del ministero delle Comunicazioni (a sentirlo sembrava piuttosto un solerte burocrate di un protosovietico ministero della Censura) che hanno spento la buona atmosfera creatasi fino a quel momento. La tavola rotonda si è stancamente prolungata per un'oretta, togliendo acqua al fresco entusiasmo di Tiziana Cavallo e Carola Haupt, delle Web radio Fuori Aula Network e Radio Papesse. Il loro intervento, inframmezzato da un altro soporifero esponente della politica (due presenze al tavolo, due clamorose conferme della siderale distanza tra il Paese e i suoi presunti "rappresentanti", che pena), è caduto nell'educato ma evidente disinteresse di chi ha voluto restare fino in fondo. E il consesso si è tristemente sciolto senza un minimo di botta e risposta tra chi qualcosa da dire l'aveva.
Un peccato perché Massimo Temporelli, Albino Pedroia, Silvain Gire e Stefano Mainetti avevano tenuto ben viva l'attenzione con argute coincidenze storiche (prima di trasformarsi in URI nel 1924 la "radio" italiana si chiamava Araldo Telefonico e viaggiava sul filo, come le Web radio di oggi, ha spiegato Temporelli, curatore della sezione Comunicazioni al Museo) e convincenti approfondimenti sulle opzioni digitali per la radio e sugli insegnamenti che vengono dal Web 2.0. In particolare Pedroia, che saluto ancora e ringrazio per le belle parole avute per Radiopassioni, ha ribadito le sue teorie sull'imperativo digitale per una radio che rischia, senza un rinnovamento tecnico, di smarrire la fiducia dei suoi ascoltatori più giovani. Il consulente locarnese, da anni residente in Francia e docente della Sorbona, non fa mistero della sua propensione a sposare standard non "in band" come il DMB, posizione che come sapete condivido in pieno (mantenendo, a differenza di Albino, un atteggiamento più cauto rispetto all'opportunità e soprattutto all'urgenza del passaggio o dell'affiancamento di modulazioni digitali). Mainetti ha sottolineato che forse non è il caso di andare a cercare fuori da Internet la piattaforma digitale per la radio. E Gire ha illustrato anche con qualche esempio sonoro il sito di Arte Radio, Web radio del noto canale satellitare culturale europeo. Arrivati a quel punto, mi sarei aspettato una conclusione brillante sul podcasting, magari con l'aiuto di esperti del calibro di Antonio Pavolini o il contributo di "conduttori"-podcaster giovanissimi come l'amico Nick Lupone (dopo KF Radio la sua nuova iniziativa si chiama Radiografia).
Invece, tutto si è arenato con una inconcludente "analisi di mercato" all'aria fritta e un episcopal-ministeriale rimando alla necessità di "controlli alla fonte" come unica misura per tutelare i minori dalla pornografia diffusa via Web. A dir poco grottesco, e lo dico come cittadino di uno stato democratico ancor prima che giornalista e appassionato di radio.
Dopo questa conclusione un po' moscia, i convenuti hanno percorso i cartelloni della mostra sui 30 anni di libertà d'antenna, guidati da Roberto Mugavero di Minerva Eventi, ideatore della mostra. Mi ha fatto piacere trascorrere il pomeriggio con Dario Monferini, che ha messo a disposizione la sua sterminata collezione di adesivi per la realizzazione di alcuni di questi nostalgici cartelloni. Saluto lui e Riccardo Esposito, giovane studioso di Scienze della comunicazione e curatore di un sito sulla storia delle tv locali, con cui abbiamo condiviso qualche senile ricordo di fatti e personaggi.
Come sempre ho caricato una registrazione audio (questa volta un po' precaria, l'ambiente rimbombava parecchio) per chi fosse interessato. Confido che Albino mi invii le sue slide per una futura pubblicazione.

9 commenti:

Andrea Lawendel ha detto...

Con encomiabile tempestività Albino Pedroia, appena rientrato a Parigi, mi invia le slide richiest. Grazie, Albino!

Anonimo ha detto...

non mi stupisco che di podcasting non si sia parlato, il mondo delle web radio è ancora in larga misura distante da un sistema di distribuzione che considera alternativo e non complementare (come io credo)... in ogni caso Silavin Gire è un grande...lo intervistai secoli orsono per PodPower, ma la chiaccherata di allora è ancora attuale, tant'è che medito di riproporla in Proxy Bar. Si può scaricare qui:
http://www.articolo21.info/antonio/podpower/podpower18042005.mp3
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Andrea Lawendel ha detto...

Invito anche a leggere il resoconto della giornata che Giuseppe Colucci a stilato per Newsline. E' molto più completo del mio e scevro di intemperanze (anche se davvero l'intervento del Ministero tutto centrato sui controlli alla fonte era obiettivamente inquietante).

Anonimo ha detto...

sono il moderatore del convegno e mi scuso se non c'e' stato il tempo per un bel dibattito. lo avrei voluto anch'io ma la lista delle persone che dovevano intervenire era troppo lunga per permetterlo.
spero di poter organizzare in futuro un incontro con meno interventi e piu' dibattito.

Andrea Lawendel ha detto...

Non c'è bisogno di scusarsi, caro Tiziano. Considerando che il convegno si muoveva in un ambito non poco istituzionale - e sotto l'egida della più politica delle istituzioni che uno potrebbe coinvolgere nel settore (e mi riferisco allo sponsor dell'iniziativa, l'organo regionale Corecom, tra le cui funzioni c'è persino il controllo dell'applicazione di una normativa deleteria per questa nazione ricca del terzo mondo quale è la legge sulla "par condicio") - hai già fatto un miracolo.
Ho una lunga esperienza in materia convegnistica e ricordo casi di interventi di gran lunga più sconfortanti quando appunto si entra nella sfera della "regolamentazione". Sconfortanti e paradossali, se pensiamo che nella nostra giungla di leggi e leggine, licenzine e concessioni, registroni e albi, uno si stupisce sempre davanti alla capacità di determinati soggetti (in generale quelli che hanno in tasca le somme più cospicue e possibilmente meno trasparenti) nello svicolare i presunti controlli e le teoriche sanzioni. Davanti a certi regolamenti, si sa, c'è qualcuno più uguale di altri, posso accettarlo. Ma la partecipazione dei "controllori" a un convegno dedicato a un fenomeno che dopo tanto ardore pionieristico e tante iniziative meritorie ha sperperato il suo slancio producendo uno spettro dell'FM tra i più inquinati e soprattutto noiosi dell'universo, mi è sembrata foriera di pessime conseguenze anche per la radio sul Web.
Grazie comunque per il tuo intervento, spero vorrai regalare ancora a Radiopassioni i tuoi importanti contributi.

Anonimo ha detto...

ciao, ho letto con grande piacere il commento sul convegno e ringrazio per le belle parole rivolte a me e al nostro progetto; mi dispiace davvero perchè il mio intervento è stato poco ricco ma alla fine non sapevo se il pubblico avrebbe retto qualcosa di meno fresco e friendly ma avevo tante cose da aggiungere e fare sentire...sarà per la prosisma volta e spero sia sempre Tiziano Bonini a traghettarci ...infondo anche lui stesso ha avuto poco spazio e avrebbe avuto molte più cose interessanti da dire rispetto a tanti altri compresa me....venite ad ascoltarci su www.fuoriaula.it ....alla prossima...complimenti per il blog....

Unknown ha detto...

Cara Tiziana, secondo me è arrivato il momento per le Webradio universitarie di mettere nell'angolo i ministri Mussi e Gentiloni e chiedere loro di fare un viaggio (anche solo sul Web) nel mondo delle licenze LPAM in Regno Unito. Microimpianti da 1 watt da attivare nel deserto delle onde medie. Deserto dove la RAI ha attivato una di quelle belle sperimentazioni digitali che ricordano tanto le tristi vicissitudini del DAB (in test da più di 10 anni). Stazioni che costano e consumano pochissimo ma che permettono di imparare a far radio e di confezionare programmi interessanti (che possono essere tranquillamente ripresi in podcast o in streaming su Web). Non ci vuole niente: le frequenze ci sono, di giorno sono quasi tutte non occupate, gli apparecchi riceventi anche e se il raggio di copertura è giocoforza limitato lo scopo non è quello di raggiungere chissà quale bacino di utenza. Perché le stazioni universitarie non cercano di forzare un po' la mano e non investono qualche soldino per allestirne qualcuna? Nel nostro regime regolatorio ex-post, in cui tutti si preoccupano di salvaguardare solo inutili burocrazie e cattolicissimi (e ipocriti) sensi del pudore, nessuno oserebbe spegnerle e il fenomeno rischia di fare tendenza.

Anonimo ha detto...

Sono Cristina e mi sono occupata della comunicazione della mostra e del convegno Senza Antenna per il
Corecom.
Vi segnalo che sono disponibili i testi degli insterventi. Interessanti per chi è interessato agli argomenti perchè non si tratta delle solite noiose e poco comprensibili sbobinature: ma di relazioni fornite dai relatori stessi. Si trovano sul sito del Corecom
Cristina C

Anonimo ha detto...

Ciao. Sono Giovanni e vivo a Roma. Sto elaborando un progetto sulla low power AM che proporrò fra qualche giorno a un'associazione che tutela la sopravvivenza delle piccole emittenti radio e tv e delle radiostreet e che raccoglie già numerosi iscritti del settore. Vorrei contattarvi per cominciare a fare rete e spiegarvi meglio come procedere nella direzione in cui anche voi avete intenzione di muovervi.