L'orbita della terra, lo sanno tutti, incrocia continuamente quella di asteroidi, comete, nubi di polveri interplanetarie. L'impatto di queste particelle più o meno grandi con la nostra atmosfera determina il fenomeno visivo delle meteoriti, che nei corpuscoli di dimensioni più grandi diventano "bolidi" (e rarissimamente si traducono nella caduta al suolo di quel che resta della materia bruciata dall'attrito). Un esperto della NASA di Spacewaether.com ha simulato al computer un censimento dei bolidi più luminosi (un meteorite diventa bolide, fireball, quando la sua luminosità supera quella del pianeta Venere) e ha scoperto che questi eventi sono più frequenti del previsto. Sarebbero addirittura un centinaio ogni giorno.
Naturalmente non è sempre possibile vedere le stelle cadenti. Ma è possibile "osservarle" elettronicamente sfruttando lo stesso principio propagativo che determina la ricezione a lunga distanza delle stazioni radiotelevisive in FM. Entrando nell'atmosfera i meteoriti lasciano dietro di sé una scia di ionizzazione intensa, che riflette le frequenze tra i 50 e i 100 MHz e anche di più. Come spiega dettagliatamente il sito della International Meteor Organization, queste tracce possono essere rilevate ascoltando sulla frequenza di un trasmettitore FM fuori dalla nostra portata ottica. Il segnale può essere riflesso al momento del passaggio dell'oggetto e della conseguente improvvisa (e temporanea) ionizzazione.
I DXer dell'FM riescono addirittura a identificare le stazioni che si propagano via cosiddetto "meteoscatter", ma c'è tutta una serie di strumenti software che possono analizzare il rumore captato su un canale FM o TV apparentemente vuoto e visualizzare il tracciato delle meteore (ma anche di veicoli spaziali come lo Shuttle).
Una selezione di software adatto viene presentata sul sito del Roswell Astronomy Club, che offre anche l'opportunità di collegarsi via Internet un ricevitore sintonizzato su un canale televisivo VHF e ascoltare in diretta, attraverso uno streaming MP3, il caratteristico "ping" prodotto dall'impatto dei corpuscoli nell'atmosfera.
Naturalmente non è sempre possibile vedere le stelle cadenti. Ma è possibile "osservarle" elettronicamente sfruttando lo stesso principio propagativo che determina la ricezione a lunga distanza delle stazioni radiotelevisive in FM. Entrando nell'atmosfera i meteoriti lasciano dietro di sé una scia di ionizzazione intensa, che riflette le frequenze tra i 50 e i 100 MHz e anche di più. Come spiega dettagliatamente il sito della International Meteor Organization, queste tracce possono essere rilevate ascoltando sulla frequenza di un trasmettitore FM fuori dalla nostra portata ottica. Il segnale può essere riflesso al momento del passaggio dell'oggetto e della conseguente improvvisa (e temporanea) ionizzazione.
I DXer dell'FM riescono addirittura a identificare le stazioni che si propagano via cosiddetto "meteoscatter", ma c'è tutta una serie di strumenti software che possono analizzare il rumore captato su un canale FM o TV apparentemente vuoto e visualizzare il tracciato delle meteore (ma anche di veicoli spaziali come lo Shuttle).
Una selezione di software adatto viene presentata sul sito del Roswell Astronomy Club, che offre anche l'opportunità di collegarsi via Internet un ricevitore sintonizzato su un canale televisivo VHF e ascoltare in diretta, attraverso uno streaming MP3, il caratteristico "ping" prodotto dall'impatto dei corpuscoli nell'atmosfera.
Tags: radioascolto, radiofonia, radio, dxing.
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