La vigilia di Natale del 1906 il canadese Reginald Fessenden reinventava l'invenzione di marconi "modulando" con la voce e l'esecuzione di un brano musicale, la trasmissione di un impianto a scintille. Sono trascorsi cento anni da quella fatifica sera e da allora il rapporto tra musica e radio è stato particolarmente fruttuoso. Lo celebra un bellissimo sito Web legato a un programma di American RadioWorks, Hearing America. Tra le risorse elencate nell'immancabile pagina dei link c'è la ricostruzione dell'esperimento di Fessenden proposta a cento anni di distanza dai radioamatori canadesi. Davvero molto efficace, con tanto di registrazioni delle prove di trasmissione svolte su 48 kHz con un apparato realizzato proprio su modello del primo trasmettitore sonoro.
E' passato un secolo e la problematica della distribuzione elettronica della musica - un mercato molto ricco - fa ancora discutere. Chissà che cosa ne penserebbe Fessenden. L'altro giorno leggevo su Forbes una interessante analisi delle ipotesi di fusione tra le due reti radiofoniche satellitari Xm Radio e Sirius, una voce che è tornata a circolare in questi giorni dopo essere stata accantonata negli ultimi mesi. Dopo i dati della sua ultima trimestrale, Sirius ha dovuto fare marcia indietro sulle sue previsioni di crescita. Lo stesso ha dovuto fare Xm. Che cosa ha fatto cambiare idea a due aziende che solo un mese fa sembravano così ottimiste? Semplice: i dati riguardanti un'altra forma di svago musical-digitale: il consumo di brani scaricati da Internet o estratti dai Cd e riversati sui lettori MP3 stile iPod. La concorrenza tra radio e musica do-it-yourself provoca un improvviso mutamento di prospettiva. David Frear, il Chief Financial Officer di Sirius, dice che una fusione con Xm porterebbe a un grosso guadagno per gli azionisti. Solo poco tempo fa il management delle due aziende escludeva certe eventualità, sostenendo che il regolatore americano, la FCC, non avrebbe mai accettato il passaggio da un già rischioso duopolio a un ancor più temibile monopolio. Ora, scrive Forbes, Sirius potrebbe portare davanti a regolatori un argomentazione diversa: tutto dipende dal mercato su cui l'ipotetico merge finirebbe per esercitare un controllo monopolistico. Nel contesto della radio satellitare, ci sono solo due operatori. Ma in quello più generale del consumo di musica in mobilità, gli operatori sono tantissimi: iPod, telefonini, radio terrestre, radio satellitare, Internet radio... Insomma un ragionamento che avrebbe potuto essere firmato dall'ex ministro Gasparri, quello del "sistema multimediale integrato". Sarà', ma tutte queste sono per il momento solo elucubrazioni. Alla fine una eventuale fusione tra Sirius e Xm potrebbe comportare, per gli abbonati, il rischio di essere costretti a pagare di più per la mancanza di un concorrente capace di fare una controfferta.
Fessenden non poteva certo pensare a Internet, agli iPod, alla convergenza. Ma guarda caso, l'industria della radio nata da quel suo rivoluzionario esperimento riuscì a garantire tante opportunità a tantissimi imprenditori della radiofonia, a imprimere una svolta sociale e culturale che diede ufficialmente il via alla modernità. L'industria dell'integrazione multimediale riuscirà a fare lo stesso, o i monopolisti hanno un'altra idea?
Fessenden non poteva certo pensare a Internet, agli iPod, alla convergenza. Ma guarda caso, l'industria della radio nata da quel suo rivoluzionario esperimento riuscì a garantire tante opportunità a tantissimi imprenditori della radiofonia, a imprimere una svolta sociale e culturale che diede ufficialmente il via alla modernità. L'industria dell'integrazione multimediale riuscirà a fare lo stesso, o i monopolisti hanno un'altra idea?
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