Capodanno triste per tre nazioni del Nord Europa, Islanda Danimarca e Finlandia, che abbandonano la radio alla vecchia maniera. I trasmettitori in onde medie e lunghe di Kalundborg, in Danimarca, dovrebbero cessare a mezzanotte del 31 dicembre le trasmissioni dei programmi P5 e P6 della radio pubblica danese. Una decisione che risale ai tagli sul budget (95 milioni di corone) stabiliti nel 2005. Ci sono insomma altre tre o quattro sere per provare due frequenze storiche come i 1062 kHz (ricordo i tempi in cui a Milano facevano a gara, al mattino presto, con le onde medie di RAI Sardegna) e i 243 kHz. In Danimarca il DAB diventa sempre più forte, anche se per adesso non si pensa di abbandonare l'FM. Sullo spettro AM è difficile ovviamente fare previsioni, ma non si possono escludere riusi in modalità digitali come il DRM, su frequenze da assegnare alle radio comunitarie.
Il vero problema della modulazione d'ampiezza così come era stata concepita ai suoi esordi, cioè come strumento per la copertura di estesi bacini di pubblico, espatriati inclusi, sono i costi operativi e della manutenzione. Mettere qualche centinaio di kilowatt in antenna non è cosa che molte emittenti, soprattutto di stato, possono più permettersi. Anche in considerazione dell'impatto ambientale complessivo di tutta quella corrente elettrica da generare. La Danimarca aveva già lasciato le onde corte diversi anni fa, quando fu deciso di smantellare gli impianti di Herstedvester nel 1990. Fino al 2003 Radio Danmark utilizzò per i suoi programmi dei ripetitori norvegesi. Oggi neppure questi ripetitori esistono più.
Dall'Islanda invece non arriveranno più le voci del relay su onde corte dei programmi interni. Alla fine del 2006 "salteranno" insieme ai tappi dello spumante, le due frequenze di 12115 e 13865 kHz affittate dall'ente per le comunicazioni marittime e facilmente ascoltabili in Europa nel pomeriggio. Prendo in prestito la notizia di Bernd Trutenau/Cumbre apparsa a novembre sul blog di Gayle Van Horn, MT Shortwave Central:
Smobilitazione generale anche in Finlandia, dove a partire dal 1 gennaio vengono ufficialmente abbandonate le onde corte, dopo la cessazione quasi totale delle trasmissioni in onde medie. Ecco la storia degli impianti in onde corte di Pori, costruiti nel 1948, appena pubbicata su YLE News:
Dall'Islanda invece non arriveranno più le voci del relay su onde corte dei programmi interni. Alla fine del 2006 "salteranno" insieme ai tappi dello spumante, le due frequenze di 12115 e 13865 kHz affittate dall'ente per le comunicazioni marittime e facilmente ascoltabili in Europa nel pomeriggio. Prendo in prestito la notizia di Bernd Trutenau/Cumbre apparsa a novembre sul blog di Gayle Van Horn, MT Shortwave Central:
Iceland's RÚV to end SW relays of main newscasts
The Icelandic public broadcaster RÚV will end the SW relays of its main newscasts by the end of the year. Since the 1970s, RUV had leased SW capacities at the Gufunes Telecommunicatons Centre in Reykjavík to serve Icelandic ships and expatriots in Europe and North America.
(Bernd Trutenau-LTU/Cumbre DX)
Correspondence to the station may be directed to:
Icelandic Broadcasting Corporation
International Relations Department
Efstaletti 1
IS-150 Reykjavik, Iceland
(GVH/TP NC)
Station relays home service newscasts. RÚV is the public service broadcaster in Iceland. Transmissions are in AM-compatible R3E modulation USB with -6dB carrier reduction on the following schedule in Icelandic.
YLE Ends Short Wave BroadcastsConsoliamoci pensando ai tempi che furono sulla lettura di questa bella brochure sugli enti radiotelevisivi pubblici delle cinque nazioni nordiche che ho trovato proprio sul sito di Danmark Radio. Al momento, solo la Svezia mantiene un trasmettitore in onde medie, parzialmente la Finlandia continuerà a utilizzare un unico impianto, la Norvegia affitta ogni tanto le antenne su 1314 kHz spente pochi mesi fa e l'Islanda trasmette sulle onde lunghe (possibili anche qui, ma non facili). Poi non dite che sono pessimista.
Published 24.12.2006, 18.37 (updated 25.12.2006, 18.54)
The end of the year marks the end of an era in Finnish broadcast history. On December 31st, YLE- the Finnish Broadcasting Company will transmit its final short wave broadcast. For half a century, short wave radio was the only way to stay in touch with home. Now internet and mobile services are taking over.
From January,1st. a world band radio will no longer keep Finnish listeners in touch with news from home. This follows a decision taken earlier this year by YLE to close down all international short wave broadcasts in favour of internet, mobile and satellite services. Finland's first pre-war short wave broadcasts were transmitted from Lahti, former home of the nation's only long wave station. The country's post-war attempts at international broadcasting were transmitted from a short wave station at Pori on the west coast. Opened in 1948, it provided a link with home for Finns residing abroad. Broadcasts sent out from Pori also attracted many enthusiastic listeners around the world through its popular English language broadcasts. For a time, there were also broadcasts in German and French.
Cold war power battles over the airwaves soon began to drown out Finland's small voice and a new purpose-built short wave centre was inaugurated outside Pori in the eighties. A powerful medium wave transmitter at the site served Finnish speaking listeners in parts of Sweden. The close down of the Pori shortwave station also means YLE will lose some listeners to its Russian service. These broadcasts are more and more aimed at the Russian minority living in Finland. YLE broadcasts daily news bulletins in English on radio and television but these are aimed for audiences in Finland.
Replacing the shortwave broadcasts are an internet service and mobile phone services as well as satellite distribution of all YLE radio channels. Jorma Laiho, Director of Corporate Technology at YLE believes few people will miss the short wave service. However, he admits that older Finns abroad might protest at the closure of the service from Pori that has kept them informed of events back home for over half a century.
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