Ritardata di un giorno, fino al 27 giugno, il lancio di IRIS, la nuova missione NASA destinata a studiare in dettaglio la dinamica energetica del sole ai livelli inferiori della sua atmosfera. Gli astrofisici vogliono studiare come questa energia alimentino i fenomeni della parte alta, la cosiddetta cromosfera.
IRIS verrà lanciata "on-air" da un missile che partirà da un missile Pegasus XL a sua volta trasportato da un aereo Orbital L-1011 a 13 mila metri di altitudine
Ascolto, linguaggi, tecnologie, storia, geopolitica, cultura della radio: emittenti locali, internazionali e pirata • Web radio • radio digitale • streaming music • ham radio • software defined and cognitive radio • radiocomunicazioni • regolamentazione
26 giugno 2013
Ham Radio 2013: Elad sorprende con il transceiver stand alone FDM DUO
L'Italia dell'eccellenza nel software defined radio per applicazioni radioamatoriali tornerà a far parlare di sé alla fiera di Friedrichshafen, sul lago di Costanza. Ad Ham Radio 2013 dal 28 al 30 giugno, allo stand del suo distributore Woodbox Radio, Elad presenta infatti l'ultima evoluzione della sua nuova piattaforma SDR "FDM" con il modello FDM DUO, un ricetrasmettitore che può funzionare sia da dispositivo software defined autonomo sia in connessione con il PC. Le caratteristiche del ricevitore di FDM DUO ricalcano quelle del piccolo FDM-S1, un apparecchio a conversione diretta che oggi arriva alla notevole capacità di campionamento di oltre 6 MHz grazie al downconverter implementato su FPGA. In trasmissione, un ADC e un controller ARM pilota lo stadio di modulazione DSP e upconversion, fino a uno stadio di filtraggio e potenza finale (circa 5 watt). La grande novità è data appunto dalla completa autonomia e indipendenza dal personal computer. FDM DUO è un ricevitore completamente digitale che integra una speciale scheda audio/DAC per poter fare a meno della capacità di elaborazione del computer esterno. L'unica radicale differenza rispetto al DSP PC-based, è che con FDM DUO la porzione di banda esplorabile intorno alla frequenza centrale sintonizzabile in continuo è pari a 192 kHz, equivalenti alla larghezza di banda della scheda audio integrata. L'hardware di questa scheda è probabilmente lo stesso adottato in un'altra novità Elad presentata in Germania, il modello ELF-19 proposto per il monitoraggio delle frequenze comprese tra le ELF e la parte bassa delle LF, fino a 80 kHz.
Una volta connesso al computer, FDM DUO si comporta in ricezione come un FDM-S1, con una ampia gamma di modi demodulabili e con una banda base registrabile a 6144 MHz di sample rate, per coprire in pratica tutte le onde lunghe, medie e qualcosa in più. Una prima descrizione preliminare è contenuta in questo pdf ma ancora non si sa nulla del prezzo, che però potrebbe essere molto aggressivo. Altre novità comprendono, insieme alla scheda-ricevitore ELF-19, nuove aggiunte alla famiglia di downconverter PDC-V1, che diventa autoalimentata e quindi completamente portatile, e nuovi accessori di antenna per controllo remoto. In più c'è una sorpresa assoluta, "conRadio", che ha tutta l'aria di un sistema per la remotizzazione dei ricevitori.
Con tutte queste novità Elad sembra lanciare un messaggio preciso alla comunità internazionale, disorientata dalla staticità della piattaforma Microtelecom Perseus, autentico pioniere del software defined radio per applicazioni MF/HF. Perseus resta un ottimo prodotto, ma dopo l'uscita del software client/server per la remotizzazione dell'ascolto, la sua evoluzione appare, almeno per il momento, sostanzialmente congelata. Elad, evidentemente, cerca di raccoglierne la testimonianza, anche se non sarà facile superare l'asticella fissata dal genio di Nico Palermo. Potrebbe anche succedere che gli annunci di Elad stimolino nel suo grande concorrente italiano la voglia di tornare a mordere. Ma nel frattempo Franco Milan merita un bravo! per essere riuscito a costruire un portafoglio di soluzioni ampio, di altissimo livello e dall'ottimo rapporto prezzo/prestazioni. Sono convinto che Ham Radio porterà a un adeguato riconoscimento internazionale.
25 giugno 2013
UFCOM, presto le isole digitali Digris offriranno il DAB+ alle Web radio svizzere
Poi dicono che la radiofonia è un medium obsoleto. Con la concessione di una licenza speciale a Digris SA, il regolatore elvetico UFCOM apre la strada al modello della "isola digitale". Digris avrà il permesso di operare una rete di impianti DAB+ negli agglomerati urbani, affitandoli alle emittenti non commerciali e a quelle oggi operative solo su Web per dare loro la possibilità di farsi sentire via etere. La tecnologia utilizzata da Digris "OpenBroadcast"(qui c'è un link https "non trusted" ma raggiungibile da Google) è pesantemente "software defined" e open source.
Entro il 2015, la titolare della concessione di radiocomunicazione intende costruire antenne DAB+ nei grandi agglomerati svizzeri. Questa piattaforma mira soprattutto a permettere alle emittenti radiofoniche non commerciali e a quelle diffuse via Internet la trasmissione digitale dei loro programmi. A tale scopo Digris SA impiega una nuova tecnologia basata su software i cui costi sono nettamente inferiori rispetto a quelli generati dall'esercizio delle grandi zone di diffusione DAB+ esistenti. Questo sistema denominato "Software Defined Radio" è stato ideato dall'impresa svizzera OpenDigitalRadio.Org. I programmi sono captabili con qualsiasi apparecchio radio DAB+.
Leggete qui l'intero comunicato UFCOM e fatevi venire la voglia di imitare questi signori, accidenti!
18 giugno 2013
Radiofonia nelle bande AM: e se fosse vantaggiosa?
A margine della notizia relativa alla consultazione bandita da AGCOM in relazione all'interesse degli operatori alla diffusione sulle frequenze delle onde medie e corte, volevo segnalare l'uscita - sull'ultimo numero di Tech-i, rivista tecnologica dell'EBU - un articolo dedicato proprio al possibile futuro delle frequenze oggi riservate alla radiofonia in modulazione di ampiezza, cioè esattamente quella porzione di spettro sottoi 30 MHz oggetto della consultazione AGCOM. L'articolo è curato dai relatori della danese Teracom, l'operatore infrastrutturale, in occasione dell'ultimo Digital Radio Summit organizzato dall'EBU a Ginevra. L'articolo è succinto ma abbastanza dettagliato e mette in evidenza le opportunità di copertura geografica molto ampia offerta da frequenze che forse con eccessiva leggerezza vengono considerate obsolete, sottolineando anche la presenza di tecniche di modulazione numeriche, come il DRM, che aprono la strada a una possibile innovazione anche in questo ambito, ma soprattutto l'impiego di trasmettitori e dispositivi DSP che rendono molto più efficiente le onde medie dal punto di vista della potenza impegnata. In calce all'articolo si fa riferimento al convegno sulla radio digitale e alla documentazione distribuita con l'occasione. I documenti non sono disponibili pubblicamente e non posso allegarli qui, ma chi lo desidera può richiedermi un estratto.
Utilissimo servizio dell'associazione Aeranti Corallo, che sul suo sito istituzionale ha messo a disposizione tutti i materiali relativi alla recente edizione del Radio-TV Forum romano. La ricca Galleria Eventi multimediale mette a disposizione in particolare gli interventi (filmati e slide) del seminario che ha analizzato il test DAB+ attualmente in corso nelle province di Trento e Bolzano. Vale decisamente la pena seguire i primi interventi (Marco Rossignoli di Aeranti, Vincenzo Lobianco di Agcom e Stefano Ciccotti) perché i relatori affrontano anche i problemi frequenziali di una radio digitale che continua - paradossalmente - a soffrire dell'impossibilità di controllare l'intero spettro VHF originariamente pensato per il DAB. Il fatto di avere la disponibilità di blocchi solo "a macchia di leopardo" (continuano per esempio a esserci difficoltà nel disporre dei blocchi 13 e 11) nuoce al libero sviluppo della radiofonia digitale in Italia, una tecnologia che ancora oggi, a switchoff televisivo analogico ormai concluso, deve contendere le sue frequenze con i militari (i caccia comunicano su frequenze molto vicine quando non sovrapposte) e operatori televisivi. Per fortuna sembrano arrivare notizie positive da un versante autorevole come il Ministero dello Sviluppo Economico. L'11 giugno - come mi segnala l'amico Giorgio Guana, country manager di Pure, tra i maggiori fornitori di ricevitori digitali - si è tenuta davanti alla commissione parlamentare IX (trasporti e telecomunicazioni). Intervenendo insieme al ministro Zanonato, il viceministro (ed ex commissario) Antonio Catricalà ha espressamente citato la radiofonia digitale nella sua relazione sulle attività nel settore da parte del Governo. Qui potete trovare l'intero PDF della relazione ma il punto che ci interessa è questo (la sottolineatura è mia):
LA RADIOFONIAUn discorso a parte merita la radiofonia, un mezzo “storico” vivo e vegeto, ma, di cui poco si parla.La radiofonia è entrata nel percorso del digitale da qualche anno ed è giunto il momento per promuovere una fruizione di massa della tecnologia, anche in considerazione del fatto che è ormai disponibile su ampia scala un’offerta di contenuti e servizi non solo all’altezza di quelli diffusi con la vecchia tecnica analogica, ma per certi aspetti più moderna e avanzata. Basta pensare che esistono oggi contenuti radiofonici digitali che consentono di accompagnare l’ascolto con la visione di immagini su apparati mobili.Il sistema Paese si sta muovendo in digitale, sarebbe incomprensibile se l’unico mezzo di comunicazione di massa a non seguire questo trend fosse la radiofonia.Su queste basi ci si sta muovendo per promuovere un passaggio stabile alle trasmissioni radiofoniche digitali, e questo progetto è già stato avviato cominciando dal Trentino Alto Adige.L’Italia è da sempre pioniera delle evoluzioni tecnologiche e la radiofonia ne è un esempio. Siamo tra i pochissimi Paesi in cui già oggi è disponibile un’offerta radiofonica negli standard tecnologici più evoluti, vale a dire il DAB+ e il DMB. Occorre tenere conto e valorizzare queste esperienze incentivando gli operatori che le hanno implementate a diffonderle ulteriormente, facendo sì che i benefici dell’uso di tali nuove tecnologie siano destinati all’utenza.Il percorso per la completa digitalizzazione della radiofonia non appare particolarmente accidentato, anche in conseguenza del fatto che opportunamente si è scelto di partire affiancando il vecchio e il nuovo, cioè l’analogico e il digitale.Sul piano della pianificazione e della gestione delle frequenze vi sono ancora alcuni punti aperti, sui quali tuttavia il Ministero e l’Autorità stanno lavorando e le prospettive di soluzione appaiono concrete e prossime.L’intervento in questo settore, condiviso con gli operatori potrà essere incisivo, ordinato e tempestivo. Diversamente si rischierebbe di azzerare il vantaggio competitivo e il ruolo di leadership tecnologica che il Paese si è garantito nel contesto della digitalizzazione del sistema delle comunicazioni.
Qualche motivo di ottimismo forse c'è, ma perché parlo di situazione paradossale in Italia? Perché nel frattempo è ormai chiaro che l'intera Europa si sta muovendo in direzione della radio DAB+. Lo stesso Guana mi riferisce per esempio due notizie che arrivano dall'Est. e che ho cercato di approfondire L'authority slovena ha appena avviato le consultazioni per la creazione di un primo network nazionale DAB+ in sostituzione dell'attuale piattaforma DAB tradizionale che attualmente copre una parte limitata del territorio con pochi canali e la cui licenza scadrà quest'anno. Con Google è possibile tradurre abbastanza bene la notizia del bando consultivo apparsa pochi giorni fa sul sito della APEK. Seguendo il link potete arrivare facilmente alle domande cui rispondere e quali sono le modalità per la partecipazione. La sottomissione dei pareri deve avvenire entro il 3 luglio.
A quanto sembra, infine, anche la Polonia sarebbe intenzionata a implementare una infrastruttura DAB+. Lo avrebbe dichiarato il presidente dell'authority KRRIT. Nel novembre del 2011 l'organismo aveva anch'esso bandito una consultazione, specificando che nel 2013 sarebbe stato possibile partire con uno o forse due multiplex nazionali seguiti da un terzo network nel 2015. Oggi questi piani suonano un po' ottimisti ma non è inverosimile pensare a un primo network entro un anno e mezzo. In Italia rischiamo ancora una volta di arrivare nel gruppo di coda, dobbiamo risolvere una volta per tutte i problemi di gestione dello spettro e premere sull'acceleratore di una tecnologia che non potrà non stimolare la creatività degli editori attuali e l'arrivo di nuovi entranti.
16 giugno 2013
AGCOM apre ai privati sulle onde medie e corte. Partita la consultazione pubblica.
Abbastanza clamoroso il documento pubblicato dieci giorni fa sul sito AGCOM, in cui la nostra authority invita le persone e le organizzazioni interessate a sottoporre nuovi progetti di radiodiffusione analogica o digitale sulle frequenze delle onde medie e corte. Si tratta di una vera e propria consultazione mirata a stabilire il livello di interesse nei confronti di una porzione di spettro ormai desueta e progressivamente abbandonata dalla RAI.
Il rispondente, ove soggetto interessato ad effettuare radiodiffusioni sonore in onde medie e corte e, comunque, in bande di frequenza inferiori a 30 MHz è invitato a fornire i dati di seguito indicati, tenuto conto che quanto dichiarato non è da considerarsi vincolante in relazione alle successive autorizzazioni e/o assegnazioni di diritti d’uso delle frequenze di competenza del Ministero dello Sviluppo economico, ma è finalizzato unicamente a fornire all’Autorità elementi tecnici per valutare il grado di interesse per la banda in argomento:
3.1) Manifestazione di interesse ad effettuare radiodiffusioni sonore in onde medie e corte e, comunque, in bande di frequenza inferiori a 30 MHz, recante denominazione, identità giuridica e sede legale dello scrivente e campo di attività con indicazione di eventuali titoli abilitativi (autorizzazioni e diritti d’uso) già posseduti.
3.2) Breve descrizione (massimo 2 pagine) del servizio che si intende offrire, incluse:
3.2.1) indicazione della banda di frequenza che si intende utilizzare;
3.2.2) indicazione della tecnologia (analogica o digitale) che si intende utilizzare,
3.2.3) la copertura geografica di interesse;
3.2.4) la tempistica di massima del proprio piano progettuale;
Il bando, segnalatomi da Andrea Borgnino, prevede una introduzione al tema e una serie di istruzioni per la partecipazione e l'invio delle proprie proposte alla stessa AGCOM, entro 30 giorni dalla pubblicazione sul sito (avvenuta il 6 giugno 2013). Il testo del bando è disponibile qui e adesso sono allegati due documenti (Allegato A) e (Allegato B) con le spiegazioni e le modalità.
Nel testo si fa riferimento a una prima volta - nel 1995 - in cui gli eventuali operatori erano stati invitati a manifestare il loro interesse a trasmettere sulle onde corte, ma devo ammettere che non ho memoria diretta di tutto ciò:
Il d.P.R. n. 991 del 10 luglio 1995 ha già aperto ai privati, seppure con varie limitazioni, la possibilità di operare un servizio di radiodiffusione sonora a modulazione di ampiezza nella gamma di frequenze delle onde corte, apertura che tuttavia ha dato come esito, a quanto risulta presso il Ministero dello sviluppo economico - Dipartimento comunicazioni, alla presentazione di un numero limitatissimo di domande e non ha condotto ad alcuna realizzazione pratica.
Non siamo evidentemente di fronte a una vera e propria apertura all'emittenza privata o comunitaria sulle frequenze inferiori ai 30 MHz, ma è un passo estremamente significativo da parte di AGCOM. Non occorre dire che adesso il testimone passa ai settori del broadcast e del volontariato, che non devono far cadere nel nulla una opportunità che Radiopassioni - tra gli altri - invoca da anni. È verosimile per esempio che le emittenti che in questi mesi hanno attivato servizi soprattutto musicali in onde medie si facciano avanti con progetti concreti. Ma mi aspetto una analoga reazione anche da parte di quanti si sono detti interessati a modelli di diffusione radiofonica low power in onde medie. È la vostra occasione, gente!
14 giugno 2013
Family Radio, the end of the world as we know it
L'impero radiofonico in onde corte del millenarista Harold Camping, il predicatore-imprenditore capace solo pochi anni fa di conquistare le prima pagine dei giornali di tutto il mondo con le sue previsioni apocalittiche e farlocche, finisce - lui sì - tra un paio di settimane. Il 30 giugno l'impianto di WYFR a Okeechobee in Florida cesserà di trasmettere e non è chiaro quale possa essere il destino ultimo delle trasmissioni ripetute oggi da Taiwan, quasi sicuramente la crisi che ha colpito Family Radio e la malattia che ha messo fuori gioco l'ultranovantenne Camping faranno crollare tutto. La vicenda di Family Radio è lunga più di 80 anni. L'emittente cominciò a trasmettere nei primi anni '70 rilevando gli impianti che erano appartenuti a Radio New York Worldwide sulla costa di Boston e ancora prima dal pioniere americano delle onde corte, Walter Lemmon, che aveva lanciato la Worldwide Broadcasting Corporation nel 1929, nei pressi di Scituate nel Massachusetts. WYFR iniziò a trasmettere dalla stessa località, per trasferirsi più a sud, in Florida, nel 1977. Due anni dopo Scituate venne abbandonata. I primi ascoltatori delle onde corte, specie coloro che negli anni 60 seppero organizzarsi e dare continuità all'hobby delle onde corte attraverso club e associazioni posseggono ancora le cartoline di conferma di "WNYW". Su Web un DXer norvegese (nelle sue lunghe vicissitudini l'emittenti ebbe diversi contatti con la Norvegia) racconta la sua storia. This is the end.
11 giugno 2013
Grecia: l'ente radiotelevisivo ERT costretta a chiudere i battenti nel giro di poche ore?
Forse è il caso di mettersi a monitorare le frequenze della radio nazionale greca dopo l'annuncio-shock del governo, che sarebbe intenzionato a chiudere la ERT nel giro di poche ore. Mesi fa era stato annunciato un piano di risparmio che avrebbe portato alla chiusura di molti canali radiofonici pubblici nazionali e locali e la rete delle onde medie. Poi rispetto a quel piano era stata fatta marcia indietro.
La settimana scorsa il sito The Greek Radio era tornato a ventilare l'ipotesi di un drastico consolidamento dei programmi in un paio di reti. Poche ore fa le agenzie e i quotidiani europei rilanciano invece un comunicato che parla di chiusura totale, con il licenziamento di 2.500 persone. Qui c'è la notizia da Euronews. L'immagine che vedete è quella in diretta dal sito della TV greca, il titolo recita: "il governo chiude ERT, licenziati 2656 dipendenti".
Questo è il laconico testo pubblicato dalla BBC. Da notare che attualmente il canone per la radiotelevisione pubblica viene pagato dalle famiglie attraverso la bolletta dell'elettricità, con un prelievo mensile di 4 euro e 30. Forse si poteva semplicemente aumentare?
Secondo le dichiarazioni governative riportate in home page sul sito ERT l'ente viene chiuso di imperio ma l'intenzione è di creare un nuovo organismo "pubblico ma fuori del controllo dello Stato o dei partiti". In questo momento - 22.30 UTC - sulla frequenza di 7450 kHz si può ascoltare una trasmissione del servizio interno (negli elenchi viene riportato ERT3) dalla Macedonia.
Questo è il laconico testo pubblicato dalla BBC. Da notare che attualmente il canone per la radiotelevisione pubblica viene pagato dalle famiglie attraverso la bolletta dell'elettricità, con un prelievo mensile di 4 euro e 30. Forse si poteva semplicemente aumentare?
Greece suspends state broadcaster ERT to save money
The Greek government has announced that it will shut down the radio and TV services of the state broadcaster ERT. A government spokesman said transmissions would cease early on Wednesday.More than 2,000 employees will be suspended until the company reopens "as soon as possible." It is the latest move in successive rafts of spending cuts and tax rises that the government hope will lead the country out of recession. "ERT is a case of an exceptional lack of transparency and incredible extravagance. This ends now," government spokesman Simos Kedikoglou said, according to the AFP news agency.Unions voiced strong opposition to the move.An engineer at the broadcaster's multimedia department who gave his name as Yannis said: "The government announced that channels will shut down at midnight - after that the screens will go black. "According to the government, from tonight I will be unemployed. It is a complete shock. In four hours' time I will not have a job."ERT is funded by a direct payment of 4.3 euros added monthly to electricity bills.
Secondo quanto emerso dai primi monitoraggi le due frequenze in onde corte di Voice of Greece, 15630 e 9420 kHz, sono on air ma con una portante non modulata. Sulle frequenze in onde medie (reperibili su www.emwg.info), non posso dire ancora, non riesco a sorvegliare le trasmissioni.
Poco fa l'EBU, l'associazione dei broadcaster (quasi tutti pubblici) europei, ha appena diffuso un comunicato in cui il governo di Samaras viene esortato a ritornare sulla sua decisione:
Geneva, 11 June 2013
Today the European Broadcasting Union (EBU) expressed profound dismay on behalf of Europe’s entire public service media community at reports that ERT – a founding Member of the EBU in 1950 – has been shut down with immediate effect. Emergency powers granted to the Finance Minister and the competent Minister have been used to stop ERT’s transmissions, leaving Greek citizens wishing to watch ERT programmes in front of black screens.
In a letter sent today to the Greek Prime Minister, Antonis Samaras, the President of the EBU, Jean Paul Philippot and the EBU Director General, Ingrid Deltenre urged Mr Samaras “to use all his powers to immediately reverse this decision”.
The existence of public service media and their independence from government lie at the heart of democratic societies, and therefore any far-reaching changes to the public media system should only be decided after an open and inclusive democratic debate in Parliament – and not through a simple agreement between two government ministers.
In the letter, the EBU stresses the importance of public service media as an essential pillar of democratic and pluralistic societies across Europe.
The EBU President and DG go on to highlight that “While we recognize the need to make budgetary savings, national broadcasters are more important than ever at times of national difficulty. This is not to say that ERT need be managed less efficiently than a private company. Naturally, all public funds must be spent with the greatest of care.”
The EBU is on standby to offer its knowledge of Europe's public service media to provide the advice, assistance and expertise necessary for ERT to be preserved as a true public broadcaster in the European mould.
Secondo le dichiarazioni governative riportate in home page sul sito ERT l'ente viene chiuso di imperio ma l'intenzione è di creare un nuovo organismo "pubblico ma fuori del controllo dello Stato o dei partiti". In questo momento - 22.30 UTC - sulla frequenza di 7450 kHz si può ascoltare una trasmissione del servizio interno (negli elenchi viene riportato ERT3) dalla Macedonia.
07 giugno 2013
Unesco: cercasi valutatori per un progetto di informatizzazione di 32 emittenti africane
Unesco bandisce un concorso tra singoli consulenti e società specializzate per l'offerta di un piano di valutazione di un progetto attualmente in corso in sette nazioni africane, dove un totale di 32 emittenti radiofoniche locali sono entrate in un progetto di trasformazione tecnologica teso a migliorare la qualità e l'impatto della programmazione - soprattutto rivolta alle donne e alle fasce più povere della popolazione - attraverso le nuove tecnologie. Empowering local radios with ICT è un progetto coordinato dalla società svedese SIDA che si svolge nell'arco del triennio 2012-2014 e ora richiede una fase di valutazione intermedia. Gli interessati sono invitati a stilare un piano con tutte le metriche e i metodi del caso, con un preventivo di spesa per partecipare a una gara di assegnamento di questo processo di misurazione. Il sito del progetto contiene un sacco di materiali sulle emittenti e sullo stato di avanzamento dell'iniziativa.
UNESCO invites external independent evaluators to assess the implementation of the project “Empowering Local Radios with ICTs” and to produce a mid-term external evaluation report.
The report should evaluate the relevance of objectives and progress made to achieve them. It will be used by UNESCO to assess the implementation of activities gearing to results and consider adjustments. UNESCO, with support from the Swedish International Development Cooperation Agency (SIDA), is executing a three-year project entitled “Empowering local radios with ICTs” in 32 radio stations located in Democratic Republic of the Congo, Kenya, Lesotho, Namibia, South Africa and Zambia.The project intends to increase the quality of local radio programming and broadcasting by fully integrating the use of ICTs, strengthening local reporting on development issues and engaging poor people’s participation in debates related to their livelihood and development.A mid-term evaluation has been planned in order to demonstrate achievements realised between the start of project’s full implementation (15 March 2012) and 15 July 2013, and to make suggestions for the following period. More particularly, the evaluation report aims to:
- enhance the project’s relevance, efficiency and effectiveness;- suggest improvements for the following stage of implementation and project replication;- demonstrate the project’s achievements, challenges and lessons learned;- Generate findings regarding the effectiveness of trainings in local radios and its effects on community, especially women and girls;- indicate any risks that may compromise the successful implementation of the project and suggest actions to overcome it.
The evaluation is expected to start on 15 July 2013. The final report must be delivered by 31 October 2013. UNESCO invites interested external independent entities and individual evaluators to submit their proposals, according to the Terms of Reference, by email to Jonathas Mello on or before 24 June 2013, 9 a.m. (Paris time). Proposals must consist of the following:
- description of the research methodology (including strategy to achieve an assessment per country);- timeline;- competitive fee in US dollars;- company description (if applicable); and- relevant examples of previous work.
The evaluator should comply with the following requirements: extensive knowledge of, and minimum five years’ experience, in applying qualitative and quantitative evaluation methods; proven record in designing and leading evaluations; a minimum of ten years’ experience in project evaluation at international level.
Tronsmart MK908, lo "stick-pc" multimediale mette Android sul televisore.
Quasi esattamente un anno fa davo notizia di un prodotto, ExtreamTV, che il mio amico Mauro aveva dimostrato in fase ancora prototipale. Un micro-pc (l'architettura era OMAP) con uscita diretta sullo schermo televisivo attraverso l'interfaccia HDMI e la possibilità di visualizzare applicazioni Android e contenuti multimediali su un normale televisore HD, reso "smart e connected" con la modica spesa di un dispositivo alloggiato nello spazio di una chiavetta. Purtroppo nel frattempo Mauro ha modificato le sue strategie imprenditoriali e temo (per la nostra economia, sarebbe una perdita) che sia andato a operare in estremo oriente, ma è chiaro che la sua idea era giusta. Tronsmart - come riferisce il sito Liliputing, specializzato in pc a fattore di forma microscopica - ha rilasciato un "Tv stick" molto simile, basato su architettura Cortex A9 Rk3188 Quad Core e dotato di GPU Quad Core Mali 400MP4. Il prodotto si chiama MK908 e ha un costo inferiore ai 90 dollari, con spedizione gratuita (10 euro per la spedizione via DHL) da Geekbuying. Racchiude la potenza di un elaboratore Cortex Quad da 1,8 GHz (1), in uno stick poco più grande di una chiavetta USB utilizzata oggi per il digitale terrestre. Monta il sistema operativo Android 4.2 Jelly Bean ed è dotato di porta USB esterna, oltre che di connettore HDMI da inserire nella corrispondente porta sul televisore.
L'amico anonimo che me l'ha segnalata ragionava giustamente che basterebbe un chip tuner e un convertitore per integrare direttamente a bordo dell'MK908 un sistema completo per la sintonia di segnali FM, DAB e DVB-T, con la demodulazione affidata a un applicazione Android (a 1,8 GHz MK908 è più potente di un supercomputer di 15 anni fa. Penso che sfruttando la connessione USB sia possibile però dialogare con una chiavetta RTL-SDR o similari. Intanto a questo prezzo viene proprio voglia di acquistarlo e provarlo. Ovviamente lo stick computer è compatibile con wi-fi e Bluetooth. Basterebbe davvero pochissimo per estendere le sue possibilità multimediali alla ricezione di segnali radiofonici e televisivi on air. Poi un giorno vedremo tutta questa elettronica inserita direttamente nei televisori.
Evoke F4 wi-fi/Bluetooth e Jongo speakers: Pure diffonde la radio digitale sulle casse senza fili.
La società britannica Pure ha reso disponibili in questi giorni due prodotti radiofonici/DAB davvero interessanti, anche se purtroppo ancora non si sa quale sarà la data di commercializzazione in Italia (sempre che Pure decida di distribuirla). Il primo prodotto è il nuovo arrivato della serie di apparecchi "da cucina" (non nel senso che si mangiano, è la categoria britannica degli apparecchi da tavolo o mensola) Evoke, il modello F4. La radio ibrida Pure riceve in FM e DAB+ e integra il software per la gestione dei flussi che arrivano dalle Internet Radio. Può utilizzare le funzioni di sospensione temporanea dell'ascolto e di registrazione su memoria USB. Ma soprattutto supporta connessioni wi-fi e Bluetooth. Con la prima è possibile diffondere la musica di Evoke F4 verso i nuovi altoparlanti wireless della famiglia Pure Jongo, realizzando impianti senza fili per la diffusione sonora in più stanze. Il Bluetooth permette alla F4 di ridiffondere l'audio ricevuto da dispositivi palmari o di instradarlo verso un singolo altoparlante Jongo (anche questi dispositivi supportano sia il wi-fi, sia Bluetooth). Il costo suggerito è piuttosto alto, 180 sterline, ma la Evoke F4 è davvero versatile.
Novità anche per la citata famiglia Jongo, che ora dispone anche di un adattatore con uscite analogiche (Jongo A2, questo il nome del nuovo dispositivo, integra un convertitore DAC stereo a 192 kHz). In questo modo è per esempio possibile interfacciarsi con un impianto stereo per ascoltare la musica in arrivo da un iPad, semplicemente installando la app gratuita Pure Connect (per iOS e Android). La stessa app serve del resto per gestire un apparecchio come Evoke F4, usandolo come altoparlante remoto. Insomma, tutta una serie di possibilità offerte dalla radio digitale - Pure offre anche un servizio di streaming musicale chiamato Pure Music - che dovrebbero rendere ancora più attraente una maggiore diffusione della radiofonia DAB+ in Italia. L'adattatore Jongo A2 costa 100 sterline, mentre una singola cassa portatile Jongo S3 ne costa 170 ed è compatibile con lo streaming da dispositivi smart con Pure Connect installata. I prezzi non sono particolarmente abbordabili, ma il mercato di questi prodotti si sta animando e in prospettiva dovremmo assistere al consueto fenomeno della loro riduzione.
Pure launches the ultimate radio-Evoke F4 digital and Internet radio with multiroom Wi-Fi and BluetoothLondon, 29th May 2013: Pure launches Evoke F4, a digital and internet radio with Bluetooth and the ability to stream a world of multiroom audio entertainment.
Compatible with Pure’s award-winning Jongo multiroom music system, Evoke F4 (SRP £179.99) enables users to enjoy perfectly synchronised music throughout their home. As with all members of the Jongo family, Evoke F4 can be used on its own or grouped together with other Jongo speakers to deliver the most flexible and accessible multiroom audio system on the market today. Users can simply add extra Jongo speakers or adapters on the same Wi-Fi network to build their multiroom system. Bluetooth is included for casual streaming from mobile devices.Users can listen to a world of internet radio, digital radio or FM and are spoilt for choice with easy access to over 20,000 internet radio stations and 200,000 on demand programmes and podcasts from around the world. Music fans can stream over 15 million music tracks from the Pure Music subscription service* and those in search of relaxation can unwind to a selection of ambient sounds. When listening to the radio, users can benefit from Evoke F4’s innovative tagging technology by pressing the tag button to find out the track and artist name. Tracks can be bought there and then from the radio or at a later date from the Pure Connect website or added to a Pure Music playlist.All this audio content and locally stored audio can be streamed wirelessly from the comfort of the sofa to Evoke F4 via the Pure Connect app for iPhone, iPad and Android via Wi-Fi or Bluetooth. Audio from other apps can be streamed wirelessly to Evoke F4 via Bluetooth.Benefitting from Pure’s heritage of British design and engineering and trademark real wood casing, Evoke F4 delivers the best possible sound quality, using highly energy efficient Class-D audio amplification and in-house DSP (digital signal processing) loudspeaker correction, equalisation and sound profiling. Based on the multi award-winning Evoke Flow, the audio has been further refined with significantly increased detail retrieval, focus and resolution.Leading edge features Include recording live internet and digital radio to USB memory stick**; instant and timed recordings; touch-sensitive controls; large clear graphical OLED display; multiple alarms; a sleep and kitchen timer; input for an iPod or MP3 player; headphone socket; support for the optional matching stereo speaker (SRP £34.99) and rechargeable F1 battery pack (SRP £34.99) that gives 12 hours of portable listening per charge.Pure launches Jongo A2 wireless multiroom Hi-Fi adapter with Wi-Fi and Bluetooth
London, 6th June 2013: Pure announces the availability of Jongo A2, a wireless multiroom Hi-Fi adapter with Wi-Fi and Bluetooth.
Available at an SRP of just £99.99, Jongo A2 gives users the flexibility to transform any audio system from a simple micro to a high-end Hi-Fi, into a music streamer. Jongo A2 also offers an easy way to integrate an existing Hi-Fi product into the Jongo multiroom music sys tem and enjoy perfectly synchronised music, radio and much more through their existing audio equipment.Jongo A2 is engineered to provide high integrity and low distortion audio and comes with a high-quality 24-bit internal DAC (digital to analogue converter) as well as optical and coaxial digital and dual (RCA) phono analogue audio outputs. The digital outputs allow users to connect to a digital enabled hi-fi, DAC or home cinema amplifier and the analogue outputs allow connection to legacy hi-fi or other audio devices.Jongo A2 is the second product in Pure’s new Jongo multiroom music system and works with the free companion Pure Connect iPad, iPhone and Android app. Music fans can enjoy a 30 day free trial of Pure Music*, Pure’s on demand music service. Pure Connect offers an unparalleled combination of the best of radio and music in one place and takes the user on a journey of discovery with recommendations based on listening patterns and a selection of curated content from a range of trusted partners.The Pure Jongo A2 can be used on its own or combined with Jongo S3 portable, rechargeable wireless speakers (SRP £169.99) to deliver the most flexible and accessible multiroom audio system on the market today. Jongo products use Wi-Fi to stream perfectly synchronised audio within a single or multiroom environment, while Bluetooth allows users to stream content from any audio app on their smartphone or tablet, including locally stored music, to a single Jongo product. Users can simply add extra Jongo speakers or adapters on the same Wi-Fi network to build their multiroom system.Jongo A2 has been designed to stand out and is available in a range of eye-catching colours. Users can choose from a black, or piano (white with black covers) base unit and then purchase clip on covers in burnt orange, lime green, mango or white (from £12.99) to match their home colour scheme and other Jongo products.The new Pure Connect app for iPad is also now available to download. Using Wi-Fi along with the free Pure Connect app, users can get the additional benefit of listening to multiple, tightly synchronised Jongo products in a single room or in a multiroom environment. The new Pure Connect app currently gives users access to local music on their smartphone or tablet, over 20,000 radio stations, in excess of 200000 free on-demand programmes and podcasts, as well as 15 million streamable music tracks via the Pure Music subscription service.
06 giugno 2013
Droni do it yourself e Software Defined Radio per un radar in realtà aumentata.
Straordinario "hack" di John Wiseman, esperto di droni telecomandati do it yourself. Con una chiavetta DVB-T da 20 dollari ha sovrapposto le informazioni sul traffico aereo trasmesse in modalità ADS-B e ricevute direttamente sul suo Mac per realizzare un sofisticato radar in realtà aumentata. Le immagini sono quelle che arrivano da un drone Parrot AR.Drone, comandato attraverso un progetto chiamato ArDrone Webflight, un programma di controllo basato su Web. Sul display vengono sovraimpressi in tempo reale dei riquadri che riportano il tipo di aereo che attraversa in quel momento l'orizzonte visto dal drone. E' sufficiente, oltre alla chiavetta USB basata su un tuner RTL, uno speciale plugin chiamato Webflight-Traffic liberamente accessibile attraverso il repository di Github. John riferisce che è possibile incorporare anche informazioni GPS (non supportate per il momento da AR.Drone) utilizzando lo stesso software e il ricevitore SDR ultra-economico con modelli di droni "open hardware" come Arducopter o Arduplane. Nell'esempio riportato in questo video i dati ADS-B vengono ricevuti dal Mac, ma è possibile montare la chiavetta direttamente sul quadricottero giocattolo. Poesia pura.
MUOS, i lavori proseguono in attesa delle valutazione degli esperti sanitari
Le odierne dichiarazioni del ministro Mario Mauro in margine alla riunione NATO di Bruxelles sono inevitabilmente destinate a rinfocolare le polemiche sul completamento, a Niscemi, in Sicilia, degli impianti di una delle quattro "ground station"strategiche del sistema MUOS. Com'è noto l'assemblea regionale siciliana aveva annunciato tra febbraio e marzo di voler bloccare i lavori, ma non sembra che questa decisione sia stata presa sul serio dai militari del NRTF Naval Radio Transmitter Facility. Il fatto è che i piani di realizzazione di un sistema che dovrà sostituire gli attuali satelliti per le comunicazioni in UHF (satcom) prevedono un completamento entro il 2015. Un primo satellite MUOS su 5 (la costellazione prevede quattro satelliti operativi e uno di riserva orbitale) è stato lanciato nel febbraio 2012, mentre MUOS-2 dovrebbe andare in orbita il prossimo 19 luglio su un vettore Atlas. Immagino che per la NATO il parlamento siciliano non abbia giurisdizione in materia, mentre Mauro oggi ha detto che la decisione la devono prendere gli esperti dell'Istituto Superiore della Sanità impegnati a valutare l'impatto elettromagnetico di quella che può essere considerata una mega infrastruttura per telecomunicazioni cellulari (il sistema adottato è il WCDMA, che poi è la base del nostro 3G).
Ho già avuto modo di spiegare che le "telefonate" MUOS, a differenza del cellulare, funzionano con un doppio rimbalzo. L'utilizzatore a terra chiama in uplink uno dei satelliti geostazionari, utilizzando 20 MHz compresi tra i 300 e i 320 MHz, che per intenderci sono più o meno le frequenze della nostra televisione digitale terrestre. Il satellite si collega in downlink con la ground station di riferimento, utilizzando a questo punto una banda molto più estesa, 1 GHz compreso tra i 20,2 e i 21,2 GHz (qui invece siamo su frequenze doppie rispetto alla tv satellitare che conosciamo). La stazione di terra interpreta la chiamata e la reinstrada, eventualmente contattando una stazione di terra intermedia. Dall'ultima ground station la chiamata prosegue in uplink di nuovo verso i satelliti, questa volta impegnando uno slot tra i 30 e i 31 GHz. Infine, la chiamata ripiove dal satellite verso l'utente MUOS chiamato, ritornando a questo punto in banda UHF, in un altro slot di 20 MHz compresi tra 360 e 380 MHz. Ovviamente, a destare l'attenzione dei ricercatori che indagano sugli eventuali effetti nocivi di queste trasmissioni, sono i due uplink/downlink in banda Ka, gestiti da antenne paraboliche con diametro di 18,4 metri puntate verso l'eclittica. I siti di informazione anti-MUOS parlano anche di due torri di 149 metri per il "posizionamento geografico" che risulterebbero operative tra i 240 i e 315 MHz, ma francamente non capisco a quale tipo di comunicazioni si riferiscano queste descrizioni. Tralicci di 149 metri sono più indicati per comunicazioni LF, cioè a frequenze molto basse e il GPS opera in Banda L, non nella parte bassa delle UHF. E' vero che il WCDMA richiede una sicnronia dei tempi molto precisa tra le stazioni base, che proprio per questo motivo ricevono impulsi di tempo dalla rete di satelliti GPS, ma non credo che per questo sia necessario costruire due torri di 150 metri.
MUOS è diventato ancora più critico sul piano militare perché le comunicazioni UHF dovrebbero servire anche per applicazioni UAV, unmanned aerial vehicle, la nuova generazione di aerei radiocomandati che assicureranno le attività di sorveglianza e controllo nel quadro del cosiddetto sistema AGS, Alliance Ground Surveilliance che avrà la sua principale base operativa a Sigonella, non lontano quindi da Niscemi. Anche gli aerei radiocomandati comunicheranno in UHF attraverso MUOS (AGS integrerà anche altri sistemi, come Inmarsat). Per il momento non resta che aspettare i risultati delle valutazioni dell'Iistituto Superiore della Sanità, confidando che si possa arrivare a definire un assetto rispettoso delle esigenze e della salute di tutti. Certo, interrogarsi sul senso di una infrastruttura radio tanto complessa per scopi militari è giusto, tanto più in un periodo come questo. Anche tenendo conto delle tante ricadute positive della ricerca e sviluppo originariamente rivolta a usi guerreschi, non si può fare a meno di chiedersi perché non riusciamo quasi mai a mettere in discussione le nostre spese in armamenti mentre i governi di tutto il mondo adottano - quando si tratta di scuole, sanità, servizi sociali, cultura - misure di risparmio draconiane accolte da una sostanziale indifferenza.
04 giugno 2013
Radio Oggi in Italia: il crowdfunding per raccontare una pagina italiana della Guerra Fredda.
L'editore Rubbettino ha recentemente dato alle stampe un volume di Rocco Turi, giornalista e sociologo anche lui calabrese, intitolato "Vi racconto la falce e il martello". Nel libro - che non ho ancora tra le mani, anche se la curiosità è molta - Turi "ricostruisce la genesi politica e la storia del complotto internazionale che portò al rapimento dell’onorevole Aldo Moro, contestando le tesi “politicamente corrette” apparse fino ad ora in una miriade di pubblicazioni. Storia segreta del Pci è il libro più documentato, l’ultimo atto di una vicenda descritta attraverso migliaia di carte ufficiali del Governo italiano e attraverso il racconto di numerosi osservatori diretti e partecipanti, come i partigiani italiani fuggiti dal nostro Paese - residenti in Cecoslovacchia - e personalità della nostra ambasciata a Praga."
Turi è stato anche l'autore, per Marsilio, di "Gladio Rossa" e la tesi di fondo è che alcune delle vicende più dolorose dei nostri ultimi cinquant'anni, inclusa l'azione terroristica che portò al rapimento e all'uccisione di Aldo Moro, abbiano radici che portano diritto ai convulsi anni della guerra, in particolare all'esistenza di gruppi di combattendi comunisti "deviati" e a personaggi che in seguito erano riparati in esilio in Cecoslovacchia, senza però smettere di essere manovrati dalle forze politiche che hanno agito nel corso della cosiddetta Guerra Fredda.
Oggi, con mia sorpresa, ricevo la mail di Claudia Cipriani, regista di un documentario che nel 2009 ebbe una certa risonanza. Nel suo lavoro, "La guerra delle onde" la Cipriani racconta - guarda caso - la storia di Radio Oggi in Italia, emittente che trasmetteva dalla Cecoslovacchia ed era formalmente priva di legami con la radio propagandistica ufficiale Radio Praga. Oggi in Italia venne costituita nel 1950 proprio da un gruppo di comunisti italiani fuggiti a Praga alla fine della guerra e la storia dice che la redazione venne sciolta e i programmi chiusi a causa delle posizioni antisovietiche assunte nel periodo della Primavera del '68.
Avevo dedicato al documentario un post che ebbe un interessante seguito grazie ad alcuni lettori che, commentandolo, avevano voluto aggiungere nuovi particolari alla narrazione di una vicenda molto complesse. Anche senza tener conto dei lavori come quelli di Rocco Turi (e delle sue ipotesi su una storia giunta per l'Italia addirittura agli anni '90), gli avvenimenti legati a quel gruppo di transfughi dovevano necessariamente essere oscuri e per niente trionfalistici. Chi animava le trasmissioni di Oggi in Italia si portava dietro un carico di ideologie, scelte politiche e azioni molto criticabili e le motivazioni che portarono alla chiusura di quella esperienza - sempre ammesso che siano autentiche - non bastano a farci dimenticare tutta la violenza e la brutalità che hanno contraddistinto, non solo gli ultimi anni di guerra, ma anche il lungo periodo della contrapposizione tra occidente e blocco sovietico. Resta il fatto che "La guerra delle onde", basato com'è su una serie di testimonianze dirette, è un lavoro che - se solo fosse stato distribuito in Italia in modo abbastanza esaustivo - avrebbe meritato di essere visto e discusso, proprio perché si riferisce a un periodo storico su cui gli italiani preferiscono evitare confrontarsi, magari abbandonandosi a questa o quella retorica ex post, a seconda della rispettiva convenienza.
E invece a parte qualche proiezione in occasione di festival specializzati e qualche riconoscimento all'estero, il reportage di Clauda Cipriani non ha praticamente avuto circolazione. Almeno fino a oggi. La regista mi comunica infatti di aver deciso di lanciare una campagna di crowdfunding per raccogliere la somma necessaria alla pubblicazione di un volume con annesso DVD. L'idea è di raccogliere 500 quote di 12 euro per poter finanziare una produzione limitata. Cedo momentaneamente la parola a Claudia:
Le scrivo perché tempo fa mi ha chiesto se era possibile acquistare una copia del documentario "La guerra delle onde - Storia di una radio che non c'era". Il film racconta la storia di Radio Oggi in Italia, la prima radio clandestina italiana, nata a Praga nel 1950 come radio comunista e chiusa dopo l’invasione della Cecoslovacchia per aver manifestato posizioni antisovietiche. Finalmente abbiamo deciso di lanciare una campagna di distribuzione "dal basso", lontana dalle pratiche della distribuzione "mainstream". Il documentario, nonostante le ottime recensioni, la presenza a festival importanti e il passaggio televisivo sulla rete pubblica della Repubblica Ceca, non è mai stato trasmesso dalla Rai e non ha trovato canali di distribuzione ufficiali e ciò, a nostro parere, è molto triste dal momento che racconta un pezzo importante della storia del nostro Paese. E’ dunque nostra intenzione far conoscere questa storia attraverso una campagna di distribuzione che prevede la prenotazione di una copia.Per riuscire nel nostro obiettivo abbiamo bisogno di raggiungere € 6000 attraverso 500 quote di sostegno da 12 € ciascuna (che include i costi di spedizione). Il budget servirà per coprire i costi di duplicazione, stampa, progetti grafici, editing, promozione e spedizione. Il dvd sarà distribuito insieme a un libro che andrà a completare il racconto fatto attraverso le immagini del documentario.
Io confido che il progetto vada a buon fine e vi invito senz'altro a dare il vostro contributo visitando il sito di Produzioni dal basso. Quando ho parlato la prima volta di La guerra delle onde avevo anche segnalato un paio di puntate della rubrica del TG3 EstOvest, che l'anno prima, nel marzo del 2008, si era occupata sia di Radio Oggi in Italia che di Radio Praga. Purtroppo sui siti Rai sono presenti solo le schede di quelle due puntate (1 e 8 marzo 2008). Stranamente, i video di entrambe mancano dagli archivi (e mi chiedo perché, mica avranno dato fastidio a qualcuno?). Nel frattempo però altre opere, a parte il libro di Rubbettino, si sono aggiunte al testo di Giuseppe Fiori "Uomini ex", che negli anni '90 fu tra i primi a rievocare, in chiave romanzesca ma molto fedele alle cronache, le vicende degli esuli praghesi. Mi riferisco in particolare alla storia di quello che fu molto probabilmente il personaggio più famoso del gruppo, quel "Tenente Alvaro", nome di battaglia di Giulio Paggio, che comandò il raggruppamento della "Volante Rossa", macchiandosi fino al 1949 di omicidi particolarmente efferati. Dopo la fuga a Praga, Paggio si rifiutò di tornare in Italia malgrado la grazia che il presidente Pertini gli concesse nel 1978 e morì proprio nel 2008. Tre anni dopo l'editore DeriveApprodi ha dedicato al Tenente Alvaro e agli uomini della Volante Rossa, un libro curato da Massimo Recchioni. La stessa storia è stata ripresa da Terranullius, un sito Web libertario, per un racconto firmato da Massimo Di Mino. Testo che è stato "drammatizzato" in un radioracconto diffuso dalla emittente bolognese Radio Kairos.
Guinea: elezioni il 30 giugno. Ma il governo chiude Planéte FM
Mentre in Turchia le proteste che partono dagli alberi per rivolgersi alla questione del laicismo contro islamismo, il nostro inquieto mondo non riesce a trovare pace neppure in Guinea ex francese, dove aumentano le tensioni nel periodo che il 30 giugno porterà alle elezioni che dovrebbero sancire l'avvio di una transizione democratica dopo il golpe militare di cinque anni fa. Le autorità governative hanno imposto il bavaglio a Planète FM, una delle emittenti private più seguite, che non potrà trasmettere per un mese a causa di presunti incitamenti alla rivolta. L'emittente è di proprietà di Abdoulaye Sylla, uno dei portavoce dell'opposizione.
Davanti a questa decisione, scrive la Reuters, si stanno muovendo anche le altre stazioni indipendenti. La federazione Urtelgui, che riunisce una ventina di radio FM, ha proclamato una giornata di sciopero mediatico per giovedì 6 e ha fatto un appello per la diffusione di un programma a frequenze unificate:
Réunis en assemblée générale extraordinaire samedi 1er juin 2013 à la Maison de la presse, les membres de l'Union des radiodiffusions et télévisions libres de Guinée expriment leur indignation et condamnent vigoureusement la fermeture de la radio « Planète FM », les menaces, les agressions répétées à l'encontre des journalistes, des installations de radios et télévisions privées.En dépit des multiples déclarations antérieures de l'Union restées sans suite, l'assemblée de l'urtelgui exige la levée immédiate de la suspension de « Planète FM » et du journaliste Mandian sidibé.Par ailleurs l'Union décide :1-de la diffusion d'une émission spéciale sur le réseau synchronisé des radios et télévisions membres de l'Union le lundi 3 juin 2013 consacrée aux violations répétées de la liberté de la presse, aux menaces, violences exercées sur les journalistes et la destruction d'une partie de leurs installations. Et ce dans l'exercice de leur profession2-de la diffusion d'un spot mettant en exergue la situation des radios et télévisions privées en danger.3-de l'observation d'une journée sans radios et télévisions privées sur toute l'étendue du territoire national le jeudi 6 juin 2013.L'Union des radios et télévisions libres de Guinée saisit cette occasion pour attirer l'attention des usagers de la communication, des partenaires nationaux et internationaux et des autorités sur la nécessité de préserver la liberté de la presse.L'union se réserve le droit d'entreprendre toutes actions appropriées si les mesures de fermeture et d'interdiction n'étaient pas levées.Fait à Conakry le 1er juin 2013
Non tutti sembrerebbero però essere disposti a raccogliere l'invito. Il sito Media Guinée racconta per esempio che Morlaye Kabassan Keita, il patron di Soleil FM, una delle prime stazioni private aperte nel Paese, pur condannando l'episodio di Planète FM non ha accolto la proposta di Urtelgui sulla trasmissione unica a causa del mancato sostegno di quest'ultima in occasione di un analogo episodio di censura e saccheggio capitato all'emittente Sabari FM. Con Soleil, anche emittenti come Cherie FM non aderiscono alla protesta.
2013/6/3 - A l’appel de l’URTELGUI de diffuser lundi une émission spéciale sur le réseau synchronisé des radios partenaires, certaines stations n’ont pas suivi. Au lendemain de la décision du CNC fermant la radio planète fm et retirant le micro à son journaliste Mandjan Sidibé pour un mois.Donc ce lundi, des voix dissonantes se font entendre du côté d’autres patrons de radios privées. C’est le cas de la radio Soleil fm, l’une des premières radios privées de Conakry, dont le patron Morlaye Kabassan Keita dit ne pas suivre la décision de la corporation tout en condamnant avec énergie l’acte récriminatoire à l’encontre de Mandian Sidibé. Kabassan parlera de deux poids deux mesures de l’URTELGUI suite la récente mésaventure de Sabari fm.Côté Sabari, l'argument est simple. Kerfala Sanou Cissé et tout son personnel ont été forcés au chômage technique durant six mois des suites de saccage de leur radio sur l’axe Hamdallaye-Bambeto-Coza, lors des toutes premières périodes manifestations de l’opposition radicale sans que cela ne suscite la moindre solidarité de la corporation dirigée par Boubacar Yacine Diallo.La radio Sabari a déménagé depuis lors ailleurs.Outre Sabari fm et soleil fm, familia fm et Chérie fm (non membre de l’Urtelgui), n’ont pas suivi…
03 giugno 2013
Radio locali in crisi, protesta a Roma il 21 giugno. Perché non favorire la loro transizione al digitale?
Le emittenti radiofoniche locali sono in una situazione economica molto difficile, con una contrazione degli introiti pubblicitari tre volte più ingente rispetto a quella che già pesa sui network radiofonici nazionali, e il presidente dell'associazione REA, Antonio Diomede scrive al ministro dello Sviluppo economico per annunciare una giornata di protesta convocata per il 21 giugno a Roma, davanti alla sede del dicastero.
Diomede dichiara di rivolgersi al governo per «rappresentare la gravissima situazione economica in cui versa la piccola e media emittenza radiotelevisiva locale la quale, nel corso dell’ultimo trimestre, ha registrato una fortissima contrazione della pubblicità pari al 29,5%, vale a dire 10,5 punti ancor meno della perdita registrata nelle grandi reti nazionali per effetto, com’è noto, della stagnazione dei mercati. Il presidente REA, che riunisce 420 emittenti radiotelevisive, ricorda che a sostegno del pluralismo informativo sancito dall’ordinamento costituzionale, la legge prevede alcune misure di sostegno economico di cui alla legge 28 dicembre 2001, n. 448 da erogare secondo modalità e criteri di attribuzione impartiti nel Regolamento di cui al Decreto del Ministro delle Comunicazioni di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, n. 225 del 1 ottobre 2002. «Allo stato dei fatti - scrive Diomede, la erogazione dei contributi alle radio locali è costantemente in ritardo di oltre tre anni nonostante le proteste delle emittenti sfociate nell’atto di diffida del 19 dicembre 2009 e nell’azione giudiziaria TAR del 7 febbraio 2010.»
Purtroppo è così, dopo lo sconvolgimento dell'assetto televisivo avvenuto con una transizione al digitale terrestre presentata con toni trionfalistici ma piena di risvolti negativi per le emittenti locali, adesso sono le piccole stazioni radio a lanciare un grido d'allarme. Spesso i loro segnali sono schiacciati tra quelli molto potenti diffusi dalle sorelle maggiori ma è soprattutto il pessimo quadro congiunturale della pubblicità locale, inserito nel contesto di crisi generalizzata delle attività commerciali, a preoccupare. Le radio private italiane medio-piccole, rappresentano un patrimonio ormai storico ma sempre vitale di pluralismo e cultura localista, sono voci importanti per la collettività che ora rischiano di soffocare per mancanza di spazio e di risorse. Si potrà obiettare che il mercato sta esercitando in modo brutale quel minimo di selezione naturale che in uno spettro herziano ben regolamentato avrebbe imposto fin da subito dei precisi limiti allo sviluppo del settore. Ma il punto fondamentale è cercare di attenuare il rischio di disertificazione cui si sta andando incontro. Non è troppo tardi per inserire dei criteri di pianificazione delle frequenze più equi, magari partendo una buona volta da una analisi di come vengono oggi utilizzate le risorse dell'FM. E si può anche pensare di trasformare le misure di sostegno economico di cui parla Diomede in precisi incentivi alla digitalizzazione, anche della radiofonia locale. Una sorta di legge per la rottamazione dell'analogico, che premi le emittenti locali interessate ad assicurare a se stesse e ai proprio ascoltatori un futuro.
Uno scrigno sonoro collettivo per i tesori delle onde corte
Thomas Witherspoon, uno dei principali autori del blog The SWLing Post, una fonte informativa sull'hobby del radioascolto recente ma subito impostasi per la sua autorevolezza, ha appena lanciato una benemerita iniziativa: la creazione di un archivio Creative Commons con le registrazioni delle "voci" delle onde corte, un mdium informativo che vanta una storia incredibilmente diversificata e ricca ma che oggi rischia seriamente di finire nel dimenticatoio. Il Shortwave Radio Audio Archive contiene già una ottantina di testimonianze sonore e già si capisce che le intenzioni del progetto non sono puramente quelle della preservazione di un patrimonio storico. C'è molto materiale recente usufruibile in un formato molto simile al blog e liberamente scaricabile in podcast, come le registrazioni effettuata da Myke Weiskopf di Shortwavemusic nel suo viaggio nel deserto del Mali, oggi accessibile via Soundcloud. Contribuire al Shortwave Radio Archive è semplice: basta caricare l'audio da condividere sulla piattaforma di Archive.org e segnalare il link sul sito di Thomas.
Fatto l'accordo con Warner, Apple scalda i motori per iRadio alla WWDC
Con un accordo dell'ultimissima ora, Apple sembra aver strappato a Warner Music Group un atteso OK al lancio del suo nuovo servizio musicale in streaming, noto come iRadio (sarà anche il nome ufficiale?). La casa discografica, secondo il Financial Times, riceverà royalties più sostanziose rispetto a quelle concesse da piattaforme come Pandora, ma in cambio Apple forse riuscirà a presentare iRadio a San Francisco in occasione dell'atteso evento per gli sviluppatori, la WorldWide Developers' Conference. Lo stesso quotidiano afferma che c'è anche la possibilità di un accordo sul filo di lana con Sony, ma voci ufficiali come sempre non ce ne sono.
Apple iRadio è un'idea in forte ritardo rispetto a una concorrenza iniziata con Pandora, proseguita con Spotify, Deezer, Rdio e culminata si può dire pochi giorni fa con l'annuncio di Google e del suo servizio - per ora solo americano - All Music Access. Il grosso scoglio per Apple, oltre alla forza del suo brand, è il successo di iTunes e del modello musicale in download, che piace molto alle case discografiche. Probabilmente il Financial ha ragione nell'ipotizzare per iRadio uno stretto collegamento con iTunes per l'acquisto dei brani ascoltati in streaming e un sistema di raccomandazione che attinge alle "conoscenze" accumulate attraverso l'analisi delle raccolte musicali degli utenti, che Apple conserva già da tempo in cloud. Ritardo o non ritardo, l'arrivo di Apple nella realtà emergente dello streaming sarà un punto di svolta determinante.
Apple’s iRadio plans warm updi Andrew Edgecliffe-Johnson eTim Bradshaw
Apple is looking more likely to launch its long-awaited music streaming service at its Worldwide Developers Conference, which begins on June 10, after agreeing terms with Warner Music’s recorded music and music publishing divisions for the service known as “iRadio”.Warner, the third largest global music company, became the first music publisher to agree a deal for iRadio, people close to the negotiations said, after Apple agreed to pay its songwriters 10 per cent of advertising revenue, more than double the 4 per cent rate it currently earns from Pandora, the US-based internet radio service with more than 70m “active listeners”.(continua)
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