L'editore Rubbettino ha recentemente dato alle stampe un volume di Rocco Turi, giornalista e sociologo anche lui calabrese, intitolato "Vi racconto la falce e il martello". Nel libro - che non ho ancora tra le mani, anche se la curiosità è molta - Turi "ricostruisce la genesi politica e la storia del complotto internazionale che portò al rapimento dell’onorevole Aldo Moro, contestando le tesi “politicamente corrette” apparse fino ad ora in una miriade di pubblicazioni. Storia segreta del Pci è il libro più documentato, l’ultimo atto di una vicenda descritta attraverso migliaia di carte ufficiali del Governo italiano e attraverso il racconto di numerosi osservatori diretti e partecipanti, come i partigiani italiani fuggiti dal nostro Paese - residenti in Cecoslovacchia - e personalità della nostra ambasciata a Praga."
Turi è stato anche l'autore, per Marsilio, di "Gladio Rossa" e la tesi di fondo è che alcune delle vicende più dolorose dei nostri ultimi cinquant'anni, inclusa l'azione terroristica che portò al rapimento e all'uccisione di Aldo Moro, abbiano radici che portano diritto ai convulsi anni della guerra, in particolare all'esistenza di gruppi di combattendi comunisti "deviati" e a personaggi che in seguito erano riparati in esilio in Cecoslovacchia, senza però smettere di essere manovrati dalle forze politiche che hanno agito nel corso della cosiddetta Guerra Fredda.
Oggi, con mia sorpresa, ricevo la mail di Claudia Cipriani, regista di un documentario che nel 2009 ebbe una certa risonanza. Nel suo lavoro, "La guerra delle onde" la Cipriani racconta - guarda caso - la storia di Radio Oggi in Italia, emittente che trasmetteva dalla Cecoslovacchia ed era formalmente priva di legami con la radio propagandistica ufficiale Radio Praga. Oggi in Italia venne costituita nel 1950 proprio da un gruppo di comunisti italiani fuggiti a Praga alla fine della guerra e la storia dice che la redazione venne sciolta e i programmi chiusi a causa delle posizioni antisovietiche assunte nel periodo della Primavera del '68.
Avevo dedicato al documentario un post che ebbe un interessante seguito grazie ad alcuni lettori che, commentandolo, avevano voluto aggiungere nuovi particolari alla narrazione di una vicenda molto complesse. Anche senza tener conto dei lavori come quelli di Rocco Turi (e delle sue ipotesi su una storia giunta per l'Italia addirittura agli anni '90), gli avvenimenti legati a quel gruppo di transfughi dovevano necessariamente essere oscuri e per niente trionfalistici. Chi animava le trasmissioni di Oggi in Italia si portava dietro un carico di ideologie, scelte politiche e azioni molto criticabili e le motivazioni che portarono alla chiusura di quella esperienza - sempre ammesso che siano autentiche - non bastano a farci dimenticare tutta la violenza e la brutalità che hanno contraddistinto, non solo gli ultimi anni di guerra, ma anche il lungo periodo della contrapposizione tra occidente e blocco sovietico. Resta il fatto che "La guerra delle onde", basato com'è su una serie di testimonianze dirette, è un lavoro che - se solo fosse stato distribuito in Italia in modo abbastanza esaustivo - avrebbe meritato di essere visto e discusso, proprio perché si riferisce a un periodo storico su cui gli italiani preferiscono evitare confrontarsi, magari abbandonandosi a questa o quella retorica ex post, a seconda della rispettiva convenienza.
E invece a parte qualche proiezione in occasione di festival specializzati e qualche riconoscimento all'estero, il reportage di Clauda Cipriani non ha praticamente avuto circolazione. Almeno fino a oggi. La regista mi comunica infatti di aver deciso di lanciare una campagna di crowdfunding per raccogliere la somma necessaria alla pubblicazione di un volume con annesso DVD. L'idea è di raccogliere 500 quote di 12 euro per poter finanziare una produzione limitata. Cedo momentaneamente la parola a Claudia:
Le scrivo perché tempo fa mi ha chiesto se era possibile acquistare una copia del documentario "La guerra delle onde - Storia di una radio che non c'era". Il film racconta la storia di Radio Oggi in Italia, la prima radio clandestina italiana, nata a Praga nel 1950 come radio comunista e chiusa dopo l’invasione della Cecoslovacchia per aver manifestato posizioni antisovietiche. Finalmente abbiamo deciso di lanciare una campagna di distribuzione "dal basso", lontana dalle pratiche della distribuzione "mainstream". Il documentario, nonostante le ottime recensioni, la presenza a festival importanti e il passaggio televisivo sulla rete pubblica della Repubblica Ceca, non è mai stato trasmesso dalla Rai e non ha trovato canali di distribuzione ufficiali e ciò, a nostro parere, è molto triste dal momento che racconta un pezzo importante della storia del nostro Paese. E’ dunque nostra intenzione far conoscere questa storia attraverso una campagna di distribuzione che prevede la prenotazione di una copia.Per riuscire nel nostro obiettivo abbiamo bisogno di raggiungere € 6000 attraverso 500 quote di sostegno da 12 € ciascuna (che include i costi di spedizione). Il budget servirà per coprire i costi di duplicazione, stampa, progetti grafici, editing, promozione e spedizione. Il dvd sarà distribuito insieme a un libro che andrà a completare il racconto fatto attraverso le immagini del documentario.
Io confido che il progetto vada a buon fine e vi invito senz'altro a dare il vostro contributo visitando il sito di Produzioni dal basso. Quando ho parlato la prima volta di La guerra delle onde avevo anche segnalato un paio di puntate della rubrica del TG3 EstOvest, che l'anno prima, nel marzo del 2008, si era occupata sia di Radio Oggi in Italia che di Radio Praga. Purtroppo sui siti Rai sono presenti solo le schede di quelle due puntate (1 e 8 marzo 2008). Stranamente, i video di entrambe mancano dagli archivi (e mi chiedo perché, mica avranno dato fastidio a qualcuno?). Nel frattempo però altre opere, a parte il libro di Rubbettino, si sono aggiunte al testo di Giuseppe Fiori "Uomini ex", che negli anni '90 fu tra i primi a rievocare, in chiave romanzesca ma molto fedele alle cronache, le vicende degli esuli praghesi. Mi riferisco in particolare alla storia di quello che fu molto probabilmente il personaggio più famoso del gruppo, quel "Tenente Alvaro", nome di battaglia di Giulio Paggio, che comandò il raggruppamento della "Volante Rossa", macchiandosi fino al 1949 di omicidi particolarmente efferati. Dopo la fuga a Praga, Paggio si rifiutò di tornare in Italia malgrado la grazia che il presidente Pertini gli concesse nel 1978 e morì proprio nel 2008. Tre anni dopo l'editore DeriveApprodi ha dedicato al Tenente Alvaro e agli uomini della Volante Rossa, un libro curato da Massimo Recchioni. La stessa storia è stata ripresa da Terranullius, un sito Web libertario, per un racconto firmato da Massimo Di Mino. Testo che è stato "drammatizzato" in un radioracconto diffuso dalla emittente bolognese Radio Kairos.
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