«Un mese dopo le elezioni che portano Berlusconi e la destra al potere, il "popolo della sinistra" reagisce allo smarrimento e alla frustrazione celebrando con una grande manifestazione nazionale a Milano l’anniversario della liberazione. Radio Popolare racconta in una gigantesca diretta tutte le fasi dell’avvenimento.»
Il 25 aprile di quel 1994 - lo ricordo bene - la coscienza collettiva di una parte della città di Milano, uscita da un periodo nel bene (poco) e nel male (tantissimo) quanto mai traumatico e appena entrata in una fase di oscurantismo culturale e imbarbarimento per certi versi peggiore del terrorismo (a Milano e in Lombardia si continua a morire per "ragioni" del tutto assurde che sono un sicuro sintomo di silenzioso terrorismo civile), si riunisce per un primo tentativo di rielaborazione, nel ricordo della Liberazione, del disastro del berlusconismo nascente. Strano chiodo nella bara del craxismo ormai tramontato...
In quella giornata di 17 anni fa Radio Popolare, già allora e forse più di oggi una delle voci più appassionate e critiche di quella coscienza, organizzò una lunga cronaca live che entra adesso in un libro di Nanni Balestrini, pubblicato come altre opere di questo poeta sperimentale, autore, artista milanese dall'editrice DeriveApprodi. L'opera si intitola "LiberaMilano", riunisce il testo di "Una mattina ci siamo svegliati" e inizia da una vittoria che celebra una sconfitta per arrivare, a 17 anni di distanza, ai giorni dell'elezione a sindaco di Milano di Giuliano Pisapia. Dal «magmatico flusso sonoro» della radiocronaca del 25 aprile, «rielaborando e rimontando il linguaggio radiofonico nella pagina scritta, Balestrini mette in scena una partitura di voci in cui resoconti di cronisti, telefonate di ascoltatori, commenti in studio, interviste volanti, memorie di vecchi partigiani, dialoghi con studenti arrivati da ogni città si fondono in un’incalzante narrazione corale.» Ma questa è solo una parte del racconto, perché il 30 maggio 2011 Radio Popolare (e con lei Balestrini) tornano a raccontare in diretta una vittoria elettorale che fino a poche settimane prima era data da molti per impossibile.
Un libro per riflettere, sugli avvenimenti e le persone di questi lunghi anni e sul ruolo di un giornalismo radiofonico di grande spessore, capace per questo di sconfinare a testa alta nella storia, nell'epopea sociale, nella poesia.
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