Nella giornata mondiale che le Nazioni Unite dedicano alla tolleranza (16 novembre), mentre l'OSCE invoca una maggiore vigilanza contro il problema dei crimini legati all'odio razziale in Europa, sento parlare per la prima volta di un romanzo scritto da Michael Savage, uno dei campioni della talk radio oltranzista americana. Una "radio personality" che nel 2009 è entrata, proprio a causa dei suoi discorsi che incitano all'odio, in una lista di ventidue persone non grate stilata dal governo britannico e quindi formalmente impossibilitato a mettere piede sul suolo britannico. Savage ha scritto un romanzo di azione, Abuse of power, che per sua stessa ammissione ricalca, anche se sommariamente, le sue vicende personali.
In realtà Abuse of Power è un'accozzaglia di cliché piuttosto stantii presi paro paro dalla lunga tradizione di romanzi di serie B e rozzamente contestualizzati nella realtà contemporanea. Una realtà fatta che nella scuola di Michael Savage è un unico colossale complotto demoplutogiudeomassonislamico popolato da terroristi sanguinari, finanzieri vendicativi, funzionari governativi (britannici, ovviamente) corrotti, spie israeliane triplogiochiste, banchieri di Wall Street. Se non fosse per i pochissimi eroi altruisti che si sbattono tra letti arroventati e cavi d'acciaio sospesi sul vuoto, questo mondo sarebbe un cratere di attentati dinamitardi. Nella storia raccontata da Savage questo eroe si chiama Jack Hatfield e a tempo perso fa, guarda caso, il giornalista televisivo. Un giornalista che per colpa di una organizzazione anti-razzista liberal ha perso il lavoro ed è costretto a fare il cronista sfigato ma pazzescamente eterosessuale, in una San Francisco dominata da gay debosciati. Proprio nell'esercizio della sua funzione di cronista Hatfield incappa in una indagine della polizia di San Franciso su una automobile imbottita di tritolo. La trama, molto contorta, lo porterà, attraverso un improbabile sceneggiatura e una altrettanto defatigante geografia del terrore internazionale a farsi migliaia di chilometri per risalire al mandante: un miliardario invasato che somiglia moltissimo a George Soros, uno dei bersagli preferiti da Savage.
Il commentatore di Savage Nation - il nome dello show radiofonico - ha scelto per questo suo debutto nella fiction (finora si era esibito in altrettanto farraginosi saggi) un editore di prestigio come St. Martin's Press, ma la cattiva notizia è che il contratto riguarda la stesura di due romanzi. Con il primo il modestissimo scrittore ha già fatto sapere di aver eguagliato Jack Kerouac. Il secondo gli servirà, sempre a suo dire, per stracciare Jack London.
Volete sapere come sono venuto a conoscenza di un libro che la grande stampa e i critici americani hanno giustamente ignorato (l'unica recensione non partizan è apparsa su MediaMatters, organizzazione anti-razzista avversaria dichiarata di Savage e per questo ricompensata con un ruolo in Abuse of Power, il cui protagonista perde il posto per colpo di un watchdog chiamato "MediaWire")? Per qualche strano motivo Savage inserisce nella storia la citazione di un algoritmo crittografico, Twofish, inventato dal famoso esperto Bruce Schneier, il quale si accorto della citazione e l'ha segnalata sulla sua newsletter Crypto-Gram.
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