Non smettono di arrivare nuovi dettagli sul debutto italiano della radio digitale secondo FMeXtra. Ho parlato con Giovanni Necchi, di Adven nl, una ditta di Verbania specializzata in soluzioni per il mercato radiotelevisivo, su cui opera da una ventina d'anni (fino al '93 anche come costruttore). Adven ha stipulato con Digital Radio Express una esclusiva per la commercializzazione del sistema FMeXtra in Italia, seconda nazione europea dopo la Norvegia in cui l'azienda americana ha stabilito una presenza. Anche secondo Necchi la grande discrezione che ha circondato questo sistema (l'SCA, cioè l'uso di sottoportanti nel segnale composito dell'FM) deriva da una grande concretezza di un'offerta carattarizzata da un approccio "end to end". FMeXtra ha scelto di muoversi in parallelo sul fronte degli encoder ma anche su quello, assai più delicato, dei ricevitori. Dopo un primo modello già in commercio, Necchi precisa che DRE sta per lanciare sul mercato diversi nuove radio analogico-digitali FMeXtra, tra cui un dispositivo handheld simil-iPod che servirà come adattatore per le autoradio. E' possibile che le nuove radio comincino a sbarcare nei negozi italiani entro pochi mesi.
L'altro punto di forza del sistema è la grande semplicità: in pratica basta un encoder per aggiungere al proprio segnale una componente digitale che può servire per diffondere due nuovi programmi stereo o una combinazione di canali stereo e mono (fino a 4 mono). «In prospettiva, eliminando la componente analogica è possibile diffondere quattro programmi stereofonici di buona qualità,» dice Necchi sottolineando come FMeXtra apra la strada a una gamma di opportunità molto interessanti per le stazioni FM locali e per i network. «Per esempio ora si possono ipotizzare programmi multilingue.» La semplicità di FMeXtra non implica una scarsa robustezza della codifica, che è anzi particolarmente flessibile. Adven ha addirittura sviluppato un software gestionale che aiuta i tecnici delle stazioni a impostare correttamente tutti i parametri.
Abbiamo parlato a lungo anche del problema delle interferenze e della protezione da/verso le emittenti adiacenti e pur riconoscendo che la componente digitale FMeXtra non può resistere a interferenze laterali troppo intense, Necchi mette in evidenza che questa obiettiva "debolezza" da un lato non impedisce di assicurare una discreta, anche se limitata, copertura geografica e dall'altro rende FMeXtra un sistema sicuramente meno aggressivo nei confronti della normativa vigente. L'uso di sottoportanti modulate in digitale a livelli nettamente inferiori alla componente analogica è più conforme alle direttive CCIR. «Se il Ministero potrebbe storcere il naso davanti a modulazioni come l'IBOC di HD Radio,» osserva Necchi, «FMeXtra opera nel dominio della bassa frequenza,» cioè della banda base. E' uno dei motivi per cui il segnale digitale resiste anche nei passaggi di rimodulazione nelle reti di ripetitori (qualità rilevata anche da Massimo Caracciolo di Rete Otto).
Infine, Necchi annuncia l'attivazione di un sito Web - www.fmextra.it - dedicato alla tecnologia Digital Radio Express, pensato per promuovere il sistema sul mercato italiano. Dopo Radiopassioni è la prima risorsa informativa in lingua italiana su una tipologia di radio digitale che in pochi giorni di ristretta notorietà ha già accumulato un grande potenziale. Adven non può ancora far nomi, ma altre radio commerciali hanno manifestato un notevole interesse.
Abbiamo parlato a lungo anche del problema delle interferenze e della protezione da/verso le emittenti adiacenti e pur riconoscendo che la componente digitale FMeXtra non può resistere a interferenze laterali troppo intense, Necchi mette in evidenza che questa obiettiva "debolezza" da un lato non impedisce di assicurare una discreta, anche se limitata, copertura geografica e dall'altro rende FMeXtra un sistema sicuramente meno aggressivo nei confronti della normativa vigente. L'uso di sottoportanti modulate in digitale a livelli nettamente inferiori alla componente analogica è più conforme alle direttive CCIR. «Se il Ministero potrebbe storcere il naso davanti a modulazioni come l'IBOC di HD Radio,» osserva Necchi, «FMeXtra opera nel dominio della bassa frequenza,» cioè della banda base. E' uno dei motivi per cui il segnale digitale resiste anche nei passaggi di rimodulazione nelle reti di ripetitori (qualità rilevata anche da Massimo Caracciolo di Rete Otto).
Infine, Necchi annuncia l'attivazione di un sito Web - www.fmextra.it - dedicato alla tecnologia Digital Radio Express, pensato per promuovere il sistema sul mercato italiano. Dopo Radiopassioni è la prima risorsa informativa in lingua italiana su una tipologia di radio digitale che in pochi giorni di ristretta notorietà ha già accumulato un grande potenziale. Adven non può ancora far nomi, ma altre radio commerciali hanno manifestato un notevole interesse.
2 commenti:
Un saluto a tutti, come avevo scritto su un mio post precedente, di cui non ho avuto risposte convenienti, a parte quella fornita da Andrea, volevo riprendere nuovamente il mio quesito:
Ci sono veramente cosi tante sostanziali differenze tra l’audio analogico del canale FM classico e quello potenzialmente distribuito dalla sottobanda digitale fornita da FmExtra?
Altrimenti non capisco, ha cosa potrebbe servire tutto questo “ambaradan”, tanto il canale rimane uguale, le occupazioni dei canali sulla banda FM idem, non si libereranno frequenze ecc..
Sarei molto curioso di cercare di capirne quindi meglio l’utilità tecnica, oppure è solo commerciale?
Grazie Giuliano
In senso assoluto il primato della qualità va in genere alle modulazioni analogiche. Quelle digitali utilizzano compressioni che inevitabilmente fanno perdere qualcosa. Ma in genere il digitale (anche se in aree di coperture ridotte) si comporta meglio rispetto a distrurbi e interferenze.
La qualità è però solo un fattore dell'equazione. Quasi sempre le tecniche digitali puntano a una migliore gestione delle risorse. FMeXtra non "aggiunge" canali liberi, ma permette di trasmettere due canali stereo o quattro mono insieme al segnale analogico. Certo, questo non favorisce direttamente i nuovi entranti, ma questi ultimi possono in linea teorica mettersi d'accordo con una emittente e trovare, per così dire, un po' di spazio in affitto sulle sue sottoportanti digitali.
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