31 marzo 2007

Olanda, chiude la nostalgia sulle onde medie


Christian, il cacciatore di stazioni costiere, mi scrive per dirmi di aver letto su un gruppo di discussione dell'imminente chiusura di una stazione in onde medie europea e invitarmi a commentare la notizia.
L'emittente in questione è olandese, appartiene al gruppo Talpa Radio e sotto l'insegna Radio 10 Gold diffonde musica nostalgica anni 60-70. Secondo Medianetwork, che circa un mese fa aveva per primo annunciato la futura ristrutturazione di 10 Gold, con questo format, amato dai cinquantenni, Talpa può vantare un discreto bacino di utenza (1,3 milioni di persone) ma non incassa abbastanza pubblicità. 10 Gold abbandonerà quindi la frequenza di 1008 kHz e resterà sul cavo e sul satellite, ma con una ventina di dipendenti in meno e un format probabilmente diverso (anche perché secondo la stessa fonte resteranno solo due dei precedenti DJ). I 1008 dovrebbero essere spenti, anche perché gli olandesi stanno per mettere la parola fine sulle onde medie analogiche e una riattivazione di 1008 in DRM non sembra una ipotesi realistica, un po' perché i potenziali acquirenti non ci sono, un po' perché una trasmissione digitale su una frequenza e con una potenza del genere andrebbe negoziata con le frequenze e le nazioni vicine.
La data di spegnimento sarebbe stata fissata per aprile, non si sa bene quando. Pochi giorni dopo l'annuncio di Medianetwork, un sito Web olandese annunciava l'altrettanto imminente apertura di una "Radio 1008" dando la stura a illazioni su un possibile passaggio di mano tra emittenti vecchie e nuove. Ma a parte il fatto che la data di apertura di 1008 (il primo di aprile) ha fatto subito pensare a un pesce, sembra proprio che si tratti semplicemente di una nuova Web radio intenzionata solo a sfruttare la leva pubblicitaria della chiusura, pare definitiva, di una stazione popolare in Olanda, Germania e Inghilterra.
Cattive notizie, quindi? Beh la chiusura di una stazione radio è sempre triste, ma come DXer non posso neppure dimenticare i bei tempi in cui su 1008 il canale pubblico olandese NOS spegneva puntualmente a mezzanotte, togliendo così il tappo a un possibile canale transatlantico. Negli anni ottanta era forte l'emozione di WINS New York che poteva arrivare anche alle 23. Poi se non ricordo male su 1008 c'erano anche le Canarie... Insomma 10 Gold è una stazione piacevole, ma io da convinto assertore delle onde medie analogiche, non capisco perché un canale musicale tematico debba per forza occupare una frequenza con una potenza simile (400 kW di giorno, 200 di notte, uno sproposito). Tant'è vero che la raccolta pubblicitaria si è rivelata insufficiente, non tanto per mancanza di ascoltatori, ma per lo scarso valore che essi hanno agli occhi degli inserzionisti (è triste ma è così, se scegli di percorrere il modello del contenuto finanziato dalla pubblicità queste sono le regole).
In un modo o nell'altro bisogna capire che le onde medie sono un mezzo del passato, quasi completamente dimenticato da un pubblico troppo abituato all'FM. Introdurre il DRM senza cambiare nulla della programmazione è una mossa discutibile. A mio modesto modo di vedere le onde medie oggi possono funzionare ancora, per offrire copertura nazionale a programmi finanziati coi soldi pubblici oppure per diffondere contenuti più o meno propagandistici verso nazioni vicine, negli orari serali, sfruttando la buona propagazione dopo il tramonto. Ammetto che per questi due scopi il DRM forse funzionerebbe anche meglio dell'analogico. La seconda alternativa può a mio parere essere rappresentata da forme di emittenza locali o comunitaria, con radio generaliste o informative finanziate dalla pubblicità, oppure stazioni più specializzate (etniche, giornalistiche), tutte no profit e finanziate da contributi pubblici, su modello francese; oppure ancora alla microemittenza privata o legata a particolari istituzioni (scuole, università, stadi e campi sportivi, ospedali, caserme, ma anche centri commerciali, campus aziendali, organi della pubblica amministrazione) che possono destinare piccoli budget per la trasmissione limitata e a bassa potenza di contenuti molto specifici.
Per emittenti commerciali e tematiche come Radio 10 Gold francamente non vedo spazio su una banda come le onde medie, non se l'idea è quella di raggiungere un pubblico magari vasto ma con un profilo molto poco spendibile sul mercato pubblicitario. Non è più così, non ha senso impegnare tutti quei kiloWatt (che costano e inquinano pazzescamente) per diffondere le canzoni dei Doors: per questo tipo di programmazione l'industria del disco o dell'MP3 via Internet sono diventate assai più adatte. Probabilmente un canale del genere non reggerebbe neppure se trasferito su un network dell'FM. Se si vuole ancora sfruttare la grande capacità di copertura delle onde medie (e lo si può fare), bisogna trasmettere altre cose. Altrimenti si convertono questi miseri mille kiloHertz di spettro (mille kiloHertz quando ormai gli spettri significativi occupano 20, 30 e più megaHertz) in una piattaforma riservata a contenuti e tipi di stazione completamente diversi. Lo si può fare in digitale? Probabilmente sì ma forse non deve essere obbligatorio. Si può per esempio decidere di riservare un certo numero di canali ai servizi a copertura estesa, anche in digitale, adibendo un'altra sottoarea delle onde medie a un uso promiscuo, analogico o digitale ma sempre con stazioni a bassa o bassissima potenza. Mi sbaglierò ma mi sembra un modello più sostenibile.

Accesso condizionale per HD Radio?

Radio World rivela che Ibiquity sta lavorando da un anno con NDS - nota per i suoi sistemi di cifratura della tv a pagamento - alla realizzazione di un sistema di conditional access per HD Radio. Lo standard di radio digitale potrebbe dunque apprestarsi a supportare contenuti a pagamento o rivolti a gruppi chiusi di utenti (l’articolo fa riferimento ai reading services, cioè ai servizi di lettura dei testi oggi trasmessi ai non vedenti utilizzando le portanti sussidiaria, il cosiddetto sistema SCA, delle stazioni FM).
La questione pone scenari abbastanza inquietanti, perché finora HD Radio veniva venduta come una alternativa free alla radio satellitare digitale. In questa veste HD Radio ha venduto poche migliaia di apparecchi. Davvero è pensabile un mercato di programmi a pagamento diffuso da stazioni a carattere eminentemente locale? E la FCC che cosa direbbe? si chiede Radio World. Trattandosi di un sistema ibrido, l’accesso condizionale verrebbe imposto solo sui contenuti supplementari trasmessi in digitale accanto alla portante analogica gratuita, che rimarrà ascoltabile con un normale ricevitore. Molti paventano che il sistema DRM, che diffonde solo flussi digitali, punti a uno scenario di radio "pay for play". Che brutte nubi si intravvedono all'orizzonte.

Is Pay-for-Play HD Content on Horizon?
Conditional Access Is Tested; Reading Services Said to Benefit

by Leslie Stimson, 3.28.2007

For more than a year, Ibiquity officials have been working with NDS, a technology contractor, to develop a conditional access feature for HD Radio. With field testing underway at a Florida public station, some proponents hope conditional access is the next big feature for HD Radio and think receivers that can handle the capability may be available by the end of the year. Much must happen to make that a reality. With conditional access, the ability to hear or see certain content on a digital signal is limited to consumers who have the appropriately “unlocked” receivers. The technology is envisioned as a new use for stations’ multicast channels, not their main digital channels, supporters say. Several companies involved in testing the concept were part of the project that helped push multicasting to market. Numerous uses for conditional access have been cited. Stations could sell one-time paid access to audio events or provide upgraded audio quality for existing radio reading services for the visually impaired. Stations could offer spectrum to benefit emergency communications by first responders. They could sell software updates to car navigation companies or establish channels where parents could better control access to content. Access to reading services would still be free to listeners who qualify, backers say. But whether regulators should allow commercial stations to charge for other content carried within their spectrum has not been widely debated and the question could be contentious. Proponents said they’ve discussed whether the FCC would need to approve the use of a multicast channel that involves charging the listener, but don’t agree on whether it would be controversial.

Secure content

Several years ago, the International Association of Audio Information Services approached Ibiquity about ways to incorporate radio reading services onto the IBOC platform. Ibiquity in fact had been considering such a use and built the necessary “hooks” into its technology, several proponents said. Radio World reported last summer that Ibiquity had contracted with NDS to develop conditional access capability for HD Radio. This is NDS’ first foray into radio. The company specializes in secure content technology “any time, anywhere, for any device,” according to its Web site. Based in the United Kingdom, it developed conditional access technology for cable and satellite TV and has been deploying such systems since 1987; its clients have roughly 70 million subscribers. DirecTV in the United States and subscription television service BSkyB in the United Kingdom are notable customers, according to NDS Director of Data Applications Delivery Tom Rucktenwald. While NDS and Ibiquity officials have been talking for roughly two years, they said development of a conditional access feature for HD Radio has been a priority for the last 12 months. NDS will offer its system for purchase at the NAB2007 convention. The conditional access technology for HD Radio is considered NDS intellectual property, Rucktenwald said. It will provide enabling technology for the Importer to Ibiquity and equipment manufacturers for free, he said; that will be included in the next Importer release. “We have agreements from NDS to make the technology available in perpetuity at fair, reasonable costs,” said D’Angelo. “We don’t own their IP. The agreement allows us to commercialize their technology as needed to support this service.” The companies declined to estimate how much the technology would cost a typical station to implement. Product pricing had not been announced in early March. As part of the development/commercialization process, Harris and Broadcast Electronics plan separate field tests of the technology (see story, page 10). Harris tests were planned to begin in March and continue through part of May; BE’s were to begin after NAB2007. NDS and Ibiquity said they are prepared to support any partners interested in similar tests and that software would be made available to them. Licensed vendors of Ibiquity transmission hardware include Nautel, Continental, Continental Lensa and R.V.R. Elettronica. The technology can be used with HD Radio worldwide, said Ibiquity Vice President of Advanced Services Joe D’Angelo.

What it is

Conditional access requires scrambling and descrambling a broadcast signal, then informing the receiver that it is capable of getting the programming. “If I’m not entitled, I don’t get the programming, because it’s scrambled and my box is looking at it and saying, ‘How am I going to figure this out?’” said Rucktenwald. One or more multicast channels can be scrambled, or “decrypted.” Stations that wish to use conditional access typically would need two pieces of NDS hardware to support the software, mating units called the Initiator and Protector. The Initiator is something of an administrative control unit; the Protector scrambles the signal, Rucktenwald said. Both are installed ahead of the Importer in the air chain of a station with an HD Radio Importer of second generation or later. The Importer would require a software upgrade to accommodate conditional access. Each station involved needs a Protector to scramble the signal. A standalone station would have one Protector and one Initiator. A group owner might choose to place an Initiator at headquarters, controlling Protectors at each station, although it also could opt to install both units at all stations and use another device to control them, Rucktenwald said. He declined to provide further details prior to the NAB convention.

Radio is harder than TV

Designing conditional access technology for radio was challenging, D’Angelo said, because radio is a “distributed environment.” In pay television, usually one service provider has nationwide reach and can control all aspects of authorizing receivers. Satellite radio companies also use such a system, though they contract it to third parties. In terrestrial radio, the conditional access system would need to serve radio groups, standalone stations and program syndicators. “This is why we’re doing we’re doing these pilots. We want to get it in the field and make sure all the backend systems hang together and that the transmission performs as expected,” said D’Angelo. They also want to make sure the entitlements are delivered in a reasonable amount of time. How stations would “permission” receivers and who would be involved in that process are among details to be worked out if conditional access flourishes. The mechanics, however, are in place. To present content to the user, a receiver would be “entitled” or “permissioned” via its electronic serial number to de-scramble the signal. Satellite radio receivers work in much the same way. The NDS system incorporates this function. “With a PC networked to the NDS box, you will be able to turn the receivers on and off,” said Hal Kneller, senior manager of public radio initiatives for Harris. Using a personal computer loaded with NDS software, a station can turn its conditional access capability on and off over an Internet browser window, Kneller said.

Possible uses

Proponents have bandied about potential uses for conditional access. Most often mentioned is the migration of radio reading services from FM subcarriers onto digital multicast channels. Presumably proponents will pitch the public service aspects of conditional access to the FCC when the concept is discussed with the agency. The conditional access technology would enable reading services to maintain a copyright exemption for material volunteers read over the air because only qualified visually impaired or hard-of-hearing people could gain access to the programming. Equally important, with conditional access, reading service users could listen on next-generation HD Radios instead of the specialized SCA-capable units they use now. Current HD Radios could not be retrofitted for this purpose, D’Angelo said. In order to allow receiver makers to add conditional access to radios in the future, Ibiquity needs to add a security chip into its reference design. The chip is being finalized. “We will have a reference module that has hardware designed into it,” said D’Angelo. “We will make that available to receiver partners.” A number of receiver makers have expressed interest in making the new radios, he said. “In the future, we will work with our chip partners to remove the need for that external chip, and just make this standard functionality on all HD-R chips.” D’Angelo said the difference in cost would be nominal and he doesn’t believe it would affect the retail price. Sources said if chipmakers balk at the additional cost, receiver manufacturers might hold off until there’s strong demand for the feature.

The back story

Reading services long have sought less expensive, more efficient ways of reaching their users. By being included in the IBOC platform, they would no longer have to buy and deliver specialized SCA receivers. “To Ibiquity’s credit they put everyone together to see how quickly they could do something” when reading services asked for this functionality, said Mike Starling, NPR chief technology officer and executive director of NPR Labs. “Reading services serve about 1 million handicapped users.” Starling was honored by IAAIS in 2004 in part for representing its cause to regulatory bodies and ensuring the inclusion of reading services in digital radio services. He mentioned another possible use of conditional access: Commercial stations could develop a “safe harbor” from indecency. “I think pay channels are farther down the road. I think what would really happen is stations would be able to restrict channels that have content inappropriate to kids … like a channel blocker,” implying that racy content could be moved to a multicast channel with appropriate channel-blocking capability. Or, Starling said, a noncom station could create a “pledge-free” channel whereby a generous noncom donor could access programming without listening to underwriting pitches at pledge time. Tom Dollenmayer is station manager for radio and TV at WUSF Public Broadcasting in Tampa, the site of the first field tests. He noted the “pledge-free” concept and said executives at his station are discussing how to program a conditional access multicast channel the other 50 weeks of the year. Another use, according to D’Angelo of Ibiquity: upgrading certain operational or consumer electronics systems for a fleet of cars. He cited the example of a navigation system. Currently, when maps for many navigation systems change, it takes about 18 months to complete the updates and distribute them on DVDs at auto dealerships. That process could be simplified and faster using HD-R to transmit data directly to the permissible radios in the dash, D’Angelo said. Yet another possibility involves first responders. “During an emergency, you may want to take over part of a multicast service and broadcast information only to first responders. This is something we think is infinitely doable.” At least one source said the technology could bring Howard Stern back to terrestrial radio, because stations could create two versions of the same content, a “smutty Howard” channel and a “clean Howard” channel. Broadcasters would have flexibility in how they use the feature; a given channel could carry programming that is conditionally accessible at some times and free to air at others, Rucktenwald said.

Will FCC question it?

Beyond reading services, how might stations use conditional access without crossing regulators? Early opinions were mixed on this question. Several sources pointed to the precedent of terrestrial TV stations offering pay services on some of their multiple digital channels. Others feel the issue does raise policy questions, given the high value of spectrum. “The question is how do you tax that,” one source said. Ibiquity Senior Vice President/General Counsel Al Shuldiner said the company hasn’t discussed the concept with the commission because the technology is still under development but that it has regular discussions with FCC staff. “I’m sure when conditional access becomes available, we’ll be available to come up with the right solutions. I’m not sure what concerns they’ll have … (however) we’ll be ready to help work through that with them.” D’Angelo said the companies hope to complete field studies and have software and hardware available for transmission and receiver makers by August. If that timeframe holds, by the end of the year stations could be using conditional access, and receivers would be available. Yet to be undetermined was whether Ibiquity would charge for the necessary Importer software upgrades.

29 marzo 2007

Digitale, soluzione o problema dei broadcaster?

Di nuovo una telefonata di Massimo Caracciolo, il tecnico dei test FMeXtra per Rete Otto. Secondo il mio interlocutore il management della stazione, controllata da Evoluzione FM, avrebbe deciso di adottare in forma definitiva la tecnologia digitale, estendendola anche alle frequenze di Chic FM. Caracciolo aggiunge che l'emittente intende promuovere la vendita di ricevitori FMeXtra con opportuni accordi commerciali e con iniziative che potrebbero comportare, per esempio, la trasmissione di programmi non interrotti dalla pubblicità (un costo che la stazione si accollerebbe per invogliare gli ascoltatori a investire in una radio digitale). «Siamo orgogliosi di aver esplorato una opportunità come questa, Rete Otto era anche stata la prima radio italiana via satellite,» sottolinea Caracciolo. Il quale dice di essere convinto del forte impatto che questa tecnologia in band avrà nel panorama delle stazioni locali e regionali in Italia, malgrado le prime perplessità (anche normative) relative all'occupazione dello spettro e alle interferenze verso le stazioni adiacenti, discusse in questi giorni su Radiopassioni e Newsline.
Secondo Caracciole le prove dimostrano che le interferenze sono minime e che riguardano piuttosto l'impatto delle frequenze vicine sulla componente digitale di FMeXtra, che non può più essere "agganciata" e decodificata. Insomma, un problema più per chi riceve Rete Otto che non le stazioni vicine. Ma in uno spettro affollato come il nostro non è facile prevedere l'impatto di una tecnologia come questa se i livelli di adozione saranno davvero massicci. Non voglio neanche pensare ai possibili effetti sull'ascolto di stazioni FM lontane, reso già piuttosto complicato dalla mancanza di spazi liberi in cui dare la caccia ai deboli segnali della propagazione tropo e alle oscillanti aperture in E sporadico.
Ipotizzando però che l'effetto grancassa funzioni e che altre emittenti finsicano per seguire l'esempio di Rete Otto, c'è da chiedersi come gli ascoltatori reagiranno alla nuova offerta. E qui l'unica lezione da seguire viene dagli Stati Uniti con HD Radio. A giudicare da quello che dicono i DXer americani - per la verità gli unici a conoscere davvero l'argomento - e i pochi articoli di giornale che essi riportano, il digitale IBOC made by Ibiquity (i nemici ovviamente la chiamano Iniquity) è una tecnologia clandestina. Il consorzio HD Radio punta a una vendita di un milione di apparecchi riceventi entro il 2007, ma la cifra, obiettivamente, è inverosimile. Su 4-5mila stazioni AM meno del 5% avrebbe adottato il sistema e su una cifra almeno doppia di stazioni FM l'adozione non sarebbe molto diversa. Il Washington Times riporta una stima che parla di 1.200 stazioni attive su 15.000. Dal punto di vista della promozione, nessuno per il momento sembra davvero interessato a spargere il verbo della radio digitale. Le stazioni stesse fanno solo qualche annuncio. C'è anche il dubbio che l'industria radiofonica USA non abbia proprio capito quali siano i vantaggi della radio digitale. Pensare di far leva solo sulla qualità del segnale è assurdo. La maggior parte degli ascoltatori è perfettamente contenta con l'FM e se non la riceve bene cambia stazione (dubito fortemente che in questo senso il bacino di ascolto di IBOC sia significativamente più esteso di quello analogico). L'unica cosa che potrebbe attirare il pubblico verso la nuova modalità è una programmazione diversa: leggetevi a questo proposito le slide della presentazione di Albino Pedroia ieri al convegno Radio senza antenna. Non si esce da questa equazione: la radio digitale deve far leva su cose nuove, altrimenti l'unica speranza è una legge che imponga lo spegnimento dell'analogico (ma agli attuali prezzi dei ricevitori digitali la cosa non è ammissibile). Il problema è che le voci che giungono dagli Stati Uniti non sembrano dare per il momento troppa credibilità al modello del multicasting. I contenuti alternativi trasmessi negli stream o nelle sottoportanti digitali interessano poco e non è detto che una buona campagna pubblicitaria basti a smuovere la curiosità di ascoltatori, soprattutto giovani, abituati ai livelli di scelta e personalizzazione della musica MP3. Le radio americane, già tematiche, hanno creato uno stile di ascolto già molto diversificato: ha davvero senso moltiplicare per due o addirittura per tre un'offerta così ricca?
In Italia le condizioni al contorno cambiano parecchio perchè abbiamo il problema opposto: tutte le stazioni sono praticamente uguali e la corsa alla networkizzazione delle stazioni locali non fa che peggiorare il quadro. Mettere nelle mani delle emittenti più piccole uno strumento in grado forse di dare spazio a nuovi contenuti, tematici o a carattere locale, potrebbe rivelarsi un'arma vincente. Peccato che FMeXtra, per quanto meno esigente di HD Radio in fatto di banda, è pur sempre un sistema delicato e fragile. Specie in uno spettro assolutamente fuori controllo come il nostro, è facile questa volta prevedere le possibili reazioni delle radio più potenti (o con più frequenze a disposizione).
Come ulteriore spunto di riflessione ecco il parere di David Deans dal suo blog Digital Lifescapes e un recente articolo del Washington Times sulla "invisibilità" di HD Radio.

HD Radio Can't Solve Broadcaster Problems

http://dhdeans.blogspot.com/2007/03/hd-radio-cant-solve-broadcaster.html

Wal-Mart Stores recently announced that it will sell receivers that support HD Radio programming. HD radio is a technology that delivers digital audio quality, advanced data services, and more content choices to terrestrial radio listeners.
The car radio receiver will be JVC-branded and will be priced at $190, according to In-Stat. HD Radio programming is free once the consumer has purchased the receiver, which can be an attractive selling point to the price-sensitive Wal-Mart consumer.
The giant retailer's support of HD Radio is an important step in the radio industry's conversion to digital. More and more consumers are ignoring terrestrial analog radio in favor of digital satellite radio and portable MP3 players. However, the number of HD Radio receivers sold to date has been very low.
Consequently, broadcasters are hoping that HD Radio will revitalize terrestrial radio listenership. Wal-Mart's agreement to free up shelf space for HD Radio receivers will allow HD Radio supporters to expand the technology's reach and to further drive consumer awareness.
Another key driver behind the promotion of HD Radio is the HD Digital Radio Alliance. Major media companies, including Clear Channel and Infinity Broadcasting, formed this alliance in 2006 with the intent to accelerate consumer awareness and HD Radio technology adoption.
The group is allotting $250 million in 2007 in support of HD Radio, a portion of which will fund a series of 15 and 30-second radio spots advertising Wal-Mart's roll-out of HD Radio receivers in 2,000 of its 3,500 stores.
Regardless, I believe that the problems that broadcasters face with terrestrial radio can't be solved with HD Radio technology alone -- because the core challenges are related to poor content programing and excessive commercial advertising. Public radio is the sector's primary bright spot. That said, I question if there are enough public stations in most markets to justify the investment in a HD Radio receiver.
In-Stat's latest primary research on the Digital Radio market suggests that there has been a notable increase in U.S. consumer awareness of HD Radio in the past 12 months. However, actual ownership of receivers that support HD Radio programming amounted to less than 1 percent of respondents in their survey. Meaning, improved awareness has had little impact on consistently low interest.
In contrast, 20 percent of respondents own a receiver that supports satellite radio. So, despite the Alliance's $250 million campaign, and Wal-Mart's announcement to sell HD Radio receivers, In-Stat expects satellite radio receiver shipments to out-pace HD Radio receiver shipments over the next five years.

HD Radio going unheard

By Kara Rowland
March 21, 2007
http://www.washingtontimes.com/business/20070320-092805-8203r.htm

There are 30 HD Radio channels in the Washington area, but it's not clear if D.C. radio listeners know they exist. In fact, according to at least one local station's technology director, many listeners don't even know what HD Radio is. "Not enough people have heard the good word" when it comes to the growing digital service, said Richard Cassidy, director of information technology and new media at public radio outlet WAMU-FM (88.5). In a nutshell: A station broadcasting in HD sends out a digital signal (along with its traditional AM/FM analog signal), which is then decoded by an HD Radio receiver. It enables broadcasters to offer multiple channels using the same amount of radio spectrum by compressing the signals digitally and improves sound quality because HD receivers can filter out typical distortions that occur when the signal encounters a tall building or a large hill.
The service is free. Listeners don't pay a subscription, but they must buy a special HD Radio receiver to hear HD channels. Receivers vary in cost from $190 at Wal-Mart to $1,500 from a high-end retailer. In the D.C. area, 20 over-the-air stations have HD channels, according to HD Radio Alliance, a group of major broadcasters and independent station owners. Usually, the first channel is a digital version of the traditional analog signal, while a second or third channel features a new offering or genre. WAMU is currently the only local station with three HD channels. "We wanted to better serve our audience and one channel wasn't enough," Mr. Cassidy explained. "We took a look at some of the formats we felt were under-served in the market."
The American University station started broadcasting a digital version of its analog signal a couple of years ago. Last fall, it rolled out its second and third HD channels: a D.C. broadcast of Towson University's Adult Album Alternative station, WTMD-FM; and an all-bluegrass channel. For those still mourning the passing of oldies in the D.C. area former oldies station WBIG-FM (100.3) flipped to classic rock nearly one year ago there's a 50s and 60s hits HD channel. There's a channel devoted to ballads and love songs and, according to the HD Radio Alliance, channels devoted to female talk and unsigned bands are in the works. But there's still the challenge of getting the word out about HD, Mr. Cassidy said. Although WAMU runs consistent on-air reminders about its HD channels, he estimates its HD listeners to be somewhere "in the hundreds."
"So we're just hoping through good programming and getting the word out, people may be tempted to give it a try," he said, citing as a significant step the recent decision by BMW to be the first automaker to offer factory-installed HD Radio as an option throughout its entire product line.
Nationwide figures on HD Radio listeners are hard to come by because there is no subscription and radio ratings firm Arbitron does not yet measure HD listening. However, an HD Radio Alliance spokesman said the group expects to sell more than 1 million receivers this year. As of last month, 1,204 out of about 15,000 AM and FM stations were broadcasting in HD, covering 176 markets, according to the Alliance. When it comes to the inevitable comparison of HD Radio with satellite services, longtime radio engineer Mr. Cassidy said the sound quality depends on how many channels are squeezed into the same band of spectrum.

28 marzo 2007

Radio senza antenna, convegno senza coda

Alla fine è stato un convegno a un po' a metà. Il coordinatore di Radio senza antenna, Tiziano Bonini - autore di un magnifico saggio, "La radio nella rete - Storia, estetica, usi sociali" per Costa & Nolan - ha cercato di guidare i relatori del convegno organizzato oggi al Museo della Scienza di Milano nel quadro della mostra 30 Anni di libertà di antenna lungo il binario della convergenza tra radio via etere e radio via Internet e sulle implicazioni per l'una e per l'altra. C'erano tutte le premesse per una discussione estremamente interessante e devo ammettere che i primi interventi sono stati tutti molto stimolanti. Poi questa discussione si è incartata su due interventi fuori contesto, uno dei quali, da un oscuro rappresentante del ministero delle Comunicazioni (a sentirlo sembrava piuttosto un solerte burocrate di un protosovietico ministero della Censura) che hanno spento la buona atmosfera creatasi fino a quel momento. La tavola rotonda si è stancamente prolungata per un'oretta, togliendo acqua al fresco entusiasmo di Tiziana Cavallo e Carola Haupt, delle Web radio Fuori Aula Network e Radio Papesse. Il loro intervento, inframmezzato da un altro soporifero esponente della politica (due presenze al tavolo, due clamorose conferme della siderale distanza tra il Paese e i suoi presunti "rappresentanti", che pena), è caduto nell'educato ma evidente disinteresse di chi ha voluto restare fino in fondo. E il consesso si è tristemente sciolto senza un minimo di botta e risposta tra chi qualcosa da dire l'aveva.
Un peccato perché Massimo Temporelli, Albino Pedroia, Silvain Gire e Stefano Mainetti avevano tenuto ben viva l'attenzione con argute coincidenze storiche (prima di trasformarsi in URI nel 1924 la "radio" italiana si chiamava Araldo Telefonico e viaggiava sul filo, come le Web radio di oggi, ha spiegato Temporelli, curatore della sezione Comunicazioni al Museo) e convincenti approfondimenti sulle opzioni digitali per la radio e sugli insegnamenti che vengono dal Web 2.0. In particolare Pedroia, che saluto ancora e ringrazio per le belle parole avute per Radiopassioni, ha ribadito le sue teorie sull'imperativo digitale per una radio che rischia, senza un rinnovamento tecnico, di smarrire la fiducia dei suoi ascoltatori più giovani. Il consulente locarnese, da anni residente in Francia e docente della Sorbona, non fa mistero della sua propensione a sposare standard non "in band" come il DMB, posizione che come sapete condivido in pieno (mantenendo, a differenza di Albino, un atteggiamento più cauto rispetto all'opportunità e soprattutto all'urgenza del passaggio o dell'affiancamento di modulazioni digitali). Mainetti ha sottolineato che forse non è il caso di andare a cercare fuori da Internet la piattaforma digitale per la radio. E Gire ha illustrato anche con qualche esempio sonoro il sito di Arte Radio, Web radio del noto canale satellitare culturale europeo. Arrivati a quel punto, mi sarei aspettato una conclusione brillante sul podcasting, magari con l'aiuto di esperti del calibro di Antonio Pavolini o il contributo di "conduttori"-podcaster giovanissimi come l'amico Nick Lupone (dopo KF Radio la sua nuova iniziativa si chiama Radiografia).
Invece, tutto si è arenato con una inconcludente "analisi di mercato" all'aria fritta e un episcopal-ministeriale rimando alla necessità di "controlli alla fonte" come unica misura per tutelare i minori dalla pornografia diffusa via Web. A dir poco grottesco, e lo dico come cittadino di uno stato democratico ancor prima che giornalista e appassionato di radio.
Dopo questa conclusione un po' moscia, i convenuti hanno percorso i cartelloni della mostra sui 30 anni di libertà d'antenna, guidati da Roberto Mugavero di Minerva Eventi, ideatore della mostra. Mi ha fatto piacere trascorrere il pomeriggio con Dario Monferini, che ha messo a disposizione la sua sterminata collezione di adesivi per la realizzazione di alcuni di questi nostalgici cartelloni. Saluto lui e Riccardo Esposito, giovane studioso di Scienze della comunicazione e curatore di un sito sulla storia delle tv locali, con cui abbiamo condiviso qualche senile ricordo di fatti e personaggi.
Come sempre ho caricato una registrazione audio (questa volta un po' precaria, l'ambiente rimbombava parecchio) per chi fosse interessato. Confido che Albino mi invii le sue slide per una futura pubblicazione.

27 marzo 2007

Kol Polonia

Mesi fa c'erano state molte polemiche interne in Polonia a causa di alcune dichiarazioni dei responsabili della programmazione per l'estero della radio statale. Allora Jerzy Targalski aveva detto, a proposito della chiusura delle trasmissioni in esperanto (poi conservate ma trasferite dalle onde corte a Internet) che se proprio la comunità internazionale aveva a cuore la lingua artificiale di Zamenhof (ebreo polacco) avrebbe dovuto chiedere a Israele di produrre i programmi. In Polonia, dove purtroppo sappiamo come sono andate a finire le cose per gli ebrei, l'amministrazione è da tempo attraversata da discussioni sui rapporti con l'ebraismo e con lo stato di Israele (nel cui governo la presenza di deputati di origine polacca non è trascurabile). Nel paese è in corso da tempo una riscoperta di certe radici, la comunità israelita locale cerca di riallacciare i fili e le relazioni internazionali e culturali sono molto buone. Ma ci sono anche le perplessità sulle posizioni del cattolicesimo polacco, in particolare quello integralista di Radio Maryja, i cui prelati hanno molta influenza sul governo.
Alla fine ci deve essere stato qualche ripensamento perché Radio Polonia ha deciso di attivarsi per produrre mezz'ora di programma quotidiano in yvrit, in ebraico, la cui prima trasmissione è stata irradiata domenica 25 a quanto sembra da un relay in Germania (ironia della storia) su 9.695 kHz alle 18 UTC. Stavolta Targalski, intervistato dall'emittente nel breve articolo che riporto dal sito della stazione (grazie della segnalazione a DXLD), ha usato toni molto diversi, riferendosi alla millenaria storia della comunità ebraica polacca. L'indirizzo della pagina Web della redazione è il seguente. A titolo di curiosità, questo link porta alla notizia dell'avvio dei programmi apparsa un mese fa sul portale della comunità ebraica polacca.

The Hebrew Section of Polish Radio External Service has finally started broadcasting its half an hour daily transmission.
Joanna Najfeld reports 26.03.2007

The program of the Hebrew section of Polish Radio External Service, inaugurated on Sunday, March 25th, at 18:00 hours UTC, consists of a news from Poland bulletin and magazines on Polish-Jewish relations, as well as life, traditions and culture of the Jewish community in Poland.
So far, Polish Radio External Service has been broadcasting in Polish, English, German, Russian, Belarussian and Ukrainian. An additional Esperanto service has been operating online. We asked Deputy Chairman of Polish Radio, Jerzy Targalski, why it is that Polish Radio decided to set up a Hebrew section and not an Italian, French, or Spanish one.
'Because we have one thousand years of common history with Jews. The other reason is international. Poland and Israel are the best friends and partners of the United States. We are in the first line of the war against Muslim fundamentalism and radicalism.'
Deputy head of Polish Radio External Service Adam Burakowski was happy to see the Hebrew transmissions finally kick off:
'This is a common project of Polish Radio, Polish Ministry of Foreign Affairs and the Jewish community in Poland. We are very proud that we broadcast in Hebrew and we hope that these programs will help contribute to improving Polish - Israeli relations.'
Michael Hermon, the new head of the Polish Radio External Service Hebrew Section, sees his work as an occasion to popularize Polish-Jewish issue worldwide:
'When I heard about this project, I thought that this is a great opportunity to give more information to our listeners in Israel about Jewish communities, about Poland, to let them know that there are people who are very much interested in the Jewish culture.'
Miriam Gonczarska, one of the journalists at the Hebrew section, says the program will be rich in content and form:
'The program itself is half and hour a day. It's enough time to give basic news from Poland and the European Union, maybe even from Russia, because there are a lot of Russian Jews in Israel. There will also be economy, as there are a lot of investments of Israeli capital in Poland and also very close economical relations between Poland and Israel. Also information, interviews, talks with different people who are connected to the Jewish culture in Poland, people who are very important to Polish public. We are going to have information about Jewish communities in Poland. And we're also going to have five minutes of a commentary of how the current text of the Torah is related somehow to Polish - Jewish life.'
The Hebrew Section hopes to reach out to a wide array of listeners, adds journalist Miriam Gonczarska:
'I think we want to show Poland, things Jewish in Poland, Polish - Israeli relations. Also, remember that there are huge amounts of people who are not Israeli but who do speak Hebrew, we are also open to them.'
And the audience is invited to take an active part in the shaping of the Hebrew broadcasts:
'We very much hope that the audience itself, the listeners, will help us to figure out what they really want. They're going to call us, hopefully, and contact us and we are very open. We really want to listen to what they have to say and they will ask us questions and maybe argue with what we said. And then that will make it clear to us, in which direction to go with the next programs.'
Polish Radio External Service Hebrew Section broadcasts everyday at 18:00 hours in the shortwave spectrum on 9695kHz with repeats on satellite the following day.
If you are fluent in Hebrew and would like to try your hand at journalism, the Hebrew section is open to cooperation. For more information, please contact Polish Radio.
(http://www.polskieradio.pl/zagranica/dokument.aspx?iid=50205)


Radio senza antenna

Il 21 marzo, il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano ha inaugurato - in collaborazione con Radio 105 e documenti forniti da Istituo Luce e Teche RAI - una sezione dedicata al broadcasting radiofonico in Italia. Sull'evento di apertura di questo nuovo spazio dell'amata istituzione di via San Vittore (in cui sono raccolti cimeli che già facevano parte della raccolta della sezione Telecomunicazioni accanto a nuovi reperti), ha già scritto tutto, su Avvenire e sul suo blog Radio & Communication Report, Giampiero Bernardini.
Qui volevo ricordare che il 28 marzo si terrà un altro incontro, questa volta nella cornice della mostra sui trent'anni della radiofonia privata, presso lo stesso Museo della Scienza. Ed è un incontro suggestivo perché sotto l'insegna della "Radio senza antenna" si parlerà della radio nell'era delle riproducibilità digitale. Organizzata con la collaborazione del Corecom della Lombardia, il convegno inizia alle 15.30 di mercoledì 28 e vedrà la partecipazione dei seguenti esperti, comunicatori e operatori:

Saluto iniziale:
  • Fiorenzo Galli - Direttore Generale Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia
  • Tiziano Mariani - componente Corecom Lombardia
Introduce Tiziano Bonini - Università IULM

Interventi:
  • Silvain Gire - ARTE Radio (Parigi),
  • Carola Haupt - Radio Papesse Museo Le Papesse (Siena),
  • Stefano Mainetti - Politecnico di Milano
  • Mario Mazzoleni - Università di Brescia
  • Costante Portatadino - radioformigoni.it
  • Albino Pedroia - Università la Sorbona Parigi
  • Gennaro Scarpato - Ministero Comunicazioni – Lombardia
  • Tiziana Cavallo – Università di Verona
Sul sito del Corecom, oltre a una presentazione di Radio FM 1976-2006 30 anni di libertà d'antenna, si può prelevare il programma del convegno di domani. Che segue quello organizzato il 14 marzo scorso, dedicato all'influenza del linguaggio radiofonico commerciale sul modo di parlare degli italiani.

26 marzo 2007

Si parla (seriamente) di radio digitale

Sono - mi scrive Antonio Tamiozzo - un fedele lettore della "rubrica" Radiopassioni e il fenomeno del momento, FMeXtra, mi sta oltre che incuriosendo, anche dando qualche barlume di concreta speranza di digitalizzazione "reale" del mondo radiofonico.
Non commento assolutamente i contenuti, ma la tecnica digitale si rende necessaria oramai. L'ascolto per esempio di Radio3 Rai se non è digitale con ata qualità, per me non può essere tale.
A questo riguardo vorrei sottoporti la mia e-mail (sarà una delle tante per te) che però non ha ancora trovato spazio ad una risposta: quale effettiva qualità del segnale FMeXtra potrebbe prospettarsi nel panorama FM italiano? Quale reale bitrate?
Segue la mia e-mail, spero nel tuo blog possa esserci spazio per ulteriori verifiche oggettive del sistema FM Extra e anche spazio per notizie di ricevitori consumer.


Antonio si inserisce così in un approfondito dibattito che Newsline - la testata telematica specializzata che ha per prima riportato la notizia delle sperimentazioni FMeXtra da parte di Rete Otto di Varese - sta ospitando sulle sue pagine. Una discussione anche tecnica nata da un commento di un ingegnere, Ermanno Papale (potete leggere tutto su Newsline a partire dal primo intervento fino ai contributi che i colleghi hanno avuto l'amabilità di chiedermi). Papale avanzava qualche dubbio sull'occupazione di spettro degli stream digitali FMeXtra e sulle possibili interferenze sui canali adiacenti. Dubbi più che leciti alla luce della normativa ETSI che in Europa regolamenta le trasmissioni FM.
Continuerò a occuparmi del digitale qui su RP, ma invito tutti a seguire questa specifica discussione direttamente su Newsline. La questione dei bitrate sollevata da Antonio è fondamentale ma non è l'unico parametro significativo. Dipende anche dalla velocità di campionamento e dalla qualità degli algoritmi di compressione utilizzati alla fonte. Per quanto concerne la "capacità" di una modulazione digitale si parla anche di quantità di bit per ogni singolo hertz occupato. La radio digitale, lo ripeto, non è e non deve essere una semplice risposta "qualitativa". Il compact disc ha rilanciato su un piano qualitativo, tutto digitale, il problema della fraigilità del supporto fisico dei dischi in vinile. Per offrire una reale alternativa alla qualità analogica, il CD ha dato una risposta basata su un oversampling digitale molto spinto e sull'assenza di compressione. La radio digitale, soprattutto quando va a occupare lo spettro delle onde medie (9 kHz per canale), non può fare a meno di comprimere. E qui le cose cominciano a complicarsi perché introducendo la compressione, la qualità digitale degrada rapidamente: una buona FM analogica è sempre meglio di un algoritmo di compressione che agisce su componenti fondamentali dello spettro audio. Per indorare questa pillola, la radio digitale aggiunge qualche bonus che dovrebbe far pendere il piatto della bilancia a proprio favore. Uno di questi bonus è la maggiore resistenza ai tipici problemi della radio analogica: interferenze, fruscii, difficoltà propagative. L'altro bonus è l'arricchimento informativo, cioè la possibilità di trasmettere più cose su un canale un tempo occupato da un solo flusso informativo. Compressione, immunità da rumore/interferenze, multicasting sono tre ingredienti obiettivamente forti. Ma non è detto che siano vincenti. Specie quando vengono utilizzati in ambiti poco familiari al digitale, come le frequenze delle onde medie.
Gli internauti più anziani ricorderanno sicuramente i tempi in cui al Web ci si collegava con i modem a 9,6 kilobit. Beh, la radio digitale sulle onde medie vuole collegarsi con i suoi ascoltatori su una banda ancora più stretta. Non dico che non lo debba fare, dico semplicemente che forse dovrebbe pensarci due volte. Sto seguendo con estremo interesse l'altro analogo dibattito in corso in questi giorni, quello su HD Radio negli Stati Uniti. Uno dei punti citati, con il nervosismo degli appassionati che spesso induce a un allarmismo a fosche tinte e al pessimismo cosmico, è lo scarso interesse da parte dei broadcaster sulle onde medie nei confronti della tecnologia digitale. In FM dove HD Radio ha 400 kHz a disposizione, l'interesse è nettamente superiore. Anche quando HD Radio potrà trasmettere segnali digitali puri, non ibridi analogico/digitale, il vantaggio del sistema in AM potrebbe essere trascurabile (trasmettere un canale stereo di qualità discreta e un canale mono? ne vale davvero la pena?). Insomma, le considerazioni da fare sono tantissime e quello che stupisce di molti sistemi digitali proposti in tutto il mondo è che in molti casi le tecnologie vengono sperimentate per anni ma non in una chiave, come si dice, "end-to-end". Il DRM funziona solo in trasmissione ma non ci sono radio. Il DAB ha messo sul mercato i ricevitori dopo 15 anni, ma i chipset li fanno in due. Il DMB è presente sul mercato coreano, altrove non si sa neppure che cosa sia. Per giocare a calcio bisogna essere in 22. Con la radio digitale, a volte, si tende a pensare che basti uno che porta il pallone

23 marzo 2007

Africa: una radio per farsi sentire

Non amo particolarmente la retorica terzomondista ma a volte noi occidentali progrediti fino alla noia dovremmo ricordarci di quella parte di mondo ancora tagliata fuori dalle dispute sullo standard radiotelevisivo digitale più opportuno. Non saranno molti, ma qualche milioncino di individui ha seri problemi a sbarcare il lunario, bere un bicchier d'acqua e curarsi il raffreddore. Figuriamoci l'AIDS. E dal punto di vista mediatico sono milioni di persone che non sanno che cosa sia un personal computer e non possono guardare la televisione a causa di un piccolo problema logistico: l'elettricista del villaggio ha dimenticato di installare la presa di corrente. Per queste persone la radio è ancora uno strumento vitale, e non parlo di radio satellitari, o tantomeno digitali, parlo della famose radioline cinesi per le onde corte. Un mezzo di comunicazione semplice, economico, senza tanti fronzoli.
Mentre l'occidente annoiato è impegnato a superare gli irritanti difetti di una tecnologia così antiquata (l'evanescenza del segnale, orrrore; il rumore elettrico, che maleducazione), capace di portare notizie e cultura a enormi bacini di pubblico, da quello che leggo su un sito Web sudafricano segnalatomi da Renato Bruni, il continente africano è tutto un brulicare di progetti che hanno al centro la radio, le comunità di ascolto, la formazione a distanza fatta con pochi mezzi.
Bizcommunity è una testata online del Sudafrica che riprende diverse problematiche relative ai media locali. Quello che mi ha mandato Renato parla di alcuni progetti di stazioni comunitarie che nello Zambia danno voce agli abitanti dei villaggi e dei loro problemi. Grazie ai programmi autogestiti, queste piccole comunità riescono a farsi sentire dalla burocrazia centrale e a volte ottengono qualche risultato. Poche cose, ma sempre qualcosa per chi di solito non ha la minima voce in capitolo. Un altro articolo di Bizcommunity parla dei progetti del ministro del turismo del Kenya, che da quattro anni cerca di aprire una stazione FM a Londra per diffondere un messaggio più tranquillizzante su una nazione che vede minacciata la sua industria turistica dopo gli attentati terroristici che si sono succeduti in questi anni. Aprire una stazione in FM a Londra non è una impresa facile (e costerebbe 10 milioni di dollari) e infatti il nostro ministro non ce l'ha ancora fatta. Ma è buffo leggere un articolo che parla della KBC il broadcaster kanyano (che si sentiva benissimo prima della chiusura delle onde corte), spiega che BBC e VOA continuano a trasmettere in onde corte, ma non chiude l'equazione invitando il Kenya a riattivare delle trasmissioni in onde corte, magari da qualche bel trasmettitore affittato.
L'aspetto ancora più interessante è che la fonte di Bizcommunity è Panos London, una organizzazione no profit che coordina il lavoro di giornalisti e comunicatori per dare visibilità all'Africa e portare avanti in quel continete progetti di comunicazione e alfabetizzazione. Molte di queste attività vertono sulla radiofonia ed è molto istruttivo leggersi il documento (un capitolo di uno studio più ampio) intitolato Local radio in the information society: technology, participation and content in Africa Una delle iniziative di Panos si chiama Interworldradio, una libera associazione di giornalisti che condivide rassegne stampa e miniprogrammi radio su tematiche quasi sempre trascurate dai media occidentali.

Diritto d'autore tra personalized Radio e reputation

Il commento che segue, estratto dalla newsletter specializzata Audiographics avrebbe potuto tranquillamente essere postato insieme alla precedente notizia sulla causa tra l'associazione dei musicisti americani e XM. La questione è ancora una volta la radio "personalizzata", resa possibile da servizi Internet come Last.fm, Pandora e, adesso, Slacker. E di fatto realizzata anche da XM con il suo ricevitore/player MP3/gestore di playlist. La personalizzazione della radio, la possibilità per l'ascoltatore di assumere il controllo della situazione, è uno degli aspetti più intriganti della cultura della musica digitale (e non solo della musica a dire il vero, si guardi al fenomeno del podcasting nella sua trascinante globalità). E' una cosa che fa paura al mondo broadcast convenzionale e unidirezionale. E' una cosa che insieme alla infinita replicabilità di una copia digitale semina il panico tra autori, editori, discografici. Audiographics sostiene che prima o poi anche i broadcaster dovranno cominciare a parlare di offerte personalizzate. La radio digitale terrestre potrebbe essere un valido supporto per certe strategie. Ma a quel punto che succede? Come reagiranno quelli che ancora controllano, o credono di controllare, i contenuti?

"Personalized" Radio is Industry's Next Hurdle

Let's place a bet. You're the bookmaker. What odds will you give me that at least one terrestrial radio station will start airing a positioning statement similar to "10X.3 - Personalized Rock Radio, your way"?
Continuing with our little game, let's say that you, still as the bookmaker, just found out there's a new internet radio service that allows a listener to "enter an artist in the search window to create a station based on music from that artist and from similar artists." This service is Wi-Fi based and portable (like an iPod). And it's just another in a growing list of internet radio stations that "personalize" playlists. Are you going to give me the same odds against the forementioned bet? This is just a guess, but after the trend to tell listeners a station was on "shuffle" so soon after iPod released its "Shuffle," I'd say look for the "personalized" references from terrestrial radio sooner rather than later. Slacker has been introduced, and its "personalize" feature is the "shuffle" for 2007. Personalized radio is the latest internet radio industry buzzword. The concept goes much deeper than can be explained here, but it boils down to listeners telling a station what type of music they want. Over a short time, the listener narrows down what's played for them to songs they believe are all hot tunes.
Slacker is the latest in personalized internet radio. Last FM is out there along with Pandora and a few others. The list is growing, and folks are tuning in because it gives "control" to the user. About Slacker, it does do a few extra neat tricks such as getting internet radio stations away from the computer - via a Wi-Fi refreshed portable unit that fits in your pocket. Now that personalized radio is becoming portable, look for these internet radio stations to start gaining audience, quickly, especially with youth. Read about Slacker through this link. Then start thinking how it's nearly a sure bet that we'll be hearing broadcast stations start making some reference to personlizing the station or listening experience. So, here's the bet now. What are the odds that in the next few years the perception that a playlist tailored to your taste will be the main reason a person chooses a station? My thoughts, pretty good. And, getting back to our earlier bet about broadcast radio, any takers that we'll start hearing personalized references on terrestrial radio within two months?


Direttamente riferibile alla questione dei contenuti personalizzati c'è questo altro commento di Audiographics sulle recenti polemiche a proposito delle tariffe che i detentori di copyright vorrebbero far pagare alle radio su Internet per la diffusione dei brani. Secondo Audiographics il discorso andrebbe esteso a quella che su Internet e nel mondo digitale è la materia più preziosa di tutte: la notorietà. La cosa che può spingere verso un artista poco conosciuto la folla dei consumatori multimediali. Anche ipotizzando di guadagnare il giusto, è la notorietà, la reputazione che può farti ricco col tempo. Secondo Audiographics a questo punto diventa opinabile (una questione da uovo e gallina) stabilire chi sta facendo un favore a chi. La radio che trasmettendo un brano poco conosciuto crea notorietà per l'autore? L'autore che riempiendo i palinsesti delle radio con buona musica attira nuove revenues pubblicitarie? La casa discografica che trae vantaggio dalla stessa notorietà generata da una Internet radio che paga la stessa casa discografica per poter diffondere i brani? Hmm. Uovo o gallina mi pare che qui ci sia sempre qualcuno che ci guadagna due volte... E non è quello che suona la chitarra o apre il Web stream. L'altro giorno ho seguito la diretta (Web) di Corriere.it con quell'angelo in terra di Giovanni Allevi. Alla domanda, che ne pensi della pirateria?, il pianista ha raccontato di un suo fan che gli ha scritto una mail per confessargli di aver scaricato un suo disco da una rete P2P e di essere rimasto talmente colpito dalla sua musica da decidere di "fare ammenda". «Ha comprato tutti i miei dischi per regalarli agli amici, non si è più perso un concerto. Se la pirateria è questa, viva la pirateria.» Non si chiama pirateria, è una macchina che produce reputazione. Piaccia o non piaccia è il concetto di disco, di casa discografica a essere saltato per aria. Come sistema per distribuire la musica, il disco ha funzionato bene per cento anni, ora non funziona più. Ma sono solo cavoli di chi i dischi si ostina a produrli, o che si ostina a vendere le registrazioni digitali come se fossero i cilindri di cera di Edison. La musica, i musicisti, gli ascoltatori, le stazioni radio, analogiche, digitali, via satellite, via Internet, i podcaster, lo hanno capito da un pezzo. Le case discografiche e le associazioni a tutela dei diritti d'autore (che somigliano ogni giorno di più a inutili e costosissimi partiti politici) no. Più presto si abitueranno meno duro sarà il risveglio.

"Chicken or the Egg?" for Internet Radio Industry

This is just beginning to surface as online radio stations play unsigned acts, and it's a question closest to the one about "the chicken or the egg." Does an artist gain recognition from producing a great record, or is it the exposure radio gives a great record that generates recognition? I recently had a discussion with one person who believes all recording artists should be paid by any radio station that uses their music. It's a concept which I have trouble accepting, and here's why: Done right, radio is much more than music. There are many elements besides the songs that give a station - online or broadcast - its personality. Given that most similarly-formatted stations play the same songs, a high ranking station gets there because of what's played after the music stops.
A song is introduced to the audience in similar manner regardless of the station, though. Rotation is slow to start. Increased exposure comes only after it's proven the audience likes it. This person who voiced concern that all artists should be compensated for any music played argues that all music has value; it attracts an audience. (Mentioned here the other day: "What is a song worth, and why should a popular song be worth the same as one that's only so-so?") Let's twist this into reality. A radio station provides the platform that gives musicians a chance to be heard. It places their product in front of a group of people. This is defined as advertising. Bottom line is that if acts want their songs heard, they may go to the record labels in hopes to get backing under reasonable terms; or they can provide their music to online radio stations in exchange for the exposure the stations offer.
So is it the chicken or the egg?
Good numbers do not come solely from playing good music. There are costs to building an audience that negate the money due an artist before their song is accepted by the public. What's packaged around the songs creates the relationship with a radio audience. It's the relationship that keeps people coming back to the same station - and that has value too! Independent artists can be made into stars if the online radio industry organizes an effort to distribute quality music. This will take time, but it will also take a lot less money than paying the new royalty rates.
Check RRadioMusic. It lists artists who have signed waivers giving radio stations the right to play their music in exchange for the exposure it brings. These musicians realize they must advertise their work to gain recognition, and they've chosen to pay for that advertising by trading royalty payments for play. If the public starts accepting a band's music, royalty payments are due. Although, who judges this is up in the air for now. (My suggestion would be that the musicians contact SoundExchange. They will get a response only after SoundExchange recognizes there's a market for that band's music.) The above describes willing sellers meeting willing buyers in a free market system - exactly what the Copyright Royalty Board declared as its must-meet criteria, which molded their latest decision. Chicken or egg? If online radio stations start playing independent artists' music and making their own stars, the chicken wins.

Finisce in tribunale la playlist registrata dal satellite XM


Centocinquantamila dollari per ogni canzone “violata” e centocinquantamila per ogni violazione. E’ la somma, potenzialmente astronomica, che la National Music Publishers Association chiederà a Xm Satellite Radio in una causa presentata oggi presso il tribunale federale di New York. L’acccusa? Il nuovo servizio proposto da XM, XM+MP3 non è un semplice servizio radiofonico. Con questa nuova opzione i brani ascoltati via satellite vengono memorizzati e possono essere organizzati in playlist, come su un lettore MP3. La NMPA sostiene che questo significa che non ci saranno “ascoltatori” di brani ma veri e propri proprietari di canzoni che non sono state equamente pagate. XM replica dicendo ovviamente che così non è, che le canzoni memorizzate non possono essere trasferite su computer o altri apparati, che “possederle” equivale a registrare dalla radio una audiocassetta per uso personale, cosa permessa dalla normativa. Ma i rappresentanti della NMPA non ne vogliono sapere: “un dispositivo del genere va ben al di là della semplice trasmissione.”
XM è già sotto i riflettori insieme a Sirius per la proposta di fusione tra i due operatori. Proprio in questi giorni Sirius aveva parlato di una proposta mirata a rendere più appetibile una eventuale futura situazione di monopolio sul mercato della radiofonia digitale satellitare. Una volta approvata la fusione, gli utenti del nuovo operatore potrebbero scegliere abbonamenti a costo ridotto che daranno loro la possibilità di ascoltare solo una manciata di canali tra i 300 e oltri che costituiranno l’offerta finale. Inoltre le due società giurano su montagne di Bibbie che non ci saranno aumenti di prezzo, che la fusione garantirà alla nuova azienda costi minori e quindi maggiori margini. Ora questa nuova tegola, che arriva un fronte assolutamente incapace di accettare le inevitabili conseguenze dell’evoluzione tecnologica e che invece di pensare a soluzioni eque per tutti si sforzano di ideare ogni giorno che passa qualche nuova e impraticabile barriera. Mi chiedo cosa succederà quando anche la radio terrestre (vedi le notizie sulla definitiva approvazione di HD Radio) sarà digitale e dispositivi come questo appena lanciato da XM invaderanno i supermercati. Chi denunceranno a quel punto gli avvocati della NMPA, gli inventori del transistor? E la loro strenua opposizione potrà avere delle implicazioni sullo sviluppo dell’industria della radio digitale? Internet non sono riusciti a fermarla, ma forse HD Radio e gli altri standard non avranno vita altrettanto facile.

Music Publishers Sue XM Radio
Over Songs Stored on Receivers
By SARAH MCBRIDE March 23, 2007
(Dal Wall Street Journal: http://online.wsj.com/article_print/SB117459929926145965.html)

Members of the National Music Publishers Association sued XM Satellite Radio Holdings Inc. over XM radios that blur the distinction between listening to a song and owning it. The suit revolves around receivers with the XM+MP3 service, which allows listeners to store songs they hear on XM and arrange them into playlists, much as listeners do with iPods. An XM subscriber can punch a button during any part of a song and record it, capturing the entire track.
The NMPA filed suit yesterday in federal court New York, charging XM with unlawfully reproducing and distributing copyrighted music without paying appropriate royalties. NMPA members are suing for damages of as much as $150,000 per song infringed and per infringement. The suit could aid groups such as local broadcasters who are working to derail XM's attempt to merge with rival Sirius Satellite Radio Inc. Resolving the issue could become a bargaining chip in the merger talks, much as creating different pricing schedules for satellite service is emerging as a concession point in the merger.
The NMPA suit "is a negotiating tactic to gain an advantage in our ongoing business discussions," a spokesman for XM Radio wrote in a statement. "XM pays royalties to writers and composers, who are also compensated by our device manufacturers." The suit is similar to one filed last year in federal court by members of the Recording Industry Association of America. That suit, dealing with the royalty payments XM makes to music labels, is working its way through the court system; in January, a judge denied XM's motion to dismiss it. At issue in the case filed Thursday are the rights XM pays to publishers and songwriters of the underlying musical composition. The fees the publishers and songwriters get for airplay of their songs are much lower than the payments the industry would get for outright sales of the songs.
XM has contended that songs captured and stored on their receivers aren't true sales, in part because they stay on the radio only as long as the owner remains a subscriber; also, they can't be moved, say onto a computer or another music device. Legally, XM has said, the recordings are little different from those taped onto cassettes from the radio for personal use, which is permitted by law. It also has said the devices encourage its subscribers to buy songs they like, allowing them to bookmark favorites and facilitating digital sales with its partner Napster Inc.; buying the song allows users to transfer it to computers or other music players. XM has said that it is a big booster of the music industry, playing lots of new songs and always showing the song and artist names on electronic displays on its radios. The music industry disagrees, saying users get to use and store the songs recorded with the devices just as if they owned them. "These devices go well beyond a radio transmission," says David Israelite, president and chief executive of the NMPA. "They replace the need to buy music."
Last year, XM rival Sirius faced similar problems with the record labels over one of its radios with storage capabilities, but settled, agreeing to pay a small amount per device sold to the labels. But the music publishers and songwriters say Sirius hasn't reached agreement with them, although they hope the lawsuit against XM spurs an agreement, Mr. Israelite says. With the suits, the music industry is signaling that there are limits to how much it is willing to tolerate devices that record music from the radio, particularly when it comes to the devices' ability to sort songs. Both suits underscore how technology creates new problems for copyright holders, who are trying to fight off widespread music piracy, even as it creates new business opportunities. The outcome of the case could affect how storage works on future digital radio sets or emerging distribution services.


Messico e liste


Per chi ascolta le onde medie dalle nostre parti una delle nazioni più rare e difficili è il Messico. Un paese molto grande, pieno di stazioni locali in onde medie, alcune delle quali riescono, al sorgere del sole in pieno inverno, a bucare la distanza notevole e le interferenze. Una delle più regolari è la catena Formula su 1470 kHz ma la sparuta cronaca delle ricezioni messicane in Italia contiene molti exploit, come una recente apertura segnalata a fine gennaio da Giampaolo Galassi (con robe pazzesche come XEWK su 1190 e XEBS su 1410, ascolti mostruosi per il Sud Europa).
Se proprio dobbiamo sognarcelo il Messico, con le sue nuvole e le sue stazioni, tanto vale trattarsi bene. Fatelo scaricando la megalista delle stazioni AM messicane compilata con cura certosina da John Callerman. La si trova sul sito ufficiale del National Radio Club americano, in un pdf che si legge come un romanzo fatto di dettagli, slogan e cambi di frequenze, coordinate geografiche, siti Web. Imperdibile.

Val d'Aosta, bagnata dall'Atlantico


In queste sere seguo con grande interesse le incursioni di Christian Diemoz nella banda marittima dei 2 MHz. Le stazioni costiere che utilizzano le Medie Frequenze, a partire da circa 1.620 kHz. Una lista molto aggiornata delle stazioni che operano qui si trova sul benemeirto sito Coastal Radio Communications curato da Robert Maskill G4PYR. Robert per nostra fortuna si prende la libertà di estendere la banda MF, che in teoria si ferma ai 3 MHz, fino al limite dei 4 MHz, soglia di inizio delle bande marittime HF in fonia e dati. Che tipo di traffico si può ascoltare sotto i 4 MHz? Ancora moltissime cose, soprattutto a carattere meteorologico. Le MF storicamente servivano anche per collegamenti di tipo radiotelefonico tra le navi e le reti telefoniche terrestri, ma oggi i bollettini meteo e gli avvisi ai naviganti dominano, insieme alle chiamate di soccorso DSC e fonia (2182 è la frequenza di sorvegliamento ed è usata anche per gli avvisi e le chiamate alle navi che devono essere contattate da terra). Dal punto di vista della propagazione, fino a circa 2.500 kHz siamo in un dominio incerto, un po' onde medie un po' onde corte. Questa banda sembra dunque beneficiare dalle condizioni di calma geomagnetica che favoriscono le onde medie ma al tempo stesso sembrano godere di uno statuto speciale e quando l'indice geomagnetico K sale improvvisamente può sempre accadere qualcosa di molto interessante.
Nei 2 mega operano stazioni di solito piuttosto deboli, il loro scopo è infatti quello di garantire una copertura di medio raggio entro poche centinaia di miglia dalla costa, a metà strada tra le obbligatorie VHF e i collegamenti HF o satellitari utilizzati dalle navi oceaniche. Sono quindi più che altro le imbarcazioni di medio cabotaggio ad approfittarne o i bastimenti che navigano sottocosta. Le antenne essendo piazzate sul mare in posizioni fantastiche, i loro segnali sono molto favoriti, quindi ci si può aspettare cose egregie. Come quelle che sta facendo in queste sere Christian, che però abita in Val D'Aosta. L'unica acqua che vede è quella non salata della Dora. Una circostanza che rende ancora più interessanti le due stazioni della Guardia Costiera canadese ascoltate due giorni fa. In precedenza aveva ascoltato anche un paio di stazioni inglesi e scozzesi piuttosto interessanti. Christian utilizza circa 100 metri di filo e due ricevitori, un R70 e una CiaoRadio SDR.
Il suo è un caso particolare che mi piace raccontare qui perché rappresenta una eccezione alla regola generale del macroscopico calo di interesse nei confronti dell'hobby della radio. Da ragazzo Diemoz (tra parentesi, è un giornalista ed è uno dei massimi esperti viventi dei Rolling Stones, credo che la sappia più lunga di Mick Jagger) si era avvicinato all'ascolto delle stazioni broadcast e utility, poi aveva mollato lì per seguire cose marginali come la famiglia e il lavoro. L'insonnia indotta dai figli piccoli lo ha riavvicinato alla radio e per mesi ha spremuto come un limone un Degen 1103 con la SSB guasta. Ora, con una postazione più robusta e la banda laterale in funzione si sta focalizzando di nuovo sulle utility ma Christian mi pare un onnivoro e soprattutto un entusiasta: continuerà ad ascoltare tutto quello che si muove "from DC to daylight", come si dice.
L'altro ieri mi manda una mail con un clip di una costiera registrata su 2.598 kHz, con un marcato accento del nord-ovest dell'Atlantico. Era St. John's nel Newfoundland. Un'ora dopo sulla stessa frequenza arriva un altro segnale e questa volta si tratta di Rivière-au-Renard Radio, ancora più lontana, in pieno Golfo di San Lorenzo. Un uno-due micidiale considerando che in queste frequenze è già un bel risultato ascoltare qualcosa di non mediterraneo. Nelle settimane precedenti, su 2.226 kHz era già stata affondata Forth-Aberdeen (in Scozia) dopo Falmouth (in Cornovaglia). In corrispondenza dei nomi di queste costiere potete sentire i clip audio (in cuffia). Se volete provare a imitare le gesta del marinaio valdostano potete consultare gli orari delle costiere britanniche e, prendendo il coraggio a due mani, questo bel PDF con tutti i dettagli sulle facilities della CG canadese. Vi risparmio qui i dettagli sulle conferme che Christian sta ricevendo da tutte queste stazioni, attraverso un fitto dialogo di e-mail con i responsabile (complice anche una conoscenza dell'inglese a dir poco consolante nel nostro maccheronico contesto). In definitiva una bella prova di quanto possa continuare a essere affascinante lo spettro radio sotto i 30 MHz. Grazie, Chris.

22 marzo 2007

IBOC di notte. Fine della radio AM in USA?

La FCC ha approvato l'uso di segnali IBOC HD Radio ibridi anche nel night time. Vi riporto un po' di comunicati ufficiali circolati or ora sui gruppi di discussione americani.

FCC Adopts Final HD Radio Rules

The FCC this morning adopted final digital radio regulations that allow FM radio stations to commence digital multicast operation without prior FCC approval, and which permit AM stations – which have been limited to daytime-only digital operation – to commence hybrid
digital nighttime operations. The order also permits FM stations to use separate analog and digital antennas without applying for special temporary authority, andpermits FM stations to operate in the "extended" hybrid mode, which affords an extra 50kb of space of data carrying capability.
Additionally, FM booster and Low Power FM stations are now permitted to operate digitally. The order requires all stations operating in digital to offer a free digital signal that is comparable in quality to its analog signal, and that stations digitally simulcast all content heard on the analog signal.
The FCC also adopted what it called a "flexible bandwidth" policy that allows stations to transmit multicast signals and data streams at their discretion.
In a move that could prove lucrative to broadcasters, the FCC will allow stations to lease additional bandwidth to third parties, subject to certain regulatory requirements.
The commission also extended all existing emergency alert, political broadcasting, station identification, and sponsorship identification rules to all free digital program streams.
The agency held back on enforcing a mandatory digital conversion schedule on radio stations, and doesn't allow stations to convert to exclusive digital operations at this juncture.
The order defers a decision on whether the FCC should impose content control requirements on archiving and redistributing digital broadcast recordings aired by digital radio stations since industry negotiations on the issue are ongoing.
The decision comes eight months after the FCC unceremoniously pulled back from releasing the rules over wrangling among the commissioners over whether to impose new public interest obligations on digital radio broadcast. Under today's order, no new public interest
obligations were adopted.


IBOC Rules Pass FCC in 'Historic' Vote
The FCC voted for final authorization for IBOC today.

The decision, when it takes effect, would allow all AMs to go digital at night. Audio Division Chief Peter Doyle told RW Online there would be a procedure established to handle interference issues, should those occur. The decision also gives a green light to multicasting, so broadcasters no longer need to apply for experimental authority to multicast.
The digital conversion is not mandated and the item allows for FM translators, boosters and LPFMs, if technically feasible, to go IBOC as well. The vote was 5-0. Democratic commissioners objected to portions of the rule, but voted for the item. Democrats Michael Copps and Jonathan Adelstein wanted to establish whether additional public interest obligations should apply to the digital channels and to multicast channels used for
subscriptions channels in particular. The FCC is seeking comments on this item.
All the commissioners called the digital radio vote historic, and Commissioner Robert McDowell noted that his colleagues really could have had the rules done at last July's meeting.

IBOC Proponents Breathe Sigh of Relief

After the vote to authorize final IBOC rules, Ibiquity General Counsel Al Shuldiner said the rules give greater clarity to broadcasters. "I'm ecstatic," he told RW Online at the commission.
He was also pleased the agency voted to authorize dual-antenna operation without the need to apply for an STA. During the meeting, one commissioner singled out public radio for achieving
advancements in multicasting, mentioning WAMU(FM), Washington's multicast channel of AAA music from WTMD(FM), Towson, Md. NPR CTO & Executive Director of NPR Labs Mike Starling, attending the meeting, said the fact that IBOC will no longer be considered experimental will go a long way to ensure confidence of receiver manufacturers and broadcasters. "Today's approval of full multicasting authority opens doors we only dreamed of six years ago," he said.


In soldoni, la radio digitale In Band a tecnologia Ibiquity è ufficialmente adottata dagli Stati Uniti, che ancora non si sono espressi sull'obbligatorietà del passaggio al digitale (anzi, viene esplicitamente detto che la qualità dell'analogico e del digitale devono essere equiparabili). In soldoni sono passati due concetti: per l'FM, la possibilità di diffondere una molteplicità di programmi, eventualmente affitando la banda digitale a terzi. E' anche passato senza nessua obiezione la possibilità di trasmettere in digitale su onde medie anche dopo il tramonto. Dire che cosa succederà adesso è, nonostante tutto, abbastanza difficile. Una buona parte dei DXer che partecipano ai gruppi di discussione da cui sto estraendo queste considerazioni, ritiene che presto le onde medie saranno talmente piene di rumori laterali digitali da rendere impossibile non solo la ricezione di stazioni distanti, ma l'ascolto delle locali in generale. Non solo: le interferenze saranno un boomerang anche per le stazioni digitali che subiranno i rumori nella stessa misura, e vedranno ridursi i bacini di copertura del digitale. Per alcuni questo implicherà una proliferazione di processi e cause. In questo senso diverse sono le voci ottimiste: la decisione dell'FCC, alla prova dei fatti, risulterà azzardata e la Commissione dovrà tornare sui suoi passi. Il solito Scott Fybush è sicuramente tra i più ottimisti, perché si dice convinto che il digitale interessa soprattutto agli operatori di stazioni FM e che sulle onde medie non prenderà mai veramente piede. Curiosamente, emergono anche le prime dietrologie. C'è per esempio chi ipotizza che la RIAA, l'associazione delle case discografiche, abbia chiesto l'aumento delle fee che le radio su Internet devono versare agli autori delle canzoni trasmesse proprio perché sapevano che la FCC avrebbe approvato queste nuove regole e che il caos derivante dalla presenza mista di radio analogiche e digitali avrebbe provocato una generale disaffezione nei confronti del mezzo radiofonico. Semplice paranoia? Staremo a vedere.
E per noi europei? In teoria il rumore potrebbe propagarsi anche qui, anche se al massimo solo un ricevitore molto sensibile e una buona antenna (cioè noi DXer) se ne accorgeranno nell'eventualità.
Ecco i pareri più articolati e interessanti che stanno arrivando dall'altro lato dell'oceano:

(Brian Leyton)
While this may not affect that many stations around the country, it sure does affect those of us in metropolitan areas. In my case, my superlocal neighbor at 710 is running IBOC daytime, and I expect that they will do the same at night now that it's approved. So I can kiss goodbye at least 30khz of spectrum on either side of them, as well as another 20-30khz on either side of the first harmonic.
Not to mention all of the other locals. 570, 790, 980, 1020, 1070, 1100. Did I miss anyone?
I have a feeling though, that we haven't heard the end of this yet. The hash skipping in from distant stations is going to kill many stations in their own local areas. The analog stations skipping in on adjacents, as well as selective fading is going to destroy the digital coverage at night anyhow. I'll be surprised to see digital coverage of more than 5-10 miles at night.
Let the lawsuits begin!

(Neil Kazaross)
Thanks for your thougtful insights as always, but unless I am missreading something, it appears that night AM IBOC will now be allowed.
Perhaps I missunderstand your opinion here, but all it will take is 20 or so full time powerhouse IBOCers to make a huge mess out of this hobby for those of us in the center of the USA or for those of us on the coasts who want to try to log domestics.
Those of us living in N.E. or Maritimes, or the Pac N.W. should still be able to use directive antennas aimed away from the states and won't have anything near the major hindrence I will have here near Chicago/Milwaukee if just a few stations keep IBOC on 24 hours.
We can expect to gradually lose more and more frequencies to IBOC at night, until the broadcasters finally realize what a useless mess they've created.
73 KAZ guessing he'll bowl a little more, shoot a little more pool, and watch more TV at night!

(Bob Young)
I sent this to the FCC General complaint address: fccinfo (at) fcc (dot) gov.
Your decision today to allow nighttime IBOC was an ill informed and bad decision. I live near Boston, during late afternoon when skywave starts WBZ 1030 interferes from 1010-1050, totally obliterating 1020 and 1040. what is going to happen at night when KDKA starts IBOC and their IBOC noise collides somewhere near NYC? Repeat this ad nauseum across the country and you are going to have people deserting AM radio in droves. The only people I know that even know about this abomination at this point are DXer's who are rightly angered and concerned. You can think of us as being canaries in the coal mine. Shame on you, IBOC is very questionable on FM radio as it's range is about 5 miles with an outside antenna and is totally useless and is harmul inteference on AM. You have been sold a bunch of malarkey and fell for it. Whether you realize it or not many many people use skywave at night without realizing it, skywave will now be useless which is AM radios best feature and thousands of small stations will go out of business. Yes this was a historic decision, it will go down in history as the new coke of radio. I hope this decision is reversed before the AM bands are completely
deserted, Thank you.

(Michael Richard)
I feel bad for you Brian. In the major metros it's gonna suck. But then again in the major metros the hash will lead to stations killing or out-hashing each other. Like you said, let the lawsuits begin :) Mark my words....things will get ugly and it will only take a few days -- or nights of this to see what it's really going to be like and I think the interference will just be too much. There's gonna be a lot of angry words - and they'll be from listeners and station owners...not just DXers like us. Even with all of those there's still lots of space to DX and ways to use loops and things like that (just turning the radio slightly) that can increase nulls. Hell we have plenty of folks on our list that can amazingly sit there and DX a LOCAL channel and actually null a local. So I'm sure they'll be able to null the noise too. I don't think it's as bad as we're perceiving it for us DXers. And honestly...the FCC just gave them enough rope. They'll hang themselves now. For FM, it's a good thing. It works. For AM, I'm sorry but it just doesn't seem like it's going anywhere. Nobody cares. I don't see stations RUSHING to get IBOC equipment installed just like I don't see consumers rushing out to get IBOC radios to listen to sports talk or Sean Hannity or Rush in clear digital quality. It supposedly makes AM sound like FM. Well COOL! Let's have some MUSIC then! :)

(Scott Fybush)
Now that the FCC has done its thing today, I fully expect the DX list to get very full, very fast, of more of the same doom-and-gloom posts that we've been seeing in earnest for the last few weeks, predicting the death of the DX hobby with what sometimes seems (to my eyes at least)
like an unseemly glee.
My two cents amidst the noise, if I may:
I watched the FCC hearing this morning. The commissioners spent almost no time talking about the AM nighttime authority for IBOC. Their interest is in FM HD multicasting, and particularly in how that affects their pet issues - programming diversity, sponsorship identification, political advertising, obscenity, etc.
I spend a lot of time traveling the country, visiting radio stations large and small and talking to radio people, from small station owners all the way up to the engineering VPs at the big groups. Here's what I'm hearing: multicasting - *FM HD* multicasting, which is the only kind there is - is where all the action is. The original idea that "improved" digital audio would be the big selling point for HD Radio has fallen largely by the wayside.
For AM HD, that "improved" audio was the only selling point, and without it, converting more stations to IBOC will be a tough sell. Just because 24-hour operation is now legally possible does NOT - I can't emphasize this enough - does NOT mean that we'll suddenly go from the current couple of hundred AMs with HD to thousands of AM HD stations, overnight, or probably ever.
Based on what I'm hearing and seeing in my travels, I don't think the lack of 24-hour authority was the factor that was holding most AM stations back from converting to HD. There are plenty of other drawbacks that are well known within the engineering community: nighttime
interference, questionable audio quality on the current codecs, and limited reach of AM HD signals (of the three HD AMs in my market, I can only hear two of them at all reliably, and I expect that the third, which is already iffy by day, will be entirely unusable in HD at night
where I am.)
Bottom line: will HD Radio be a failure? No - but whatever success it achieves as a niche medium will be as a result of FM multicasting and the new options it opens up to broadcasters in a position to take advantage of them (like public radio, for instance, where an average station has access to much more programming than it has airtime on its main signal). AM HD may go the way of AM stereo and fade into oblivion, or at worse it may show up on a few hundred stations and cause us, as DXers, some new interference headaches.
But to predict that somehow everyone on the dial will suddenly turn on the buzzsaws just because the FCC says they can is to ignore a market reality in which AM HD has already become an afterthought. No, this is not a happy day for AM DX, but neither is it the end of the
hobby, not by a long shot.


(Doug Smith)
What Scott F. said...
A few other thoughts...
- Usually this kind of FCC action isn't actually effective until 30 days after publication in the Federal Register. In recent amateur cases this publication seems to take about a week to ten days. So these IBOC rules won't be effective until early May.
- (though I wouldn't be too surprised to see some stations receive Special Temporary Authority before then)
- As Scott says, don't expect a stampede towards implementation of IBOC, especially on AM stations.
- There are islands of IBOC inactivity, and they're Australia-sized... A quick scan of the IBOC stations listed in the back of the NRC Log shows 53% of them are on clear channels. 38% are on regionals, and only 9% on graveyard channels. Smaller stations are not interested.
We survived the development of the all-night station, 24/7 operation, satellite feeds, automation, hourly (instead of twice-hourly) legal IDs, and a radio war with Cuba. We'll survive this.