10 settembre 2009

Radioliberafestival premia i nuovi "format" per la radio



Il Tirreno, mi segnala Francesco Delucia, parlava ieri diffusamente del premio per nuovi format radiofonici bandito nell'ambito di Radioliberafestival Terzo Studio, la manifestazione che si tiene tra domani 11 settembre e sabato 12 a Santa Croce sull'Arno. Oltre al laboratorio del REA Radio Europee Associate, che si avvale di collaboratori come l'amico Paolo Lunghi per insegnare a fare Web radio, quest'anno il festival bandisce anche il concorso Numero Zero, rivolto appunto agli ideatori di contenuti innovativi per la radio.
Il quotidiano livornese spiega che i vincitori del premio ci sono già e sono la triestina Elena Vesnaver, con le sue produzioni "gialle" e i gruppi milanesi Mercanti di Storie e Piccola orchestra fonomeccanica, che insieme hanno dato vita all'Adunata dei refrattari. Un titolo volutamente ceronettiano per uno spettacolo che si autodefinisce "radiofonia dal vivo", una radio che occupa frequenze inesistenti:

... Uno spettacolo radio senza che nessuna radio lo trasmetta, una diretta senza diretta, una piccola voce libera contro la censura dilagante, strisciante e qualunquista. Un radioshow clandestino in onda su frequenze occupate ma inesistenti : uno spettacolo “anarcoolico”, comico, musicale, di satira e controinformazione, un happening diverso di sera in sera, l'unica RADIOPIRATA del bel paese pronta a caricare sulla propria nave ogni profugo si voglia imbarcare...
Lo spettacolo premiato verrà proposto a Milano, il 24 e 25 ottobre, presso il Teatro della Contraddizione, in via della Braida, 6

Il concorso
Riecco le radio libere: ma i pirati dell'etere oggi viaggiano sul web

Andrea Lanini


Gli organizzatori: «C'è lo stesso spirito vero degli anni Settanta, la voglia di innovare e sostituire il vecchio»

SANTA CROCE. Si chiama "Numero Zero", è un concorso nazionale che è parte integrante del programma di Radio Libera Festival, la rassegna che si tiene venerdì e sabato a Santa Croce sull'Arno. Il concorso ha come obiettivo l'ideazione di un format radiofonico originale e chi lo vince viene premiato nel gran finale di sabato, durante una cerimonia che verrà ospitata, dalle 23.30 in poi, presso l'area - da poco recuperata - dei Canottieri sull'Arno. Alberto Masoni di terzo Studio, l'associazione che organizza il festival, lo considera un fiore all'occhiello della rassegna: «È perché dentro questo concorso c'è lo spirito vero delle radio libere degli anni Settanta, che poi era la voglia di innovare e rinnovare, di sostituire il vecchio, il già sentito, con formule nuove».
I vincitori si conoscono già. Il primo premio se lo sono aggiudicato i Mercanti di Storie e la Piccola Orchestra Fonomeccanica, due gruppi milanesi che hanno unito le forze nella creazione de "L'adunata dei refrattari", un'ipotesi di programma che incarna atti di disobbedienza all'etere del tutto simili a quelli che animavano le radio pirata di quasi quarant'anni fa. «L'idea è questa: un manipolo di "radiofili" si inventa una sua trasmissione e la manda in onda occupando abusivamente le frequenze altrui; si tratta di brevi assalti dalla durata risicata, ogni volta scatta un conto alla rovescia: il racconto reiterato di ciò che il manipolo riesce a far ascoltare al pubblico prima di venire intercettato e isolato».
Il secondo premio è andato alla scrittrice-attrice Elena Vesnaver, autrice triestina in passato premiata anche dalla giuria del concorso pontederese "Orme gialle" e che a "Numero Zero" ha proposto "Palpiti di letteratura noir", un'immersione poco accademica nelle trame "nere" attraverso letture di brani e interviste agli autori.
E il bello è che entrambe le idee andranno davvero in onda. Grazie alla collaborazione con Rea (Radiotelevisioni europee associate), progetto di Paolo Lunghi (www.paololunghi.org), toscano, già tra i protagonisti della stagione calda delle radio libere, autore di un fortunato libro ("Via etere", edito da Ibiskos-Ulivieri) che ripercorre le gesta rampanti di quelle improvvisate emittenti quasi casalinghe. «Quindici radio associate alla Rea trasmetteranno a breve le due trasmissioni. Dopo i premi, non resta che aspettare il verdetto più importante: quello del pubblico», dice Masoni.
Ma oggi cosa resta dello spirito pirata di quelle emittenti clandestine? È sempre vivo, palpitante? «Come no, certo che è sempre vivo», spiega Masoni con un guizzo d'entusiasmo, «solo che dalle soffitte e dalle cantine si è trasferito sul web, grazie al digitale. È sulla Rete che avvengono gli esperimenti radiofonici più interessanti. Uno spazio democratico" nel vero senso della parola: aperto a tutti, raggiungibile da tutti, e soprattutto economico. Mica come negli anni Settanta, quando si dovevano piazzare antenne e passare cavi. Un tempo per fare i pirati dell'etere bisognava arrampicarsi sui tetti, oggi basta connettersi a Internet».
(09 settembre 2009)

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