26 settembre 2012

Finlandia, il DX estremo viaggia in Jaguar


La passione dell'ascolto di stazioni radio molto lontane, il "DXing" è un hobby molto particolare e difficile da raccontare. Anche se non condividiamo certe manie, è abbastanza facile capire il fascino di molte forme di collezionismo. Ma con la radio? Non se ne ascoltano abbastanza semplicemente girando una rotellina o premendo un pulsante? E anche concedendo qualcosa all'esotico della lunga distanza, come è possibile emozionarsi per una debole trasmissione ascoltata a fatica - e per pochi secondi - tra fruscii, rumori e starnazzamenti vari, magari in una lingua che ci è totalmente sconosciuta? Quando la scimmia della radio si accomoda sulla nostra spalla, però, è quasi certo che incontreremo, anche in un hobby solipsista che si pratica addirittura con la cuffia in testa, una straordinaria antropologia, ormai molto simile (il radioascolto impegnato è un hobby sempre più tecnologico) ai "computer geek" che vivono di pizza e software. Dietro al progetto Jaguar c'è un'antropologia di questo tipo. 

Jaguar è un software per Windows sviluppata da un gruppo ristretto dei DXer più estremi del pianeta, i finlandesi. Nel nord delle tre nazioni scandinave, Norvegia, Svezia e Finlandia, le condizioni astronomiche di bassa insolazione invernale rendono possibile la ricezione di tutte le emittenti in onde medie del mondo, senza distinzione alcuna. Le stazioni locali, spesso con meno di un migliaio di Watt di potenza, proiettano i loro deboli segnali verso nord, lungo la linea d'ombra del sole  su tracciati molto lunghi. Se le condizioni geomagnetiche lo permettono questi segnali arrivano  oltre i 65 gradi di latitudine nord dal Cile come dalla Nuova Zelanda, dalle Hawaii come dalla California. Per riceverli i nostri colleghi DXer nordici devono attrezzarsi con antenne molto lunghe e direzionali e soprattutto devono operare in condizioni climatiche davvero estreme. Le postazioni più esclusive in Finlandia e Norvegia sono prossime ai 70 di latitudine, dove il termometro può scendere a meno 20 già in ottobre, quando la luce del sole comincia a scarseggiare molto.
In queste situazioni i canali che costituiscono la banda delle onde medie (separati di 9 kHz in Europa, Asia e Pacifico e di 10 kHz nelle Americhe), possono trasformarsi in un autentico juke-box. Su ciascuna frequenza, a seconda delle fasce di insolazione in cui si trovano le emittenti, si possono ascoltare interi cluster di stazioni, alcune più deboli e rare di altre. E' uno dei motivi per cui i DXer estremi del nord hanno accolto con tanto entusiasmo la nuova generazione di ricevitori "software defined", in particolare il made in Italy di Perseus, un dispositivo che permette di digitalizzare 2 MHz di banda riversandoli sul disco del computer, in modo da "congelare" tutte le stazioni ricevute dall'antenna nell'intervallo di tempo registrato e consentire il successivo riascolto.
Jaguar è un tool concepito da un piccolo team di DXer, alcuni dei nomi più rispettati della comunità internazionale, proprio per facilitare l'analisi dei segnali e l'identificazione delle stazioni. Il programma visualizza mappe interattive con l'indicazione di tutte le stazioni ricevibili su una data frequenza (un database complessivo di 15 mila stazioni, praticamente tutto quello che resta da ascoltare, nel mondo, sulle onde medie) e dispone di tutta una serie di tool grafici e DSP per distinguere le tracce spettrali delle stazioni ricevute (la precisione è di mezzo Hz, sufficiente per identificare una emittente semplicemente dal suo offset rispetto alla frequenza nominale) e per ricavare spezzoni audio il più possibile puliti dalle registrazioni o dall'ascolto real time sul Perseus. Insomma, un software molto specializzato, progettato dai DXer "top notch" per i DXer più bravi. 
Fin qui non c'è nulla di strano. In un hobby così tecnico, basato su apparecchiature pesantemente digitali (restano giusto le antenne e i primissimi stadi dei ricevitori, tutto il resto ha praticamente abbandonato i componenti analogici), ci sono decine e decine di progetti SDR e DSP altrettanto evoluti, sia in versioni commerciali, sia in public domain. Ma in questo Jaguar è una anomalia assoluta. Nasce per iniziativa di un piccolo gruppo di persone, viene sviluppato dal "Team LURX" guidato da Ilpo Parviainen, con un framework (Playlite) anche lui autocostruito (non vorrei sbagliarmi ma mi è parso di aver capito così). L'interfaccia utente è molto innovativa e essenziale, ma dalle schermate pubblicate sul sito ci si può fare un'idea delle varie funzioni. Nello screenshot che ho scelto potete vedere la linea spettrale di una manciata di stazioni nordamericane ricevute nello spazio di pochi Hertz. Il progetto Jaguar avrebbe circa un anno di vita ed è completamente chiuso. Jaguar non è un freeware, non vuole essere un prodotto commerciale. Secondo quanto si legge sul sito è un "noware", un software esclusivo che circola solo tra i suoi utenti-sviluppatori. Finora solo un famoso DXer americano ha avuto la possibilità di provarlo. A quanto pare per il momento la situazione non cambierà, Jaguar continuerà a essere un software a circolazione molto ristretta, simbolo di un modo di "fare DX" molto elitario ed esclusivo, comprensibile se consideriamo che le condizioni di ascolto sono assolutamente uniche al mondo e difficili da raggiungere anche per chi abita nella Finlandia meridionale. Gli autori di Jaguar stanno discutendo sull'opportunità di rilasciare una versione più o meno aperta del loro fantastico strumento, ma al momento non è stata fissata alcuna data. 
Dobbiamo accontentarci di qualche screenshot e di quattro brevi spezzoni audio ottenuti grazie ai filtri audio di Jaguar, resi gentilmente disponibili dal Team LURX insieme ai commenti delle stazioni che hanno confermato, grazie a queste registrazioni, l'avvenuta ricezione. Per chi apprezza il genere, si tratta di registrazioni davvero incredibili per chiarezza e robustezza dell'audio. Non sono tutte stazioni della parte ovest degli Stati Uniti, ma trasmettono su frequenze molto critiche e con potenze ridotte, qui in Italia ci vorrebbe un miracolo per sentirle:

KWLM 1340
WNTD 950
WHBL 1330
WITY 980

2 commenti:

Paolo Quintavalle ha detto...

Che meraviglia! Sono sempre stato appassionato sin da ragazzino delle Onde Medie, una passione più antica di quella per le onde corte, mutuata da uno zio che fu direttore del ripetitore RAI di Ceglie del Campo fino alla fine degli anni '70.
Sono d'accordo con Andrea che quello praticato dagli scandinavi è un hobby condotto con modalità estreme ed incomprensibili al comune sentire. E' anche vera la connotazione "solipsistica" di questa attività, forse non consona ai popoli mediterranei, così solari e dalla facile socialità ed allegria innata. Ma tutto questo non doveva portarci sulla triste strada della graduale chiusura dei nostri impianti in MW, che erano e sono un vanto e una bella vetrina sull'etere del nostro Paese.
Per quanto riguarda Jaguar, ti ringraziamo per la segnalazione. I clips audio sono nitidissimi...

Radiocose ha detto...

Eh tutto interessantissimo (anzi a proposito di location nordiche segnalo questo sito ormai classico: http://www.kongsfjord.no/).
E pero' io rispolvero la mia antica polemica se questo sia un modo 'fair' di fare DX, intendo dire registrare GB di banda per poi analizzarla con calma e con tutti gli strumenti possibili per trovare segnali che altrimenti col cavolo che li avremmo sentiti.
Embe' forse non sono un radio-amatore progressista, ma quello di ricevere i segnali con ogni mezzo (tecnico :-)) lo trovo un approccio piu' adatto alla sfera professionale (o tecnico-scientifica) che a quella amatoriale.
Certo, c'e' il "fatti non fummo a viver come bruti" eccetera, quindi il punto di vista di chi vede l'attivita' amatoriale come attivita' (anche) di R&D e' senz'altro giustificato.
Solo che non e' il mio. Pazienza, vorra' dire che continuero' a muovermi "in direzione ostinata e contraria" :-)
(P.S. il "Dimostra di non essere un robot", qui sotto la finestrina in cui sto scrivendo, e' troppo bello :-))