10 settembre 2012

L'Unione: l'Europa ha bisogno di uno spettro radio più condiviso

Un bell'intervento di Guido Scorza, cybergiurista, a proposito di politiche di gestione dello spettro radio è apparso sul blog di Guido su Wired ed è stato ripreso da diverse altre fonti.
Tutto parte dalla raccomandazione "Promuovere l’uso condiviso delle risorse dello spettro radio nel mercato interno" che Bruxelles ha inviato agli Stati membri dell'Unione per stimolare un dibattito sulla creazione di regole comuni a favore di una gestione più condivisa e smart (nel testo si parla ovviamente di "tecnologie che migliorano la radio cognitiva, la condivisione dinamica e l’aggregazione dello spettro", ma anche di white spaces e altri concetti trattati qui sul mio blog). Al centro della raccomandazione c'è il documento "Perspectives on the value of shared spectrum access", uno studio commissionato dall'unione alla SCF Associates (ci ha lavorato anche l'amico Robert Horvitz) sui vantaggi, anche economici, che deriverebbero impiego più condiviso di risorse spettrali che sono per definizione scarse ma possono essere ottimizzate grazie a tecnologie come appunto la radio cognitiva. L'ambizione dei dirigenti europei è ovviamente quella di adeguare le normative a uno scenario di assoluto dominio delle cosiddette RadioLAN e della banda larga wireless, un tema che seguo molto da vicino per le implicazioni su un settore della radiofonia (e dell'intera industria editorial-musicale associata ai contenuti radiofonici) che si sta sempre più polarizzando tra sistemi di distribuzione tradizionali e online.
Guido Scorza alla fine si chiede se l'Italia è pronta ad accettare la sfida, a rendere più dinamici i processi decisionali e regolamentari in materia. La domanda però suona parecchio retorica e sembra anticipare una risposta negativa. In ogni caso sono documenti molto interessanti da leggere, facendo finta di vivere in un paese normale.




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