19 settembre 2012

La telegrafica tastiera di David Hughes

Devo ringraziare il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano e Microsoft - che ieri al museo ha presentato Windows Server 2012, il CloudOS per la nuvola privata in ambiente Microsoft - per l'accattivante scoperta del telegrafo cablato di David Hughes, sorta di anello di congiunzione tra telegrafo di Morse e telescrivente di Baudot.

Brevettato nel 1856 da David Hughes, questo dispositivo telegrafico era in grado di stampare direttamente i messaggi alfanumerici grazie a un ingegnoso sistema che abbinava la trasmissione di impulsi elettrici a una meccanica a orologeria che azionava una testina rotante di stampa simile a quella che più di un secolo dopo avremmo ritrovato in una stampante "a margherita". Al posto del tasto utilizzato per le righe e i punti del codice Morse, Hughes pensò, da bravo musicista qual era (oltre che pioniere della radio), di utilizzare una tastiera di tipo musicale, su cui a ogni tasto corrispondeva una lettera o un numero. Azionando i tasti il telegrafo non produceva una combinazione Morse, ma un semplice impulso, lo stesso impulso per ogni tasto in effetti. E allora come funzionava la trasmissione di uno specifico carattere? La genialità dell'invenzione consisteva in uno schema per cui le rotelle alfanumeriche dell'apparato trasmittente e del ricevitore erano sempre sincronizzate: gli impulsi viaggiavano in corrispondenza della posizione della lettera selezionata, in pratica con una modulazione dell'informazione basata sulla diversa posizione della lettera nell'intervallo di tempo richiesto per la rotazione della "margherita" tra un carattere del messaggio e quello successivo.
Il modello in possesso del Museo della Scienza è di fabbricazione italiana, viene dalla fabbrica dell'Ing. Clemente Diena di Torino e risale alla fine dell'800. Hughes ebbe un ruolo importante negli anni che precedettero gli esperimenti Marconiani e fu addirittura un precursore di Heinrich Hertz. Pochi decenni dopo, nel 1874, Émile Baudot creò un sistema ancora più sofisticato, in cui ogni carattere era rappresentato da un treno di 5 simboli (impulso/zero impulsi) ottenuto facendo girare due ruote, anch'esse sincronizzate, contro una spazzola con un massimo di cinque contatti. In suo onore venne coniato il termine Baud rate, che nel caso della trasmissione digitale a 2 simboli (0 e 1), coincide con il bit rate. La codifica di Baudot ha resistito nel tempo per tutto il ciclo di vita della rete Telex ed è ancora oggi utilizzato per la radiotelegrafia, in applicazioni meteorologiche, marittime e radioamatoriali.


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