La situazione attuale per la banda L, finora appannaggio del broadcast |
Quel che resta del "partito" della radio digitale in Italia - un obiettivo sempre più in forse - ha sempre contato sulla dualità tra banda III delle VHF e banda L delle UHF per attenuare o risolvere il problema della scarsità di banda che ostacola la migrazione verso il DAB. Ma il DAB all'italiana ha lasciato che il tempo passasse. Troppo tempo. Il mondo è radicalmente cambiato rispetto a un'epoca in cui era settore radiotelevisivo a influire pesantemente sulle scelte in materia di gestione dello spettro radio. E i nuovi signori delle frequenze, gli operatori telefonici, stanno premendo, in Europa, affinché la famosa banda L diventi ufficialmente il terreno di pascolo per futuri servizi broadband mobili. Uno di questi servizi si chiama Direct Air to Ground Communication, D2AGC e potrebbe utilizzare 20 MHz della banda dei 1.400 MHz per portare Internet agli aerei in volo, ma di applicazioni non-broadcast ce ne sono altre. Le decisioni sono imminenti e si stanno concretizzando in seno all'Electronic Communications Committee (ECC), uno dei tre "bracci" (insieme a CERPT per la regolamentazione postale e COM-ITU per le relazioni con l'ITU) del CEPT, la European Conference of Postal and Telecommunications Administration, mentre i rappresentanti italiani che partecipano alle riunioni del gruppo di lavoro FM 50 (frequency management) dell'ECC cercano di far passare una clausola che assicuri almeno un margine di autonomia alle amministrazioni dei singoli Stati e salvare le ormai scarse prospettive di espansione del nostro DAB.
Ci vorrà un po' di tempo per allestire un degno reportage delle tante cose che ho ascoltato mercoledì 19 a Torino, nel Palazzo della Radio, in occasione della conferenza EBU "Multimedia meets radio 2012". La conferenza si è conclusa questa mattina (purtroppo non sono riuscito a presidiare quest'ultima parte dell'evento ma come vedrete seguendo altri post ho impegnato il tempo in modo fruttuoso) ed è stata estremamente ricca di spunti tecnologici e contenutistici. Di "radio digitale" non si è parlato, nella stretta accezione che in genere si presuppone riferita a tecniche trasmissive come il DAB o il DRM. Ma la radio dell'era digitale è stata la vera protagonista di una discussione in cui i partecipanti, quasi tutti addetti ai lavori, hanno vissuto una istruttiva full immersion nei modi di produrre una radio multi- e transmediale e nelle tecnologie Internet che favoriscono questa contaminazione. Nell'attesa che io riesca a digerire la mole di informazioni acquisite e che gli organizzatori rendano disponibili i materiali utilizzati dai relatori, potete seguire la traccia che ho lasciato su Twitter attraverso l'hashtag #mmr12. Conversando con i partecipanti italiani nel cofee break della conferenza EBU, sono tuttavia venuto a conoscenza dei lavori del comitato FM 50 (FM sta ovviamente per frequency management), che dal maggio 2011 si riunisce per finalizzare un rapporto intitolato "ECC Report on the Future Harmonised Use of 1452-1492 MHz in CEPT". In questi meeting l'ECC discute i destini di una porzione di 40 MHz (1452-1492 kHz) di banda molto pregiata per gli operatori broadband. Una finestra che oggi è sostanzialmente riservata alla diffusione di servizi broadcast fissi come il T-DAB o il DAB via satellite.
Sono andato a controllare sul sito del CEPT e ho scovato una bozza del rapporto risalente alla riunione di fine giugno (il prossimo meeting è stato fissato a Minsk per una riunione dell'intero working group "FM", tra cui i sottocomitati 48 e 50, che si stanno occupando di tali questioni). Tra i vari candidati che ambiscono all'uso della banda L, che verrebbe ripartita in otto blocchi di 5 MHz ciascuno, non c'è solo la larga banda per gli aerei in volo, ma anche il cosiddetto Mobile Supplemental Downlink, una specie di "stampella" radio che consentirebbe agli operatori di telefonia di alleggerire la loro infrastruttura impegnando antenne supplementari e separate per l'invio di grandi volumi di dati. Qualcomm, uno dei principali fautori di questa tecnologia ha già fatto sapere che la sperimenterà in Francia, insieme a Ericsson e a Orange, già a partire dal prossimo anno. La proposta italiana è di continuare a autorizzare il DAB nelle Nazioni che lo vorranno, in base agli accordi MA02revCO07 che a livello CEPT erano stati fissati nel 2007 per reolamentare il T-DAB. I nuovi accordi potrebbero compromettere seriamente i piani per una eventuale radiofonia digitale satellitare che le analisi dell'FM 50 giudicano ormai avviati all'obsolescenza.
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