La National Association of Broadcasters americana starebbe pensando di lanciare una iniziativa per promuovere sulle onde medie la sperimentazione della radio digitale basata su un impiego completamente numerico del sistema ibrido Ibiquity, che oggi viene utilizzato per trasmettere simultaneamente una componente numerica e una analogica del segnale. L'obiettivo di questi test sarebbe quello di affermare la maggiore robustezza del segnale all-digital (agli effetti di una maggiore copertura anche in onde medie) e di limitare al tempo stesso il problema delle interferenze recate alle stazioni che operano alle frequenze limitrofe. Un segnale ibrido IBOC (in band-on channel) del sistema HD Radio occupa un totale di 30 kHz perché la componente digitale deve essere collocata ai lati dello spettro analogico. Sopprimendo quest'ultimo l'occupazione è di 20 kHz.
Qualche test all digital su scala temporale limitata è già stato effettuato nel 2012 e i suoi risultati sono stati pubblicati in questo report. Ora però l'idea consiste nell'operare stazioni puramente digitali su archi di tempo abbastanza estesi. In pratica Ibiquity/HD Radio propone di dimenticare la natura ibrida di questo sistema (natura che ha reso possibile la sua adozione da parte di stazioni che non hanno dovuto rinunciare alle loro audience solo-analogiche) e di sfruttare la maggior efficienza della trasmissione all-digital per "rilanciare" un medium, lo spettro "AM", che ha perso molta della sua originaria importanza. Una scommessa azzardata perché i test costringerebbero le stazioni AM coinvolte a farsi ascoltare solo dagli acquirenti di un ricevitore digitale e negli USA finora questi acquirenti sono stati molto pochi. Se fossimo in un ospedale e le onde medie fossero un paziente sarebbe la classica cura "alla va o la spacca". Se la cura funziona il paziente guarisce, se non funziona il paziente muore. Niente di quello che è accaduto nel mondo alla radio digitale in generale fa pensare che le probabilità di successo siano molto consistenti.
Leggendo i commenti alla notizia pubblicata in origine su Radio World leggo che di fronte alla proposta di una HD Radio non più ibrida c'è anche chi si chiede se a questo punto non sarebbe il caso di sperimentare negli Stati Uniti, sulle onde medie, un sistema come il DRM. Forse i giornalisti americani non sono molto preparati sul sostanziale flop di uno standard che proprio quest'anno è stato abbandonato da diversi broadcaster nelle onde corte e che ha perso anche nelle onde medie europee parecchie, se non tutte, delle già poche stazioni sperimentali. Mi sembra abbastanza indicativo il fatto che alla fiera berlinese IFA quest'anno non ci sia traccia di una presenza del DRM Consortium o di eventuali fabbricanti di chipset e ricevitori, mentre si annuncia una presenza molto marginale del DRM all'IBC di Amsterdam. All'IFA si parla praticamente solo di radio digitale DAB dove tra gli highlights troviamo un annuncio Frontier Silicon e Mediabroadcast sul TPEG, il sistema di informazione sul traffico basato appunto sulla radio digitale DAB.
Tornando a HD Radio, entro quest'anno dovrebbero partire i piani di adozione del sistema IBOC in Messico, dove IMER, Istituto Mexicano de la radio, quello che tanti anni fa gestiva sulle onde corte il servizio internazionale di La Voz de Mexico (oggi ascoltabile solo su Internet). Ironia della sorte, i piani di dispiegamento di HD Radio prevedono che il canale internazionale diventi uno dei canali digitali secondari sulla frequenza di 105.7 di IMER a Città del Messico dove nove frequenze FM complessive dovrebbero accendere il multicasting analogico-digitale entro questo dicembre.
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