Mi è arrivato ieri il gentile messaggio di Francesco Tamburini, dottore di ricerca in
Storia, Istituzioni e Relazioni internazionali dei paesi afro-asiatici presso l'Università di Pisa, Facoltà di Scienze Politiche. «Ho letto con interesse il tuo articolo sulle radio a Tangeri,» scrive Francesco, «e mi è piaciuto molto. Tra l'altro vi ho ritrovato molte cose su cui ho scritto di recente interssandomi della zona internazionale traendo informazioni dall'Archivio Storico Diplomatico della Farnesina a Roma. L'Italia ha sempre avuto desiderio di creare una Stazione Radio nella Zona, ma vuoi l'avversione delle altre potenze, vuoi la mancanza di fondi, non se ne fece mai nulla. Fu creata una stazione radiotelegrafica che inoltrava dal consolato corrispondenza privata dal 1933 al 1943.»
Ancora Tangeri, dunque, e per una strana coincidenza l'interessante nota di Tamburini mi arriva proprio mentre con l'uscita del Passport to World Band Radio vengo a sapere che un altro autorevole amico, Henrik Klemetz, ha pubblicato sull'edizione 2008 di questo repertorio per radioappassionati un lungo articolo sulla radiofonia della Tangeri internazionale.
Non è finita qui perché successivamente Francesco mi ha trasmesso una concisa ma densa bibliografia dei suoi lavori dedicati alla affascinante città dello Stretto (protagonista, per colmo di coincidenza, di un documentario trasmesso mercoledì sera, 14 novembre, da Rai Tre).
«Ho pubblicato diversi saggi sulla Zona Internazionale di Tangeri,» aggiunge Tamburini, la cui tesi di dottorato verte proprio su questo argomento. «Forse quello che più può interessarti è il seguente:
Le istituzioni italiane di tangeri (1926-1956) : "Quattro noci in una scatola", ovvero, mancati strumenti al servizio delta diplomazia, sulla rivista «Africa», 2006 , vol. 61 , no 3-4 , pp. 396 - 434
In ogni caso tratto diffusamente il caso della stazione Radio-telegrafica italiana anche in un libro che ho pubblicato recentemente, ossia:
L'internazionalizzazione di Tangeri nella politica estera italiana (1919-1956), Genova, ECIG, 2007.
Ho utilizzato prevalentemente fonti archivistiche inedite del Ministero degli affari esteri di Roma. Poiché in Italia nessuno si era mai occupato della vicenda.»
In effetti è proprio vero, la fine della Zona Internazionale, durata fino al 1956, ha visto trascorrere anche il suo cinquantesimo anniversario senza particolari celebrazioni in Italia, che pure fu protagonista neppure secondario di quella straordinaria avventura geopolitica. Non nascondo che l'idea di un libro che raccolga i ricordi dei tangerini italiani l'ho anche accarezzata. Chi allora aveva vent'anni potrebbe conservare chissà quali testimonianza. Ma l'anniversario se n'è andato e con esso un ottimo aggancio. Ora, chissà.
Storia, Istituzioni e Relazioni internazionali dei paesi afro-asiatici presso l'Università di Pisa, Facoltà di Scienze Politiche. «Ho letto con interesse il tuo articolo sulle radio a Tangeri,» scrive Francesco, «e mi è piaciuto molto. Tra l'altro vi ho ritrovato molte cose su cui ho scritto di recente interssandomi della zona internazionale traendo informazioni dall'Archivio Storico Diplomatico della Farnesina a Roma. L'Italia ha sempre avuto desiderio di creare una Stazione Radio nella Zona, ma vuoi l'avversione delle altre potenze, vuoi la mancanza di fondi, non se ne fece mai nulla. Fu creata una stazione radiotelegrafica che inoltrava dal consolato corrispondenza privata dal 1933 al 1943.»
Ancora Tangeri, dunque, e per una strana coincidenza l'interessante nota di Tamburini mi arriva proprio mentre con l'uscita del Passport to World Band Radio vengo a sapere che un altro autorevole amico, Henrik Klemetz, ha pubblicato sull'edizione 2008 di questo repertorio per radioappassionati un lungo articolo sulla radiofonia della Tangeri internazionale.
Non è finita qui perché successivamente Francesco mi ha trasmesso una concisa ma densa bibliografia dei suoi lavori dedicati alla affascinante città dello Stretto (protagonista, per colmo di coincidenza, di un documentario trasmesso mercoledì sera, 14 novembre, da Rai Tre).
«Ho pubblicato diversi saggi sulla Zona Internazionale di Tangeri,» aggiunge Tamburini, la cui tesi di dottorato verte proprio su questo argomento. «Forse quello che più può interessarti è il seguente:
Le istituzioni italiane di tangeri (1926-1956) : "Quattro noci in una scatola", ovvero, mancati strumenti al servizio delta diplomazia, sulla rivista «Africa», 2006 , vol. 61 , no 3-4 , pp. 396 - 434
In ogni caso tratto diffusamente il caso della stazione Radio-telegrafica italiana anche in un libro che ho pubblicato recentemente, ossia:
L'internazionalizzazione di Tangeri nella politica estera italiana (1919-1956), Genova, ECIG, 2007.
Ho utilizzato prevalentemente fonti archivistiche inedite del Ministero degli affari esteri di Roma. Poiché in Italia nessuno si era mai occupato della vicenda.»
In effetti è proprio vero, la fine della Zona Internazionale, durata fino al 1956, ha visto trascorrere anche il suo cinquantesimo anniversario senza particolari celebrazioni in Italia, che pure fu protagonista neppure secondario di quella straordinaria avventura geopolitica. Non nascondo che l'idea di un libro che raccolga i ricordi dei tangerini italiani l'ho anche accarezzata. Chi allora aveva vent'anni potrebbe conservare chissà quali testimonianza. Ma l'anniversario se n'è andato e con esso un ottimo aggancio. Ora, chissà.
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