18 novembre 2007

Agcom, sulla radio numerica la pensano così

Newsline riporta la notizia, apparsa sul sito di Agcom, della pubblicazione dei risultati della pubblica consultazione sulla radio digitale in Italia. E' un corposo documento pdf che passa in rassegna i principali standard numerici e riporta i pareri delle associazioni e degli editori radiofonici. Una lettura non amena ma istruttiva. Resta da vedere quali saranno le conseguenze sul piano dell'offerta, a me sembra che come al solito ci siano tutte le intenzioni di non decidere, considerando che la questione del digitale terrestre televisivo è una palude di nodi irrisolti circondata da un sostanziale disinteresse da parte del pubblico e di molti operatori.

Servizi radiofonici in tecnica digitale
Esiti della consultazione pubblica indetta con delibera n. 665/06/CONS concernente una indagine conoscitiva sulla fornitura di servizi radiofonici in tecnica digitale anche mediante ulteriori standard disponibili ai fini dell’integrazione del regolamento recante la disciplina della fase di avvio delle trasmissioni radiofoniche in tecnica digitale approvato con delibera n. 149/05/CONS

2 commenti:

Fabrizio ha detto...

RP scrive "Resta da vedere quali saranno le conseguenze sul piano dell'offerta, a me sembra che come al solito ci siano tutte le intenzioni di non decidere, considerando che la questione del digitale terrestre televisivo è una palude di nodi irrisolti circondata da un sostanziale disinteresse da parte del pubblico e di molti operatori."

Interessante il documento che hai segnalato ma sulla tua frase sopra lasciami essere in disaccordo. A parte il fatto che oggi Mediaset ha presentato un nuovo canale gratuito per il dtt (si chiama iris) e un altro canale nascerà nei prossimi mesi; il digitale terrestre televisivo è il paradiso se confrontato al digitale radiofonico. Sul digitale terrestre c'è un solo standard (dvb-t) che viene usato in tutta Europa, a differenza del dig radiofonico dove ci sono ... quanti? 6 standard?

Non nego le difficoltà ma non si poteva mica pensare di trasportare un audience di 50 milioni di persone da uno standard a un altro in 3 anni???

Andrea Lawendel ha detto...

Certo, tre anni sono pochi ma allora perché scrivere certe leggi e regolamenti? Mi sono espresso male, volevo riferirmi al parallelo col DTT solo per sottolineare l'abilità diabolica del legislatore italiano nel prendere delle non-decisioni o al massimo delle decisioni ex post che compromettono definitivamente situazioni già abbastanza confuse.
Ti ricordo Fabrizio che in Europa altre nazioni, con meno abitanti certamente, hanno gestito il phase out dell'analogico televisivo con una notevole efficienza, potendo evidentemente contare su un precedente quadro regolamentatorio assai più salutare e robusto. Senza contare che l'appartenenza all'Europa ci ha fatto l'inedito regalo di un unico standard verso cui pilotare il mercato. Ma proprio questo è il punto...