28 gennaio 2007

Mesosfera, ionosfera e salti propagativi

Qualche settimana fa è stata osservata in Europa una anomala apertura in E sporadico sulle frequenze dell'FM e più in basso nella banda radioamatoriale dei 10 metri. Anomalo ma non tanto, perché l'E sporadico invernale è sì una eventualità più rara di quello tardo primaverile-estivo, ma non impossibile. Le teorie della formazione degli strati Es sono ancora molto parziali, ma la semplice correlazione con l'attività geomagnetica e l'indice non sembra sufficiente. Per cui la forte attività Es registrata sulle bande FM in questi ultimi due anni, non sorprende, considerando anche che il "minimo" solare (siamo in prossimità dalla svolta che porterà verso il futuro massimo, in effetti la prima macchia solare con inversione di polarità, sintomo inequivocabile di inizio di un nuovo ciclo, era stata osservata mesi fa) ha dato luogo a condizioni geomagnetiche eccezionali, con giorni di attività e tempeste degne di un massimo.
In questo senso gli esperimenti condotti dai radioamatori con radiofari a bassissima potenza nei 28 MHz possono essere di eccezionale interesse, anche se per l'Es forse sarebbe il caso di estenderli fino ai 6 metri. Ci sono stati osservazioni di fari QRP/QRSS italiani nei 10 metri in diverse nazioni europee, con distanza di skip piuttosto corte, ma ancora compatibili con questo tipo di propagazione. L'orario poi porterebbe a escludere un fenomeno come la propagazione F2 autunnale e invernale - questa sì collegata ad attività geomagnetica elevata - osservata dai TV DXer in Banda I, intorno ai 48 MHz.
Il gruppo di discussione dei radiofaristi sui 28,322 kHz, ha parlato giorni fa di queste segnalazioni, ipotizzando che una ricezione a 1.400 km di distanza si potesse spiegare con un classico "doppio salto" propagativo. Inteso come percorso terra-cielo-terra-cielo. Ultimamente però si leggono sempre più analisi che tendono a escludere questo tipo di salti multipli (multihop), sia per quanto concerne l'E sporadico, sia per quel che riguarda le frequenze molto più basse, onde corte incluse, e meccanismi non E sporadici. In questa ultima modalità su distanze continentali a medio raggio intervengono, sembra, singoli salti riferibili a "nuvole" Es diverse o anche percorsi "estesi" grazie a rifrazioni tra nuvola e nuvola. Tra gli appassionati di FM-DX il dibattito sul multihop vero e proprio in E sporadico è molto acceso. In particolare nelle aree, come Irlanda e Scozia dove in questi ultimi quattro anni sono state segnalate incredibili aperture transatlantiche verso stazioni FM nordamericane, anche oltre i 90 MHz. Fino a questo momento il meccanismo teorico più accreditato era appunto il doppio o addirittura triplo salto (2000, forse 2.200 km a tratta, il massimo "geometrico" per le quote dell'E sporadico). Su percorsi sostanzialmente marini questa idea sarebbe forse sostenibile per la scarsa attenuazione nella parte del salto a terra. Ma i dubbi sono parecchi.
Proprio recentemente tuttavia la famosa lista di discussione Skywaves ha discusso della possibilità di un meccanismo diverso, basandosi su un articolo giapponese pubblicato sulla rivista radioamatoriale Six News a proposito di Short path summer solstice propagation, scoperto proprio con collegamenti nei 50 MHz. Questo meccanismo estivo, prima attribuito a molteplici salti Es (fino a 4!) viene confutato dall'autore dell'articolo, Han Higasa JE1BMJ, che al suo posto propone un meccanismo misto in cui il segnale non viene mai rifratto a terra ma utilizza un tracciato ionosferico multistrato e un tipo di rifrazione di cui si discute in questo articolo a proposito di polar mesosphere summer echoes. In pratica rimbalzando tra nuvole Es e strati F. Per chi fosse interessato ho sistemato una copia delle cinque pagine dell'articolo di Six News qui:

http://www.radiopassioni.it/pdf/SSSP/Dsc00290.jpg
http://www.radiopassioni.it/pdf/SSSP/Dsc00291.jpg
http://www.radiopassioni.it/pdf/SSSP/Dsc00292.jpg
http://www.radiopassioni.it/pdf/SSSP/Dsc00293.jpg
http://www.radiopassioni.it/pdf/SSSP/Dsc00294.jpg

Posso dire che anche in ambito DXistico a frequenze molto più basse il multihop ha subito diverse confutazioni negli anni recenti. Molti tendono ormai a spiegare le ricezioni eccezionali tra frequenze comprese tra i 200 e i 2000 kHz (ma anche fino alle bande tropicali) più con meccanismi di questo tipo, detti "cordali" per la loro geometria, in cui il segnale effettua sì molteplici salti, ma tende piuttosto a restare tra gli strati ionosferici utilizzandoli come una sorta di guida d'onda (come succede nell'interessantissimo meccanismo supertropo che interessa gli FM DXer e operatori dei 50 e 144 MHz, dove al posto della ionosfera la guida d'onda riguarda quote troposferiche di inversione termica).
Sono convinto che i radiofari QRP possano essere uno strumento di indagine prezioso proprio per la bassa potenza in gioco. Diventa difficile pensare che l'attenuazione al suolo non influisca pesantemente in una ipotesi multihop tradizionale e pertanto proprio il fatto che certi segnali possano propagarsi alle distanze già osservate nei 30 metri induce a immaginarsi meccanismi diversi. Sarebbe un discorso da approfondire. Come da approfondire, a proposito di E sporadico, è il discorso sulla mesosfera, polare o meno. Se la correlazione tra attività solare, geomagnetismo e formazione dell'E sporadico appare insufficiente per spiegare e prevedere il fenomeno, l'interesse dei ricercatori sta puntando in questi ultimi tempi sullo strato atmosferico intermedio tra termosfera (dove si estende la ionosfera) e la stratosfera, cioè la mesosfera. Come si suggerisce nell'articolo di Six News qui citato, sono i fenomeni elettrici che si manifestano all'interfaccia tra mesosfera e termosfera, tra i quali per esempio, gli sprites, i fulmini che si scaricano "verso l'alto" e altri, a interessare i ricercatori scienziati. Vi suggerisco in particolare questo link, con belle immagini di questi fenomeni. Il sito, Sky-Fire, contiene a sua volta una pagina di link di approfondimento che trovo particolarmente completa.

Nessun commento: