L'amico Fabrizio Magrone mi dice che nel gruppo di discussione di Radiorama, il fanzine dell'Associazione Italiana Radioascolto si fa un gran parlare del progetto di ricevitore remoto di Andreas Stumpf. L'idea del ricevitore controllato via Internet e "ascoltabile" a distanza si è ormai affermata tra i DXer, che hanno seguito con grande attenzione il progetto Javaradio (una applicazione open per il controllo della sintonia e lo streaming dell'audio ricevuto), trasformatosi poi nel portale DX Tuners. Questo servizio mette ormai a disposizione una rete di decine di ricevitori sparsi nelle più disparate località del mondo. Con l'ascolto a distanza si possono controllare le condizioni propagative, sfuggire alle interferenze e ai rumori locali, o dare la caccia alle stazioni troppo difficili (a patto di non barare dopo averle ascoltate!). Come nel gatto di Schrödinger, con un ricevitore remoto la coda della radio si trova nella tua location abituale ma la ricezione avviene materialmente altrove, là dove è in funzione la "testa". L'audio prodotto torna alla coda grazie a un flusso audio che viaggia in Rete.
Il progetto di Andreas sorprende per la relativa semplicità dell'implementazione. In genere queste iniziative hanno almeno bisogno di una interfaccia programmata, magari pilotabile attraverso il browser. Andreas ha scelto un approccio basico, che prevede un interruttore elettrico che può essere manovrato attraverso la presa del telefono, con una chiamata. L'interruttore dà corrente a un computer che si accende senza bisogno di premere il tasto on/off (volendo lo si potrebbe fare attraverso il BIOS di sistema ma Andreas si limita a interrompere la linea logica dell'alimentazione). Il computer, pilotato da PcAnywhere, comincia a controllare un Icom PCR1000 e l'audio viene instradato via Internet attraverso Skype. Il ricevitore è sistemato nella casa delle vacanze di Andreas, che normalmente risiede a Friburgo. L'unico accorgimento è una linea ADSL cui collegare il computer remoto, che si trova a Origlio, un tranquillo paese di campagna poco a nord di Lugano, dove la ricezione non è disturbata da rumori. E un indirizzo IP fisso o un servizio di virtualizzazione/NAT che permetta di farne a meno. Qui trovate la bella descrizione offerta da Andreas sul suo sito.
Fantastico. Anche a me piacerebbe attrezzare in questo modo la postazione in Liguria. Ma l'Italia non è la Svizzera e ADSL arriverà da quelle parti quando tutte le stazioni del mondo saranno passate in digitale. Un'altra possibile variante alla soluzione di Andreas potrebbe essere l'uso di un software di remote control come RealVNC, che ha il vantaggio di essere gratuito e interpiattaforma. Resterebbe il problema dello streaming dell'audio, che non è supportato da VNC. Ma per lo streaming forse si potrebbero utilizzare soluzioni come Nicecast (chissà perché ma mi pare che Skype sia una soluzione un po' macchinosa).
Con le larghezze di banda con cui sono abituati ad avere a che fare gli ascoltatori delle onde medie, in teoria uno potrebbe provare a realizzare un ricevitore remoto con un computer in dial-up, tanto è sufficiente trasmettere pochi kilobit di audio compresso. In ogni caso l'applicazione è interessantissima. Per provare come funziona un ascolto remotizzato si può sempre attivare - a parte DX Tuners che ormai è a pagamento - il ricevitore remoto della RAI installato da Andrea Borgnino. Mentre scrivo ho in sottofondo l'audio del ricevitore del ricevitore VLF del progetto Inspire della NASA, che permette di dare la caccia ai fenomeni radio naturali.
Ma nel contesto del Software Defined Radio si prospetta un'evoluzione ancora più interessante della remotizzazione. Se nei progetti come quelli di Andreas Internet serve a veicolare l'audio ricevuto da un apparecchio controllabile ma esterno al computer, lo stesso medium potrebbe anche servire per effettuare lo streaming delle componenti I/Q che escono dal mixer complesso (QSD) di un ricevitore SDR. In teoria si potrebbe addirittura campionare la radiofrequenza direttamente all'antenna e trasmettere via Internet un flusso digitale su cui ci si potrebbe sintonizzare, proprio come in una radio vera. A questo punto non conterebbero più le distanze, potrei avere una antenna alle Hawaii e sintonizzarmi sul suo segnale tramite Internet. E altri DXer potrebbero fare come me perché il flusso I/Q verrebbe distribuito a tutti, come un normale stream musicale. La cosa viene studiata, tra gli altri, da Phil Covington, che ha realizzato un server TCP per la condivisione di una SDR in rete. Ancora più ambizioso il progetto giapponese Global Antenna Server, che promette appunto di realizzare una rete di antenne tutte interfacciate verso Internet con uno stadio di conversione SDR, mettendo in streaming non un particolare segnale audio digitalizzato ma una intera porzione di spettro RF da sintonizzare a distanza. Le frontiere dell'ascolto non presenziato si stanno allargando e forse i puristi come me si devono ancora convincere. Dopotutto anche fuggire dai rumori della città rifugiandosi in campagna o in riva al mare per ascoltare può essere considerato un piccolo imbroglio. Un giorno, queste opportunità di virtualizzazione della stazione di ascolto potrebbero diventare scelte obbligate.
Fantastico. Anche a me piacerebbe attrezzare in questo modo la postazione in Liguria. Ma l'Italia non è la Svizzera e ADSL arriverà da quelle parti quando tutte le stazioni del mondo saranno passate in digitale. Un'altra possibile variante alla soluzione di Andreas potrebbe essere l'uso di un software di remote control come RealVNC, che ha il vantaggio di essere gratuito e interpiattaforma. Resterebbe il problema dello streaming dell'audio, che non è supportato da VNC. Ma per lo streaming forse si potrebbero utilizzare soluzioni come Nicecast (chissà perché ma mi pare che Skype sia una soluzione un po' macchinosa).
Con le larghezze di banda con cui sono abituati ad avere a che fare gli ascoltatori delle onde medie, in teoria uno potrebbe provare a realizzare un ricevitore remoto con un computer in dial-up, tanto è sufficiente trasmettere pochi kilobit di audio compresso. In ogni caso l'applicazione è interessantissima. Per provare come funziona un ascolto remotizzato si può sempre attivare - a parte DX Tuners che ormai è a pagamento - il ricevitore remoto della RAI installato da Andrea Borgnino. Mentre scrivo ho in sottofondo l'audio del ricevitore del ricevitore VLF del progetto Inspire della NASA, che permette di dare la caccia ai fenomeni radio naturali.
Ma nel contesto del Software Defined Radio si prospetta un'evoluzione ancora più interessante della remotizzazione. Se nei progetti come quelli di Andreas Internet serve a veicolare l'audio ricevuto da un apparecchio controllabile ma esterno al computer, lo stesso medium potrebbe anche servire per effettuare lo streaming delle componenti I/Q che escono dal mixer complesso (QSD) di un ricevitore SDR. In teoria si potrebbe addirittura campionare la radiofrequenza direttamente all'antenna e trasmettere via Internet un flusso digitale su cui ci si potrebbe sintonizzare, proprio come in una radio vera. A questo punto non conterebbero più le distanze, potrei avere una antenna alle Hawaii e sintonizzarmi sul suo segnale tramite Internet. E altri DXer potrebbero fare come me perché il flusso I/Q verrebbe distribuito a tutti, come un normale stream musicale. La cosa viene studiata, tra gli altri, da Phil Covington, che ha realizzato un server TCP per la condivisione di una SDR in rete. Ancora più ambizioso il progetto giapponese Global Antenna Server, che promette appunto di realizzare una rete di antenne tutte interfacciate verso Internet con uno stadio di conversione SDR, mettendo in streaming non un particolare segnale audio digitalizzato ma una intera porzione di spettro RF da sintonizzare a distanza. Le frontiere dell'ascolto non presenziato si stanno allargando e forse i puristi come me si devono ancora convincere. Dopotutto anche fuggire dai rumori della città rifugiandosi in campagna o in riva al mare per ascoltare può essere considerato un piccolo imbroglio. Un giorno, queste opportunità di virtualizzazione della stazione di ascolto potrebbero diventare scelte obbligate.
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