25 febbraio 2012

La scrittura a orecchio di AutoreVole: parte la serie di audiodrammi della Fonderia Mercury

La fatidica data del debutto è arrivata anche per AutoreVole, la rassegna di audiodrammi d'autore con cui la Fonderia Mercury di Sergio Ferrentino rilancia - in grande stile - la gloriosa forma letteraria del radiodramma. Paradossalmente, l'unica cosa che manca, in questo rilancio, è la radio. Anzi, no, la radio c'era, sebbene in una particolare variante: la cuffia senza-fili indossata dagli spettatori che hanno avuto la fortuna di seguire, in teatro, il varo di questa iniziativa.
Non parlo di "formato", o di "genere", ma di forma, perché gli autori più o meno celebri che hanno scritto per la radio in tanti decenni lo hanno fatto con in un'idea di narrazione, di ritmo, che non è né teatrale, né narrativo, né semplicemente recitato. La parola drammatizzata senza corpi, mimica, coreografie, quinte, oggetti di scena, è un'altra cosa. Lo dimostra con grande efficacia la peculiare scelta di AutoreVole, che unisce alla scrittura delle grandi firme dei romanzi polizieschi o d'azione, un innovativo concetto di produzione che è anche una vera e propria messa in scena all'interno di uno "studio" ricavato in una sala teatrale. Una sala piccola, quella allestita al Teatro Elfo di Milano, ma è essenziale che l'atmosfera sia raccolta e che il pubblico faccia per una volta da servo muto, inerte, invitato caldamente a non applaudire, non tossire, non agitarsi sulla poltroncina.
AutoreVole è dunque partita oggi, sabato 25 febbraio (altre due produzioni/rappresentazioni sono previste a fine marzo e fine aprile) con il "Radiogiallo" di Carlo Lucarelli. Nel corso della notte, promette la Fonderia, sul sito www.fonderiamercury.it sarà già disponibile, in un podcast da scaricare, la versione registrata "live" al Teatro Elfo, in due diverse riprese effettuate nel corso del pomeriggio e della prima serata. Poco dopo verrà distribuita anche una versione "da studio", presumibilmente ottimizzata dalla post-produzione digitale. I lettori, pardon gli ascoltatori, avranno la possibilità di scegliere la versione preferita.
Con grande gentilezza la Fonderia mi ha dato l'opportunità di seguire il debutto in prima fila, in una platea da tutto esaurito, in mezzo a un pubblico davvero concentratissimo, tutti con la nostra cuffia in testa. Senza cuffia le voci non microfonate degli attori fermi davanti ai loro leggii, i suoni troppo sommessi prodotti dal rumorista sembrano del tutto artificiali, la storia è quasi impossibile da seguire. Ma indossata la cuffia, le tessere del mosaico narrativo si incastrano come per magia, la trama acquista il suo ritmo, l'irrealtà dei corpi diventa la concretezza di suoni incorporei.
Il primo audiodramma di AutoreVole è, come ho detto, di Carlo Lucarelli. Più che gialla la sua è una storia "metagialla". Non ci sono colpevoli da individuare. O meglio, ci sono colpevoli da... Aggiustare alle rispettive convenienze politiche di una duplice ambientazione storica: qualche anno prima e qualche anno dopo la Seconda guerra mondiale. Come succede spesso al cinema con i cosiddetti "film sui film" (ricordate Effetto notte?), Radiogiallo è un audiodramma su un audiodramma, su una piccola compagnia di attori radiofonici costretti, per tirare a campare, da (quasi) onesti mediocri, a tollerare qualche angheria. Dal punto di vista letterario un lavoro ben fatto, misurato, ironico, intelligente, ma senza punte di eccellenza, o almeno mi è parso così. Gli attori sono stati molto bravi, molto ben calati nella parte di se stessi, molto professionali e per nulla intimiditi dalla "presa diretta".
Prossimi appuntamenti, sempre all'Elfo, il 24 marzo con "Il contabile e le murene" di Pino Corrias e il 28 aprile con "Le madri atroci" di Sandrone Dazieri. Nell'attesa, armatevi di iPod, iPhone, lettore mp3 e mettetevi, come suggerisce Lucarelli, a "leggere con le orecchie".
[Nota aggiunta la mattina del 26 febbraio. Acquisto effettuato! La versione mp3 dell'audiodramma di Carlo Lucarelli è già in catalogo nella sezione e-shop del sito fonderiamercury.it, al costo di 7,01 euro iva inclusa (si tratta dell'edizione teatrale "live"). La procedura è abbastanza semplice e dopo aver effettuato il pagamento - ci vuole Paypal, almeno me l'ha chiesto in automatico e non ho visto altre opzioni - il file viene inserito in una area "I miei acquisti" per il download. Mi sembra un prezzo equo per una drammatizzazione di un'ora che coinvolge tante persone tra autori, attori, registi, tecnici.]

A 20 anni dal conflitto armato Moldavia e Transnistria cercano un accordo


Tornano a parlarsi dopo un lungo intervallo i rappresentanti della Moldavia e del territorio conteso della Transnistria, la frastagliata striscia di terra delimitata a ovest dal fiume Dnestr e a est dal confine politico tra Moldavia e Ucraina. Da vent'anni (il breve conflitto tra moldavi e ribelli filosovietici che abitavano dall'altra parte del fiume scoppia il 2 marzo del 1992 e dura fino al successivo luglio, lasciando sul campo qualcosa tra i 600 e i 1200 morti tra i militari e un migliaio tra i civili) nella piccola nazione de facto con capitale Tiraspol, un anacronistico regime nostalgico impone la sua ferrea regola contro le libertà civili, inclusa quella di informazione, e chiude due occhi sui traffici di fosca natura che ci aspettiamo tutti da uno Stato fermo, nella lettura della storia, più o meno al patto tra Stalin e Von Ribbentrop. Per Tiraspol transitano armi, forse scorie nucleari, fiumi di denaro riciclato.
Martedì 28 febbraio, a Dublino, sotto gli auspici dell'OSCE, l'organismo per la sicurezza e la cooperazione in Europa (in questo momento sotto una presidenza irlandese), si siederanno al tavolo dei colloqui "5+2" gli emissari di Chisinau e Tiraspol, insieme a ucraini, russi, funzionari dell'OSCE guidati da Erwan Fouéré (diplomatico irlandese esperto di balcani) e rappresentanti dell'Unione europea e degli Stati Uniti, le due entità geopolitiche che si sono aggiunte alle lunghe trattative per la risoluzione di un conflitto che ha creato centomila profughi e circa mezzo milione di senza patria. La Transnistria fa parte di quel gruppetto di territori ex sovietici che non riescono a trovare una loro collocazione. Non a caso viene "riconosciuta" solo da Abkhazia, Nagorno-Kharabakh e Ossezia del Sud, terre di confine per cui la guerra non cessa mai, anche se non esistono seri motivi economici per cui battersi, e insieme alle quali la Transnistria ha costituito una sorta di club, la Comunità per la democrazia e i diritti delle Nazioni (se Bossi mi legge vorrà entrarci).
Questa volta il dialogo tra le parti ha luogo sotto auspici abbastanza buoni. In Transnistria ci sono state a dicembre delle elezioni presidenziali e il tiranno Igor Smirnof è stato sostituito da Yevgheni Shevchuk. Le fonti moldave affermano che si è trattato soltanto di un avvicendamento voluto da Mosca, ma la figura di Shevchuk è quella che più di tutte somiglia a un potenziale riformatore. Giovane, sicuramente più aperto di Smirnov, ha già portato a segni di indubbio dinamismo. Moldavia e Transnistria hanno per esempio deciso di ripristinare i collegamenti ferroviari, presto riallacceranno quelli telefonici diretti. E l'OSCE ha invitato entrambi a ricordare congiuntamente il prossimo anniversario del 2 marzo.
Non tutti i problemi sono stati risolti. Grigori Volovoi, giornalista di DnestrTV, una Web tv indipendente locale, ha pubblicato un bellissimo video che lo riprende mentre è alle prese con i miliziani che volevano impedirgli di svolgere il suo mestiere dalle ridenti strade di Tiraspol, come al solito, come da secoli su quelle fredde rive.
A essere cambiata, in questi giorni, è anche la frequenza utilizzata nella griglia di programmazione di Radio Pridnestrovye, che ogni giorno dal lunedì al venerdì trasmette due cicli di quattro trasmissioni di mezz'ora in francese, tedesco, russo e inglese, alle 17 e alle 19 UTC (le 18 e le 20 da noi). Alle 21 UTC dal lunedì al venerdì le trasmissioni sono in francese e tedesco, e dalle 22 alle 23 UTC dalla domenica al giovedì di nuovo in russo e in inglese. La frequenza è una sola, i 7290 kHz dall'impianto moldavo di Grigoriopol. Da anni, Radio "PMR" è l'unica voce da un recondito angolo di un'Europa orientale che ancora non riesce a esorcizzare tutti i fantasmi del suo passato.

24 febbraio 2012

Samsung, presto un Galaxy S con DMB/DAB integrato?

Samsung e IDAG, International DMB Advancement Group, un consorzio industriale che promuove l'adozione degli standard di radio e tv digitale della famiglia Eureka 147 (DAB e DMB), hanno annunciato l'imminente uscita di una versione dello smartphone Galaxy S Wi-FI 5.0 equipaggiata con ricevitore T-DMB/DAB+ integrato. Sarebbe un'opportunità davvero interessante nelle nazioni che hanno adottato o rilanciato la radio digitale. Secondo l'annuncio che ho trovato sul blog dell'IDAG la versione speciale di Galaxy S sarà in vendita da aprile, ma solo in Germania, Olanda, Svizzera, Regno Unito, Norvegia e Sud Africa (dove Mothobi Mutloatse, strana figura di letterato, musicista, editore e imprenditore avrebbe ottenuto dal regolatore ICASA una licenza DMB per il lancio di un servizio di tv mobile). Prezzi e dettagli tecnici sono ancora ignoti.

In passato il connubio tra cellulari e DAB non ha avuto particolare successo, ma oggi l'integrazione ha fatto parecchi passi avanti e ci sono società come la coreana iCube che sviluppano già accessori iPad/iPhone/Android per la ricezione DMB/DAB su smartphone e tablet. Uno dei brand sotto cui potete trovare in giro per il mondo i dispositivi esterni iCube (un dongle per il connettore di iPhone e una interessante mattonella DMB/DVB-T che ridiffonde i programmi della tv digitale terrestre via Wi-Fi) è per esempio Tivizen.





23 febbraio 2012

Qui Radio Berlino, vi parla Wodehouse. La mancata riabilitazione del grande umorista esiliato

E' stato l'amatissimo autore delle esilaranti - ancora adesso - avventure di Jeeves a Blandings Castle. Considerato universalmente come la quintessenza della "upper class" britannica, perfetto interprete dei suoi molti difetti e dei suoi indubbi pregi, P. G. Wodehouse in realtà ha trascorso in Gran Bretagna solo la prima parte della sua lunga vita. Dal 1934 trasferì la sua residenza oltre Manica, sulla spiagga "parigina" di Le Touquet, per non pagare le tasse due volte. Quando scoppia la guerra, nel '39, forse convinto che il conflitto sarebbe stato poca cosa, si rifiutò di partire e puntualmente, nel 1941, i tedeschi lo internano in Alta Slesia (lui scrisse "se questa è l'Alta, figuriamoci la Bassa") e poi a Berlino. Nella capitale Wodehouse incontra un tedesco che aveva conosciuto a Hollywood e in qualche modo lo scrittore finisce per farsi convincere a registrare, su rulli di cera, cinque conversazioni radiofoniche che verrano trasmesse in onde corte agli americani (ancora neutrali) prima e agli inglesi poi. Per questo Wodehouse fece quasi la fine di Lord Haw-Haw, la sua immagine precipitò, molti lo considerarono uno sporco traditore filonazista. Molto dopo la guerra e anche dopo la morte dello scrittore, avvenuta nel 1975, nel giorno di San Valentino, a 93 anni, documenti desecretati dai tedeschi rivelarono un presunto flusso di pagamenti tra l'ambasciata tedesca in Francia, dove Wodehouse era tornato dopo Berlino, e a quel punto la reputazione del povero Wodehouse subì un ulteriore colpo. Solo nell'ultima decade è stato possibile ricostruire una innocenza formale che non perdona del tutto la sua ingenuità: i soldi ricevuti erano legittimi pagamenti degli editori stranieri per il suo lavoro, che dovettero necessariamente transitare per i canali diplomatici.
L'anno scorso i National Archives britannici hanno pubblicato il corposo dossier che l'MI5 aveva istruito già a partire dal 1939 e in modo specifico dopo le vituperate trasmissioni radio. A guerra ancora in corso Wodehouse era stato sostanzialmente assolto dall'accusa di tradimento, i suoi discorsi alla radio erano solo ironiche descrizioni della sua vita di internato, senza particolari risvolti filo-nazisti. Nel 1947, quando gli amici cominciavano a saggiare il terreno di un possibile ritorno di Wodehouse dagli Stati uniti, un documento ufficiale mostra invece un atteggiamento diverso, un giudice esprime un parere favorevole a un eventuale processo. Wodehouse venne difeso da scrittori del calibro di Waugh e Orwell, ma non servì a nulla perché Wodehouse non mise più piede nella sua Gran Bretagna.
Trovate la documentazione completa rilasciata dai National Archives nel 2011 sul sito Web dell'istituzione, mentre l'editore Goldeneye Rare Books ha pubblicato la trascrizione completa delle cinque trasmissioni "incriminate" e un articolo che grazie anche alle dirette testimonianze dei suoi referenti tedeschi scagione completamente l'umorista che per un secolo ha fatto ridere milioni di lettori.

22 febbraio 2012

Le onde radio di Heinrich Hertz "festeggiate" da Google


A chi poteva essere dedicato l'enigmatico "doodle" animato che oggi decora la pagina di partenza del motore di ricerca Google? La sinusoide dai colori che si alternano a ogni zero-cross mi aveva fatto pensare a Joseph Fourier, padre della celeberrima trasformata. Invece si tratta di Heinrich Rudolf Hertz, le cui scoperte sulle onde elettromagnetiche hanno ispirato Guglielmo Marconi. Oggi lo scienziato amburghese festeggerebbe il suo 155esimo compleanno. "Hertz" l'unità di misura della frequenza (equivalente a un ciclo al secondo) è la parola più pronunciata dalle stazioni radio di tutto il mondo, normalmente nei suoi multipli "kilo" e "Mega". Incidentalmente Hertz, in tedesco, vuol dire "cuore".
Tre anni fa Google aveva dedicato un doodle a Nikola Tesla e ancora prima a Samuel Morse e ad Alexander Popov per l'invenzione della radio. Su Guglielmo Marconi, stranamente, non risultano doodle, mentre ce n'è stato uno sui 200 anni di Antonio Meucci "inventore del telefono" (e uno per Alexander Graham Bell).

Stitcher, la talk radio asincrona recupera il concetto di audience nel mezzo one-to-one

Leggevo l'altro giorno da qualche parte (sorry, non mi son segnato la fonte, ma il problema non è nuovo) alcune note su uno degli effetti collaterali dell'aumento dei tassi di ascolto delle stazioni radio via Web, in particolare quelle a forte contenuto musicale, che fanno leva sul concetto di "personalizzazione" dei contenuti. "La tua stazione radio personale" è lo slogan più diffuso, "quello che piace solo a te e ai tuoi amici". La componente social dell'ascolto rimane, ma in generale si sta perdendo quel senso di appartenenza a una comunità di ascolto che ha sempre caratterizzato i programmi radiofonici di successo. Personalizzando troppo l'ascolto si rischia di passare dalla comunità al solipsismo, già acuito dal metodo di distribuzione "one to one" tipico del Web e di iPod.
La piattaforma
Stitcher, che raccoglie i migliori contenuti della talk radio e dei podcast, cerca di invertire la tendenza dotando la nuova versione della sua app per iPhone/Android (qui la versione AppStore) di una maggiore integrazione con Facebook e di nuovi strumenti che permettono all'utilizzatore di rendersi conto di quali altre persone ascoltano gli stessi contenuti, un canale di ritorno e condivisione che restituisce la dimensione dell'audience alla radio asincrona e ai palinsesti fai-da-te. Stitcher, scrive Beth Murphy sul blog della piattaforma "talk Web radio", «reinventa una esperienza di ascolto condivisa per la radio di notizie», tra l'altro una funzionalità, che può portare un vento di novità anche nella radio convenzionale

We love radio here at Stitcher and are always on the look out for new shows and podcasts. With Stitcher you’ve always been able to discover the latest news, sports and comedy the world is listening to. With our latest release, you’ll now be able to discover and share the best of talk radio with your friends. For the first time in the history of talk radio you can see what people are listening to, liking and adding to their favorites. We’ve worked closely with Facebook and are among the first mobile apps to deeply integrate the new timeline features. We’re obviously excited.
See what your friends are listening to all in once place, share your own favorites and view your Stitcher listening stats. You’ll also be able to discover new podcasts your friends are listening to via Facebook and share your favorite shows. This is a first for talk radio and new way to share the listening experience with the people that matter to you. Sign into your Facebook account from the app to start sharing your favorite shows. You can see how interesting and worldly your friends really are by checking out what they’re listening to, and hopefully discover something new.
You can always control what you decide to share – just click on your profile to change your settings. You can also swipe any individual activity to remove it from your history.
Since we launched our discovery engine, over a third of Stitcher listeners have discovered new podcasts through the “Listeners also like” section. The shared listening experience is now even more powerful as you discover and share your favorite shows. As always, keep us posted with your feedback and feature suggestions.

Stitcher dimostra che una radio asincrona di qualità è possibile anche fuori dall'ambito strettamente musicale (ma anche Pandora, bisogna dire, ha lanciato lo scorso anno dei contenuti non-musicali, aggiungendo migliaia di clip audio di quasi mille famosi "comedians", i tipici comici americani) e adesso cerca di ricreare su una piattaforma one-to-one lo stesso feeling di appartenenza del mezzo radiofonico one-to-many.
La radio asincrona, sottoforma di podcast scaricabile, sta conquistando del resto nuove posizioni nell'ambito del dibattito culturale e persino politico. Dopo la pletora di commentatori della talk radio americana che proseguono il loro discorso on-air anche su Web (quando non scelgono di abbandonare l'etere completamente), i casi di podcast mirati a audience particolarmente motivate si diffondono ovunque. James Whale, una degli "host" di punta della storica emittente londinese LBC (non a caso la "stazione dei dibattiti"), ha lanciato il suo James Whale Manifesto, una "trasmissione" con ospiti autorevoli che non viaggia via etere e si prefigge di alimentare la discussione sulla crisi economica, culturale, politica in cui versa la Gran Bretagna (non siamo i soli). Il Manifesto di Whale è ospitato sulla piattaforma Soundcloud.

Stereomood, Web radio emozionale, nell'elite delle startup italiane di Mind the Bridge

Un grosso in bocca al lupo ai ragazzi di Stereomood, la Web radio che esegue e classifica i brani musicali in categorie "emozionali". Appena sveglio, perso nei pensieri, guardando le stelle, innamorato, digitale... Solo l'elenco intriga e mette di buon umore.
Il team guidato dal Ceo Daniele Novaga si trova in California dove domani si terrà, a Berkeley, l’Italian Innovation Day, iniziativa promossa da Mind the Bridge, una associazione di imprenditori e tecnologi italiani della Silicon Valley che propone il modello delle startup italiane agli investitori americani. La giornata è la naturale evoluzione della vetrina della innovazione italiana che Mind the Bridge Foundation organizza da cinque anni a questa parte, portando negli Stati Uniti le migliori idee che escono dalla sua annuale competizione per business plan. Un’occasione per presentare al mondo ciò che l'Italia ha da offrire in quanto a innovazione e a creatività, sia in termini di startup che di piccole imprese e per aprire proprio a queste ultime una serie di opportunità che l'asfittico sistema dei finanziamenti all'innovazione italiano non può dare. Dopo 4 settimane di incubazione al "GYM" di Mind the Bridge, le undici startup avranno l’opportunità di sostenere il proprio elevator pitch alla presenza dei migliori investitori in startup al mondo. Al termine delle sessioni verrà proclamato il vincitore della Mind the Bridge Competition 2011/2012.
Stereomood partecipa con altre dieci startup, tra cui c'è anche D-Orbit, una società milanese che ha messo a punto un dispositivo da installare a bordo dei satelliti artificiali per la corretta gestione del loro fine-vita. Uno strumento che aiuta a combattere il fenomeno della spazzatura spaziale assicurando un rientro distruttivo o innocuo nell'atmosfera o, viceversa, spingendo i satelliti verso orbite più elevate e sicure.

21 febbraio 2012

Pure Highway 300Di, il bello del DAB+ per ogni autoradio. Ora ci vuole solo la radio digitale in tutta Italia




Ormai non ci sono più molte scuse perché l'Italia non debba seguire l'esempio di altre nazioni europee e offrire a se stessa e al proprio mercato radiofonico, pubblico e privato, nazionale e locale, le opportunità della radio digitale DAB+. Prima non c'erano i ricevitori. Quando sono arrivati i ricevitori da tavolo, mancavano quelli per le automobili. Ora che stanno arrivando gli adattatori tanto per l'aftermarket (un mercato ancora molto significativo, considerando che GfK Retail and Technology Italia valuta per il segmento "car audio" italiano nel 2011 un venduto di 625 mila pezzi, con una contrazione del 14% rispetto al 2010, e un fatturato superiore ai 55 milioni) come per le autoradio integrate nel cruscotto dei nuovi veicoli acquistati, mancano le licenze basate su una pianificazione definitiva.
Affinché ci siano questi indispensabili lasciapassare, bisognerebbe fare un po' di chiarezza in più sugli spazi frequenziali che si potranno utilizzare senza problemi, una volta che le questioni del passaggio al digitale televisivo terrestre e dell'assegnamento del dividendo (le frequenze rimaste libere nel post transizione) - inteso come dividendo "esterno" (le frequenze destinate a usi non televisivi) e "interno" (le frequenze da spartire ai broadcaster che già partecipano al televisivo terrestre) - saranno definitivamente risolte.
Anche con ricevitori da tavolo, autoradio, licenze, frequenze e infrastrutture a portata di mano, il puzzle della radio digitale deve affrontare l'aspetto non trascurabile dei contenuti editoriali, che dovranno essere accattivanti e il più possibili esclusivi, e della consapevolezza del pubblico.
Il quale pubblico per il momento (e questo un altro problema non da poco) è molto più esperto di meccanica quantistica - mediamente più studiata, nelle facoltà italiane di fisica e matematica - che di radiofonia digitale. Bisognerà fare parecchio marketing per spiegare a milioni di persone che cosa è e a che cosa serve la radio digitale.
Ma la sensazione - parlando oggi con gli amici addetti ai lavori in ambito infrastrutturale in occasione della presentazione milanese di Pure Highway 300Di, l'adattatore DAB+ per le autoradio di quasi tutte le marche - è che siamo veramente a un passo dalla "vera" radio digitale all'italiana. Dopo oltre quindici anni di false partenze e sperimentazioni che hanno portato a sacche di copertura (alcune delle quali particolarmente virtuose, come in Alto Adige) e a un'offerta abbastanza discontinua, oggi l'Italia potrebbe seguire l'onda tracciata dai tedeschi, che nel giro di pochi mesi hanno rilanciato un DAB dato praticamente per spacciato e lo hanno trasformato in un fenomeno che ha spinto gli acquirenti d'Oltralpe ad acquistare un numero di ricevitori digitali nettamente superiore ai 50-100 mila previsti dai più ottimisti. Devono aver pesato, nel caso della Germania, i soldi pubblici stanziati, la volontà di mettersi d'accordo tra tutte le parti (ok, qui da noi concordare una linea comune tra radio pubblica, una ventina di network nazionali importanti e un migliaio di stazioni tra regionali e locali non è altrettanto facile) e l'idea di proporre contenuti davvero interessanti come le radiocronache in esclusiva delle partite della Bundesliga.
Gianluca Sigillo, che oggi a Milano ha presenziato alla mini tavola rotonda seguita alla presentazione dell'apparecchio Pure al posto del suo collega in RaiWay Giuseppe Braccini, ha reso noti i dettagli delle ultime decisioni prese in Agcom pochi giorni fa. L'annunciata espansione dell'attuale infrastruttura DAB dovrebbe ripartire dalla provincia di Trento, dove verrebbero allocati quattro blocchi del canale 12 in banda III per i multiplex nazionali e altri quattro del canale 10 per dare il necessario spazio a una quarantina di emittenti provinciali (ricordo che RaiWay, oltre a dover portare in digitale i programmi di Radio RAI, si propone anche come provider nazionale di servizi DAB in outsourcing rivolti agli editori locali non infrastrutturati). Il Trentino, nelle intenzioni dei partecipanti al tavolo dell'Agcom dovrebbe diventare non l'ennesimo "pilota" ma l'autentico primo passo verso una infrastruttura DAB a copertura nazionale. A questo punto però è il Ministero dello sviluppo economico che deve dimostrarsi attento e capace di cogliere questa opportunità assegnando tempestivamente le licenze.
Di Pure Highway ho già parlato, anticipando il lancio commerciale avvenuto oggi. Si tratta di un adattatore in due componenti separate. Una unità con doppio tuner (il secondo serve per effettuare una scansione delle emittenti ascoltabili e aggiornare di conseguenza la lista delle trasmissioni tipica del DAB) che deve essere sistemato in un alloggiamento nascosto alla vista e può essere collegato in due modi all'autoradio pre-esistente: per le autoradio più nuovi si devono utilizzare gli ingressi e le uscite AUX della radio e l'ingresso AUX dell'adattatore; per radio non abilitate all'AUX si collega l'adattatore all'antenna FM per mezzo della porta FM Aerial IN e il segnale digitale viene mixato a un segnale FM da reinserire nella presa d'antenna dell'autoradio tramite l'uscita Aerial Out.
Una presa USB consente all'adattore di fungere da centrale di smistamento per i contenuti memorizzati su iPod/iPhone o altri lettori. La seconda componente è un piccolo controller che server per gestire i multiplex di programmi ricevuti e un display su cui vengono visualizzate le informazioni del DAB. Un terzo elemento è la speciale antenna per banda III e banda L (entrambe possono essere ricevute dalla Highway) da applicare al vetro e da collegare all'adattatore tramite una placca a induzione.
Il costo suggerito per la 300Di, che sarà distribuita dal gruppo vicentino Calearo, sarà di 289,99 euro. Fino al 31 maggio questa somma include l'installazione, che verrà effettuata dai professionisti nei punti del circuito CheckStar MagnetiMarelli. La radio digitale, ha ricordato il rappresentante di Pure e Immagination Technologies in Italia, Giorgio Guana, ha enormi potenziali. Ricezione senza fruiscii, possibilità di individuare subito la stazione preferita, una funzione "pause and rewind" che permette di interrompere l'ascolto per rispondere a una telefonata e riprenderlo dal punto dell'interruzione, servizi informativi molto più avanzati rispetto a quelli possibili con l'RDS analogico. Ma bisogna fare in fretta e consentire agli utenti finali di decidere se tutti questi potenziali sono reali o no. Per molti di questi utenti un dispositivo come Pure Highway dà la possibilità di usufruire dei contenuti mp3 e, tramite smartphone, dei flussi radiofonici in streaming Web, abilitando all'ingresso USB anche i modelli di autoradio meno aggiornati. E' sicuramente un plus, ma l'obiettivo primario è quello di sfruttare i vantaggi del modello broadcast per la distribuzione di contenuti.
Sui costi che gli editori radiofonici dovranno inevitabilmente sostenere per potenziare le loro infrastrutture digitali una volta sgomberato il campo dagli ostacoli in materia di licenze, uno dei partecipanti alla discussione di oggi mi ha fatto giustamente osservare che il DAB rappresenta nei fatti un impegno molto marginale a fronte della spesa che un network nazionale sostiene e ha dovuto sostenere negli anni nel "mercato delle vacche" delle frequenze FM analogiche nell'Italia della legge Mammì. In una certa misura questo può essere considerato un incentivo per una radio digitale che oggi potrebbe accogliere gran parte degli operatori, incluse le stazioni molto piccole. Le distorsioni di un mercato regolamentato solo ex post pesano naturalmente sull'evoluzione delle eventuali politiche di switch-over o peggio ancora dello switch-off dell'FM, due obiettivi che nazioni come la Norvegia, i Paesi Bassi e naturalmente il Regno Unito stanno prendendo in seria considerazione. Gli investimenti passati hanno pesato finora, purtroppo, sull'apertura del mercato radiofonico a nuovi entranti o a soggetti no-profit, comunitari o istituzionali. Un motivo per cui in Italia è obiettivamente più difficile anche pensare a strategie di lancio del DAB che incentivino all'acquisto dei ricevitori digitali sulla base di contenuti nuovi ed esclusivi rispetto all'FM. Al momento per chi oggi non è "nuovo entrante" ma possiede già una licenza analogica (vedere delibera Agcom 664/09/CONS) il 50% dei contenuti DAB dovrà essere in simulcast con l'FM. Ma la sola esistenza di una alternativa come il DAB porterà quasi sicuramente a un alleggerimento della pressione sulla banda 88-108 e stimolerà la nascita di contenuti e formati che l'ascoltatore non troverebbe in analogico.
E' una alternativa che va tuttavia concretizzata quanto prima, altrimenti si rischia di far rientrare nel fardello degli "investimenti pregressi" anche i soldi spesi finora per il DAB, rendendo ancora più bloccata la situazione. Senza contare che come dimostrano le recenti edizioni dei principali saloni automobilistici, l'industria del car entertainment sta accelerando la corsa verso dispositivi e modelli di distribuzione basati su Internet mobile. Per quanto conveniente possa essere il modello broadcast per i contenuti di massa, le nicchie di contenuto in streaming su reti 3 e 4G, insieme all'audio "asincrono" della musica MP3 e dei podcast potrebbero trasformarsi nell'ennesimo impedimento per la radio digitale. Proprio ora che tutti gli ostacoli sembravano rimossi.

20 febbraio 2012

1932-2012, l'80esimo del BBC Empire (oggi World) Service

Prepariamoci, il 29 febbraio, per l'ottantesimo compleanno del World Service della BBC. In questa data tutta la programmazione giornaliera sarà dedicata alle testimonianze, inclusa quella dello scrittore VS Naipaul, che ha lavorato per il Caribbean Service (chiuso il 25 marzo 2011). Incidentalmente, fu il primo "portale multilingue" e il primo medium globale, parecchi annetti prima di quello che state leggendo adesso.
La prima trasmissione del'Empire Service risale al dicembre del 1932. Molto bella l'infografica preparata con le fotografie e le tappe salienti di questo straordinario percorso. Qui si vede un corrispondente di guerra che registra il suo reportage su un pratico "compact disc" analogico. Tanti auguri BBC World Service, hai contribuito a raccontare il mondo. E a cambiarlo in meglio.

19 febbraio 2012

Le memorie di uno dei padri della missilistica sovietica svelano il mistero dei presunti cosmonauti scomparsi?

Le memorie del pioniere spaziale russo Boris Chertok - il cui quarto e ultimo volume è stato appena pubblicato dagli archivi storici della NASA in traduzione inglese (in formato ePub, Mobi e PDF) - ci aiutano forse a trovare una spiegazione attendibile per le voci dei presunti "cosmonauti perduti" che i radioamatori italiani Judica-Cordiglia dicevano di aver captato.
Ormai molti dei lettori di Radiopassioni conoscono la storia. All'inizio dell'avventura spaziale sovietica, e per diversi anni successivi al lancio del primo Sputnik e delle altre sonde, due fratelli torinesi, Achille e Giovanni Battista Judica-Cordiglia, allestirono una postazione di "ascolto spaziale" sulle colline intorno alla città e riempirono i giornali di allora con le cronache delle radiocomunicazioni tra le sonde e i centri di controllo a terra. Non furono i soli, a dire il vero, né in Italia né altrove nel mondo, ma in particolare dal loro centro di ascolto, "Torre Bert", partirono anche inquietanti rivelazioni relative a possibili vittime umane in voli sperimentali mai ufficialmente annunciati dai sovietici. Dopo un silenzio quarantennale oggi i fratelli Judica-Cordiglia sono stati ripescati da giornali, televisione e Internet, sedi dove hanno ribadito le loro tesi catastrofiste e complottiste.
Recentemente hanno pubblicato due volumi di ricordi, a mio parere non molto documentati. In essi possiamo nuovamente leggere che mezzo secolo fa un nutrito gruppo di anonimi cosmonauti, è andata incontro a una morte atroce. Più di una dozzina di piloti sarebbero stati sacrificati sul dubbio altare di una ricerca avvenuta, secondo i russi solo con veicoli spaziali a guida automatica. I diretti interessati, allora come oggi, hanno sempre smentito ogni illazione. Sì, tragedie ce n'erano state durante i lanci, ma di queste il mondo era venuto a conoscenza. I cosmonauti senza nome, in realtà, non sono mai esistiti. O se le vittime ci sono state le "prove" fornite dai fratelli sarebbero comunque inconcludenti.
Vediamo ora come le memorie di Boris Chertok, nato in Polonia, scienziato missilistico scomparso lo scorso dicembre alla soglia del secolo di vita, possono aiutarci a risolvere la questione. Nel 2001, quasi novantenne, Chertok accetta la proposta della NASA della traduzione inglese della sua autobiografia tecnica, "Rockets and People". Chertok aveva fatto parte del team che aveva costruito e lanciato lo Sputnik, ma aveva partecipato anche ai progetti del veicolo con equipaggio Vostok, quello di Gagarin, e delle sonde interplanetarie automatiche da spedire verso Venere e Marte. Si occupava tra l'altro dei sistemi radio. La traduzione inglese, Rockets and People, è in realtà un lavoro quasi a se stante, Chertok lo ha riorganizzato e aumentato in molte parti. L'opera è regolarmente stata portata a termine e proprio in questi giorni è stato pubblicato, postumo, il quarto tomo.
I dettagli che ci aiutano, forse, a risolvere l'affaire degli astronauti morenti che i due radioamatori italiani riferiscono di aver ascoltato, si trovano in effetti nel terzo volume dell'autobiografia chertokiana, dove lo scienziato spaziale si occupa degli esperimenti che precedettero il lancio di Gagarin. Quando il suo team ricevette l'incarico di sviluppare i sistemi di comunicazione che avrebbero permesso ai futuri piloti spaziali di dialogare con il centro di controllo, Yuriy Bykov, progettista di apparecchi radio per velivoli (oggi diremmo avionica), si inventò un modo per sperimentare il funzionamento di una ricetrasmittente i condizioni "reali". Si trattava molto semplicemente di mettere una radio ricevente su una sonda orbitale senza equipaggio e far funzionare il prototipo di radio di bordo come relé dei normali programmi (convenzionali) ricevuti. Chertok non era troppo sicuro che un satellite in orbita avrebbe potuto captare le trasmissioni broadcast da terra, ma il test era talmente facile e a buon mercato che si procedette lo stesso.
(...)
Discussing new ideas with Bykov [he] told me about his ideas for the experimental development and testing of a radio intercom link. Losyakov, who managed the department of radio receivers at NII-695, proposed testing communications reliability using the relay method.To do this he developed an on-board receiver that was supposed to receive transmissions from conventional broadcast radios and then relay them through the future cosmonaut’s standard on-board radio telephone transmitter. At that time I doubted the advisability of that idea, from the standpoint that the radio ranges of broadcast stations were not designed to penetrate into space. But Bykov convinced me with a simple argument: the experiment was cheap—what will be, will be.
This experiment was placed on one of the unmanned Korabl-Sputniks. Voice reception on the ground after relay was unintelligible. Music was distorted by noise and loss of reception to the point that popular songs were completely unrecognizable. This experiment was probably the reason why Italian ham radio operators reported in 1960 that they had picked up transmissions of rambling speech, groans, and wailing from space.
(...)

Il relé fu installato a bordo di uno dei Korabl-Sputnik lanciati, senza equipaggio, nel 1960 e come previsto da Chertok non fu particolarmente chiarificatore. Nelle sue memorie l'autore scrive che l'audio ripetuto dal ricetrasmettitore orbitante, arrivava a terra troppo distorto, continuamente interrotto da pause di ricezione. Chertok arriva alla conclusione che "probabilmente fu questo esperimento il motivo per cui alcuni radioamatori italiani nel 1960 riportarono di aver captato dallo spazio trasmissioni di parole spezzate, lamenti, e singhiozzi." Fantastico, no? Oltretutto il relé funzionava, immagino, proprio sulle frequenze che sarebbero state utilizzate dai futuri astronauti, quelle che i due Judica-Cordiglia e i loro colleghi in mezzo mondo monitoravano con mezzi a volte rudimentali. La spiegazione è talmente banale da risultare ancora più convincente: le voci ascoltate provenivano sì dallo spazio, ma erano partite da terra!
I quattro volumi delle memorie di Chertok costituiscono una lettura obbligata per gli appassionati di storia delle esplorazioni spaziali. Il link al download del quarto e ultimo volume, disponibile anche nei formati ebook, lo trovate all'inizio del post. Qui ci sono i link al primo (prima, seconda, terza parte), secondo, terzo e quarto volume in PDF.

I magnifici otto del Vega: ricevere i nanosatelliti dallo spazio

[Pubblicato qualche giorno fa, questo post viene aggiornato oggi, 19 febbraio, con altre indicazioni rivolte a chi volesse cimentarsi nel monitoraggio dei nanosatelliti amatoriali e universitari a orbita bassa.] Dopo alcuni lanci falliti e altri episodi non proprio positivi (quello del satellite ArisSat, lanciato - male - dalla Stazione Spaziale, per esempio) la comunità dei radioamatori specializzati in collegamenti satellitari celebra un po' ovunque il grande successo della prima missione di lancio del vettore missilistico leggero europeo Vega, partita felicemente il 13 febbraio alle 11 italiane dalla base della Guyana Francese. A bordo del primo Vega un payload di ben otto "cubesat" non commerciali, alcuni dei quali italiani, realizzati a scopo educativo e scientifico da altrettante equipe universitarie selezionate dall'ESA. Ecco la lista, con le rispettive frequenze in "downlink" ricevibili a terra, con telemetria e identificativi Morse:

+ AlmaSat-1 437.465 MHz 1200 bps FSK, 2407.850 MHz
+ E-St@r 437.445 MHz 1200 bps AFSK
+ Goliat 437.485 MHz 1200 bpx AFSK
+ Masat-1 437.345 MHz 625/1250 bps GFSK, CW
+ PW-Sat 145.900 MHz 1200 bps BPSK AX25, CW
+ Robusta 437.325 MHz 1200 bps FM telemetry – one data burst of 20 secs every 1 min (may be 437.340 MHz)
+ UniCubeSat 437.305 MHz 9600 bps FSK
+ XaTcobeo 437.365 MHz FFSK with AX.25

Una delle prime ricezioni qui in Italia (vedi illustrazione) si riferisce al PW-Sat polacco ed è stata fatta dal solito Aldo Moroni, IW2DZX (sua anche l'immagine e la realizzazione dell'antenna a doppio dipolo incrociato). Il monitoraggio dei deboli segnali da queste otto sonde orbitali non è impossibile anche con attrezzature normalmente a disposizione degli appassionati, ma non è neppure così scontata. Occorre naturalmente disporre di un ricevitore wide-band capace di coprire fino a 450 MHz. In teoria basta uno scanner ma molti in queste ore si stanno dando da fare anche con i vari sistemi software defined, in particolare il FUNcube Dongle (concepito proprio nell'ambito dei progetti dei nanosatelliti). Il ricevitore deve essere sensibile, ma disporre di un'antenna efficace aiuta moltissimo. Due i progetti preferiti dagli autocostruttori, uno relativamente semplice (il doppio dipolo incrociato) l'altro un po' più complicato. Per entrambi ecco alcuni link:


(doppio dipolo incrociato)

(quadrifilar helix)

La ricezione di un satellite che si trova a 7-800 chilometri sopra la nostra testa implica poi una conoscenza abbastanza precisa della sua posizione. Specie se il nostro orizzonte è ingombro di ostacoli, il satellite dev'essere ben visibile e alto nel cielo, condizione che si verifica solo per determinati passaggi orbitali e che tra l'altro, vista la velocità di un oggetto in grado di girare intorno alla terra in poco più di un'ora e mezzo, dura poche decine di secondi. Lo strumento fondamentale per il monitoraggio dei satelliti a orbita bassa è un software o un sito Web capace di prevedere il tempo di passaggio nel cielo dell'osservatore a partire dai dati orbitali dell'oggetto. Dati che in genere vengono codificati nel sistema TLE, two-line element set. Ecco quelli ancora abbastanza preliminari calcolati per gli otto cubetti spaziali (in genere i TLE si possono trovare sul sito CelesTrak):

2012-006A
1 38077U 12006A 12045.34170990 .00075337 33376-5 11441-2 0 63
2 38077 69.5095 236.8571 0799714 45.5517 320.7952 14.12063853 121

2012-006B
1 38078U 12006B 12045.34630730 .00062068 00000-0 18138-2 0 45
2 38078 69.4882 236.7669 0775634 43.1211 322.7631 14.04418081 137

2012-006C
1 38079U 12006C 12045.34563505 .00003646 00000-0 10000-3 0 50
2 38079 69.4892 236.7638 0781145 43.1829 322.8098 14.05512214 125

2012-006D (Goliat)
1 38080U 12006D 12045.34576499 -.00000171 00000-0 00000+0 0 43
2 38080 69.4894 236.7650 0779813 43.1749 322.8467 14.05390632 121

2012-006E
1 38081U 12006E 12045.34576237 -.00000170 00000-0 00000+0 0 43
2 38081 69.4853 236.7588 0779430 43.1167 322.8527 14.05284925 120

2012-006F
1 38082U 12006F 12045.34582563 -.00000170 00000-0 00000+0 0 32
2 38082 69.4894 236.7668 0779831 43.1118 322.8601 14.05192436 124

2012-006G
1 38083U 12006G 12045.34579010 -.00000171 00000-0 00000+0 0 48
2 38083 69.4868 236.7618 0780170 43.1324 322.8589 14.05257909 120

2012-006H
1 38084U 12006H 12044.91874586 -.00000170 00000-0 00000+0 0 24
2 38084 69.4837 237.7229 0780017 43.6486 322.3757 14.05172992 63

2012-006J
1 38085U 12006J 12044.91875341 -.00000172 00000-0 00000+0 0 27
2 38085 69.4881 237.7235 0782167 43.6065 322.3957 14.05159457 64

Ci sono due siti Web che visualizzano molto bene i passaggi di centinaia di satelliti orbitanti, N2YO e Heaven's above, il primo soprattutto. Ma al momento solo il primo - che è anche il più bello, con il suo mashup di Google Maps - elenca uno degli oggetti appena lanciati (il Goliat, per la precisione). Le orbite però sono molto simili e c'è da pensare che presto tutti i database verranno aggiornati. Un altro tool online molto pratico è il Satellite Tracker di Jens Satre. Basta inserire il TLE desiderato e la pagina di Satre calcola l'orbita e la velocità generando una file "numerico" di previsioni di passaggio. Altrimenti si devono utilizzare software come SatScape di Scott Hather, un piccolo programma in Java, compatibile WIn/Linux/MacOS e aggiornato via Internet con gli ultimi TLE (anche in questo caso bisognerà attendere un po' per avere i dati degli otto satelliti di Vega). Un programma che permette di inserire anche TLE personalizzati e funziona anche lui su più piattaforme è JsatTrak. Non è sempre detto che i passaggi dei satelliti siano favorevoli al loro monitoraggio. Spesso queste sonde sono alimentate con pannelli solari e il loro funzionamento quando il satellite è in eclisse (cioè non esposto alla luce del sole) può essere a ciclo ridotto.
La funzione di un software di satellite tracking non è però soltanto quella di evidenziare i periodi di visibilità radio di oggetti che attraversano rapidamente il cielo (in genere percorrendo una traiettoria orientata sull'asse nordovest-sudest). Forse più importante - se lo scopo non è quello di monitorare visualmente il satellite ma si vuole anche effettuare opportune decodifiche dei segnali di identificazione Morse o la telemetria scientifica e di controllo - è uno strumento che permetta di compensare l'effetto Doppler. Sulle frequenze intorno ai 430 MHz normalmente utilizzate (ma sono possibili anche frequenze nella banda dei 2 metri o su lunghezze d'onda molto più corte), la deriva del canale da sintonizzare può variare anche di 2 kHz per minuto a causa della velocità di avvicinamento o allontanamento del satellite. Quando la banda dei segnali da ricevere è piuttosto larga, questa variabilità può essere problematica per i software di decodifica e bisogna assolutamente compensarla in modo automatico. Per farsi un'idea ecco un impressionante video realizzato dal solito, preparatissimo, Aldo Moroni, IW2DZX:



Il filmato è stato realizzato con il software di demodulazione SDR HDSDR, un clone di Winrad che controlla e demodula i segnali ricevuti dal frontend SDR USB FunCube Dongle. La sintonia di HDSDR viene continuamente compensata dal modulo di sat tracking integrato nel programma HRD Ham Radio Deluxe, il software di controllo remoto dei ricevitori originariamente sviluppato da Simon Brown HB9DRV. Successivamente, prima di creare il suo nuovo SDR-RADIO, un bellissimo software di controllo e demodulazione SDR, Simon ha ceduto HRD a una piccola società americana, la HRDsoftwareLLC, che ora lo ha portato alla quinta versione, accolta con un certo scetticismo dalla comunità ham. Nella parte bassa dello schermo si vede in azione CW Skimmer un decoder Morse multicanale in grado di decodificare in simultanea diversi stream Morse. Come fa CW Skimmer ha ricevere sempre una nota audio costante? Semplice: occorre che la sintonia di HDSDR possa variare in base alle informazioni fornite dal modulo di sat tracking di HRD. Lo scambio di informazioni tra HRD e HDSDR avviene attraverso una combinazione client/server DDE, Dynamic Data Exchange, una modalità Windows per lo scambio dinamico dei dati tra programmi. Ham Radio Deluxe implementa un server DDE e HDSDR un client, il primo trasmette al secondo le informazioni sulla velocità del satellite, utilizzando un formato standardizzato dal software di tracking Orbitron, molto diffuso. Sulla base di questi dati HDSDR modifica automaticamente la propria sintonia per compensare la deriva Doppler (diversi programmi di tracciamento sono anche in grado di pilotare il rotore delle antenne utilizzate per la ricezione di satelliti ancora più difficili da monitorare). Il meccanismo vale per l'accoppiata HDSDR-HRD, ma il client DDE di HDSDR è compatibile con il server integrato in altri programmi o moduli di sat tracking, tra cui lo stesso Orbitron, WXtrack, SatPC32 e Wisp. Un file di istruzioni per la corretta impostazione di HDSDR con i vari server di tracciamento si trova qui.
Questa è solo una configurazione possibile. La compensazione Doppler - una operazione fondamentale, come si è detto - viene implementata anche da programmi di demodulazione come SDR-RADIO.

18 febbraio 2012

Lo strano connubio tra Moby Dick e le valvole


Un progetto curioso e affascinante di un ex insegnante di liceo e disegnatore autodidatta americano: illustrare tutte le 550 e rotte pagine di Moby Dick nell'edizione Signet Classics. Il blog di Matt Kish, Everypageofmobydick è una artistica ossessione per un romanzo sull'ossessione, una raccolta di diversi stili pittorici e materialistici. Oggi l'intera opera viene pubblicata dall'editore Tin House e sta facendo il giro di molti siti Web. Che c'entra con la radio? Non saprei, ma sono incappato in una delle varie recensioni e mi sono accorto che il foglio utilizzato da Matt per il suo primo disegno, intitolato ovviamente "Call me Ishmael" è la pagina di uno scheme di una radio valvolare, un ricevitore domestico AM/FM. E non è il solo, diversi altri disegni sono tracciati su altre pagine dello stesso o di altri schemi. Buffo no? Radio o non radio, si tratta di un lavoro monumentale, poetico e molto bello, come tanti altri di Matt Kish.

17 febbraio 2012

WRC-12, Ginevra approva i 472-479 ham radio e dà il via al digitale nelle marittime VHF

Con le ultime formalità e le firme degli accordi ratificati si concludono oggi a Ginevra i lavori della World Radiocommunication Conference 2012, che ha visto tremila partecipanti da 165 nazioni delle 193 che compongono l'Unione Internazionale delle Telecomunicazioni più un centinaio di osservatori dalle 700 aziende del settore privato e gli organismi internazionali.
Qui di seguito i punti salienti della discussione in agenda e delle decisioni in materia di regolamentazione dello spettro radiotelevisivo. Osservo solo quello relativo alla banda marittima VHF, oggi molto utilizzata per le comunicazioni portuali e marittime, in fonia e AIS. La WRC-12 prevede di dare ulteriore spazio in questa banda alle tecnologie di comunicazione digitale.
Nella lista, presa dal comunicato stampa di oggi dell'ITU, manca il particolare del punto 1.23 in agenda, riferito a una nuova allocazione di 15 kHz in banda MF (300-3.000 kHz) da riservare alle comunicazioni radioamatoriali. Il punto è stato parzialmente approvato e i radioamatori avranno la possibilità (la regolamentazione definitiva spetta ovviamente ai singoli organismi nazionali) di utilizzare una porzione di 7 kHz compresa tra le frequenze di 472 e 479 kHz per contatti con potenze massime di 1 Watt EIRP, con la possibilità di concedere fino a 5 W alle stazioni poste a non meno di 800 km dai confini della nazioni che intendono tutelare meglio l'uso di queste frequenze per i sistemi di radionavigazione. Una prima lista di queste nazioni è stata messa in calce al documento finale e questo significa per esempio che Algeria, Cina, Russia, Iraq, Giordania, Qatar, non avranno radioamatori operativi su 472-479. A quanto ne so anche in Italia siamo piuttosto lenti a recepire queste novità e i radioamatori locali ne risulteranno penalizzati (anche se a quanto ricordo non ci sono radiofari italiani sopra i 470 kHz).

Key WRC-12 highlights:

Spectrum for International Mobile Telecommunications (IMT)
In addition to the use of the 790-862 MHz in Regions 1 and 3, WRC-12 considered further spectrum allocations to the mobile service, including International Mobile Telecommunications (IMT) to facilitate the development of terrestrial mobile broadband applications in the frequency band 694 – 790 MHz. This issue has been placed on the WRC-15 Agenda together with the need to consider additional spectrum allocations for the mobile service.

Increase efficiency in the use of the spectrum/orbit resource
In addition to the clarification of the notion of bringing into use of satellite network frequency assignments (satellite deployed and maintained at the notified orbital position for a continuous period of ninety days), WRC-12 also mandated the ITU Radiocommunication Bureau to initiate enquiries to administrations to provide information on the movement of satellites. Improved due diligence information, including more detail information on the identity of the spacecraft used for the operation of the frequency assignments was also agreed to foster the long term access and development of the Broadcasting Satellite Service (BSS) in the 21-4-22 GHz band in Regions 1 and 3. WRC-12 improved the satellite coordination by reducing the coordination arc in parts of the most congested spectrum and agreed to look into the possibility of further reductions.

Early warning, disaster mitigation and relief operations
With reference to emergency telecommunications, WRC-12 addressed the application of new technologies, such as IMT and intelligent transport systems (ITS) to support or supplement advanced public protection and disaster relief applications.
WRC-12 instructed ITU-R to continue studying aspects of radiocommunications and ICT that are relevant to early warning, disaster mitigation and relief operations and encouraged administrations to consider using identified frequency bands when undertaking their national planning for the purposes of achieving regionally harmonized frequency bands or ranges for advanced public protection and disaster relief solutions.

Earth observation’s societal and economic value recognized
WRC-12 focused on “The importance of Earth observation radiocommunication applications” in collecting and exchanging Earth observation data to maintain and improve the accuracy of weather forecasts, which contribute to the protection of life and preservation of property around the world. The Conference reaffirmed that Earth observation applications have considerable societal and economic value and urged administrations to protect the Earth observation systems in the related frequency bands.

Meteorological-satellite service gets more bandwidth
Non-geostationary satellites are an important part of the space-based Global Observing System and WRC-12 allocated additional spectrum to the meteorological-satellite service.
Satellite remote passive sensing
WRC-12 updated spectrum use aimed at the future of Earth observation applications with the development of passive sensors flying on meteorological and environmental satellites to monitor water vapour and oxygen spectral lines, which are needed for ice cloud and precipitation measurements and for storm monitoring and climate studies.

Oceanographic radars get support
WRC-12 adopted the relevant protection levels for interference caused by oceanographic radars. These radars operate using ground-waves that propagate over the sea to measure coastal sea surface conditions in support of environmental, oceanographic, meteorological, climatological, maritime and disaster mitigation operations and for the surveillance of coastal pollution, fisheries management, search and rescue, beach erosion, and maritime navigation.

Maritime services
Maritime communication requirements to support safety systems for ships and ports
WRC-12 addressed maritime communication requirements to support safety systems for ships and port operations. The conference included new provisions in the Radio Regulations to improve satellite detection of automatic information systems using VHF channels.

Transmitting frequencies in the VHF maritime mobile band
The conference also considered the use of new technologies in the maritime service needed to the “Table of transmitting frequencies in the VHF maritime mobile band”, which defines the channel numbering for maritime VHF communications based on 25 kHz channel spacing as well as where digital technologies could be deployed.

Aeronautical services
WRC-12 decided that necessary spectrum would be available for the introduction of applications and concepts in air traffic management that can support data links carrying safety-critical aviation information. These systems will enhance aeronautical communications capability and – in conjunction with more precise navigational capabilities – allow flight routing to be more efficient, resulting in fewer delays, shorter flight times on average, lower fuel costs and reduced CO² emissions. ITU-R will continue to study any compatibility issues between the broadcasting service and aeronautical mobile (route) service in the band 108–117.975 MHz that may arise from the introduction of digital sound broadcasting systems.

Aviation safety
The growth in the aviation industry calls for expanded capacity of mobile communication links that can operate over the horizon. WRC-12 decided that notifying administrations of mobile-satellite service networks shall accommodate the spectrum needed for distress, urgency and safety communications of the global maritime distress and safety system (GMDSS) and for the aeronautical mobile-satellite (route) service communications.

Aeronautical mobile (route) service
Aeronautical mobile (route) service systems are critical for various air traffic and flight safety communications. Some of the communication systems, such as traffic information, automatic dependent surveillance-broadcast, and flight information provide easily accessible air traffic information to multiple air traffic managers at the same time, allowing for more efficient use of airspace. The allocation of the frequency band 960−1164 MHz to the aeronautical mobile (route) service is intended to support the introduction of applications and concepts in air traffic management which are data intensive and which could support data links that carry safety critical aeronautical data.

Aeronautical mobile to protect other primary services in 37−38 GHz band
A number of countries are deploying space research service earth station receivers in the band 37−38 GHz to support manned near-Earth missions and deep-space missions. WRC-12 decided to exclude the aeronautical component of this mobile service allocation to ensure proper protection of existing and planned space research and mobile services.

Aerospace surveillance
WRC-12 addressed the lack of spectrum available for aerospace surveillance and tracking the launch and manoeuvring of spacecraft and provided an additional allocation in the frequency band 154−156 MHz to the radiolocation service in some countries.

15 febbraio 2012

Venti (repressivi) dell'Est: dopo l'ungherese Klub Radio, ora è la volta di Eco di Mosca.

Ancora una volta Berlusconi ha dimostrato di essere un passo avanti. Il suo "editto bulgaro" decretò l'inizio della fine delle trasmissioni RAI non allineate alla grancassa del Partito delle Incapacità. Un editto partito con Enzo Biagi e giunto a compimento con Serena Dandini (il cui format, va detto, era forse un po' cotto di suo). Ieri, giorno di San Valentino, un editto russo ha gettato un'ombra inquietante - a venti giorni dalle elezioni presidenziali - sul futuro della stazione Eco di Mosca, quasi un milione di ascoltatori nella sola area metropolitana della capitale e programmi sempre molto critici nei confronti del potere esercitato con estrema disinvoltura da Czar Putin. Dall'amico Putin. In mezzo c'è stato l'edito magiaro che ha misteriosamente cambiato le regole di assegnamento delle frequenze in Ungheria e ha danneggiato, guarda caso, proprio Klub Radio, l'unica emittente che contrasta apertamente la politica oppressiva del premier Viktor Orban.
Il Corriere della Sera del 12 febbraio intervista il direttore di Klub Radio, Andras Arato. E oggi il Sole 24 Ore (ma anche il blog del Manifesto) parlano della strana decisione di rinnovare, ben prima della sua naturale scadenza, il board di Eco di Mosca. L'emittente fondata nel 1990 sulla scia della Glastnost garbacioviana (ieri Gorbachev è stato intervistato al proposito da Radio Free Europe) e diretta dal combattivo Aleksej Venediktov (nella foto, insieme al suo avversario) è indipendente, ma il suo azionista di riferimento, al 66%, è uno dei veri padroni dell'Impero di Putin, il potentissimo gruppo energetico Gazprom, che aveva rilevato la quota dell'emittente posseduta fino al 1994 dal discusso magnate di NTV Vladimir Gusinski, protagonista di un lungo braccio di ferro con le autorità russe. La notizia viene data anche dalla redazione di Radio Voce della Russia, che laconicamente riporta la dichiarazione del portavoce di Putin, Dmitrij Peskov, "convinto che il rimpasto nel consiglio dei direttori della Eco di Mosca non possa essere legato alle critiche da parte di Vladimir Putin." Il 18 gennaio, in un incontro con i direttori dei media russi, Putin si era lamentato per la "diarrea" che la stazone gli rovescia sempre addosso.
La blogosfera russa in queste ore è percorsa da scosse di indignazione. Tutti i retroscena, inclusi i comunicati che sul sito di Ekho Movsky annunciano gli improvvisi avvicendamenti (Venediktov stesso teme di essere scalzato dal CdA) e diversi altri link, li trovate nella corrispondenza di Nina Ognianova (una bulgara!) sul sito del CPJ Committee to Protect Journalists, un organismo newyorkese che si batte per la libertà di stampa e l'immunità dei giornalisti, così spesso vittima della violenza militare, politica e mafiosa. Come sottolinea giustamente la Ognianova, è molto probabile che l'annullamento dei vertici di Eco di Mosca non sia stato ordinato da Putin in persona. In questi casi, lascia intuire la giornalista, i cortigiani sono sempre più realisti del re. Non è neppure detto che Venediktov perda il controllo editoriale dei programmi: il CPJ cita le parole attribuite in passato allo stesso Vladimir Putin, incapace di rinunciare a uno sfoggio di machismo: "come l'uomo, il potere ha sempre il dovere di provarci e i media, come la donna, quello di rifiutare".
Resta l'impressione che il potere, ogni tipo di potere, si senta ovunque sotto assedio, sempre più incalzato da una possente voglia di trasparenza e informazione, in assenza delle quali il potere può dare sfogo a ogni forma di prevaricazione e corruzione. Ancora una volta è una radio neanche troppo libera dai condizionamenti a essere percepita come un nemico da annientare.

14 febbraio 2012

Anche un cervello italiano per il rinnovamento di Voice of America

In seguito all'adozione del nuovo piano di sviluppo per i prossimi anni, il Broadcasting Board of Governors americano, l'agenzia che gestisce la produzione della Voice of America, Radio Free Europe e di tutte le altre attività trasmissive radiotelevisive rivolte verso l'estero, ha pubblicato la sua richiesta di finanziamento per il fiscal year 2013. Un lungo documento di oltre cento pagine che si può scaricare qui (questo il link diretto al pdf). La richiesta complessiva è di 720 milioni di dollari, il 4,2% in meno rispetto al 2012 e tra le varie riduzioni è previsto anche il taglio di tutte le trasmissioni in onde corte e medie che non siano espressamente rivolte alle seguenti aree geografico-linguistiche: Cuba, Cina, Corea del Nord, Burma, Iran, Tibet, Uyghur, FATA (regione di confine afgano-pakistana), Pakistan, Afghanistan, Bielorussia, Russo per il Caucaso, Russo, Turkmenistan, Khmer e Africa.
Più o meno era quello che si aspettava, considerando che il BBG si impegna comunque a rafforzare le sue relazioni con le emittenti locali in FM e con i new media. Nel quadro di questo dialogo, il 10 febbraio si è tenuto a Washington un incontro tra la Commission on Innovation del BBG e un gruppo di esperti, innovatori e imprenditori, quelli che l'ufficio stampa dell'agenzia di public diplomacy definice "thought leaders", leader del pensiero. L'obiettivo era mettersi a ragionare, con le menti più brillanti della tecnologia e della scienza politica, su come rinnovare una istituzione nata settant'anni fa.
Devo dire che mi ha fatto molto piacere vedere che nella lunga lista di nomi che hanno partecipato a questa sessione di brain storming, accanto ai co-fondatori di Facebook e Twitter, ai ricercatori di Google Ideas, agli esperti politici del Dipartimento di Stato e di Princeton, c'era anche quello di un brillante cervello italiano, quello di Paola Antonelli, architetto sassarese laureata al Politecnico di Milano ma da anni ormai curatrice del dipartimento di Architettura e Design del Museum Of Modern Art di New York, il mitico MoMa. La Antonelli è uno dei maggiori visionari capaci oggi di svolgere lo sguarda a quella frontiera avanzata dove stanno confluendo le idee sul design, la tecnologia, la relazione uomo-macchina. In altre parole sul futuro interdisciplinare della conoscenza e dell'umanità. Trovo molto stimolante pensare che una macchina propagandistica nata per parlare, via radio, ai nemici di un conflitto da fine del mondo, chieda agli innovatori di oggi di indirizzarla verso nuovi modi di comunicare il cambiamento - e le speranze - di un mondo che pur tra mille difficoltà e ingiustizie ha invece saputo arrivare fin qui.
Per riflettere insieme su questi argomenti vi propongo il discorso inaugurale di Paola Antonelli in occasione di Media Evolution, The Conference, tenutasi a Malmö in Svezia lo scorso agosto. Il keynote di Paola verteva sull'importanza del design nei media e nella nostra società:

13 febbraio 2012

13 febbraio, World Radio Day


Buona Giornata della Radio a tutti! Questo straordinario mezzo di comunicazione, ormai praticamente centenario, continua a essere molto seguito e soprattutto molto amato. Almeno a giudicare dagli speciali che i quattro maggiori quotidiani italiani (non parlo del quinto, la Gazza, perché non la leggo regolarmente) dedicano periodicamente alla radio. Quasi sempre titolando sulla "resurrezione", sulle "sette vite" (l'ultimo è La Lettura del Corrierone del 29 gennaio), insomma su una radio che in qualche modo riesce a scamparla a una morte certa.
E' una retorica che rifiuto completamente, non solo perché io la radio la celebro tutti i giorni su questo blog, ma perché sono intimamente convinto del valore irrinunciabile della parola raccolta, elaborata e ritrasmessa, ma del tutto svincolata dal paternalismo, dalla dittatura dell'immagine. Non è un caso, a mio parere, se con l'avvento di Internet è il contenuto radiofonico che meglio ha saputo adattarsi ai nuovi linguaggi, le nuove modalità di accesso, i nuovi tempi della comunicazione digitale. Trovando nelle immagini e nelle informazioni testuali non due padroni, com'era successo ai tempi della tv, ma due validi alleati.
In ogni caso godiamoci questo 13 febbraio, promosso dall'Unesco World Radio Day. L'organizzazione culturale dell'ONU ha preparato una pagina speciale piena di informazioni e rimandi a studi e statistiche che - pur con qualche scivolone, come il riferimento alla radio satellitare dell'ormai fallita Worldspace - permettono di farsi un'idea concreta dell'importanza della radio, specialmente in Africa, Asia e America Latina (belli a questo proposito i report della African Media Development Initiative promossa dalla BBC e da alcune fondazioni internazionali quache anno fa, o le relazioni che trovate sul sito AudienceScapes). Proprio per discutere delle prospettive della radiofonia nelle regioni in via di sviluppo si riuniscono oggi a Londa i rappresentanti dell'Unesco e della School of oriental and african studies della University of London in un convegno che verrà trasmesso in diretta Web a partire dalle ore 17.30. Ma potete leggere anche della radio-in-a-box, uno studio con annesso trasmettitore FM da 30 Watt realizzato dall'Asian Broadcasting Union per gli interventi in zone disastrate, accedere all'archivio audio dell'Unesco e ai podcast realizzati per l'occasione, scaricare il recentissimo manuale sulle radio comunitarie e naturalmente partecipare alla giornata attraverso Facebook e Twitter.