Aperto anche su Web il museo della radiotelevisione RAI di Torino. Ecco il testo del comunicato che annuncia la creazione della pagina Web siglata RAI Net (a proposito, ma dell'internelizzazione dell'ex spin off che ne è stato? Va bene che in questo momento l'azienda mediatica di Stato ha ben altro cui pensare...).
Il sito è molto ben fatto ma la visita risulta inutilmente macchinosa. In apertura per esempio c'è la proiezione delle "mostre" (bella quella dei vecchi manifesti della radio), ma cliccando sulle varie sezioni pubblicizzate si apre (non su Safari/Mac che ha qualche problema di compatibilità) una nuova pagina sul sito istituzionale, quello "nero" per intendersi. Il link alla bibliomediateca citata nel comunicato è utile ma non fatevi illusioni, non è la porta di accesso diretto online ai materiali custoditi presso il centro "Dino Villani".
Dal telegrafo alla Tv digitale, dai trasmettitori di Guglielmo Marconi al primo televisore, racchiuso in uno schermo di pochi centimetri. Pezzi di storia delle comunicazioni che fanno parte del Museo della Radio e della Televisione Rai di via Verdi 16, a Torino, dedicato all’ingegner Enrico Marchesi, pioniere della radiofonia italiana e primo presidente dell’Eiar. Un museo che – da oggi – e’ possibile “visitare” con un semplice click, al sito www.museoradiotv.rai.it, realizzato da Rainet con la collaborazione dei Servizi Tecnici del Centro di Produzione Tv Rai di Torino e della Bibliomediateca.Diviso in sezioni, il sito racconta la nascita e l’evoluzione del museo torinese dal 1939 a oggi, e guida il visitatore – anche attraverso filmati e foto – all’interno della collezione che comprende circa 1200 cimeli, materiali e apparati tecnico-professionali e di uso domestico. Tra gli oggetti esposti online, anche alcune “chicche” come il fonografo a cilindro di Edison, il microfono ad acqua, il registratore a nastro di acciaio tipo Lorenz del 1935, il primo microfono della radiofonia italiana, le radio anni ’30, le telecamere delle prime trasmissioni tv, fino all’apparecchio utilizzato per riprodurre l’inconfondibile “cinguettio” che per anni ha accompagnato le trasmissioni radiofoniche. Nella sezione “come funziona”, inoltre, alcuni video svelano i segreti di apparecchiature come il registratore magnetico o la prima telecamera a colori, datata 1953 e realizzata negli Stati Uniti.All’interno del sito e’ presente anche un link con la Bibliomediateca Rai di Torino, che offre un servizio di consultazione dell’archivio contenuto nel Catalogo Multimediale di Rai Teche, con oltre un milione e mezzo di ore di programmi radio e tv, oltre a 40 mila foto, 10 mila spot e migliaia di manifesti pubblicitari, tutti digitalizzati.Sempre aperto su web, il Museo della Radio e della Televisione di Torino e’ visitabile su prenotazione nei giorni feriali dalle 9.00 alle 19.00, a ingresso gratuito. Possibili anche le visite guidate per scuole superiori, universita’ e gruppi. Contatti: 011-8104486, e-mail museoradiotv (at) rai (dot) it.
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