19 febbraio 2010

A Padova un convegno contro le barriere culturali


E' il fondamentale paradosso di un mondo che grazie alle reti fisiche e senza fili sembra essere in grado di interconnettere qualunque dei suoi punti in un battibaleno, ma che sta invece soffrendo per lo smisurato aumento delle barriere che bloccano l'accessibilità alle risorse informative. Ci sono barriere di tipo economico, tecnico, legale, politico che remano contro le infinite potenzialità delle tecnologie dell'informatica e delle telecomunicazioni. Internet può mettere a disposizione di tutti tesori culturali, artistici musicali di inestimabile valore, allargare a dismisura le basi della nostra conoscenza e invece non è così, non lo è ancora e c'è da chiedersi se mai lo sarà. A ostacolare questo accesso, a renderlo inutilmente intricato ci sono le infinite discussioni sui "diritti", i costi della digitalizzazione, le interfacce utente inutilmente complicate, la larga banda che ignora i bacini di utenza a "basso margine" (perché se abiti lontano da un grosso centro diventi un cittadino di serie B).
Come sapete qualche tempo fa, insieme a Mariù, abbiamo aperto una petizione online per cercare di sensibilizzare i vertici Rai ai problemi di accessibilità provocati dalla nuova interfaccia del portale ufficiale dell'emittente pubblica. Una interfaccia che rende terribilmente complicato per gli ipovedenti usufruire del sonoro dei programmi radiotelevesivi. Abbiamo raccolto finora poco meno di cinquecento firme, ma ci sarebbe moltissimo da fare per rimuovere tutte queste barriere.
In questi giorni all'Università di Padova si tengono un convegno e una serie di seminari all'insegna della Cultura Senza Barriere 2010 (qiu c'è anche il canale YouTube della conferenza). La materia in discussione è complessa e non riguarda soltanto il problema delle barriere culturali per le persone che hanno oggettive difficoltà di accesso ai tradizionali strumenti della formazione (libri, televisione e siti Web) a causa della loro disabilità visiva o motoria. Quando si tratta di fruizione della cultura le barriere riguardano veramente tutti, anche le persone apparentemente più "abilii". Basta veramente molto poco, un archivio mal fatto, una biblioteca con un catalogo non aggiornato, un sito Web che non è stato realizzato con i crismi dell'usabilità. Ci sono disabilità nascoste, che non sembrano tali, come la dislessia e tanti altri problemi di tipo cognitivo che rallentano il trasferimento della cultura, rendendo ingiustamente più deboli - specie in quest'epoca di economia della conoscenza - milioni di persone che pure potrebbero essere facilmente raggiunte grazie alle reti.
Al convegno di Padova e in altri ambiti gli esperti discutono da anni del ruolo che le tecnologie software possono avere nell'abbattere queste barriere, rendendo per esempio accessibili in formati alternativi i testi, utilizzando motori di ricerca di tipo semantico. Ma spesso è anche un problema di volontà generale, di risorse finanziarie pubbliche bloccate, di una politica troppo frettolosa nel giudicare "minoranze" porzioni di cittadinanza che sono invece molto ampie e colpevolmente trascurate.

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