Ho caricato l'audio del dibattito sulla infomobilità che si è tenuto ieri a Torino tra diversi partecipanti del mondo del broadcast italiano. Come ho scritto ieri è solo l'ennesimo convegno, ma qualche cosa di interessante è stato detto, anche se fuori tema rispetto all'argomento in agenda. Chiaramente di servizi di infomobilità basati sui nuovi standard per la radio digitale si è parlato solo incidentalmente, non c'è ancora nulla di paragonabile a quello che stato fatto negli Stati Uniti con HD Radio e la radio digitale satellitare (varrebbe la pena fare una piccola esplorazione). Però abbiamo potuto ascoltare dell'impegno di Raiway a spingere molto nelle aree dove lo switchoff della tv analogica - uno dei punti fondamentali per una tecnologia che andrà a posizionarsi nelle porzioni di banda III lasciata libera dalla vecchia tv - per una forte accelerazione del DAB. Torino, Roma, Cagliari, Napoli saranno le prime a essere indirizzate, un bacino di oltre 9 milioni di persone.
Contemporaneamente si muoveranno i grandi consorzi dei network privati, mentre le radio a copertura locale conservano molte perplessità anche se non si tirano indietro rispetto a iniziative come l'Associazione per la radiofonia digitale, la joint venture tra Rai e federazioni di emittenti locali (ieri c'era il rappresentante di Aeranti-Corallo). Nel corridoio pre-dibattito abbiamo scambiato con i relatori quattro chiacchiere sulle possibilità di sperimentazioni di altri standard e ho potuto cogliere un certo interesse nei confronti del DRM+, che rimane una tecnologia molto incerta per la forte carenza di componentistica adeguata. Il messaggio è che l'FM analogica continuerà ad andare avanti per anni. Forse, come ha sottolineato Giuseppe Braccini di RaiWay, si andrà avanti in una situazione di convivenza simile a quella che c'è stata tra onde medie e FM.
Contemporaneamente si muoveranno i grandi consorzi dei network privati, mentre le radio a copertura locale conservano molte perplessità anche se non si tirano indietro rispetto a iniziative come l'Associazione per la radiofonia digitale, la joint venture tra Rai e federazioni di emittenti locali (ieri c'era il rappresentante di Aeranti-Corallo). Nel corridoio pre-dibattito abbiamo scambiato con i relatori quattro chiacchiere sulle possibilità di sperimentazioni di altri standard e ho potuto cogliere un certo interesse nei confronti del DRM+, che rimane una tecnologia molto incerta per la forte carenza di componentistica adeguata. Il messaggio è che l'FM analogica continuerà ad andare avanti per anni. Forse, come ha sottolineato Giuseppe Braccini di RaiWay, si andrà avanti in una situazione di convivenza simile a quella che c'è stata tra onde medie e FM.
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