La Radio Heritage Foundation neozelandese tra le sue numerose benemerite iniziative gestisce un piccolo osservatorio sulla banda espansa delle onde medie in Australia da 1611 a 1701 kHz, dove da circa 18 anni operano emittenti a bassa potenza a carattere etnico-comunitario. Si tratta di licenze concesse in base alla Section 40 della legge sull'emittenza, mentre quasi tutti gli operatori commerciali sono titolari delle licenze previste dalla Section 36, in base alla quale le onde medie terminano a 1602 kHz. La banda era stata costituita su modello della expanded band americana, per dare più spazio alle licenze per stazioni locali e ai servizi alternativi.
In anni recenti c'è stato un tentativo di rivalutare questa porzione di frequenze attraverso il consolidamento di servizi commerciali a copertura nazionale, ma il tentativo più clamoroso, quello di Radio 2 del gruppo World Audio Limited, non è andato in porto e l'editore è finito in amministrazione controllata. Così la banda allargata è rimasta sostanzialmente immutata nel tempo, con un forte predominio di emittenti etniche che sfruttano la maggior facilità di ottenere una licenza in un segmento per così dire meno pregiato per consolidare la loro presenza su scala inter-regionale (in Australia questo vuol dire molto in termini di copertura territoriale).
Nel corso del processo di stesura delle normativa sulla radio digitale DAB+ (ecco un bellissimo dossier che Agcom dovrebbe consultare a mo' di esempio) - da poco partita in Australia - le emittenti commerciali hanno fatto lobby per evitare che i licenziatari delle frequenze espanse potessero avere accesso ai multiplex del DAB. Ma è difficile pensare che la radio digitali interessi ai proprietari di queste piccole stazioni. Tra i più consolidati utenti delle onde medie allargate in Australia c'è guarda caso il gruppo Italian Media con Rete Italia, il cui radicamento fa sì che oltre i 1602 kHz in Australia si sente parlare parecchio italiano. Anche le stazioni greche sono molto attive, insieme a quelle di musica country. In totale trasmettono 70 stazioni, che periodicamente vengono censite dalla Foundation (nella foto, di fronte alla sede di Rete Italia, c'è David Ricquish, autore del report.
In anni recenti c'è stato un tentativo di rivalutare questa porzione di frequenze attraverso il consolidamento di servizi commerciali a copertura nazionale, ma il tentativo più clamoroso, quello di Radio 2 del gruppo World Audio Limited, non è andato in porto e l'editore è finito in amministrazione controllata. Così la banda allargata è rimasta sostanzialmente immutata nel tempo, con un forte predominio di emittenti etniche che sfruttano la maggior facilità di ottenere una licenza in un segmento per così dire meno pregiato per consolidare la loro presenza su scala inter-regionale (in Australia questo vuol dire molto in termini di copertura territoriale).
Nel corso del processo di stesura delle normativa sulla radio digitale DAB+ (ecco un bellissimo dossier che Agcom dovrebbe consultare a mo' di esempio) - da poco partita in Australia - le emittenti commerciali hanno fatto lobby per evitare che i licenziatari delle frequenze espanse potessero avere accesso ai multiplex del DAB. Ma è difficile pensare che la radio digitali interessi ai proprietari di queste piccole stazioni. Tra i più consolidati utenti delle onde medie allargate in Australia c'è guarda caso il gruppo Italian Media con Rete Italia, il cui radicamento fa sì che oltre i 1602 kHz in Australia si sente parlare parecchio italiano. Anche le stazioni greche sono molto attive, insieme a quelle di musica country. In totale trasmettono 70 stazioni, che periodicamente vengono censite dalla Foundation (nella foto, di fronte alla sede di Rete Italia, c'è David Ricquish, autore del report.
Australian AM Radio 1611-1701
Italian, Country, Arabic, Greek and Gold
Almost 70 low power stations are now broadcasting in Australia's expanded AM radio dial almost two decades after the new channels became available.
Originally populated by ethnic broadcasters and niche formats, the situation remains little unchanged in 2009 as attempts to bring the low cost extra frequencies into mainstream media have largely failed to materialize.
Existing commercial broadcasters saw these licences as a dangerously cheap back door into digital broadcasting and lobbied strongly to exclude 1611-1701 AM stations from digital entitlements. Coupled with poor availability of AM radios able to tune to the new frequencies, attempts by commercial aspirants like Radio 2 to establish economics of scale and a nationwide network collapsed.
In 2009, the major players on air are Rete Italia [part of the Italian Media publishing and media group], Radio 16 The Goanna [a fledgling country music network co-owned with 2ME an Arabic language station], Smart Group's Hot Country from Queensland, whilst a small foothold in the band has been claimed by Queensland based Christian network Vision FM.
A small cluster of independent stations air a variation on the 'Gold' music format of 1960's hits popular with babyboomers, two Greek language stations compete for listeners in Sydney, and a handful of other stations serve ethnic markets for Chinese, Hindi, Arabic, Islamic and Lebanese Christian audiences.
A large number of licences held in the 1611-1701 AM band have remained silent for many years and are unlikely to ever come on air.
The Radio Heritage Foundation has released a detailed list of Australian stations currently operating in the 1611-1701 AM band together with analysis of this fascinating and little known broadcasting landscape.
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