Da quando l'amico Gianluca Nicoletti si è trasformato in una sorta di parodistica audio-protesi di se stesso (una autoaudioprotesi), mi chiedo se la vera rivoluzione digitale della radio non risieda fondamentalmente nella "radioamatorizzazione" del mezzo. Voglio dire: quando da giovane adolescente mi sono innamorato di un mezzo, la radio a onde corte, che stava vivendo la parte terminale della sua grande epopea, una componente importante di quell'innamoramento fu sicuramente la mia propensione all'ascolto. Allora c'erano due modi per innamorarsi della radio. Chi come me non amava parlare, ne di sé né del mondo, ascoltava le onde corte. Al massimo si metteva a scrivere, in silenzio, alle stazioni ascoltate. Gli altri, innamorati più delle proprie parole che della radio, diventavano CB prima e radioamatori dopo (se non si stufavano).
Due forme di innamoramento che sono entrambe andate in crisi, la prima con il dominio assoluto della tv, l'altra con l'avvento della telefoni pervasiva. Con Internet e il podcasting il fascino della radiofonia ritorna perché la rete riprende, anche se in modalità radicalmente diversa, i risvolti collettivi e partecipativi della radio. La radio su Internet funziona perché può di nuovo articolarsi in due modi, attraverso l'ascolto variegato e enciclopedico che le onde corte - risorsa scarsa per eccellenza - riuscivano a fatica a fomentare, e con la trasmissione. Con la rete chiunque può farsi sentire, anche solo sulla carta, basta un microfono e un semplice software.
Tutto questo ragionamento, mi è venuto in mente leggendo una notizia che mi ha girato ieri Francesco sulle applicazioni che consentono ai possessori di iPhone di andare direttamente in streaming Web con la loro voce. Con la sua straordinaria versatilità lo smartphone di Apple è un petrolini digitale che si trasforma alla bisogna in ricevitore radio e apparecchio trasmittente, proprio come il baracchino anni Settanta. O forse la metafora più giusta è quella degli impianti un po' raffazzonati delle prime radio libere. Comunque sia, leggetevi delle straordinarie potenzialità di iPadio, nuova piattaforma per lo streaming audio in tempo reale da iPhone. iPadio viene recensito insieme ad altre interessanti applicazioni e servizi dall'edizione british di TechCrunch.
Anche qui valgono le considerazioni che stiamo facendo in questi giorni sui limiti della radiofonia su Ip e sulle problematiche infrastrutturali poste dal confronto tra vecchia e nuova radio. Ma dal punto di vista del linguaggio e delle potenzialità, è chiaro che ci troviamo di fronte a una tecnologia dirompente. Quella che è stata la rivoluzione del desktop publishing ora potrebbe trasformarsi nel nuovo fenomeno del desktop o pocket broadcasting. Il che non significa che tutti di colpo possono diventare bravi autori radiofonici (così come il DTP non ci ha trasformati tutti in grafici impaginatori). E' solo l'abbattimento di qualche barriera, ma è sempre una buona notizia, con molte implicazioni interessanti. Vedo per esempio sul sito di iPadio la possibilità di dare vita a "blog telefonici", il cosiddetto "phlogging", già utilizzati da giornalisti e attivisti per i loro reportage. Per qualcuno il phlog potrebbe essere la radio del futuro.
Due forme di innamoramento che sono entrambe andate in crisi, la prima con il dominio assoluto della tv, l'altra con l'avvento della telefoni pervasiva. Con Internet e il podcasting il fascino della radiofonia ritorna perché la rete riprende, anche se in modalità radicalmente diversa, i risvolti collettivi e partecipativi della radio. La radio su Internet funziona perché può di nuovo articolarsi in due modi, attraverso l'ascolto variegato e enciclopedico che le onde corte - risorsa scarsa per eccellenza - riuscivano a fatica a fomentare, e con la trasmissione. Con la rete chiunque può farsi sentire, anche solo sulla carta, basta un microfono e un semplice software.
Tutto questo ragionamento, mi è venuto in mente leggendo una notizia che mi ha girato ieri Francesco sulle applicazioni che consentono ai possessori di iPhone di andare direttamente in streaming Web con la loro voce. Con la sua straordinaria versatilità lo smartphone di Apple è un petrolini digitale che si trasforma alla bisogna in ricevitore radio e apparecchio trasmittente, proprio come il baracchino anni Settanta. O forse la metafora più giusta è quella degli impianti un po' raffazzonati delle prime radio libere. Comunque sia, leggetevi delle straordinarie potenzialità di iPadio, nuova piattaforma per lo streaming audio in tempo reale da iPhone. iPadio viene recensito insieme ad altre interessanti applicazioni e servizi dall'edizione british di TechCrunch.
Anche qui valgono le considerazioni che stiamo facendo in questi giorni sui limiti della radiofonia su Ip e sulle problematiche infrastrutturali poste dal confronto tra vecchia e nuova radio. Ma dal punto di vista del linguaggio e delle potenzialità, è chiaro che ci troviamo di fronte a una tecnologia dirompente. Quella che è stata la rivoluzione del desktop publishing ora potrebbe trasformarsi nel nuovo fenomeno del desktop o pocket broadcasting. Il che non significa che tutti di colpo possono diventare bravi autori radiofonici (così come il DTP non ci ha trasformati tutti in grafici impaginatori). E' solo l'abbattimento di qualche barriera, ma è sempre una buona notizia, con molte implicazioni interessanti. Vedo per esempio sul sito di iPadio la possibilità di dare vita a "blog telefonici", il cosiddetto "phlogging", già utilizzati da giornalisti e attivisti per i loro reportage. Per qualcuno il phlog potrebbe essere la radio del futuro.
ipadio to release killer iPhone app for audio broadcasting
Mike Butcher on July 29, 2009
Getting sound out of an iPhone and online quickly has been pretty easy for a while, and there are a number of startups playing in the space. Trottr works from any phone and is a simple call-in or upload system. The Tweetmic iPhone app has been gathering lots of speed in the U.S. due to its ability to publish on Twitter - but it has no attached social network. But it’s AudioBoo.fm, launched in December last year, which has been making waves with an iPhone-only app which works very well.
However, a new entrant, ipadio, is potentially about to steal AudioBoo’s thunder with a new iPhone app which covers all the bases: live streaming audio into a web page; high quality uploads from the iPhone; live phone-in service; upcoming Android app - plus, crucially, a business model.
Released to the public at the end of April the existing iPadio iPhone app is simple enough. However, not unlike BlogTalkRadio, it was based around making a phone call to get your audio online. But the new version of the existing ipadio iPhone app [iTunes link], poised for approval in the App store, brings a ton more functionality to the platform.
What the new app does is now give the user a choice. You can make a live telephone call via various global numbers (it works in the US, Europe and Asia) which are designed not to be premium rate - I did it today with the Yahoo/Microsoft press call. Ipadio tells me they make no percentage out of this call other than covering costs. In addition, it does something AudoBoo and other can’t - live stream your audio to the Web via a phone call. The call can be of an unlimited length. A premium “all you can eat” SpinVox/ipadio service which will cater for up to 10 minutes of text conversion, with users charged a small fee.
In addition to embedding calls to other systems and web sites, ipadio can also trigger updates automatically to Facebook and Twitter, while with, LiveJournal, Wordpress, Blogger, Posterous and Windows Live Spaces it creates a new entry with the player embedded. Users can subscribe to ipadio “phlogs” (a pretty bad phrase I hope they dump) via email, RSS and iTunes.
But the new and more powerful addition is recording not via a scratchy phone call but via the iPhone’s in-built mic. This creates dramatically better audio quality, the ability to pause and resume (as with AudioBoo) and, a very long recording time: up to 60 minutes. The file generated also gets automatically geo-located on a Google map.
iPadio is also announcing a deal with Spinvox, the voice to text service which recently launched an API, which means iPadio broadcasts will be able to be translated in to text. Spinvox will also automaticaly add metadata like a title though the translation is limited to the first 60 seconds if the piece.
ipadio is essentially a wholly owned subsidiary of digital communication company Nemisys which provides a live-to-the-web broadcasting platform. Nemysis has plans to make the platform available to companies as internal communications and braodcast tools. Since Ipadio is basically a telephony product adapted for the Web it can bring multiple people to one call, as in a one to many broadcast. So a “large utility company” is currently using it to communicate with 20,000 field staff who don’t have smartphones. It can also perfom DTMF functions like phone polling. In the the meantime, Nemisys giving the iPadio consumer spinoff its head.
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