Anche l'italiana FIMI, Federazione industria musicale italiana, nell'annuale rapporto della International Federation of the Phonographic Industry, sugli scenari della musica digitale, riconosce il ruolo ormai consistente dei siti Web nell'indirizzare i gusti del pubblico. Il Web 2.0 è uno dei protagonisti del Digital Music Report 2009, l'annuale bilancio della musica digitale, in versione italiana. Oggi il segmento della musica online vale nel mondo 3,7 miliardi di dollari.
L'innovazione nel mercato discografico.
Nel rapporto sulla musica digitale presentato oggi da FIMI tutti i dati sulla rivoluzione dell'industria musicale nell'era di internet
Roma, 23 aprile 2009 - Decine di nuovi modelli per distribuire, scoprire ed ascoltare musica. La promozione e il marketing nell'era del social networking. Youtube, Myspace, Twitter e Facebook sono ormai i nuovi canali dell'industria musicale per entrare in contatto con i consumatori del web 2.0. Questi i protagonisti della versione italiana del Digital Music Report 2009 presentato da FIMI oggi a Roma, in occasione del convegno "Diritto di Rete" organizzato da Altroconsumo su Internet, diritto d'autore e libertà d'informazione in rete. "Molti ritengono ancora che le case discografiche si muovano controcorrente nell'era digitale, in realtà l'innovazione e le tecnologie più avanzate sono ormai parte integrante del mercato discografico e delle competenze aziendali" ha dichiarato Enzo Mazza, presidente della Fimi. Un mercato, quello digitale, che nel 2008 a livello mondiale, ha generato un fatturato pari a 3,7 miliardi di dollari, crescendo del 25%. Lo scorso anno sono stati 1,4 miliardi i brani scaricati attraverso la rete ed oggi le nuove piattaforme digitali ricoprono il 20% di tutto il mercato discografico mondiale, un dato notevole se confrontato con il 4% del cinema e dell'editoria. Ormai il lancio di un nuovo album prevede una stretta integrazione tra tutti i media con particolare attenzione ai fenomeni legati al social networking. "Molte aziende di tecnologia si stanno avvicinando alla musica perchè hanno compreso che è un elemento fondamentale per favorire il business e le case discografiche hanno accordi di licenza sempre più flessibili che consentono di mettere a punto modelli di offerta che si adattano alle esigenze dei consumatori" ha concluso il Presidente Enzo Mazza.
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