Il suono "ventoso" del tram di St. Charles Street a New Orleans è solo una delle tante tessere del mosaico sonoro che il wiki di Opensoundneworleans sta costruendo con la collaborazione degli abitanti della città sul Mississipi, ancora convalescente dalla terribile inondazione subita nel 2005. Bellissimo intendimento, questo della mappa sonora della capitale del Jazz, una storia raccontata da Podcastingnews e prontamente intercettata da Francesco. La motivazione alla base di questo lavoro, affermano i promotori sul loro sito è la memoria dei suoni dell'esistenza quotidiana della città, il rumore e la musica prodotta dalle sue infinite sinapsi architettoniche, infrastrutturali, commerciali, umane. L'anima acustica di New Orleans. “Archiving the sounds of our city as everyday people hear them, move through them, and create them, is an act of preservation.” Un atto di conservazione e di amore per le piccole effimere cose che ci circondano, che forse non servono a null'altro se non a fare da contrappunto alle mappe interiori che tracciamo continuamente di noi stessi, senza riuscire sempre a orientarvici dentro. E non è poca cosa. Le voci oltretutto comprendono anche delle brevi interviste ai passanti, agli ambulanti, alle persone che frequentano e lavorano nelle strade. L'autrice della registrazione del suono prodotto dai caratteristici trammini che percorrono St. Charles verso il mitico Garden District si chiama Julia Botero e di sé scrive una autobiografia bellissima che per una volta vi voglio tradurre:
I due grandi amori nella vita di Julia sono le storie e i suoni. Di giorno lavora come sound editor a una stazione radio, di sera registra i suoni della città e di notte rimugina le idee per nuove registrazioni. Prima di traslocare a New Orleans in gennaio ha studiato per imparare come si raccontano le storie con i suoni. Se non fosse per il notiziario culturale di radio WWOZ, "Street Talk" e per questo sito Web, potrebbe trascorrere meno tempo con le sue storie e le registrazioni e molto più tempo a fare cose che non ama.
La stazione radio "Jazz& Heritage" dove lavora Julia e il programma Street Talk possono essere ascoltati in streaming su Internet o, la prossima volta che capitate a New Orleans (e se dovete andare una volta nella vita in America scegliete quella città) sui 90.7 in FM.
Il progetto è uno dei tanti esempi di citizen medium che fioccano ormai sulla rete e mi pare facilmente replicabile in qualsiasi centro urbano. Con la diffusione dei telefonini capaci di registrare brevi appunti vocali forse non è neppure necessario distribuire dei registratori ai volontari che decidono di catturare i suoni. Forse non tutte le città sono interessanti e uniche come New Orleans, ma sono convinto che ciascuna di loro, ha un suo paesaggio sonoro esclusivo, inimitabile da preservare in qualche modo.
Il progetto è uno dei tanti esempi di citizen medium che fioccano ormai sulla rete e mi pare facilmente replicabile in qualsiasi centro urbano. Con la diffusione dei telefonini capaci di registrare brevi appunti vocali forse non è neppure necessario distribuire dei registratori ai volontari che decidono di catturare i suoni. Forse non tutte le città sono interessanti e uniche come New Orleans, ma sono convinto che ciascuna di loro, ha un suo paesaggio sonoro esclusivo, inimitabile da preservare in qualche modo.
Open Sound New Orleans Links Sound To Place
Apr 8th, 2009 | By Elisabeth Lewin
Calling itself “a collaborative soundmap of the city,” the site invites New Orleanians to share the recorded sounds of their lives.
Recording equipment is loaned to community organizations, neighborhood groups, and individuals to facilitate a wide range of “dispatches” from around the city. Sounds are archived and organized geographically on a soundmap of the city (pictured, right).
Pins on the Google map of New Orleans are color-coded to designate whether they are music, conversation/interviews (or prayers), ambient noise (footsteps on a street, frogs and crickets in the trees), recently added recordings, or currently featured sounds.
Clicking on a map pin will open a window to the recording, with options to stream or download the sound. Users can also search the library of recordings from a list, sorted by categories. You can also get directions to each of the sounds’ locations through the mapping program.
I didn’t mean to, but got completely sucked into trying out one curiously-named sound bite after another. The sound library is fascinating and the entries are diverse.
The group describes their motivation behind the sound-collecting project: “Archiving the sounds of our city as everyday people hear them, move through them, and create them, is an act of preservation.”
Not a podcast per se (there is no RSS feed to automatically receive new additions to the collection), this is a thought-provoking use of digital media (like audio recordings) mixed with free technology (like Google Maps), to make creative and useful new mashups.
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