Sto sfogliando casualmente la prima di Repubblica.it e mi accorgo di un fororeportage sulla riscoperta, a Mosca, di un "bunker della guerra fredda". Figuriamoci, mi dico, le solite scemenze per turisti intelligenti, sarà una bufala. E invece sembra tutto vero. Big Brother Google e Our Sister of Mercy Wikipedia mi informano trattarsi del Tagansky Protected Command Point, una vera e propria centrale di comunicazione telefonica e telegrafica (e radio, immagino) a sessanta metri di profondità nel sottosuolo. Un divertente articolo di The Moscow Times racconta che il tunnel, il cui accesso avviene da una anonima palazzina in una zona centrale della capitale russa, a breve distanza dalla fermata Taganskaya della metropolitana (si parla anche di un collegamento tra il rifugio sotterraneo e la galleria del metrò), oggi può essere visitato e presto verrà trasformato in un vero e proprio Museo della Guerra Fredda, su esempio di quello creato a Berlino sulle rovine della Stasi. Il Moscow Times rimanda a un articolo che vi suggerisco di aprire in ogni caso, anche se non conoscete il russo. Cercate in alto a sinistra la scritta in rosso English e e troverete una dettagliata traduzione in inglese con tutta la storia di quello che ufficialmente veniva designato come GO-42 (государственного объекта, Gosudarstvennogo Ob'ekta, complesso statale). Cliccando sulla colonna di fotine sulla sinistra vi troverete davanti a fotografie di estremo interesse (scattate da Mikhail Blinov) sugli impianti telefonici che erano in funzione in questo bunker. Ci sono anche apparecchi radio e macchine cifranti. Il tutto fa sembrare Le Carré un povero dilettante privo di immaginazione. Da visitare assolutamente.
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