Come in un romanzo di un nostrano Le Carrè, un appartamento di una palazzina della periferia di Mestre ospita una impressionante raccolta di macchine, libri, manuali, testi e documentazione tecnica e storica sulla scrittura segreta, la crittologia. Sicuramente è la più impressionante che mi sia mai capitato di vedere sull'argomento. Il curatore e custode di questo formadibile archivio è un appassionato fiumano, Filippo Sinagra, riconosciuto esperto internazionale di sistemi crittografici militari e macchine cifranti (che per Sinagra si "fermano" all'era elettromeccanica, anche se in piena era della crittologia software based i dispositivi cifranti dedicati esistono ancora e alcuni utilizzatori - sostiene Sinagra - sembrano preferirli rispetto alla crittografia implementata su personal computer). Dopo essere entrato in contatto con Sinagra grazie alle informazioni sui messaggi cifrati di Garibaldi e Mazzini resi pubblici dalla redazione italiana di Voce della Russia. Ho trascorso una giornata straordinaria nell'antro del mistero crittologico in compagnia del suo mago-sacerdote. E' stata un'esperienza affascinante.
L'arte della scrittura segreta non è un'invenzione recente. Ma la trasmissione di messaggi cifrati ha ricevuto un forte un impulso dopo l'avvento del telegrafo e ancora di più dopo Marconi. Nella collezione di Filippo non mancano in effetti i "code book", i cifrari utilizzati per codificare la trasmissione dei cablogrammi non tanto per occultarne il contenuto quanto per ridurre al minimo il volume - e quindi il costo - di informazione trasmessa. Chiaramente però una parte notevole della collezione riguarda la crittografia di guerra, in particolare quella che durante la seconda guerra mondiale si articolava intorno alle trasmissioni che i tedeschi cifravano con l'impenetrabile (o almeno così credevano loro) Enigma. Nel corso di un conflitto - e la cosa vale certamente anche per la successiva guerra fredda - per certi versi radio e crittologia finiscono per diventare due facce di una stessa medaglia. Perché se da un lato l'invenzione di Marconi permetteva di comunicare con i militari, i mezzi e gli agenti schierati sul campo, il carattere universale della trasmissione, specie sulle onde corte, diventa un fattore di vulnerabilità che solo la crittografia può efficacemente compensare. Proprio per questo motivo la crittologia è un hobby o una passione collaterale per molti appassionati di radioascolto. Ancora oggi l'etere è attraversato da numerose trasmissioni cifrate, anche sulle frequenze HF. La differenza rispetto al passato è che abbandonato il codice Morse il grosso di questo traffico avviene in modalità radiotelegrafiche più sofisticate, con modem che aggiungono un livello di complessità e protezione in più. Con l'avvento del computer, la crittografia ha inoltre compiuto un salto qualitativo sul piano squisitamente teorico e matematico, passando da un approccio basato su una ars combinatoria di stampo marcatamente rinascimentale e barocco, a un modus operandi in cui le trasposizioni e le permutazioni lasciano sempre più il posto alla teoria dei numeri, alla teoria delle comunicazioni, all'algebra, alla statistica, alla meccanica quantistica. Oggi la crittologia è una branca importante della matematica applicata e della computer science, quella che fu la scienza letteraria e romantica di Giulio Cesare, Leon Battista Alberti e Blaise de Vigenère ora è la durissima disciplina dei Bruce Schneier, una giungla di integrali, sommatorie e curve ellittiche.
Tra questi due mondi, con i piedi fermamente piantati nel passato recente, Filippo Sinagra esercita un sapiente mestiere di storico, archivista e collezionista che lo porta in giro per musei, biblioteche, conferenze, librerie antiquarie e aste. Il suo caotico album fotografico lo ritrae - tra migliaia di immagini di macchine, apparecchi ricetrasmittenti e cifrari assortiti - con personaggi come David Kahn, giornalista specializzato autore di una monumentale storia della crittografia, o come il vecchietto dall'aria tranquilla che è stato direttore del KGB fino alla caduta di Krushev. Sinagra è anche un prolifico autore di saggi e articoli e il suo instancabile lavoro ha prodotto un'opera dattiloscritta in nove volumi e 25 allegati (il tutto occupa uno scatolone e pesa 18 chili) intitolata "Dalla scitala all'Enigma", incredibile excursus con tutta la crittografia degli ultimi venti secoli. Un'opera più recente, "La crittografia nel movimento di liberazione italiano", getta luce per la prima volta sul risvolto più trascurato (e critico) della guerra partigiana: le comunicazioni tra comandi alleati, i responsabili e le squadre dei volontari combattenti (ricordate le famose trasmissioni in codice da Radio Londra? Il libro di Filippo spiega in modo circostanziato determinati retroscena con alcuni documenti inediti).
L'aspetto più inquietante dell'archivio crittologico di Mestre è tuttavia il suo incerto futuro. Sinagra, che si occupa dell'argomento da più di un quarto di secolo (ma il suo interesse era già vivo quando a Fiume vedeva i soldati tedeschi armeggiare con i radiogonomietri a bordo dei camioncini attrezzati per dare la caccia alle emittenti clandestine, racconta lui) non è giovanissimo e la natura ultraspecializzata e complessa della sua raccolta non aiuta a immaginare un facile percorso di "istituzionalizzazione" dei materiali. In Italia esistono raccolte di pregio, alcune delle quali già trasformate in piccoli musei aperti, in misura variabile, al pubblico. Ma l'archivio Sinagra è costituito in modo particolare da libri, pubblicazioni e fotocopie. E' un tipico "fondo" che - se si trrattasse di una discipline un po' meno... criptica - troverebbe più facilmente posto in una biblioteca, magari annessa a un museo o università. Una situazione resa ancora più complicata dal carattere personale di una conoscenza che Sinagra ha accumulato in buona parte dentro di sé e che non è ancora stata del tutto plasmata in materia strutturata, in schedari dettagliati, in pubblicazioni di ampio respiro storico e scientifico. Non è certo per colpa di un limite intellettuale del nostro superesperto che è anzi fin troppo preparato. Quanto piuttosto un problema di disponibilità di mezzi economici, spazi adeguati e validi assistenti. Scherzosamente (ma non troppo) Sinagra dichiara che un giorno la sua summa criptologica finirà nel cassonetto davanti a casa. Sentendolo parlare l'appassionato sgrana gli occhi e balbetta che non può essere vero. Ma sotto sotto non può fare a meno di ammettere che quello, ahimé, è un destino possibile. Bisognerebbe riuscire a coinvolgere una istituzione, ma obiettivamente non si capisce bene quale. Anche l'ipotesi più verosimile, quella di un sito Web che faccia se non altro da primo, rudimentale, repository dei documenti esistenti (alcuni già passati allo scanner) e schedario di libri e pubblicazioni, comporterebbe una enorme mole di lavoro.
Chi volesse contattare Filippo Sinagra per ordinare una delle sue pubblicazioni può rivolgersi a cryptosite (at) yahoo (dot) it.
Tra questi due mondi, con i piedi fermamente piantati nel passato recente, Filippo Sinagra esercita un sapiente mestiere di storico, archivista e collezionista che lo porta in giro per musei, biblioteche, conferenze, librerie antiquarie e aste. Il suo caotico album fotografico lo ritrae - tra migliaia di immagini di macchine, apparecchi ricetrasmittenti e cifrari assortiti - con personaggi come David Kahn, giornalista specializzato autore di una monumentale storia della crittografia, o come il vecchietto dall'aria tranquilla che è stato direttore del KGB fino alla caduta di Krushev. Sinagra è anche un prolifico autore di saggi e articoli e il suo instancabile lavoro ha prodotto un'opera dattiloscritta in nove volumi e 25 allegati (il tutto occupa uno scatolone e pesa 18 chili) intitolata "Dalla scitala all'Enigma", incredibile excursus con tutta la crittografia degli ultimi venti secoli. Un'opera più recente, "La crittografia nel movimento di liberazione italiano", getta luce per la prima volta sul risvolto più trascurato (e critico) della guerra partigiana: le comunicazioni tra comandi alleati, i responsabili e le squadre dei volontari combattenti (ricordate le famose trasmissioni in codice da Radio Londra? Il libro di Filippo spiega in modo circostanziato determinati retroscena con alcuni documenti inediti).
L'aspetto più inquietante dell'archivio crittologico di Mestre è tuttavia il suo incerto futuro. Sinagra, che si occupa dell'argomento da più di un quarto di secolo (ma il suo interesse era già vivo quando a Fiume vedeva i soldati tedeschi armeggiare con i radiogonomietri a bordo dei camioncini attrezzati per dare la caccia alle emittenti clandestine, racconta lui) non è giovanissimo e la natura ultraspecializzata e complessa della sua raccolta non aiuta a immaginare un facile percorso di "istituzionalizzazione" dei materiali. In Italia esistono raccolte di pregio, alcune delle quali già trasformate in piccoli musei aperti, in misura variabile, al pubblico. Ma l'archivio Sinagra è costituito in modo particolare da libri, pubblicazioni e fotocopie. E' un tipico "fondo" che - se si trrattasse di una discipline un po' meno... criptica - troverebbe più facilmente posto in una biblioteca, magari annessa a un museo o università. Una situazione resa ancora più complicata dal carattere personale di una conoscenza che Sinagra ha accumulato in buona parte dentro di sé e che non è ancora stata del tutto plasmata in materia strutturata, in schedari dettagliati, in pubblicazioni di ampio respiro storico e scientifico. Non è certo per colpa di un limite intellettuale del nostro superesperto che è anzi fin troppo preparato. Quanto piuttosto un problema di disponibilità di mezzi economici, spazi adeguati e validi assistenti. Scherzosamente (ma non troppo) Sinagra dichiara che un giorno la sua summa criptologica finirà nel cassonetto davanti a casa. Sentendolo parlare l'appassionato sgrana gli occhi e balbetta che non può essere vero. Ma sotto sotto non può fare a meno di ammettere che quello, ahimé, è un destino possibile. Bisognerebbe riuscire a coinvolgere una istituzione, ma obiettivamente non si capisce bene quale. Anche l'ipotesi più verosimile, quella di un sito Web che faccia se non altro da primo, rudimentale, repository dei documenti esistenti (alcuni già passati allo scanner) e schedario di libri e pubblicazioni, comporterebbe una enorme mole di lavoro.
Chi volesse contattare Filippo Sinagra per ordinare una delle sue pubblicazioni può rivolgersi a cryptosite (at) yahoo (dot) it.
1 commento:
...devo dire che il sig. Sinagra è un personaggio straordinario. Per una serie di coincidenze, ho parlato con lui al telefono proprio oggi e devo dirvi che è un pozzo di sapere per quello che concerne i sistemi di scrittura occulta.
Nicola Amato
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