Oggi nel solito sacco di messaggi elettronici ho visto questo annuncio relativo a un documentario di Radio New Zealand sulle stazioni low power in FM neozelandesi. Il programma sarà disponibile a partire dal 25 giugno e per un paio di settimane in un podcast accessibile da www.rnzi.com. Una legge in Nuova Zelanda riserva dieci frequenze FM all'uso più o meno libero da parte di scuole, associazioni e altri organismi no profit per la trasmissione a bassissima potenza. Come sapete, quello della radio comunitaria è un mio pallino senile. L'equivalente di un ecologismo di ritorno per la biodiversità della radio contrapposta alla grigiastra uniformità dei network, professionali quanto volete ma tutti dannatamente identici. Un mio sogno nel cassetto, che da queste parti mai si avvererà (e ammetto che le priorità inavverabili sono ben altre...).
Coincidenza delle concidenze sono venuto a sapere che proprio ieri quattro deputati americani hanno presentato un progetto bipartizan per il ripristino di condizioni più eque per l'apertura di stazioni low power (LPFM) negli Stati Uniti. La legge punta a ripristinare l'intento di un regolamento FCC del 2000, regolamento che su pressioni - si dice - della NBA e dei flachi repubblicani che hanno dominato i recenti Congressi, è stato modificato imponendo alle stazioni LPFM gli stessi limiti operativi delle stazioni da 100 kW. A dispetto della norma che autorizza la trasmissione a potenza molto bassa per coperture di aree ristrettissime, queste stazioncine sono per esempio costrette a rispettare gli stessi limiti di spaziatura. Secondo MediaGeek il risultato è che nei radio market principali le stazioni low power non trovano un buco libero per funzionare. Quasi peggio che da noi. Il problema è che la nuova proposta di legge non sembra avere molte chance di successo. Anche Reclaim the Media ha una bella storia su questa lodevole iniziativa. Local is beautiful. Speriamo ce la facciano e che magari anche qui in Italia si riesca a dire qualcosa - di destra o di sinistra, non importa - su una regolamentazione che riesca davvero a creare nuove finestre di opportunità, invece di sfornare continuamente frittelle di aria sulle meraviglie, vere e presunte, del digitale.
On June 25 2007, Radio New Zealand International features a new Radio Heritage documentary during the Mailbox program and it's available as a podcast for two weeks at www.rnzi.com.
In New Zealand, a legal right to broadcast on over 10 nationwide FM channels exists so long as a few simple rules are observed. Since 1991, some 1100 such Low Power FM stations have broadcast, nearly 200 in Auckland alone.
There's a station called 'Mountains, Moo Cows and Mud 88.2 FM' run by school children, another called Splat FM, TLC The Little Country Radio, Radio Austral de Nueva Zelanda, Urban Breaks, The Wedge, Human FM, Red Dot Robot FM and hundreds more reflecting individual and community tastes from big cities to small settlements.
All reflect the tremendous passion for radio coming from all age groups, with music from rap to reggae, nostalgia to rock, jazz to trance dance and everything in between - all in a nation that some claim is already over radioed!
Proving that radio comes alive from the grassroots and where even 14 year olds can follow a dream and begin broadcasting to their town - from their own radio station - this documentary brings you the story of Kiwi LPFM and some great sounds as LPFM owners step up to the
microphone.
Mailbox is broadcast via shortwave by RNZI [full program schedules and times at www.rnzi.com] and is also available by on demand podcast. Look for 'more audio' and click on 'Mailbox' for June 25. For the full New Zealand LPFM Radio Guide listing some 1100 stations, examples of advertising and logo art work and stories of some of these LPFM stations, make sure you visit www.radioheritage.net today.
Coincidenza delle concidenze sono venuto a sapere che proprio ieri quattro deputati americani hanno presentato un progetto bipartizan per il ripristino di condizioni più eque per l'apertura di stazioni low power (LPFM) negli Stati Uniti. La legge punta a ripristinare l'intento di un regolamento FCC del 2000, regolamento che su pressioni - si dice - della NBA e dei flachi repubblicani che hanno dominato i recenti Congressi, è stato modificato imponendo alle stazioni LPFM gli stessi limiti operativi delle stazioni da 100 kW. A dispetto della norma che autorizza la trasmissione a potenza molto bassa per coperture di aree ristrettissime, queste stazioncine sono per esempio costrette a rispettare gli stessi limiti di spaziatura. Secondo MediaGeek il risultato è che nei radio market principali le stazioni low power non trovano un buco libero per funzionare. Quasi peggio che da noi. Il problema è che la nuova proposta di legge non sembra avere molte chance di successo. Anche Reclaim the Media ha una bella storia su questa lodevole iniziativa. Local is beautiful. Speriamo ce la facciano e che magari anche qui in Italia si riesca a dire qualcosa - di destra o di sinistra, non importa - su una regolamentazione che riesca davvero a creare nuove finestre di opportunità, invece di sfornare continuamente frittelle di aria sulle meraviglie, vere e presunte, del digitale.
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