19 maggio 2008

80 anni della Tenda Rossa e dell'"Ondina" di Biagi

SI è svolta domenica a Nervesa della Battaglia, sul Piave in provincia di Treviso, una rievocazione dell'impresa di Umberto Nobile sul dirigibile Italia. Sono trascorsi 80 anni da quella sfortunata missione, ricordata oggi soprattutto per il contatto radio d'emergenza che il marconista della Tenda Rossa riuscì a lanciare con un apparecchio, la Ondina 33 (nel lancio di agenzia erroneamente indicati come "MHz", in realtà sono "metri" equivalenti a una frequenza di circa 10 MHz; vedere anche i commenti in calce) regalato a Nobile da Marconi in persona. Quel marconista, riferisce ADN Kronos nel testo di presentazione della giornata di Nervesa, si chiamava Giuseppe Biagi e a ricordarlo oggi c'è un suo omonimo nipote. Nonno Giuseppe Biagi scomparve nel 1966 e riuscì a combattere durante la seconda guerra. Era l'operatore della stazione di Mogadiscio, in Somalia, e fu fatto prigioniero dagli inglesi. Belle storie. Trovate diversi dettagli su Biagi e le sue imprese in questa pagina.

Pino Biagi: "Mio nonno riparò la radio di Marconi e salvò la vita a Nobile"

Dirigibile 'Italia', 80 anni fa la spedizione: parla il nipote del radiotelegrafista

Domenica si è svolta sulla riva destra del Piave, a Nervesa della Battaglia, in provincia di Treviso, una manifestazione in ricordo dell'impresa

Treviso, 17 mag. (Adnkronos) - A ottanta anni dalla spedizione di Umberto Nobile al Polo Nord, con la mitica Tenda Rossa, domenica si è svolta sulla riva destra del Piave, a Nervesa della Battaglia, in provincia di Treviso, una manifestazione in ricordo dell'impresa cui si aggiunge anche una cerimonia per i 90 anni della fine della prima Guerra Mondiale. In prima fila il nipote del radiotelegrafista del dirigibile 'Italia' che si chiama proprio come il nonno Pino Biagi. Personaggio chiave dell'impresa di Nobile, grazie a Biagi alcuni membri dell'equipaggio, tra cui lo stesso generale Nobile, si salvarono. Il tecnico infatti riusci' a riparare la Ondina 33, la radio d'emergenza che era stata donata all'equipaggio da Guglielmo Marconi.
"Nonno riusci' a riparare la Ondina 33, la radio d'emergenza, un prototipo consegnato da Gugliemo Marconi in persona - ricorda Pino Biagi junior all'ADNKRONOS - la radio principale, nell'impatto con il pack si era completamente frantumata ma nonno non si dette per vinto e con i pezzi dell'una riparo' la 'cassettina' che trasmetteva su una frequenza diversa, 33 MegaHertz". Fu la salvezza. I superstiti riuscirono a farsi sentire molto lontano, il loro SOS venne intercettato da un radioamatore russo il 3 giugno.
Ad organizzare la manifestazione sono stati l'associazione radiantistica trevigiana Alfa Tango e la fondazione e circolo filatelico Guglielmo Marconi in collaborazione con il comune di Nervesa della Battaglia, medaglia d'oro al merito civile e la Jonathan Collection del comandante Giancarlo Zanardo. Per l'occasione le Poste italiane emetteranno due annulli straordinari. La cerimonia ha avuto luogo presso la sede della pista della Jonathan Collection - aerei storici famosi.
"Mio nonno era un vero avventuriero e nonostante i 46 giorni di 'ghiaccio infame' come lo chiamava lui - racconta ancora Pino Biagi - e nonostante il dolore per la perdita dei suoi compagni, nei suoi ricordi l'impresa rimase scolpita come qualcosa di fantastico, di esaltante". Pino Biagi senior, mori' molti anni dopo, a 66 anni, dopo aver combattuto nella Seconda Guerra Mondiale, comandante della stazione radio di Mogadiscio, venne deportato in India dagli inglesi. Anche in quella occasione costrui' una radio di fortuna con la carta stagnola delle sigarette, un aquilone e una scatola di lucido per le scarpe per ascoltare le notizie che giungevano dall'Italia.

7 commenti:

Andrea Lawendel ha detto...

Per fortuna Gianfranco Verbana, esperto e storico delle telecomunicazioni, ha letto questo post e si è accorto di un marchiano errore. Il ricentrasmettitore Ondina non poteva trasmettere a frequenze così elevate (che difficilmente avrebbero percorso distanze così notevoli in assenza di condizioni di e-sporadico). Una frequenza di 33 MHz rappresentava un valore elevatissimo per le tecnologie di allora. Gianfranco ha ricostruito i valori di frequenza originali:

L'Italia è stata fra le prime nazioni che introdussero l'impiego delle onde corte nelle radiocomunicazioni per la navigazione aerea. Il dirigibile Italia fu dotato, nel maggio del 1928, del più moderno ricetrasmettitore appena sfornato dall'Officina dell'Arsenale a La Spezia della Marina Militare Italiana. L'apparato funzionava a 7MHz. Impossibile 33 MHz.
I test di DX, sugli aeromobili delle linee del mediterraneo orientale, iniziarono nel Luglio del 1928. Tutto fu gestito dall'Aero Espresso Italiana.
La frequenza fissa, per la prima volta assoluta in campo militare italiano tramite oscillatore a quarzo fu di 7000 KHz ( 43 metri ). Venne modificata mesi dopo a 6500 KHz ( 46 metri ) per motivi di regolamentazione internazionale.
La potenza d'alimentazione era 18 watt, un apparato, diremmo oggi QRP, eccezionale. L'11 ottobre 1928, dopo numerose prove, per la prima volta un idrovolante, con nominativo I-AZDM, attuava un viaggio in collegamento diretto radio e la stazione fissa. I risultati dei test furono sorprendenti e superiori alle previsioni. Fu fu coperta la distanza di 1500 Km, sulla viaerea Roma -Instabul, senza fading.
Nel 1930 gli aeromobili cominciarono a rivelare, durante il percorso, le aree di silenzio radio. Cominciarono i test di ascolto multiplo (diversità di frequenza ) e le frequenze furono abbassate a 4680 ( 64 metri ) e di 5500 Khz ( 54 m ). Frequenze usate anche da Air France sulle linee Parigi -Instabul .
Curioso di come si rilevò un grave inconveniente, durante prove militari, nel 1931 alla frequenza di 4680 Khz, cioè un rapido affievolimento a mezzodì (La Daylight colpì ancora ). Affievolimento molto, ma molto più accentuato sul livello del mare (furono fatte doppie ricezioni, su Areomobile e piroscafo" Mary"). I militari ritennero che in caso di ammaraggio forzato sull'Egeo nelle ore del mezzogiorno sarebbe mancata la possibilità delle radiocomunicazioni, proprio in una circostanza che un aeromobile ha più bisogno.
E' vero ( come sul dirigibile di Nobili ) che l'apparato d'emergenza ad onda corta fu usato come ausiliario e che la frequenza principale erano 333 Khz ( 900 metri ) con un'antenna filare di 100 metri. In caso di ammaraggio, specie in presenza di temporali, questo filo doveva essere ritirato( sempre che non era inservibile in acqua ). Invece l'onda corta del piccolo gioiello low power, bastava un'appropriata asta fissa per ottenere un ottimo rendimento.
Gli ingegneri, allievi della "scuola" di Vallauri, riconobbero la convenienza di ritornare alla frequenza di 7000 Khz ( 43 metri ).
La frequenza di 4680 Khz ( 64 metri) venne adottata solo per traffici di corrispondenza e meteorologia -che potevano essere svolti al mattino, di sera e di notte.

Gianfranco Verbana

Insieme di notizie, lette durante le mie ricerche marconiane, sul notiziario "informazioni e notizie " delle riviste Alta Frequenza di Gennaio 1933 e Febbraio 1934 e dal rapporto dell'ing L. Acampora, direttore della società di Navigazione Aerea per il Mediterraneo Orientale.

MZC ha detto...

Al tempo di Marconi le frequenze radio, venivano comunemente espresse in metri.
L'Ondina 33 lavorava su una lunghezza d'onda di 33 metri corrispondenti a 10 MHz.
Evitate di scrivere notizie non vere. L'informazione sbagliata distorce notevolmente la storia.

Andrea Lawendel ha detto...

Ho provveduto a riformulare certi dettagli, frutto di una mia distratta (e mi scuso) lettura dell'articolo riportato nel post. Se MZC si fosse dato la piccola pena di leggere il precedente commento in calce, si sarebbe reso conto che l'errore era già stato ampiamente rilevato e corretto. Purtroppo non ho pensato di riscrivere il post originale e questa piattaforma i commenti tende a nasconderli.
A mio modesto parere, quando si formulano critiche peraltro corrette, di natura tecnica, andrebbe anche evitato l'uso di dell'anonimato, che distorce notevolmente il dialogo.

Carlo IZ4KBS ha detto...

Non credo che l'Ondina avesse quarzi, era un semplice oscillatore Hartley di potenza, cioè un trasmettitore autoeccitato. Qui ci sono dettagli tecnici interessanti: http://www.arivenezia.it/articoli/tendarossa/tendarossa.htm

Anonimo ha detto...

La Ondina 33 non e' un ricetrasmettitore ma un solo trasmettitore con triodo a riscaldamento diretto montato in un oscillatore tipo hartley e il progetto era di un radioamatore I1MT di nome Giulio Salom da cui,ondina campale tipo " S " in onore al Salom.Sto costruendo una riproduzione ma utilizzando 2 tubi piu moderni per potere usare il trasmettitore sulla banda dei 40 metri dei radioamatori in CW,dove ho intenzione di usarlo.

Saluti a tutti de IK1VHX

Anonimo ha detto...

www.flickr.com/photos/tendarossa

73 de IK1VHX

Anonimo ha detto...

www.flickr.com/photos/tendarossa


73 de ik1vhx