Sul gruppo FB "Radioascolto interattivo" Gabriele Rizzi ripesca un corto americano di una decina di anni fa che ho la sensazione di aver già sentito citare all'epoca della sua uscita, il 2003, trentennale del golpe cileno. Shortwave - a film, racconta la storia immaginaria ma molto realistica di un insegnante di Santiago, Rafael Casagrande, che nei giorni dell'uccisione di Allende e delle retate dei militari di Pinochet si mette davanti al microfono di una vecchia apaprecchiatura radioamatoriale per trasmettere sulle onde corte una cronaca - artigianale ma veritiera - degli avvenimenti di un Cile che sta precipitando nella morsa di una spietata dittatura. Le parole del resistente cileno vengono fortuitamente intercettate da Hal Dumont, uno studente universitario americano, che senza saper bene come fare, cerca comunque di attivarsi per amplificare quelle terribili notizie di morte e tortura. Non finirà bene per Rafael, ma le ultime scene della storia lasciano capire che anche Hal (visto il pesante coinvolgimento americano in quella tragedia) passerà dei guai.
Shortwave - a film, scritto, prodotto e diretto da Chris McElory e Terry Young, due giovani di Detroit, grazie a una donazione di un ente di interesse pubblico, circolò su scala locale e ora, proprio grazie a McElroy, approda finalmente su You Tube, dove è possibile seguirlo in una versione presumo integrale di poco meno di 45 minuti:
Nella sua veste molto amatoriale, Shortwave riesce a ricostruire bene lo spirito di quell'epoca, con i giovani americani ancora ribelli e anticonformisti, chiaramente segnati dalle vicende del Vietnam. Ma offre anche uno spaccato molto verosimile di come poteva essere ormai 40 anni fa l'ascolto delle onde corte, in un'epoca di grandi conflitti, guerriglie nazionali e indipendentiste e propaganda sfrenata. Ci sono anche dei particolari degni di un collezionista di apparati radio d'epoca, come le prime scene in cui Rafael sintonizza un ricevitore National NC-155, un apparecchio dei primi anni 60 che copriva le bande radioamatoriali fino ai 6 metri. Dal punto di vista tecnico non tutto è inappuntabile, ma tutto sommato non ci sono grandi errori: ai fini della narrazione qualche licenza poetica è comprensibile. La capacità evocativa di certe immagini è davvero drammatico, le scene ti fanno veramente capire il potere di un mezzo di comunicazione che quasi venti anni prima di Internet riusciva ad annullare ogni distanza e ad aggirare ogni controllo (e proprio per questo poteva comportare grossi rischi). Un regalo molto gradito da parte di questo cineasta indipendente.
1 commento:
Bello!
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