09 marzo 2012

Alcatel-Lucent Vimercate: se l'ottica del passato uccide quella del futuro


Cinquecento persone in meno, ma trecesessanta non sono colletti blu o impiegati (il cui licenziamento non sarebbe certo meno grave). Si tratta piuttosto di tecnici, moltissimi dei quali laureati e PhD e tutti lavorano sulle frontiere più avanzate della comunicazione e dell'elaborazione ottica e sui ponti radio digitali. Sono 360 persone su un organico R&D di 890 che dovranno lasciare i laboratori della sede Alcatel-Lucent di Vimercate. Per la tecnologia dei ponti radio, alias "wireless transmission", è un delitto perché la tecnologia dei ponti radio telefonici ha vissuto qui, a Vimercate, grazie alla Telettra di Virgilio Floriani, un apice mai raggiunto in altre nazioni, neppure quelle più avanzate. Ma a parte i tagli al wireless, le misure di cost cutting che verranno implementate da Alcatel-Lucent colpiscono la divisione ottica, un altro punto di forza tutto italiano che vale per l'intero gruppo su scala mondiale. La "fotonica", in pratica l'arte di fare con i fotoni quello che facciamo con gli elettroni, cioè amplificare, filtrare, commutare, senza passaggi di conversione in mezzo, è una delle grandi prospettive del futuro della tecnologia e quindi dell'economia della conoscenza. Il NOSTRO futuro. A Vimercate tra l'altro hanno sviluppato un know how di altissimo livello anche nel vitale settore della logica cablata, degli ASIC, della optoelettronica. Fare dei licenziamenti in questi settori, sopprimere la ricerca e sviluppo dopo aver già affossato la produzione, equivale in pratica a dichiarare che tra dieci, quindici, venti anni Alcatel Lucent non esisterà più, perché avrà perso la capacità di stare su un mercato. E tutto questo perché l'Europa e gli Stati Uniti sono in crisi, gli azionisti si lamentano, i megadirigenti sono costretti a rinunciare a emolumenti milionari e i tradizionali clienti di Alcatel-Lucent si rivolgono ai produttori di apparati cinesi, in grado di vendere più o meno gli stessi componenti (ma sono davvero gli stessi?) a un decimo del prezzo. Una miopia oltraggiosa, una vergognosa incapacità di preparare un futuro degno di questo nome per i propri figli. Suona davvero sarcastico, una vera presa in giro, il titolo della giornata, presenziata dal CEO di Alcatel- Lucent Ben Verwaayen, organizzata il 22 novembre 2010 negli stessi laboratori che il provvidimento sta per dimezzare: Futuro Fotonico.
Il caso Vimercate è scoppiato a fine gennaio 2012, quando la dirigenza A-L ha presentato al Ministero dello "Sviluppo" Economico il suo piano di disimpegno. I giornali ne hanno parlato, certamente, ci sono stati interventi in Tv, come all'Infedele. La RSU di Vimercate sta pubblicando al proposito un blog molto ricco di informazioni. Ma diciamola tutta: in un momento del genere chi è che si mette a difendere il posto di lavoro altamente qualificato di qualche centinaio di esperti in fotonica? A quale Parlamento possiamo chiedere un'azione di contrasto, quale Governo è in grado di proporre una politica industriale all'altezza delle attuali sfide tecnologiche se è praticamente impossibile risolvere le assurde storture di una nicchia di mercato come quella dei taxisti (il cui potenziale futuro è più o meno quello che la categoria dei vetturini dei fiacre aveva negli anni '50). Un caro amico lettore di questo blog, che la Telettra e i suoi ponti radio li conosce bene, mi ha inviato il testo con le considerazioni formulate da un gruppo (Raffaele Palieri; Salvatore Randi; Guido Vannucchi; Pier Luigi Ferraroli; A. Vecchi; G. Sinigaglia; B. Piacentini) di tutti i dirigenti (AD, DG, Direttori di Divisioni) che - nel periodo dal 1980 al 2003 - ha guidato prima Telettra e poi Alcatel-Telettra. La nota è stata inviata anche in rappresentanza dell’Associazione “Amici Telettra” che conta alcune centinaia di persone.

8 Marzo 2012

Ulteriori considerazioni sulle dismissioni in Italia annunciate dal Gruppo Alcatel-Lucent

In un momento in cui si parla tanto nel nostro Paese della necessità di politiche per la “ripresa”, si ritiene fondamentale tornare a sensibilizzare l’opinione pubblica ed il Governo sulla gravità, non percepita con la dovuta compiutezza, dell’annuncio da parte del Gruppo Alcatel-Lucent (ALU) di “esuberi” in Ricerca e Sviluppo (R&S) per la filiale italiana, mettendone meglio a fuoco anche gli effetti di “moltiplicazione” nello scenario del nostro Paese.
In primo luogo è bene notare che il reale numero di progettisti coinvolti ammonta a quasi 500 persone, dal momento che nel 2011 ALU aveva già dato un analogo annuncio per 100 addetti di R&S per le sedi di Genova e Bari che si sommano a quelli della più recente comunicazione per più di 360 progettisti per la sede di Vimercate, tutti operanti in campi avanzati quali quelli delle reti a larghissima banda.
Siamo, per l’Italia, di fronte al maggior annuncio di disimpegno in un settore d’importanza vitale per il futuro del Paese che, è bene ricordarlo, si somma alle avvenute dismissioni di 350 progettisti del radiomobile di quarta generazione, operate un anno e mezzo fa dalla Nokia-Siemens, ed alle presenti difficoltà anche di Italtel e Sirti.
Le ragioni che danno all’annuncio in questione una particolare rilevanza e specificità sono:

a) completa distruzione di una “scuola” con profonda cultura sistemistica in campo trasmissivo e di un patrimonio di alto livello costruito in tanti anni che contava, all’atto della vendita della Telettra all’Alcatel nel 1990, più di 2500 ricercatori: vedere distruggere quello che abbiamo contribuito a costruire riempie di grande tristezza ma ancor più colpisce il senso di fatalismo in cui, nel nostro Paese, si tende a considerare queste cose;

b) privazione, come conseguenza, della missione di prodotto affidata dal Gruppo ALU all’Italia con la Divisione Optics con Headquarter in Vimercate e del relativo Centro decisionale italiano che ha conseguito nella sua storia risultati di eccellenza a costi di sviluppo molto competitivi;

c) esaurimento delle Commesse di ricerca verso le Università Italiane nel campo della fotonica;

d) incapacità futura del Sistema Italia di attrazione per i finanziamenti europei alla Ricerca nel campo della fotonica (considerata altamente strategica a livello europeo);

e) definitivo colpo di grazia ai Corsi di laurea in TLC delle Università italiane già in vertiginoso calo di iscritti (non solo si fa fatica a trovar posto ma si è addirittura licenziati!);

f) perdita del naturale bacino di esperienza per progettisti che poi passano agli Operatori di rete per la progettazione delle reti e dei relativi servizi.
In particolare, ciò che appare poco chiaro nella strategia del Gruppo ALU (a maggioranza francese) è il previsto spostamento delle attività italiane in USA con relativa assunzione di nuovo personale a costi certamente maggiori. L’unica spiegazione è la pressione della componente Lucent del Gruppo, sensibile ai richiami di Obama di iniziative per la ripresa economica, cui tuttavia consegue un forte indebolimento, non solo dell’Italia ma di tutta l’Europa nel campo nella progettazione dei sistemi a larghissima banda che non rimarrebbe più presidiato nonché un forte colpo alla presenza nel nostro Paese di attività industriali, anche a controllo estero, ma con precisa e strategica missione affidata.
Non conosciamo nei dettagli gli esiti del recente incontro tra il Ministro Passera ed il CEO del Gruppo ALU Verwaayen che avrebbe dato alcune generiche indicazioni di possibili altri utilizzi delle risorse senza una nuova riflessione sulla strategia annunciata.
Ci auguriamo, pertanto, che il Governo abbia considerato la gravità delle situazioni sopra indicate e contribuisca ad arrestare in ALU-Italia l’emorragia di strategiche risorse umane - conseguenza anche della mancanza di un’efficace ed attrattiva politica industriale in settori fondamentali e trainanti - per evitare che si dissolvano, in modo irreversibile, nuclei di alta competenza.
Occorre assolutamente trovare soluzioni che impediscano al nostro Paese di perdere totalmente la capacità di progettare e gestire in autonomia le future reti di comunicazione mantenendo valide prospettive di lavoro nei settori industriali più avanzati.

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