L'annuncio di RaiWay si riferisce alla data del 28 febbraio, ma solo oggi la comunità dei radioappassionati e, con loro, il drappello di utenti che ancora utilizza le onde medie per sintonizzarsi sui programmi di Radio 1 (pochi, secondo me), hanno saputo che la frequenza di 567 kHz operativa dagli impianti di Budrio/Bologna, è stata disattivata a far data appunto dal 28 febbraio 2012. La voce di Radio RAI in onde medie, a Bologna, non esiste più. Ammetto che la perdita della voce di Lucio Dalla, per i bolognesi e per tutti noi, è incomparabilmente più grave, il vuoto che l'artista lascia è incolmabile. Ma la graduale scomparsa è davvero una tappa significativa nella lunga storia di questo mezzo di comunicazione.
La radiofonia che conosciamo è nata e cresciuta sulle onde medie, anche se facendo quattro conti la modulazione di frequenza può essere considerata quella con maggiore anzianità di servizio, considerando che un sacco di gente ascolta solo quello da 40 anni. Una antenna in onde medie è capace di coprire bacini di utenza molto vasti ed è questo il suo fascino, l'elemento che nel corso del tempo ha attirato migliaia di persone spingendole a trasformare il semplice ascolto in un passatempo divertente e formativo. Anche se l'ascolto diurno è penalizzato dalla fisica dell'atmosfera. Ma nella percezione collettiva le onde medie non esistono più da tempo e dal punto di vista di un grande broadcaster il mantenimento degli impianti a fianco della normale infrastruttura FM è un costo dai ritorni sempre più marginali, a fronte di un ascolto sempre più di nicchia.
Anche di notte, quando i segnali sono intensi a grande distanza, le onde medie sono disturbatissime dalla miriade di apparati elettrici ed elettronici che abbiamo in casa. Sono pronto a scommettere che dopo Budrio seguiranno quei pochi impianti "OM" rimasti attivi dopo la soppressione degli impianti di Radio Due e Tre nel 2004. [Aggiornamento al 2 marzo: Una fonte interna conferma che sarebbe in corso un piano di spegnimento - non ancora approvato a livello ministeriale - che lascerebbe accesa solo una dozzina di antenne. Al momento ce ne sono una quarantina. Del piano di graduale dismissione delle onde medie in Italia si parla da un paio d'anni almeno, immagino che i costi infrastrutturali siano ormai ingiustificabili a fronte del servizio effettivamente erogato. Se davvero dovranno restare in piedi dodici antenne, sarà presumibilmente in zone dove con l'FM ci sono grossi problemi di copertura. Il vero problema ormai, per chi ascolta in onde medie, è il rumore di fondo, che può essere molto elevato.]
1 commento:
Consoliamoci con il fatto che in questo modo ci saranno ulteriori possibilità per ascolti dx in onde medie.
Ma la domanda è sono state dimenticate dall'utenza perché poco pubblicizzate,o perché effettivamente scomode ed inutili?
Faccio un esempio banale di disinformazione. In alcune spiagge della mia isola, non arriva nulla in fm... Vado al mare con una banale radiolina, sintonizzo in onde medie ed ecco la voce di Radio1. Ora ci sentiamo meno isolati. Un bagnante si avvicina e mi chiede come fosse possibile, quale mistero si nascondeva dentro a quella radio...
Oppure potrei citare l'utilità di avere qualche frequenza attiva in onde medie, perché i ponti RAI fm si trovano in montagna, le antenne onde medie generalmente in pianura e lontano dalle abitazioni. Quindi sono un'importante riserva in caso di blackout, o di gravi eventi e potrebbero essere usate dal servizio pubblico per comunicazioni in situazioni di emergenza.
Comunque una loro valorizzazione potrebbe essere con l'attivazione di licenze per emittenti locali a bassa potenza. Nel nostro paese invece non interessano più alla RAI ma non vogliono che vengano utilizzate anche da altri. Una risorsa quindi sprecata, in un periodo in cui vi è molta "fame" di frequenze libere da destinare a diversi servizi.
Secondo me la loro morte è stata decretata anni fa, quando terminò la diversificazione Rai Stereo 1,2,3 (in fm) e Rai Radio 1,2,3 in onde medie. Quello è stato l'inizio delle fine per le onde medie italiane.
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