L'amico Marco Morresi, della Digital Mobile Radio Association, mi ha scritto segnalandomi la disponibilità di una nuova serie di filmati intorduttivi sul canale You Tube della organizzazione che promuove il nuovo standard ETSI per i walkie-talkie digitali. Le informazioni preliminari fornite possono essere facilmente integrate dalla corposa documentazione che possiamo prelevare sul sito Web. Il DMR (ovviamente da non confondersi con il DRM o Digital Radio Mondiale) è stato sviluppato in questi ultimi anni per rendere più leggeri i rigidi requisiti implementativi che hanno rallentato l'evoluzione del personal mobile radio digitale, in particolare con l'altro standard ETSI Tetra. Quest'ultimo, preferito per le complesse infrastrutture comunicative delle forze di pubblica sicurezza ma anche in ambiti molto specifici come le comunicazioni aeroportuali, prevede tutta una serie di certificazioni di interoperabilità che rischiano di vincolare in misura eccessiva operatori e fruitori, spesso legati a singoli fornitori tecnologici.
Il DMR è uno standard molto più aperto ed elastico e ha il significativo vantaggio di una canalizzazione del tutto conforme ai tipici canali da 12,5 kHz che le licenze per le reti di comunicazione a due vie professionali in vigore in quasi tutto il mondo. Proprio per questo motivo il DMR si presta molto bene alla graduale introduzione del digitale su infrastrutture che possono mantenere anche frequenze analogiche. Ogni singolo canale viene suddiviso, tramite multiplazione TDMA, in due slot da 6,25 kHz, adatti a comunicazione di tipo voce e dati. In origine, lo standard non prevedeva l'uso di un determinato vocoder, ma per ragioni di interoperabilità si sta imponendo il sistema (proprietario) Advanced Multiband Excitation, AMBE. La modulazione utilizzata dall'interfaccia radio è il 4FSK.
Un altro vantaggio è la scalabilità. Il DMR prevede infatti tre livelli di implementazione che si adattano agli attuali modelli di radiocomunicazione a due vie. Un primo "tier" è quello per la comunicazione "networkless" (senza infrastruttura) tra due apparati DMR, già adattabile alla digitalizzazione di sistemi che non richiedono la licenza, come il PMR446. Il secondo tier prevede la realizzazione di semplici reti intorno a una singola stazione base. Il tier 3 è più complesso e consente la creazione di infrastrutture medio-grandi di tipo "trunked" o condiviso tra più gruppi di utenti. In questo caso è prevista la duplice opzione di reti con canale di controllo dedicato o "composito" (che serve cioè sia per il controllo delle richieste di chiamata, sia per il successivo traffico).
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