Quello relativo alla sperimentazione effettuata nel maggio scorso a New Delhi in India, in banda FM, è il primo report sul sistema di modulazione digitale DRM+ redatto originariamente in lingua inglese. Finora le informazioni diffuse su un sistema numerico pensato per distribuire fino a quattro programmi diversi (e informazioni testuali html) in un canale che occupa appena 96 kHz di spettro in banda VHF-II sono state soprattutto in lingua tedesca (la tecnologia è fortemente legata al Fraunhofer Instute ed è stata sperimentata per la prima volta in Germania). Il report, rilasciato all'inizio di agosto dal consorzio che promuove il DRM si può scaricare qui.
Lettura come sempre amena, il DRM+ sembra robusto e in grado di convivere con i segnali analogici, almeno in spettri meglio regolamentati del nostro. Ma come sempre il vero limite è sul lato ricevente, è ancora troppo presto per parlare di ricevitori, fissi o portatili che siano, di classe commerciale.
A questo proposito il documento è comunque interessante perché le apparecchiature utilizzate dagli sperimentatori indiani, prodotte da RFMondial di Hannover, stimoleranno sicuramente la curiosità dei DXer e di alcuni dei miei lettori. In particolare il front end hardware a monte della demodulazione software defined è uno scatolotto - di cui ignoro l'eventuale disponibilità retail e il prezzo unitario - che acquisisce segnali analogici compresi tra 47 e 230 MHz e li rende disponibili, dopo uno stadio di sottoconversione numerica, attraverso una interfaccia USB standard. Le caratteristiche del dispositivo sono descritte in questa pagina e nella scheda in pdf.
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