04 luglio 2010

UK, sempre più dubbi sul DAB

Secondo indiscrezioni della stampa britannica, il nuovo ministro della cultura Jeremy Hunt dovrebbe annunciare la prossima settimana la roadmap per la conversione digitale della radiofonia nel Regno Unito, confermando in sostanza i piani delineati dal precedente governo laburista. Piani che prevedono entro il 2015 il possibile spegnimento dei principali network nazionali analogici. L'Express (thanks, Oliva) riporta l'indignazione di un ex ministro thatcheriano, Lord Norman Fowler su una questione che mostra la totale indifferenza dei governi nei confronti dei radioascoltatori più anziani e degli automobilisti. Lord Norman sostiene che la tecnologia DAB non è ancora "pronta" e non si può dargli tutti i torti. L'articolo contiene la discutibile affermazione relativa all'intenzione da parte del governo di vendere agli operatori di telecomunicazioni le frequenze dell'FM (il dividendo digitale non può per ragioni di larghezza di banda scendere facilmente così in basso, almeno per i requisiti della telefonia cellulare), ma quella di Norman non è la prima voce critica che si leva contro la tempistica degna di uno sprint olimpionico fissata dai legislatori di Digital Britain. Il bello è che a parlare contro la radio digitale si fa anche la figura dei ludditi. Senza pensare che è l'idea stessa di radio digitale a essere irrimediabilmente fuori moda per come è stata concepita in tempi che ignoravano del tutto (in modo molto miope e ottuso, lasciatemelo dire) quelli che sarebbero stati i futuri sviluppi della telefonia cellulare e degli standard wireless di Internet.
Oggi sappiamo che una buona infrastruttura DAB+ potrebbe rappresentare un asset interessante per la radio a bordo dell'automobile (se solo l'industria della car radio si degnasse di prenderla in considerazione...) ma che per la mobilità a piedi e l'ascolto indoor appare sempre più preferibile una combinazione di infrastrutture convenzionali FM e cablatura/copertura wireless a larga banda su protocollo IP. Una considerazione puramente tecnologica cui si aggiunge un fragoroso caveat finanziario che nessuno vuole ascoltare: l'economia della radio ha un rapporto estremamente sfavorevole di margine rispetto all'interesse suscitato. La radio in altre parole piace a molte persone ma questo gradimento non si traduce in grande ricchezza. E' una commodity che si regge solo su costi di produzione e e trasmissione molto bassi. Il passaggio al digitale avrà un costo notevole che dovrà essere finanziato in qualche modo (soprattutto dal pubblico e anche con i proventi generati dalla radiofonia "vecchia"). La questione che va al di là della tecnologia è che tali investimenti sono giustificati solo se si tradurranno in una radiofonia capace in futuro o di costare ancora meno - cosa possibile, vista la generale diminuzione delle potenze in gioco anche se questa diminuzione si può tradurre in una minore copertura indoor - o di generare fatturati più consistenti. La radiofonia pubblica può in teoria aumentare i canoni, ma si vede bene che attendibilità ha questa ipotesi per esempio qui in Italia, davanti alle notizie sul taglio delle sussistenze alle emittenti di informazione. La radiofonia commerciale dovrebbe aumentare i fatturati pubblicitari (con una minore ricezione indoor?) o inventarsi nuove formule di programmazione pay per use. La vedo sempre più difficile in questo contesto di crisi e in affiancamento a infrastrutture (Internet, le reti cellulari) che di fatto offrono già queste opportunità.

SENIOR CONSERVATIVE WARNS ABOUT DIGITAL RADIO SWITCHOVER
Lord Norman Fowler warned of a backlash from pensioners if the coalition continue with Labour's plan

July 4,2010

By Exclusive by Ted Jeory

THE government will face "an explosion of indignation" from pensioners and millions of motorists if it sticks to Labour plans to switch off FM and medium wave radio in favour patchy digital signals in 2015, a senior Tory warned last night.
Lord Norman Fowler, a cabinet minister under Margaret Thatcher, said the country was hugely unprepared for the digital radio switchover, which the Government is expected to announce next week will take place in five years’ time. More than 20million cars will face radio blackout from their favourite stations, such as BBC’s Five Live, because the technology is "simply not ready", he said.
Motorists will either have to replace their car radios at a cost of some £300 or buy special “conversion” kits that must be attached to the windscreen, often alongside Satnavs.
Within people’s homes, more than 100million existing analogue radios will also become obsolete. Lord Fowler, chair of the Lords Communications Committee, said that would particularly hit older people. He said: “These are people who do a lot of radio listening and if you’ve got four or five radios dotted around the house, then replacing them means the cost adds up. The public have got to be taken with the process on this otherwise there is going to be something of an explosion of indignation.” He said the new coalition Government was stuck between a “rock and hard place” after being “landed” with the problem by Labour, which planned to sell freed up FM airwaves to telecoms companies.
Culture Secretary Jeremy Hunt will announce next week the latest “roadmap” for Britain’s digital switchover, but a Whitehall source told the Sunday Express that the minister would stick to Labour’s ambitious timetable. However, the source added that Mr Hunt would emphasise the urgent need to properly inform the public about the plans.
Lord Fowler said that while most people were aware of the planned switchover for digital television, far fewer were unaware of the significance for radio. “I don’t think people yet realise how big this will be,” he said. “There’s a lot of convincing still to be done. A lot of people simply don’t want the change or see the need for it.” Although digital allows more stations to broadcast, reception, particularly in cars, is currently unreliable.
A new generation of radio transmitters costing millions of pounds of public money, much of it financed by the BBC, is needed. The Government is also likely to “encourage” vehicle manufacturers to fit digital radios in all new cars by 2013.

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