14 luglio 2010

Parolacce alla radio: incostituzionale il bavaglio FCC

Bono Vox direbbe "fucking brilliant"!!! Lo stand-up comedian George Carlin, l'iniziatore di tutto questo, ci ha purtroppo lasciati nel 2008. Ma come scrive Frank James sul blog di National Public Radio, George è sicuramente lì che se la ride da qualche parte. Tre giudici della corte d'Appello federale di New York hanno preso oggi una decisione a dir poco storica, decretando la non costituzionalità della normativa della FCC che punisce severamente - con pesanti multe e persino la revoca della licenza - le stazioni radio e tv che durante le dirette trasmettono una parolaccia "fuori copione" o che non coprono con appositi beep gli "expletives", le parolacce di una trasmissione registrata. L'incostituzionalità deriverebbe dal "chill effect", dal vincolo di inconscia autocensura che prenderebbe chiunque debba rispettare questa regola. Come dire: se hai paura di dirla grossa e di essere multato per questo, sarai limitato nella tua libertà di espressione. In piena violazione del sacro Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. Non è affatto una decisione campata in aria: le cronache di questa straordinaria sentenza ricordano infatti che diversi anni fa una stazione televisiva evitò di mandare in onda un documentario sull'11 settembre a causa delle numerose riprese in cui i soccorritori, in preda allo shock, imprecavano senza ritegno (e vorrei vedere).
Questa lunga storia di libertà vigilata comincia nel 1973, in una stazione radio. Una stazione molto particolare, molto libertaria, gelosamente sovvenzionata dai suoi ascoltatori, WBAI-FM di New York. All'epoca il comico George Carlin aveva registrato un monologo in cui con molto umorismo snocciolava le sette parole che la FCC considerava troppo oscene per essere pronunciate al microfono. Ma WBAI le trasmette lo stesso. Siete curiosi, eh? Siccome sono certo che questo blog non verrà mai letto da qualcuno con meno di 4… vabbé diciamo 35 anni, devo supporre che tutti siano perfettamente in grado di affrontare il trauma di questa prova. Dopotutto sto agendo nel supremo interesse della scienza. Le parole, tenetevi forte, sono: Shit, Piss, Fuck, Cunt, Cocksucker, Motherfucker e Tits.
La trasmissione di Carlin solleva molte proteste e l'editore di WBAI, Pacifica, finisce in tribunale. Nel 1978, nella causa Pacifica Vs FCC, la corte diede ragione a quest'ultima e nel 2004, sotto l'amministrazione Bush, ci fu un inasprimento delle regole pratiche di applicazione (che per molto tempo erano state piuttosto flessibili). Un inasprimento legato a episodi come quello di Bono Vox, che ricevendo un premio televisivo esclamo in diretta, in pieno stile Britih Islands: this is fucking brilliant! O all'altro celebre fattaccio di una tetta scivolata fuori dal succinto abito di una cantante durante un Super Bowl.
Le vicende legali avviate dal malizioso Carlin non finirono lì. La sentenza di oggi arriva dopo che l'editore Fox aveva fatto ricorso a un altro tribunale, la cui sentenza (favorevole a Fox ma su un ambito più ristretto) era stata cassata dalla Corte Suprema. La Corte Suprema aveva però rinviato il giudizio finale di costituzionalità alla Corte d'Appello Federale che oggi ha finalmente dato torto alla FCC.
Vi lascio alla lettura del blog NPR e a qualche riferimento. Intanto il testo originale letto da Carlin e la pagina della FCC sul tema "oscenità".
Ma le vere chicche si trovano sul sito di WBAI e sul suo archivio di trasmissioni storiche, From The Vault Radio. In fondo a questa pagina trovate un programma del 2008 in ricordo di un Carlin appena scomparso. From the vault parla diffusamente del Carlin Case e consente di ascoltare ampi estratti (costellati da beep, evidentemente) del suo celeberrimo monologo insieme ad altri programmi e interviste.
E adesso leggetevi il post, dove trovate anche i link ai testi delle sentenze. Non voglio tracciare paralleli eccessivi, ma vi prego di prendere seriamente in considerazione il ragionamento dei giudici americani (comunisti? teratogeni?). La legge dice che se parli rischi di prendere una multa. In questo modo la legge ti mette nella spiacevole situazione di dover modificare o tacere quello che avevi da dire per timore di dover pagare una multa troppo salata. Ergo, la legge viola il tuo diritto costituzionale alla libertà di espressione. E' proprio il caso di dirlo: paese che vai, metastasi giustizialista che trovi...

FCC Indecency Rules Unconstitutional: Court

July 13, 2010

by FRANK JAMES


Somewhere, the late comedian George Carlin must be smiling. A federal appeals court on Tuesday struck down the Federal Communications Commission's broadcast indecency policy, saying it violated the U.S. Constitution's First Amendment. The decision resulted from a lawsuit filed by Fox Television and other broadcasters — Fox Television vs the FCC.
Broadcasters sued the agency, contending the unconstitutionality of an FCC rule that a fleeting, unscripted utterance of a single expletive during a network show is indecent which make a broadcaster potentially liable for huge monetary fines.
The three-judge panel for the U.S. Court of Appeals for the Second Circuit, wrote:

We now hold that the FCC’s policy violates the First Amendment because it is unconstitutionally vague, creating a chilling effect that goes far beyond the fleeting expletives at issue here.

The appeals court decision hearkens back to the granddaddy of all broadcast indecency cases, Pacifica Foundation vs. FCC. In that case, the appeals court for the District of Columbia circuit struck down a 1975 FCC fine against Pacifica for its station playing a 12-minute recording of Carlin's "Filthy Words" monologue.
The Supreme Court, however, sided with the FCC. It didn't rule on Pacifica's claim that the FCC's rule at the time was too broad and violated the First Amendment.
The high court instead restricted its opinion to whether the FCC had the authority to issue the fine and whether the agency could regulate the broadcast of some language that wasn't considered obscene. The Supreme Court ruled for the agency.
But the Supreme Court emphasized that the FCC's authority was limited.
As the appeals court in Tuesday's case recounts, the FCC responded in the following years by saying it would limit its power to police broadcast indecency to Carlin's "seven dirty words."
The FCC later moved away from a strict focus on those seven words, saying it would consider the context in which the dirty words were used. In the 1980s, "fleeting" uses would largely get a pass. For years, the FCC followed that more lenient approach.
But then the agency shifted again in the last decade. In 2004, after U2 lead singer Bono exclaimed "This is f*#@$^% brilliant" after the group received an award during that year's Golden Globe broadcast, the FCC cracked down.
Like the Lord Joseph in Gilbert and Sullivan's HMS Pinafore who is singularly scandalized by a character's use of a variant of "damn," the FCC said the use of the f-word was so objectionable, that even a fleeting use couldn't be allowed.
The harder line, the fact that the FCC started to treat each broadcast of a show with a particular indecency as a separate instance, and an increase by ten times of the congressionally mandated fines for indecency eventually led broadcasters to say enough was enough. So they sued.
Earlier in the present case, the appeals court struck down the FCC rule on the narrow grounds that it violated the Administrative Procedure Act.
The Supreme Court sided with the FCC on that, however, and sent the case back to the appeals court for a decision on the constitutionality of the law. Tuesday's opinion was the appellate court's answer.

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