La Gsm Association, l’organizzazione internazionale che riunisce tutte le parti, operatori e costruttori, interessate allo sviluppo tecnologico ed economico della telefonia cellulare GSM (e quindi UMTS/LTE), ha appena dato la sua approvazione a uno standard 3GPP - che è invece l’organismo che si occupa della normazione in materia di tecnologie radiomobili dalla terza generazione in su - che potrebbe davvero dar luogo a una grande rivoluzione dal punto di vista dei servizi non-telefonici di cui è già possibile usufruire con telefonini e altri terminali portatili. E che in questo senso rappresenta un colpo molto duro alle prospettive della radio digitale, già minacciate da un impiego sempre più diffuso del telefonino come terminale di accesso a servizi multimediale. Il fous ovviamente rimane la distribuzione di servizi video, ma le ricadute su contenuti meno impegnativi dal punto di vista della banda potrebbero esserci.
Lo standard si chiama Integrated Mobile Broadcast e consente di implementare servizi dati di tipo broadcast utilizzando le frequenze direttamente assegnate agli operatori di telefonia ma senza pesare sullo spettro normalmente occupato dai servizi di telefonia, videotelefonia e navigazione su Internet.
C’eè da chiedersi dove sta la novità rispetto ai telefonini che integrano già oggi un ricevitore per il DVB-H, il digitale televisivo per “palmari”. In realtà è una differenza profonda perché il DVB-H è un sistema del tutto separato, dal punto di vista delle tecnologie e delle frequenze impegnate, dall’Umts, mentre l’IMB è fortemente legato alla matrice tecnologica della telefonia mobile di terza generazione, in particolare al modo in cui le modulazioni radio di Umts impegnano lo spettro delle radiofrequenze (una modalità chiamata FDD-WCDMA, Frequency Division Duplexing-Wideband Code Division Multiple Access). Detta in modo più semplice, il DVB-H è un servizio parallelo, che richiede l’installazione a bordo del telefonino di un circuito di ricezione apposito, mentre con l’Imb basterebbe modificare il cervello che governa le capacità di ricezione e trasmissione di un terminale 3G. Sotto molti punti di vista, incluso per esempio il fattore chiave della durata delle batterie, sarebbe una vera svolta.
L’altra grande svolta è di natura architetturale. Già oggi è possibile accedere col proprio telefonino a uno stream audio o video via Internet. Ma la cosa avviene in modalità “unicast”, stabilendo una relazione uno a uno tra antenna trasmittente e antenna ricevente. Lo standard Imb consente la distribuzione di servizi broadcast o multicast: una singola cella “parla” con tutti i terminali. Per le risorse di rete di cui dispone un operatore è grande peso che scompare e un grande margine di manovra in più. Finora, in effetti, l’esigenza di affiancare sistemi diversi come UMTS e DVB-H nasceva proprio dal timore che il successo di eventuali servizi alternativi integrati nel tessuto infrastrutturale della rete avrebbe portato a un collasso della stessa.
La strada verso i futuri servizi Imb non passa solo per l’adeguamento di infrastrutture e terminali. Ci sono anche degli aspetti normativi legati alle licenze per l’uso delle frequenze nelle varie nazioni. L’IMB, che tra l’altro sembra aver ereditato molti pezzi del Multimedia Broadcast Multicast Service (MBMS) già standardizzato a suo tempo, è stato pensato per usufruire di spazi di frequenza da impegnare in modalità TDD, Time Division Duplexing. In diverse nazioni gli operatori dispongono di questi segmenti di spettro ma non li hanno ancora sfruttati. Ma in questo senso ci sono già molti spazi di manovra, anche grazie alla nuova disponibilità di spettro resa possibile dal passaggio dalla televisione analogica a quella digitale. In ogni caso sarà uno standard da tenere d’occhio e tanto vale partire dal white paper che la Gsma ha messo a punto con la collaborazione di operatori come Orange, SingTel, Softbank, Telstra, T-Mobile e Vodafone. Il documento di una ventina di pagine si può prelevare da questo indirizzo http://www.gsmworld.com/documents/GSMA_IMB_WP_final.doc e da esso ho ricavato il paragrafo che definisce l’IMB:
C’eè da chiedersi dove sta la novità rispetto ai telefonini che integrano già oggi un ricevitore per il DVB-H, il digitale televisivo per “palmari”. In realtà è una differenza profonda perché il DVB-H è un sistema del tutto separato, dal punto di vista delle tecnologie e delle frequenze impegnate, dall’Umts, mentre l’IMB è fortemente legato alla matrice tecnologica della telefonia mobile di terza generazione, in particolare al modo in cui le modulazioni radio di Umts impegnano lo spettro delle radiofrequenze (una modalità chiamata FDD-WCDMA, Frequency Division Duplexing-Wideband Code Division Multiple Access). Detta in modo più semplice, il DVB-H è un servizio parallelo, che richiede l’installazione a bordo del telefonino di un circuito di ricezione apposito, mentre con l’Imb basterebbe modificare il cervello che governa le capacità di ricezione e trasmissione di un terminale 3G. Sotto molti punti di vista, incluso per esempio il fattore chiave della durata delle batterie, sarebbe una vera svolta.
L’altra grande svolta è di natura architetturale. Già oggi è possibile accedere col proprio telefonino a uno stream audio o video via Internet. Ma la cosa avviene in modalità “unicast”, stabilendo una relazione uno a uno tra antenna trasmittente e antenna ricevente. Lo standard Imb consente la distribuzione di servizi broadcast o multicast: una singola cella “parla” con tutti i terminali. Per le risorse di rete di cui dispone un operatore è grande peso che scompare e un grande margine di manovra in più. Finora, in effetti, l’esigenza di affiancare sistemi diversi come UMTS e DVB-H nasceva proprio dal timore che il successo di eventuali servizi alternativi integrati nel tessuto infrastrutturale della rete avrebbe portato a un collasso della stessa.
La strada verso i futuri servizi Imb non passa solo per l’adeguamento di infrastrutture e terminali. Ci sono anche degli aspetti normativi legati alle licenze per l’uso delle frequenze nelle varie nazioni. L’IMB, che tra l’altro sembra aver ereditato molti pezzi del Multimedia Broadcast Multicast Service (MBMS) già standardizzato a suo tempo, è stato pensato per usufruire di spazi di frequenza da impegnare in modalità TDD, Time Division Duplexing. In diverse nazioni gli operatori dispongono di questi segmenti di spettro ma non li hanno ancora sfruttati. Ma in questo senso ci sono già molti spazi di manovra, anche grazie alla nuova disponibilità di spettro resa possibile dal passaggio dalla televisione analogica a quella digitale. In ogni caso sarà uno standard da tenere d’occhio e tanto vale partire dal white paper che la Gsma ha messo a punto con la collaborazione di operatori come Orange, SingTel, Softbank, Telstra, T-Mobile e Vodafone. Il documento di una ventina di pagine si può prelevare da questo indirizzo http://www.gsmworld.com/documents/GSMA_IMB_WP_final.doc e da esso ho ricavato il paragrafo che definisce l’IMB:
«Integrated Mobile Broadcast (IMB) is a technology, defined as a part of the 3GPP Rel. 8 standard, which enables spectrally-efficient delivery of Broadcast services using TDD radio techniques. This is achieved using technical specifications that are greatly aligned with existing FDD WCDMA unicast technology, which in turn allows for smooth handover between IMB delivery and unicast.
One of the key advantages of IMB is that it can be deployed within unpaired TDD spectrum bands held by operators in some parts of the world. To date TDD spectrum has been largely unused by these operators. IMB can offer capacity relief to the FDD channels by allowing TDD spectrum to be used for the deployment of Broadcast applications. Support for existing Rel. 7 MBSFN and other TDD services has been incorporated within IMB, through the reuse of the definitions of TDM pilots used in FDD MBMS frame and slot structure. This results in the increased spectral efficiency of MBMS services and a reduction in the functional complexity in the user terminal, which in turn will result in lower power consumption and hence extended terminal battery life.
TDD bands support multiple 5MHz carriers, each of which may be dedicated solely to the delivery of Broadcast services. Carriers may be aggregated to increase the number of available services. Within a carrier, services are mapped to channels as used in MBMS that are separated using standard FDD WCDMA spreading codes in addition to time-domain separation of the channels within the frame structure. It is expected that IMB will provide around 20 broadcast channels in 5 MHz of unpaired spectrum at 256 Kbps for each channel.
Implementing IMB on devices should be cheaper than for other broadcast technologies since it utilises WCDMA technology that already exists on devices today.
It should be noted that the use of MBMS in conjunction with TD-SCDMA could provide an alternative approach for implementing Broadcast services in markets where TD-SCDMA is deployed.»
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