Informazione, controinformazione e contro-controinformazione continuano a intrecciarsi intorno alle vicende cubane. E una parte significativa di questo complicato intreccio si svolge sulle frequenze radiofoniche delle onde corte, come negli anni della guerra fredda. L'ultima emittente anticastrista in ordine di comparizione, che sembra raccogliere l'eredità della Voz del Cid, voce del movimento Cuba Independiente y Democratica, si chiama Radio Republica e trasmette a nome del Directorio Democratico Cubano. Fondato nel 1990 come movimento giovanile in un albergo di Miami, il Directorio in passato aveva trasmesso in onde corte sulle frequenze della già citata Voz del Cid, una stazione inattiva dal 1999 (forse finanziata dalla Cia, quella radio fu poi ospitata, dal '94 al '99, sulla stazione radicale americana WRMI, Radio Miami International, che oggi ripete anche Radio Republica).
In realtà, a parte gli slot su WRMI originati in Florida, ancora non si conosce con esattezza la località da cui Radio Republica opera sulle sue nuove frequenze. Si sa solo che due o tre settimane fa, l'emittente clandestina cubana ha improvvisamente iniziato a utilizzare canali diversi dai 9955 kHz affittati da Miami International. A partire dalle 22 UTC Radio Republica mette in onda slot di due ore trasmessi inizialmente su 6135 e 5965 kHz, cui si sarebbero poi aggiunti i 7110 kHz. Queste sono le tre frequenze riportate sul sito Web e annunciate dalla stessa emittente oggi, 30 dicembre, verso le 23 UTC su 6135. In realtà, da due o tre giorni i 5965 sono stati sostituiti dai 6010 kHz (frequenza segnalata dallo spagnolo Josè Bueno), perché nel frattempo, Radio Habana Cuba, quella "vera", ha occupato i 5965 dalle 00 UTC (in parallelo con i 6000 kHz). Radio Republica, in effetti, arriva molto bene adesso, la una UTC passata del 31 dicembre, a Milano. Molto meglio di quanto non arrivasse un paio d'ore fa su 6135. Potrebbe davvero trattarsi, come sostiene Glenn Hauser sul suo DX Listening Digest, di frequenze affittate in Europa.
La programmazione dell'emittente del Directorio Democratico non è infiammata come potevano essere i vecchi programmi della Voz del Cid. Musica, interviste di taglio culturale e, stranamente, religione. Tutto sommato, una programmazione interessante, considerando che a Cuba l'offerta radiofonica e televisiva di notizie alternative alla propaganda di regime è relativamente abbondante. E molto pungente. Nella Piccola Havana di Miami, del resto, la comunità degli esuli è molto forte, tanto da esercitare una notevole influenza sull'elettorato (e molti ricorderanno quanto sia stata importante la Florida nelle due ultime elezioni presidenziali americane).
La voce antagonista più autorevole è tuttavia quella di Radio Martì, inserita nel circuito ufficiale dell'International Broadcasting Bureau americano e più precisamente nella sezione dell'Office of Cuban Broadcasting. L'Ibb gestisce anche la propaganda verso il Medio Oriente, l'ex blocco orientale europeo e altre emittenti di controinformazione. Radio Martì, intitolata così in onore dell'eroe indipendentista cubano Josè Martì, morto nel 1895 ma ancora molto amato dagli abitanti castristi dell'isola (a lui è dedicato l'aeroporto di Havana). Un patrocinio politico contraddittorio, quello scelto dagli americani, perchè Martì, che chiamava gli Stati Uniti "il Golia delle Americhe", non nutriva alcuna simpatia per le mire egemoniche di Washington sul continente. Radio Martì può arrivare in Europa, ma in questo preciso momento la sua frequenza di 6030 kHz, la più vicina ai 6010 di Radio Republica, è troppo debole e non permette di identificare con certezza la stazione.
Tornando a Radio Republica, è già stata segnalata in questi giorni in Italia - come riporta, tra gli altri, l'aggiornato blog di Francesco Cecconi - e in Europa, ma il consenso sull'esatta dislocazione dei trasmettitori non è ancora stato raggiunto. Il segnale è sicuramente più intenso di quello di Radio Habana e confrontato con quello (presunto) di Radio Martì potrebbe essere originato sul nostro continente. Ma dove? Dalla Russia come pensano alcuni? Il repentino spostamento della frequenza da 5965 a 6010 kHz è particolarmente anomalo. Non sempre le organizzazioni che affittano ad altri le loro frequenze riescono a essere così flessibili. Per fortuna, per chi ascolta le onde corte per i suoi contenuti, questi sono solo tecnicismi.
In realtà, a parte gli slot su WRMI originati in Florida, ancora non si conosce con esattezza la località da cui Radio Republica opera sulle sue nuove frequenze. Si sa solo che due o tre settimane fa, l'emittente clandestina cubana ha improvvisamente iniziato a utilizzare canali diversi dai 9955 kHz affittati da Miami International. A partire dalle 22 UTC Radio Republica mette in onda slot di due ore trasmessi inizialmente su 6135 e 5965 kHz, cui si sarebbero poi aggiunti i 7110 kHz. Queste sono le tre frequenze riportate sul sito Web e annunciate dalla stessa emittente oggi, 30 dicembre, verso le 23 UTC su 6135. In realtà, da due o tre giorni i 5965 sono stati sostituiti dai 6010 kHz (frequenza segnalata dallo spagnolo Josè Bueno), perché nel frattempo, Radio Habana Cuba, quella "vera", ha occupato i 5965 dalle 00 UTC (in parallelo con i 6000 kHz). Radio Republica, in effetti, arriva molto bene adesso, la una UTC passata del 31 dicembre, a Milano. Molto meglio di quanto non arrivasse un paio d'ore fa su 6135. Potrebbe davvero trattarsi, come sostiene Glenn Hauser sul suo DX Listening Digest, di frequenze affittate in Europa.
La programmazione dell'emittente del Directorio Democratico non è infiammata come potevano essere i vecchi programmi della Voz del Cid. Musica, interviste di taglio culturale e, stranamente, religione. Tutto sommato, una programmazione interessante, considerando che a Cuba l'offerta radiofonica e televisiva di notizie alternative alla propaganda di regime è relativamente abbondante. E molto pungente. Nella Piccola Havana di Miami, del resto, la comunità degli esuli è molto forte, tanto da esercitare una notevole influenza sull'elettorato (e molti ricorderanno quanto sia stata importante la Florida nelle due ultime elezioni presidenziali americane).
La voce antagonista più autorevole è tuttavia quella di Radio Martì, inserita nel circuito ufficiale dell'International Broadcasting Bureau americano e più precisamente nella sezione dell'Office of Cuban Broadcasting. L'Ibb gestisce anche la propaganda verso il Medio Oriente, l'ex blocco orientale europeo e altre emittenti di controinformazione. Radio Martì, intitolata così in onore dell'eroe indipendentista cubano Josè Martì, morto nel 1895 ma ancora molto amato dagli abitanti castristi dell'isola (a lui è dedicato l'aeroporto di Havana). Un patrocinio politico contraddittorio, quello scelto dagli americani, perchè Martì, che chiamava gli Stati Uniti "il Golia delle Americhe", non nutriva alcuna simpatia per le mire egemoniche di Washington sul continente. Radio Martì può arrivare in Europa, ma in questo preciso momento la sua frequenza di 6030 kHz, la più vicina ai 6010 di Radio Republica, è troppo debole e non permette di identificare con certezza la stazione.
Tornando a Radio Republica, è già stata segnalata in questi giorni in Italia - come riporta, tra gli altri, l'aggiornato blog di Francesco Cecconi - e in Europa, ma il consenso sull'esatta dislocazione dei trasmettitori non è ancora stato raggiunto. Il segnale è sicuramente più intenso di quello di Radio Habana e confrontato con quello (presunto) di Radio Martì potrebbe essere originato sul nostro continente. Ma dove? Dalla Russia come pensano alcuni? Il repentino spostamento della frequenza da 5965 a 6010 kHz è particolarmente anomalo. Non sempre le organizzazioni che affittano ad altri le loro frequenze riescono a essere così flessibili. Per fortuna, per chi ascolta le onde corte per i suoi contenuti, questi sono solo tecnicismi.
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