Da pochi giorni alcuni DXer in Italia e in Europa segnalano le trasmissioni sperimentali di Radio Giovanni Paolo II, su 1620, una emittente sulla sponda veronese del Lago di Garda, da Castelnuovo. Questa stazione, ha riferito per primo Fabio Tagetti da Legnago, è legata alla stessa proprietà di Radio Happy Days, della stessa località (video75 at libero punto it). Per sperimentare i 1620 kHz, dove conta di utilizzare fino a 6 kilowatt, la radio trasmette ampi brani delle cronache dei viaggi del Papa polacco. Il target di riferimento, a quanto sembra, è un pubblico giovanile, presumibilmente cattolico.
Ampiamente tagliate fuori dalla notorietà che giustamente circonda il fenomeno della radiofonia in modulazione di frequenza, da molti anni operano sporadicamente in Italia alcune radio private che scelgono, chissà perché, le onde medie. Non è del tutto chiaro se l'attività di queste stazioni, che quasi sempre gestiscono anche una o più frequenze in FM, sia riconosciuta dall'attuale sistema delle licenze rilasciate alle imprese di radiofonia privata. La sensazione è che ancora oggi l'unico ente autorizzato a servirsi delle onde medie sia il concessionario pubblico, cioè la RAI. Ma questo non ha impedito a emittenti come Radio Verona International, Teleradio Stereo, Radio Campogalliano, Radio San Luchino, Pane burro e marmellata (!) a utilizzare, a partire dalla fine degli anni settanta, frequenze come 1404, 1494, 1611 kHz, tanto per citare alcuni casi storici. Più recentemente Radio Studio X da Momigno ha consolidato, oltretutto in AM stereo, unico caso italiano, una presenza ormai pluriennale sui 1584, frequenza che da qualche mese è occupata anche dalle trasmissioni di Radio Verona che nel nord Italia arriva a coprire i segnali di Studio X. Ancora un anno fa veniva ascoltata su 1404 Radio 106, ex Campogalliano.
Che cosa strana. Il citato pubblico giovanile segue con passione le radio private in FM. Ma forse non dispone di apparecchi radio in grado di sintonizzarsi per bene su una frequenza come 1620. In Europa, le onde medie finiscono infatti a 1602 kHz e la porzione tra 1602 e 1710 è già considerata appannaggio delle banda delle medie frequenze marittime. Negli Stati Uniti e in Oceania è stata introdotta una versione estesa delle onde medie che include appunto questi 100 kHz in più e molti ricevitori cinesi e giapponesi distribuiti sui nostri mercati riescono a coprirli. Una regola non generale: nelle case e nelle autoradio sono ancora in funzione apparecchi che oltre i 1602 non vanno. Le onde medie sono del resto ampiamente trascurate, con buona pace degli ultimi assetti normativi che prevedono (dopo che la RAI ha spento i trasmettitori OM che ripetevano il secondo e il terzo programma) un "rilancio" di queste frequenze. Rilancio un corno: forse la scomparsa di Radio 3 da trasmettitori come Milano 1368 kHz è dispiaciuta a qualche agguerrito nostalgico (e come dar loro torto davanti a uno spettro FM selvaggio che impedisce a chicchessia di ascoltare buona musica con una qualità decente), ma generalmente parlando, sono pochi a essersi accorti dello shut down. Le onde medie sono da tempo un morto che cammina e se in Europa assistiamo a casi di autentico tentativo di rilancio, come in Francia e perfino alcune nazioni dell'est, la tendenza riguarda più o meno l'intero continente.
Non voglio dire che le stazioni private o regionali non possano o non debbano trasmettere sulle onde medie. Nelle ore notturne queste frequenze consentono un netto allargamento dei bacini di ascolto e nelle ore diurne garantiscono su scala più limitata una ricezione di buon livello, soprattutto per la programmazione di tipo giornalistico e di servizio. Il fatto è che negli ultimi quarant'anni qui da noi la tendenza non è mai andata nella direzione di una vera rivalutazione e le onde medie - piaccia o meno - sono state dimenticate. Le stazioni private/pirate che da 25 anni a questa parte spuntano qui e là con velleità più o meno marcate per poi tornare a loro volta nell'oblio, dimostrano che il difetto è nel manico. Sembra, tanto per dire, che Radio Giovanni Paolo II stia trasmettendo con lo stesso impianto che nel 1981 veniva utilizzato da Radio Verona International. Impianto che da allora dev'essere rimasto in uno scantinato. Adesso i giovani dovrebbero mettersi a riascoltarlo? Auguri.
Che cosa strana. Il citato pubblico giovanile segue con passione le radio private in FM. Ma forse non dispone di apparecchi radio in grado di sintonizzarsi per bene su una frequenza come 1620. In Europa, le onde medie finiscono infatti a 1602 kHz e la porzione tra 1602 e 1710 è già considerata appannaggio delle banda delle medie frequenze marittime. Negli Stati Uniti e in Oceania è stata introdotta una versione estesa delle onde medie che include appunto questi 100 kHz in più e molti ricevitori cinesi e giapponesi distribuiti sui nostri mercati riescono a coprirli. Una regola non generale: nelle case e nelle autoradio sono ancora in funzione apparecchi che oltre i 1602 non vanno. Le onde medie sono del resto ampiamente trascurate, con buona pace degli ultimi assetti normativi che prevedono (dopo che la RAI ha spento i trasmettitori OM che ripetevano il secondo e il terzo programma) un "rilancio" di queste frequenze. Rilancio un corno: forse la scomparsa di Radio 3 da trasmettitori come Milano 1368 kHz è dispiaciuta a qualche agguerrito nostalgico (e come dar loro torto davanti a uno spettro FM selvaggio che impedisce a chicchessia di ascoltare buona musica con una qualità decente), ma generalmente parlando, sono pochi a essersi accorti dello shut down. Le onde medie sono da tempo un morto che cammina e se in Europa assistiamo a casi di autentico tentativo di rilancio, come in Francia e perfino alcune nazioni dell'est, la tendenza riguarda più o meno l'intero continente.
Non voglio dire che le stazioni private o regionali non possano o non debbano trasmettere sulle onde medie. Nelle ore notturne queste frequenze consentono un netto allargamento dei bacini di ascolto e nelle ore diurne garantiscono su scala più limitata una ricezione di buon livello, soprattutto per la programmazione di tipo giornalistico e di servizio. Il fatto è che negli ultimi quarant'anni qui da noi la tendenza non è mai andata nella direzione di una vera rivalutazione e le onde medie - piaccia o meno - sono state dimenticate. Le stazioni private/pirate che da 25 anni a questa parte spuntano qui e là con velleità più o meno marcate per poi tornare a loro volta nell'oblio, dimostrano che il difetto è nel manico. Sembra, tanto per dire, che Radio Giovanni Paolo II stia trasmettendo con lo stesso impianto che nel 1981 veniva utilizzato da Radio Verona International. Impianto che da allora dev'essere rimasto in uno scantinato. Adesso i giovani dovrebbero mettersi a riascoltarlo? Auguri.
Nessun commento:
Posta un commento