Con un loop di canzoni che include un brano non propriamente "mariano" come Alejandro, ha lanciato il suo test nell'etere un'altra emittente locale in onde medie italiana. Si tratta di Radio Medjugorje Italia, opera sui 1476 kHz (un po' interferiti da Euskadi Irratia qui a Milano ma sostanzialmente liberi) da un'area che presumibilmente può essere localizzata sul lato veronese del Garda. Ecco l'annuncio registrato poco prima delle 23 ora italiana in quella che potrebbe essere la prima giornata di trasmissioni (notizia diffusa da Bclnews e ripresa per RP da Chris Diemoz):
Analizzando i domini Internet Chris è riuscito a risalire a Eliseo Mischi, un giornalista e imprenditore radiofonico del veronese che già sei anni aveva messo in piedi una stazione in onde medie (anche se sui non abituali, per noi, 1620 kHz): Radio Giovanni Paolo II. Per il momento i contenuti di Medjugorje non sembrano eccessivamente religiosi, ma chissà. Il sito cui fa riferimento l'indirizzo di mail fornito dall'emittente ospita anche un canale televisivo streaming che per il momento mi sembra inattivo. Il fenomeno delle low power (Medjugorje deve però disporre di una potenza ragguardevole se arriva così a Milano e viene riportata anche a Roma) prosegue dunque a occupare nuove frequenze, scegliendo persino spazi inediti rispetto alle passate sperimentazioni (casi sporadici di trasmissioni in onde medie si sono avvicendati fin dagli anni 80 e nel caso di Studio X di Momigno, su 1584 kHz, hanno anche dato vita ad attività continuative). Sia ben chiaro che sempre di sperimentazioni si tratta, perché in Italia nessuno ha regolamentato l'uso delle onde medie eccezion fatta per il concessionario pubblico. E sappiamo che da queste parti - a meno di non avere parecchi santi protettori - tutto quello che non è espressamente autorizzato rischia di procurare parecchi grattacapi giudiziari. Per il momento però la marea non accenna a ritirarsi.
5 commenti:
Chiamare "imprenditori" i fuorilegge è un po' troppo.
Circa un mese fa gli ispettorati di zona hanno iniziato la disattivazione degli impianti abusivi in Am (Radio Challanger, Padova e Roma - Broadcast Italia - Roma etc.)con l'applicazione della dell'articolo 195 della legge Mammi.
Le trasmissioni su frequenza 1620Khz sono state più volte facce cessare con tanto di provvedimento, perchè frequenza destinata alla Marina.
Oltre a ciò questi sogetti, trasmettono da tempo senza versare il famoso "equo compenso" a SIAE ed SCF ...forse sarebbe meglio chiamarli "CIALTRONI"
Ulderico Sciarretta
Formalmente è vero, una stazione privata che trasmette nella banda delle onde medie in Italia al momento non può che essere considerata "pirata". Tanto più se la frequenza utilizzata è pari a 1620 kHz (anche se - e non vuole essere una giustificazione - le stazioni costiere italiane non operano su tale frequenza e in generale le MF marittime tendono a concentrarsi sopra i 1700). Resta il fatto che non sono io a definire imprenditore Eliseo Mischi. A rigor di logica tutti gli attuali imprenditori radiofonici (e ce ne sono ancora parecchi per fortuna) sono stati dei "cialtroni" e non posso semplicemente accettare un epiteto del genere su un blog apertamente favorevole alla legalizzazione delle onde medie (fino a 1602 kHz, se proprio non vogliamo prendere in considerazione l'idea di creare una banda MF estesa come è avvenuto in America e Australia) a favore di stazioni a bassa potenza e a carattere comunitario, associativo e culturale. Ben vengano queste trasmissioni se serviranno a innalzare la soglia della visibilità di un servizio che ritengo socialmente utile, anche se posso convenire che la linea d'azione più indicata consiste nel sensibilizzare gli esponenti politici affinché portino avanti l'istanza delle onde medie locali nelle sedi tecniche e parlamentari competenti. Nel frattempo, cerchiamo di tenere ogni tipo di cialtroneria lontana da queste pagine per favore.
Ulderico Sciarretta mi ha inviato un ulteriore commento che non intendo riportare qui nella sua interezza. I toni sono francamente diffamatori e non mi sembra il caso. Ecco una sintesi da me editata:
"Caro Andrea, tutti siamo favorevoli alla liberalizzazione delle trasmissioni in onde medie, visto che la 223/90 e successive non hanno regolamentato nulla legittimando il Far West dell'etere italiano. (...) È importante che l'imprenditoria radiotelevisiva "seria" [venga a conoscenza], attraverso queste pagine, di informazioni utili per la [propria] attività."
A parere di Ulderico, altri non meriterebbero la qualifica di "imprenditore".
CIALTRONE
dal Dizionario Hoepli
1 Persona spregevole,
imbrogliona e grossolana: non è che un c.
2 Persona sciatta, fannullona, mal vestita
dal Dizionario Sabatini-Coletti
Persona sciatta, trasandata; estens. chi lavora poco e male o ricorre a trucchi scoperti per giustificarsi.
dall’Enciclopedia Treccani
Persona volgare e spregevole, arrogante e poco seria, trasandata nell’operare, priva di serietà e correttezza nei rapporti personali, o che manca di parola nei rapporti di lavoro. Anche, con sign. attenuato, persona sciatta nel vestire e nel portamento, o che nel lavoro sia solita fare le cose in fretta e senza attenzione.
Proprio non saprei dire a che cosa pensasse il signor Sciarretta quando ha apostrofato come cialtroni coloro che trasmettono abusivamente nelle desolata steppa delle onde medie.
So invece che tali coraggiosi pionieri sono certamente “pirati” (in quanto vìolano le vigenti norme di legge in materia di comunicazione elettronica), ma non sono “clandestini” (poiché hanno palesato formalmente la propria attività ai competenti – e silenti - organi ministeriali).
Perciò, non chiamiamo cialtroni coloro che si sono messi in gioco, rischiando anche il giudizio penale, per affermare la prevalenza delle norme costituzionali di libertà sulle attuali disposizioni liberticide in materia di tramissioni radiofoniche.
Ad ogni modo, egregio signor Sciarretta, guardi che non esiste l’articolo 195 della legge Mammi (cioè della legge 6 agosto 1990, n. 223), la quale si ferma all’articolo 41; esiste invece l’articolo 195 del c.d. Codice postale del 1973 (D.P.R. 29 marzo 1973, n. 156) come modificato dall’articolo 30 della legge Mammì, il terzo comma del quale è stata ripreso pari pari dal Codice delle comunicazione elettroniche (decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259). In esso si afferma che “Se il fatto [di reato] riguarda la installazione o l'esercizio di impianti di radiodiffusione sonora o televisiva, si applica la pena della reclusione da uno a tre anni. La pena è ridotta alla metà se trattasi di impianti per la radiodiffusione sonora o televisiva in ambito locale”.
Glielo preciso, signor Sciaretta, per evitare ogni sciatteria in una materia da maneggiare con cura così come è quella del Diritto.
Il commento dell'amico Giorgio giunge quanto mai opportuno perché Medjugorie Network è tornata proprio in queste sere a testare sui 1476. Il formato consiste semplicemente in impulsi di tempo e annunci identificativi. Le trasmssioni sono a bassa potenza e gli ascoltatori sono invitati a mandare rapporti con registrazione audio a
info (at) studiodx (dot) net
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