20 aprile 2010

ECO: per ora niente switch off dell'FM analogica


Oggi il comitato tecnico FM PT45 che nello European Communications Office si sta occupando della cosiddetta digitalizzazione della radio, con particolare in riferimento alla banda VHF II della modulazione di frequenza ha pubblicato la prima bozza del suo report ufficiale. Nel sommario esecutivo possiamo leggere una serie di statement in cui si afferma che di fronte alla proposta di adozione dei sistemi di modulazione numerica DRM+ e HD Radio non si può pensare di dispiegare nessuna delle due tecnologie su vasta scala senza un profondo ripensamento delle regole di protezione stabilite per dare banda sufficiente a ogni servizio e senza una successiva revisione del piano di frequenze. Nessuna delle nazioni che partecipano al comitato tecnico vuole arrivare a una nuova conferenza regolamentativa.

· For some of the candidate systems the necessary technical planning parameters are not fully available thus making it difficult to perform a systematic comparative technical analysis at this point in time.

· A supplementary Report (to this Report) will be required to provide the technical elements and parameters needed for the introduction of digital systems in Band II.

· There are issues with spectral bandwidth of some candidate systems relative to the planning provisions of GE84 which will make their use problematic in Band II which is heavily occupied by existing services, and which could necessitate re-planning if these systems were to be widely deployed.

· Administrations do not wish to have another major planning conference to replace the GE84 Agreement for new digital services.

· Administrations do not wish to lose their existing rights under the GE84 Plan. Consequently, there is a need for any incoming system to comply with the provisions of GE84 Agreement.

· There may be program and technical licensing issues on a national basis. For example, an FM program licence may have been granted following an open competitive tender process for an individual single service, and any subsequent changes which would enable a multiplex capability to such an existing licensee could be problematic.

Il fantasma che aleggia in questo momento in Europa dopo la decisione - frettolosa - da parte del governo britannico di fissare una data di massima per un possibile spegnimento, almeno parziale, delle radio analogica in FM è che il concetto di switch off diventi universale, che tutta
Europa finisca per adottarne il principio. Ebbene il comitato FMPT45 conclude perentoriamente che: no universal switch off date for analogue services in Band II can be planned.
E' vero, la radio in modulazione di frequenza ha praticamente settant'anni di vita. Ed è vero, in molti casi offre un livello di servizi poco adeguato e apparentemente non in linea con quello che i consumatori di contenuti digitali possono aspettarsi, almeno sul piano della fedeltà sonora. Ma l'ECO ci sta dicendo - almeno così pare di capire - che le risorse di cui le nazioni europee dispongono, gli investimenti fatti, hanno un peso non trascurabile. Che cambiare radicalmente il modo di trasmettere i segnali radio broadcast comporta degli svantaggi e che per il momento i costi rischiano di essere nettamente superiori ai benefici. La radio digitale continuerà la sua duplice evoluzione in banda II analogica e in banda III, dove restano da risolvere problemi non indifferenti come la scarsa consapevolezza da parte del pubblico, la non disponibilità di sistemi di ricezione per automobile e la bassa penetrazione dei segnali VHF all'interno delle abitazioni e degli uffici (con questo non voglio dire che il DAB non avrà successo, solo che bisogna fare le cose davvero per bene per favorirne la diffusione).
Trovo molto suggestiva la coincidenza tra la data di pubblicazione del report e quella dell'uscita sul New York Times (di domenica) di un articolo dedicato a Edwin Armstrong, l'inventore della radiofonia a modulazione di frequenza. Un personaggio straordinario e decisamente trascurato, nella memoria collettiva degli americani
(figuriamoci la nostra), rispetto a figure come Thomas Alva Edison e lo stesso Guglielmo Marconi. Armstrong era un bravissimo ingegnere e fu una delle figure più brillanti nel dipartimento di ingegneria elettrica della Columbia University. L'ateneo ricevette in eredità centinaia di scatole di documenti che costituivano l'archivio personale dello scienziato della radio, ma fino al 2007 questo fondo sterminato non ha ricevuto particolari attenzioni. In quell'anno il capo del dipartimento Mischa Schwartz, facendosi aiutare dalla Fondazione IEEE, dalla Armstrong Memorial Research Foundation e da aziende come Alcatel-Lucent, riuscì a racimolare i 70 mila miseri dollari necessari per pagare una archivista della Columbia, Jennifer Comins, e mettere ordine in quel caos. Il New York Times rivela che con quei pochi soldi viene anche finanziato un blog, Armstrong Papers, dove verranno resi pubblici i ritrovamenti più significativi e dove soprattutto si tornerà a discutere di Edwin Armstrong.
I primi esperimenti sulla modulazione di frequenza risalgono, ai primi anni Trenta, negli scantinati della Columbia. Il primo brevetto è del 1933 ma Armstrong ancora non sapeva che sarebbe andato incontro a un mucchio di guai e a una lunga, estenuante battaglia legale per colpa di tecnologia che a guerra finita molti utilizzavano senza versare un solo dollaro di licenza. L'unica cosa che Armstrong proprio non riuscì a inventare fu un metodo per reggere a tutto quello stress. Convinto di essere sull'orlo del tracollo finanziario, un giorno di iinverno del 1954 saltò dalla finestra del tredicesimo piano. Proprio lui, che negli anni venti si faceva fotografare sulle cime delle antenne delle radio newyorkesi.
Chissà come avrebbe preso l'idea delle modulazioni moderne, di quella OFDM oggi alla base di
tante rivoluzioni digitali. Da bravo ingegnere sarebbe rimasto affascinato, sicuramente sarebbe il primo a voler sperimentare la nuova radio. Ma forse non gli dispiacerà neppure leggere sui documenti dell'ECO quella frasetta. No universal switch off date for analogue services in Band II can be planned.
Saving the Neglected History of FM Radio’s Unsung Pioneer
By JOSEPH PLAMBECK
Published: April 18, 2010

The questions seemed simple enough: When and how did Edwin H. Armstrong, the father of FM radio, make the discovery that led to that invention?

In 2007, Mischa Schwartz, an emeritus professor of electrical engineering at Columbia, tried to find the answer. He starting digging into some of the nearly 600 boxes of Armstrong’s archives donated to Columbia decades ago, only to find them disorganized and his quest complicated.
He also saw the condition of the archives as a deterrent to other scholars who might be interested in Armstrong, a figure who largely fell out of public awareness — his name “sliding toward oblivion,” The New York Times wrote in 1981 — just decades after he committed suicide in 1954.
Even Mr. Schwartz, who considers Armstrong the “greatest inventor in radio,” admitted to giving Armstrong short shrift in the past. In textbooks that he had written, Mr. Schwartz said he had attributed advancements to one inventor, only to later discover that Armstrong had made the same discovery and had understood it much better.
So Mr. Schwartz reached out to groups like the Institute of Electrical and Electronics Engineers Foundation and raised more than $70,000 to get an archivist at Columbia, Jennifer Comins, to organize the material.
The collection includes papers outlining his theories; photographs of Armstrong and his many inventions; to-do checklists; reel-to-reel audio; and boxes of material from the many years of litigation between Armstrong and RCA, and Armstrong and Lee De Forest, another inventor, over patent issues.
Ms. Comins, who has the help of a graduate student, Jennifer Howard, began the project last December and plans to finish by the end of November. They created a blog that would track their findings and, they hoped, renew some interest in Armstrong.
“When I was growing up I heard about Edison and Marconi, and I never heard of him,” said Ms. Comins, 37. “And now I wonder why.”

1 commento:

Fabrizio ha detto...

avrei preferito che la frase fosse stata "no universal switch off date for analogue services in Band II should be planned."